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PubblicatoNiccoletta Galli Modificato 8 anni fa
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1 Sociologia economica del welfare Piera Rella – 7 aprile corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno 12 crediti formativi (inclusi 6 Accorinti sul welfare locale) – gruppo disciplinare SPS/09 Dal 2 marzo al 26 maggio Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche E-mail: piera.rella@uniroma1.itpiera.rella@uniroma1.it Ricevimento stanza B12 dopo la lezione di giovedì
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La volta scorsa e oggi Abbiamo analizzato le politiche del lavoro secondo Sacchi e Vesan Oggi analizziamo Le politiche pensionistiche di David Natali (cap.2 libro Ascoli) ↓ Analisi delle politiche pensionistiche in senso stretto, senza la parte assistenziale, negli ultimi 3 decenni
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“paesaggio ghiacciato” anni ’80: assenza riforme di un sistema poco sostenibile a ripartizione (i contributi versati da chi lavora vanno a pagare le pensioni di chi non lavora), frammentato in 47 casse previdenziali, assenza del 2° pilastro (previdenza integrativa) Alto deficit (disavanzo Inps = 47% di quello pubblico nel 1993) preminenza spesa pensionistica sul totale spesa sociale: 55% - pensioni invalidità usate come strumento di lotta alla povertà Pubblici e autonomi favoriti con le baby pensioni Irregolari ed atipici di fatto esclusi Commissione Castellino del 1981 fece previsioni catastrofiche, ma fu approvata un’ultima riforma espansiva del metodo retributivo agli autonomi(1990)
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Le riforme sottrattive La riforma Amato del 1992-93, fatta in una fase di crisi finanziaria da un governo tecnico con decreti legge La riforma Dini 1995: la più ampia fatto in accordo con i sindacati, dividendo previdenza e assistenza (la pensione sociale diventa assegno sociale attribuito con la prova dei mezzi e a carico fiscalità generale) equiparazione contributi pubblici e privati e innalzamento quelli autonomi e scoraggiamento evasione contributiva Riforma Berlusconi 2004 aumenta età pensionabile introducendo lo scalone al posto dell’ uscita flessibile della Dini Berlusconi 2009: innalza età pensionabile donne dopo condanna Ue e aggancia l’età pensionabile alla speranza di vita
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Riforme pensioni 1992-2004 Metodo calcolo Età pensiona bile Minimo contribu ti 2° pilastro altro Amato 1992- 3 Retributivo per i nuo- vi assunti su tutta la carriera per le D: 55 60 U:60 65 35 anni Fondi pensione chiusi o negoziali Dini 1995 Dal meto- do retribu- tivo al con- tributivo Flessibile min 57, max 65 per D e U contributi figurativi +5 anni reali Deducib. Fiscale pensione integrat. Contro evasione contribut Berlus coni 2004 con- tributivo 35 anni(o almeno 40 anni contrib.) e età via via crescente da 60 a 62 Silenzio/ assenso Tfr a fon- di pensioni Tasse 4 % su pen- sioni alte e + con- trib atipici
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Il protocollo sul welfare del 2007 e la riforma Fornero del 2012 Il protocollo con le parti sociali, siglato durante l’ultimo governo Prodi, che riguarda anche ammortizzatori sociali, vuole abolire lo scalone Riforma Monti –Fornero obiettivo mantenere l'equilibrio nel bilancio dello Stato o per meglio dire nel conto economico consolidato delle ammini- strazioni pubbliche, tra entrate fiscali ed uscite per la spesa pensionistica.conto economico consolidato delle ammini- strazioni pubblichespesa pensionistica allungamento dell'età per il pensionamentoetà per il pensionamento
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Segue riforma Fornero del 2012 contributo di solidarietà a carico dei pensionati dal 2012 al 2017 a carico degli iscritti e dei pensionati delle gestioni previdenziali confluite nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti e del Fondo di previdenza per il personale di volo: scopo di riequilibrio dei predetti fondi (Comma 24), misure volte ad assicurare l'equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco temporale di cinquanta anni + un contributo di solidarieta', per gli anni 2012 e 2013, a carico di tutti i pensionati nella misura dell'1 per cento.
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Solidarietà si o no? sentenza della Corte Costituzionale 116/2013 annulla il contributo di solidarietà come modificato dalla riforma Fornero (comma 24) L. 147/2013 (Finanziaria 2014) ripristina contributo di solidarietà dal 1 gen 2014 e per un periodo di tre anni, su pensioni > 14 volte il trattamento minimo INPS pari al 6 % della parte eccedente, fino 18% per la parte eccedente l'importo lordo annuo di 30 volte il trattamento minimo INPS.
