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BASI NUTRIZIONALI DELL’OBESITÀ Silvia Scaglioni Ospedale S. Paolo – Università di Milano.

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Presentazione sul tema: "BASI NUTRIZIONALI DELL’OBESITÀ Silvia Scaglioni Ospedale S. Paolo – Università di Milano."— Transcript della presentazione:

1 BASI NUTRIZIONALI DELL’OBESITÀ Silvia Scaglioni Ospedale S. Paolo – Università di Milano

2 PRENATALE ALLATTAMENTO e DIVEZZAMENTO ADIPOSITY REBOUND ADOLESCENZA FASI CRITICHE PER SVILUPPO DI OBESITA’ FASI CRITICHE PER SVILUPPO DI OBESITA’

3 “PROGRAMMING” and “FETAL ORIGINS HYPOTHESIS” Programming”: processo attraverso il quale uno stimolo or insulto (alterazione della disponibilità al feto dei substrati) in una fase critica o di sviluppo ha effetto a lungo termine. Lucas A.’91 La malnutrizione causa adattamento in grado di favorire un futuro rischio di sviluppo di obesità, diabete e malattia cardivascolare. Barker ‘92 Altri effetti sarebbero mediati da ormoni che possono: alterare la maturazione di specifici tessuti del feto durante la sensibile fase dello sviluppo determinare modificazioni durature della secrezione ormonale o della sensibilità tissutale agli ormoni

4 DUTCH FAMINE STUDY ( 1976) DUTCH FAMINE STUDY ( 1976) la popolazione esposta a malnutrizione in gravidanza nel I e II trimestre alto rischio di obesità. L’ipotalamo inizia ad attivarsi, la disponibilità di substrati sarebbe in grado di condizionare la risposta all’intake calorico di ipotalamo e s.simpatico anche dopo la nascita. nel III trimestre basso rischio di obesità. Replicazione adipociti e aumento di massa grassa. La ridotta deposizione di grasso nel III trimestre può favorire un rapporto peso/statura corretto.

5 ALLATTAMENTO MATERNO EFFETTO PROTETTIVO Harder Am J Epidemiol 2005 La durata dell’allattamento è inversamente e linearmente associata al rischio di obesità. Metanalisi di 17 studi. Riduzione rischio 4% ogni mese di allattamento

6 obesità dei genitori madri obese allattano meno fumo materno classe sociale peso neonatale gli allattati con formula hanno assunto latti adattati a diversa composizione POTENZIALI FATTORI CONFONDENTI

7 CORRELAZIONE TRA DIETA E BMI TRA 2 E 8 ANNI Correlazione tra elevato apporto di proteine con la dieta all’età di 2 anni e sviluppo di obesità all’età di 8 anni Una dieta ricca di proteine nei primi 2 anni di vita è risultata essere associata ad una precocità dell’adiposity rebound L’apporto di carboidrati è correlato negativamente con il BMI L’apporto calorico non sembra una variabile significativa Rolland Cachera MF

8 INTAKE DI NUTRIENTI IN ALCUNI PAESI EUROPEI Rolland-Cachera Acta Paediatr ‘99

9 ECCESSO DI PROTEINE E ASSETTO ORMONALE Elevati valori di IGF-1 Stimolazione di sintesi e proliferazione cellulare in tutti i tessuti Accelerazione di crescita, early adiposity rebound, aumento delle masse muscolari Aumento differenziazione dei preadipociti in adipociti iperplasia del tessuto adiposo

10 Early macronutrient intake and overweight at 5y Scaglioni Int J Obes 2000 Dietary macronutrient intake during the first 10 years of life in a cohort of Italian children Scaglioni in press JPG N Correlazione tra intake proteico a 1anno e sovrappeso all’età di 5 e 10 anni INTAKE 1a NORMOPESO 10a SOVRAPPESO 10a Energia kcal 802 778 Proteine % 19.7 ** 22.5 p=<0.01 Carboidrati % 49.4 ** 44.7 p=<0.05 Lipidi % 33.2 34.7

11 CHOP PROJECT Childhood Obesity Early Programming by Infant Nutrition? Multicentric Intervention Trial sponsored by the European Commission ITALIA – SPAGNA – GERMANIA – BELGIO - POLONIA

12 OBIETTIVO PRIMARIO PROGETTO CHOP Valutare l’influenza dell’apporto proteico durante il primo anno di vita sulla crescita e sul rischio di obesità. Il follow up è previsto fino all’età di 6 anni con un altro progetto EU EARNEST 1 anno di intervento randomizzato in doppio cieco su : 500 con latte adattato a più alto apporto di proteine 500 con latte adattato a più basso apporto di proteine 250 allattati al seno 5 anni di follow up antropometrico e nutrizionale

13 “LA MADRE NUTRICE” “LA MADRE NUTRICE” E’ importante che la madre impari a rispondere adeguatamente alle richieste del bambino. Una madre confusa ed iperansiosa che si rivolge ad esperti, frequentemente confonde il tipo di richiesta e maschera la sua insicurezza offrendo cibo in maniera indiscriminata. Questo comportamento produce un bambino confuso che non è in grado di differenziare la fame da altre sensazioni sgradevoli.

