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PubblicatoGiulietta Mattei Modificato 8 anni fa
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CONVEGNO “CREUZE DE MA” Genova, 15 giugno 2011 UNO SGUARDO SULL’AFFIDO FAMILIARE A GENOVA E IN ITALIA
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L’affido familiare, una delle risorse a disposizione per la tutela dei minori, ha due peculiarità importanti: - garantisce il diritto di ogni bambino a vivere all’interno di una famiglia, - gioca un ruolo determinante nel limitare l’inserimento di minori in strutture residenziali o, in ogni caso, per ridurne la permanenza. L’accoglienza di un minore da parte di una famiglia che non è la sua, non è dunque una questione privata, ma un fatto sociale che impegna la comunità locale. È uno strumento che ha un’enorme valenza sociale, perché, a salvaguardia dell’imprescindibile diritto del bambino alla famiglia, chiama le famiglie a diventare attrici e promotrici di una cultura di solidarietà e condivisione, indispensabile per sviluppare nella società la cultura dell’accoglienza.
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Lo scenario sociale profondamente mutato in questi anni richiede l’articolazione di un ampio spettro d’interventi, diversi ma complementari per rispondere efficacemente alle diverse esigenze e necessità e alle loro mutazioni nel tempo. Per costruire risposte significative alle esigenze di tutela dei minori e di sostegno alle loro famiglie, è quindi indispensabile la realizzazione di un’azione coordinata dei vari soggetti che operano nel settore, cioè fra Servizio Pubblico e Terzo Settore. Occorre, infatti, creare un sistema che garantisca lo sviluppo di progetti che vadano da interventi educativi e di accompagnamento ad interventi d’accoglienza fino all’avvio di progetti d’autonomia.
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Dalle prime esperienze ad oggi l’affido familiare si è così sviluppato, articolato ed ampliato, portando ad evidenziare la necessità di forme d’accoglienza innovative e flessibili, in grado di rispondere a situazioni diverse: accoglienze che vanno quindi dal buon vicinato all’affido di neonati o bambini piccolissimi, a quello congiunto di mamma e bambino o d’appoggio fino alle forme d’affido professionale. In alcune città italiane, fra cui Genova, l’esperienza dell’affido familiare si è avviata già alla fine degli anni ’70 e, nello stesso periodo, si sono sviluppate le prime associazioni familiari. In questi trent’anni molto è stato pensato e realizzato e si è formato un ricco patrimonio di esperienze professionali e di volontariato.
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L’affido familiare a Genova ha visto lo sviluppo di diverse esperienze innovative, fra cui l’affido familiare omoculturale di minori stranieri. Il progetto si è avviato nel 2007 in seguito all’approvazione del progetto “Aggiungi un posto a tavola” da parte della Fondazione Vodafone Italia, progetto curato da un gruppo di lavoro composto da: Arci Genova, Coop. Sociale "La Comunità“, Coordinamento Ligure Donne latinoamericane, Centro Islamico Culturale di Genova, Associazione Al Mohammadia ed il Servizio Affido del Comune. Obiettivo condiviso era verificare la possibilità di realizzare prime esperienze d’affido “omoculturale”, valorizzando l’esperienza di famiglie straniere che avevano sperimentato un percorso positivo d’integrazione nel nostro paese e che potevano essere quindi risorsa per altre famiglie straniere che stavano attraversano un periodo di difficoltà in Italia. Concluso il finanziamento, il progetto dell’affido familiare omoculturale è confluito nelle attività curate dal Servizio Affido del Comune di Genova.
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In seguito al lavoro positivo con le comunità (che hanno cominciato ad “affidarsi” al servizio pubblico in precedenza visto solo come Ente che “porta via i bambini stranieri alle famiglie”), sono stati segnalati, anche in via informale, nuovo casi di bisogno che non sarebbero arrivati ai servizi se non in fase critica della necessità familiare. Al tempo stesso, analogamente, nuove famiglie si sono candidate per vivere esperienza di accoglienza a favore di minori appartenenti alla medesima cultura. E da questa prima esperienza è stato suscitato il coinvolgimento nel progetto nazionale per i minori stranieri non accompagnati.