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Il problema degli esodati esodati = disoccupati, senza la possibilità di ricevere l'assegno mensile guadagnato con anni di contributi versati regolarmente sono tutti quei lavoratori che, prossimi alla pensione, hanno deciso di lasciare il lavoro dietro corresponsione da parte della propria azienda di una buonuscita- ponte, firmando il licenziamento o accettando di essere messi in mobilità. Una soluzione diffusa nell'imprenditoria italiana per cercare di far quadrare i conti le nuove disposizioni in merito all'età pensio- nabile creano una situazione molto critica. Un problema che si crea per quanti avrebbero dovuto maturare i requisiti dal 2012(con possibilità di pensionamento dal 2013 in poi)
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Indennità e ammortizzatori: il problema dei costi degli esodati 65 mila persone secondo il governo Monti che poi ha riveduto i numeri al rialzo, arrivando a ipotizzare che gli esodati possano essere addirittura 350 mila 7 sanatorie si sono susseguite per gli esodati che, in buona fede e molto spesso per fare un favore alle proprie aziende, hanno scelto di firmare degli accordi Lo spostamento in avanti dell'età pensionabile è stato fatto per dare respiro alle casse dello Stato, ma rischia di avere l'effetto opposto . pagare un'indennità transitoria più lunga della neonata Aspi (18 mesi per gli over 55), ma con le stesse caratteristiche, significa mettere in conto una spesa superiore a 3 miliardi di euro all'anno (1.119 euro per 12 mesi da pagare a 350 mila persone 4,7 mld. l’anno).Aspi Come reperire i fondi, che per legge dovrebbero essere acquisiti con un aumento dei contributi per gli ammortizzatori versati dalle aziende ?
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Conseguenze istituzionali e distributive delle riforme Anche nelle riforme “sottrattive” si cerca di ridistribuire le risorse con il “secondo pilastro” la previdenza integrativa, che non risolve il problema per i più svantaggiati: precari specie se molto intermittenti Aumenta l’uguaglianza tra gli insiders (omogeneizzazione tra le diverse casse previdenziali e dei contributi nell’Inps), ma non si risolve il problema degli outsiders e dell’equità tra generazioni Entra in gioco un nuovo attore:il mercato assicurativo, che produce nuova segmentazione anche territoriale (al Sud ci sono meno insiders) Individualizzazione del rischio nella II repubblica
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conclusioni Finita la I Repubblica lo Stato ha ridotto il suo impegno finanziario, anche con la previdenza integrativa, ma soprattutto riducendo i benefici futuri col metodo contributivo aumento disparità tra pensionati e tra uomini e donne ( con carriera più intermittente) rischio povertà per 40-50% pensionati nel 2040-50 Divaricazione Nord - Sud
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Proposta di una piccola ricerca sulle agenzie per l’impiego Definizione gruppi di lavoro e responsabile Analisi di un rapporto di monitoraggio soprattutto Isfol sui Servizi per l’impiego, di cui vi do il file con uno schema comune 2 interviste a gruppo in un centro per l’impiego da fare, sbobinare e confrontare La traccia sarà definita insieme Obiettivo una didattica più partecipata.. E una migliore valutazione
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Elenco rapporti 1)Monitoraggio Spi 2002 Analisi di profondità dei centri per l’impiego: per target, per funzioni per strutture (sintesi Indice 180 p. 2)Baronio et al.,L’UTENZA DEI CPI E IL LIVELLO DI SODDISFAZIONE PER I SERVIZI EROGATI Isfol 2003 sintesi, indice, file 3)Le procedure di accertamento dello stato di disoccupazione e di attivazione dei disoccupati nei Centri per l’impiego collana Studi Isfol numero 2008/5 - diRoberto Landi indice, file, conclusioni Bonanni Massimiliano, Il ruolo degli operatori dell'intermediazione al lavoro nei servizi pubblici e privati per l'impiego, Roma, Isfol, 2009 divisibile in 2 parti 4)PARTE I - Dimensioni e caratteristiche delle figure professionali 5)PARTE II - Analisi qualitativa delle macrodimensioni delle figure professionali