14 MATERNAL RESTRAINT AND CONTROL OF EATING La capacità del lattante di regolare l’intake è condizionata dall’azione di freno e controllo esercitati sul cibo dalla madre I bambini le cui madri attuano un elevato controllo sull’intake di alimenti sono meno capaci di autoregolarsi Birch LL Pediatrics ‘94

15 ADIPOSITY REBOUND Età corrispondente al valore minimo di BMI prima del suo aumento fisiologico Età media = 5-6 anni Età BMI

16 EARLY AND LATE ADIPOSITY REBOUND Early-AR è fattore di rischio e indicatore precoce di sviluppo di obesità in età adulta. Rolland-Cachera Int J Obes ’95, Acta Paediatr ‘99

17 OBESOGENIC AND NON OBESOGENIC FAMILIES Birch LL, Obesity Res 2002 I bambini sono spesso esposti a 2 modelli parentali di comportamento salutari e non, riguardo a dieta ed attività fisica. Vi sono 2 cluster di famiglie: OBESOGENE e NON OBESOGENE. Famiglie OBESOGENE: dieta con più elevati livelli di energia totale e di lipidi e più bassa attività fisica. All’età di 5 anni non vi sono differenze di BMI e pliche nelle figlie di entrambe le famiglie. Maggiore incremento di BMI e pliche tra 5 e 7 a.

18 L’AUMENTO DELLA MASSA ADIPOSA È CONSEGUENZA DI CRONICO BILANCIO ENERGETICO POSITIVO DOVUTO A: 1.ridotta utilizzazione dei grassi di deposito 2.eccessivi apporti in calorie e/o lipidi I lipidi hanno basso costo energetico per digestione, assorbimento, metabolismo e deposito: Proteine : 25-30 % Carboidrati : 5-24 % Lipidi :2-4 %

19 QUALE È LA SPESA ENERGETICA DEGLI ADOLESCENTI NORMOPESO E OBESI ?

20 Valeria 11a BMI 20 N° passi 9596 Cristina 13 a BMI 23 7628 Francesca 14a BMI 35 6590

21 CONSEGUENZE DELL’IPERALIMENTAZIONE aumento ossidazione di proteine e CHO (100%) attivazione DIT, con aumento della spesa energetica ~7% delle calorie introdotte CHO in eccesso danno origine a neo-lipogenesi ed aumento insulina aumento di deposizione di lipidi, aumento FAT aumento di ossidazione dei lipidi- liberazione in circolo di FFA che raggiungono il fegato riduzione dell’ossidazione dei lipidi i l tutto mediato dalla variabilità genetica

22 I BAMBINI OBESI HANNO APPORTO CALORICO SUPERIORE AI NORMOPESO? Difficoltà di rilevazione delle abitudini alimentari del bambino obeso Tendenza a sottostimare gli apporti alimentari Metodi di rilevazione delle abitudini nutrizionali non del tutto precisi ed affidabili Importanza della valutazione della EE

23 CONFRONTO TRA NORMOPESO E GRANDI OBESI Scaglioni Acta Paediatrica 2006 OBESI N 67 età media 9.7NORMOPESO N 67 età media 9.5 Energia Kcal/die*2794 ± 10092107 ± 494 Lipidi g *10167 Saturi g *34.522.1 Proteine g *10370 Glucidi g *392 295 Carico glicemico *185144 Fibra g *10.615.1 * P< 0.0001

24 Ambiente tossico Eccesso calorico globale Sedentarietà Alimenti ad alto indice glicemico:prodotti da forno, biscotti (10 -13 volte / settimana), soft drinks e succhi di frutta (3-10volte/settimana) Alimenti ad alta densità Trans-fatty acids Fast foods Nibbling alterato senso di sazietà Skipping breakfast ALTRE CAUSE NUTRIZIONALI

25

26 CONCLUSIONE: Lo studio delle basi nutrizionali dell’obesità fornisce informazioni riguardo a tempi e modi per la promozione di un programma di prevenzione che dovrà svilupparsi a partire dall’età prenatale e proseguire fino all’adolescenza. GRAVIDANZA ALLATTAMENTO ETÀ PRESCOLARE ADOLESCENZA


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