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Lo scenario nazionale La promozione ed il sostegno dell’affido familiare sono quindi obiettivi prioritari, perché tale strumento trovi diffusione ed adeguato sviluppo su tutto il territorio italiano, anche se, negli ultimi anni, sono stati istituiti diversi Servizi Affido ed il numero dei minori in affido ha superato quello dei minori in comunità residenziali. Una prima mappatura dei Servizi Affidi ha evidenziato la difformità del sistema dei servizi ed interventi per la tutela dei minori e la carenza o addirittura assenza, in alcune realtà, della presenza e dell’intervento dei Servizi Pubblici e le eventuali esperienze di volontariato non possono vicariarne il ruolo.
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Grazie alla collaborazione fra il Coordinamento Nazionale Servizi Affido ed il Ministero Politiche Sociali, è così nata la proposta di un progetto nazionale di promozione dell’affido.
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Il primo Progetto nazionale di promozione dell’affidamento familiare, la cui realizzazione è stata affidata al Comune di Genova in quanto segreteria del Coordinamento Nazionale Servizi Affido, è curato da una Cabina di Regia presieduta dal Ministero Politiche Sociali e costituita da rappresentanti del Dipartimento per le politiche della famiglia, del Coordinamento Nazionale Servizi Affido, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome dell’UPI, dell’ANCI e del Centro nazionale di documentazione ed analisi per l’infanzia e l’adolescenza.
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Risultati attesi “Un percorso nell’affido” è basato sulla conoscenza e la valorizzazione dell’esistente ed utilizza un metodo partecipato di scambio di esperienze concrete già sperimentate positivamente Ci si aspetta l’attivazione, il consolidamento e la manutenzione di reti che vadano oltre i limiti temporali del progetto
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Azioni del progetto Mappa Nazionale dei Servizi e delle Associazioni per l’affido Seminari tematici nazionali Affidamento... Affidamenti I Centri e i Servizi per l’affido familiare Linee guida e prassi per l’affidamento familiare Servizi, Affido e Autorità Giudiziaria Scambi interregionali e convegni regionali Opuscolo informativo nazionale “Linea guida” “Sussidiario”
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Questi strumenti rappresentano due diversi livelli: livello tecnico-politico, costituito dalle Linee Guida: costruzione di un sapere condiviso, da proporre nelle opportune sedi istituzionali, quali linee nazionali di orientamento livello operativo-gestionale-professionale, costituito dal Sussidiario: destinato agli operatori e a chiunque sia interessato al percorso, definisce le diversità degli affidamenti possibili, l’organizzazione dei servizi, la regolamentazione e programmazione dei rapporti con l’autorità giudiziaria, le esperienza dei territori e gli strumenti operativi Il senso di “Linee Guida” e “Sussidiario”
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Percorso Fasi del lavoro di produzione di “Linee Guida” e “Sussidiario”: Elaborazione interna Confronto interno/esterno Verifica Proposta Passaggio istituzionale (Linea Guida) Pubblicazione Verifica
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Le “fonti” I documenti e le esperienze della Banca dati dei servizi per l’affido I contributi ai Seminari nazionali, agli scambi interregionali, ai convegni regionali Le normative nazionali e regionali di riferimento La “letteratura” di riferimento...
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Struttura delle “Linee Guida” L’impostazione scelta per le Linee Guida è quella delle “Raccomandazioni e Azioni” Ogni argomento viene introdotto da un ragionamento logico che spiega e giustifica il risultato positivo che si vuole raggiungere (Razionale) Per ogni argomento almeno una Raccomandazione, formulata in forma “dimostrativa” o come una “tesi” - positiva e propositiva. Per ogni raccomandazione una o più Azioni/Indicazioni operative.
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Struttura del “Sussidiario” Il contenuto principale è rappresentato dall’estensione, ampliamento e sostegno dei concetti e degli orientamenti espressi con la Linea Guida. L’impostazione del Sussidiario ricalcherà l’impostazione dell’indice delle Linea Guida, opportunamente adeguato e modificato per la sua natura operativa, gestionale, professionale Il testo potrà essere integrato con materiali organizzati in: Normativa (stralci di atti normativi internazionali, nazionali e regionali) Letteratura/ricerca nazionale e internazionale Esperienze (attinte dai seminari nazionali e interregionali e da altre fonti) Strumenti (in cui riportare stralci o documenti interi di supporto)
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