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Bergamante F., Marocco M., Lo stato dei Servizi pubblici per l’impiego in Europa: tendenze, confer- me e sorprese, Isfol, 2014 (Isfol Occasional Paper,13) INDICE 1 Politiche attive del lavoro, SPI ed Europa …….. 5 2 L’investimento economico e l’impegno organizzativo negli SPI dei principali paesi europei. 8 2.1 La spesa per gli SPI. 9 2.2 Lo staff degli SPI 11 3 Il ruolo degli SPI e delle APL nella ricerca di lavoro e nell’intermediazione 16 3.1 I canali formali di ricerca di lavoro 17 3.2 I disoccupati e gli SPI: costi medi e carichi di lavoro degli operatori. 19 3.3 Il tasso di penetrazione degli SPI e delle APL 21 4 Riflessioni conclusive 26 Bibliografia 30
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Prime osservazioni sulla base dei risultati provvisori dell’ Indagine nazionale sui Centri per l’impiego realizzata dall’Isfol 2008 Indice 1. Premessa 2. Introduzione 3. Il percorso di analisi 4. Individuazione delle variabili di osservazione 5. Verifica del disegno operativo delle procedure di accertamento dello stato di disoccupazione e accesso alle politiche attive: prima ipotesi di misurazione a. condizioni di intervento b. condizioni temporali c. condizioni relative al trattamento dei dati amministrativi 6. Alcune riflessioni conclusive attorno alla prima ipotesi di misurazione 7. Verifica del disegno operativo delle procedure di accertamento dello stato di disoccupazione e accesso alle politiche attive: seconda ipotesi di misurazione a. condizioni di intervento b. condizioni temporali c. condizioni legate al trattamento delle informazioni 8. Ulteriori elementi di riflessione 9.
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5)La filiera dei servizi per il lavoro rivolti alle persone dai centri per l’impiego di Fabrizio Giovannini – ISFOL 2011 (, file 29 p) Rilevazione Cawi 2010 1. - Note introduttive 2. - I servizi per l’impiego rivolti alle persone 2.1 - Accesso, informazione e presa in carico dei bisogni dell’utenza 2.2 – Orientamento 2.3 - Incontro domanda/offerta 2.4 - Rinvio alla formazione e tirocini 2.5 - Ricollocazione professionale 2.6 - Consulenza all’imprenditorialità 6) clic lavoro Ministero del lavoro e delle politiche sociali INDAGINE SUI SERVIZI PER L’IMPIEGO 2013 sintesi, indice, file 7)Bergamante e Marocco Lo stato dei Servizi pubblici per l’impiego in Europa: tendenze, conferme e sorprese Isfol 2014 sintesi, indice, file
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Un sistema multilivello di politiche Attive del Lavoro ANPAL (Agenzie Nazionale politiche attive del lavoro), Regioni (Cpi) e soggetti privati accreditati (Apl) debbono garantire a tutti gli utenti i servizi minimi essenziali stabiliti per legge. Il Governo, (Ministero del lavoro e delle politiche sociali) previa intesa con le Regioni, definisce i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) in materia di politiche attive del lavoro validi su tutto il territorio nazionale. l’ANPAL coordina su scala nazionale la rete degli enti attuatori delle politiche attive (Cpi e Apl), il monitoraggio delle stesse, la sostituzione in caso di malfunzionamento e lo sviluppo del sistema informativo unitario delle politiche attive. Le Regioni assumono la gestione operativa delle politiche attive (incluse quelle che spettavano alle Province) e la responsabilità dei CpI. Perché il personale dei Cpi possa continuare a lavorare senza soluzione di continuità con le Regioni, Governo e Regioni s’impegnano a reperirne le risorse nella proporzione 2/3 a carico del Governo e 1/3 a carico delle Regioni
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La situazione attuale secondo l’Isfol Attualmente le regioni hanno 2 modelli: lombardo con equiparazione e concorrenza pubblico e privato prevalenza del pubblico, ma accreditamento agenzie private e alcune operazioni insieme fino ad un unico data base in comune con gli enti accreditati Il Lazio ha un modello intermedio che utilizza l'assegno di ricollocazione regionale per l'avvio al lavoro. Il monitoraggio del sistema è stato tolto per 1 anno all'Isfol e dato ad Agenzia lavoro. Il monitoraggio in corso ha prodotto una lista degli enti accreditati, con alcune informazioni. E' prevista una rilevazione sui centri privati del Lavoro (Apl) con un questionario ancora non definito
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Chi fa che cosa? Studio letteratura disponibile (già in parte svolto) Progettazione di una piccola ricerca qualitativa sul campo A chi ci rivolgiamo? a chi lavora in un’agenzia e/o agli utenti Definizione traccia Interviste qualitative ed eventuale test somministrazione
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