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PubblicatoLetizia Morelli Modificato 8 anni fa
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1 Prof. Domenico Milito L’ampio spettro dei BES 10 marzo 2015 TFA II ciclo (6 CFU) Insegnamento Didattica e Pedagogia speciale
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2 Prof. Domenico Milito Indice -I BES per l’OCSE -Definizione di BES -La normativa Miur per l’inclusione dei BES: a) Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012: " Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica" b) C.M. n. 8 del 6 marzo 2013: Indicazioni operative c) Nota prot. n. 2563 del 22 novembre 2013: Chiarimenti
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Prof. Domenico Milito L’OCSE individua tre macrocategorie transazionali a cui ricondurre tutti i BES. Gli alunni nella macrocategoria A presentano disabilità o deficit, spesso ben definibili in termini medico-sanitari, che derivano da carenze organico- funzionali attribuibili a menomazioni e/o patologie organiche (deficit sensoriali, motori o neurologici). Gli alunni nella macrocategoria B hanno difficoltà emotive e comportamentali o specifiche difficoltà nell’apprendimento (DSA). In tali casi il bisogno educativo scaturisce da problemi di interazione tra lo studente e il contesto educativo. Gli alunni nella macrocategoria C (svantaggiati) necessitano di risorse educative aggiuntive per compensare problemi dovuti all’ambiente socioeconomico, culturale e sociolinguistico di provenienza. I BES per l’OCSE 3
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Prof. Domenico Milito Si tratta di una macrocategoria che comprende dentro di sé tutte le possibili difficoltà educativo-apprenditive degli alunni: -situazioni considerate tradizionalmente come disabilità mentale, fisica, sensoriale; -deficit in specifici apprendimenti clinicamente significativi (ad esempio, la dislessia, il disturbo da deficit attentivo e altre varie situazioni di problematicità psicologica, comportamentale, relazionale, apprenditiva, di contesto socio-culturale, ecc.) Definizione di BES 4
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5 Centrale è il concetto di funzionamento educativo e apprenditivo, che è il risultato globale delle reciproche influenze, esercitate, durante il percorso evolutivo e di crescita, da: - condizioni fisiche (la dotazione biologica, la crescita del corpo), - contesti in cui lo studente cresce (le relazioni, le esperienze, gli ambienti fisici), - caratteristiche personali (l’autostima, l’identità, la motivazione, ecc.). Prof. Domenico Milito
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Gli alunni che evidenziano Bisogni Educativi Speciali non sono solo quelli in possesso di una certificazione: nel concetto di BES rientrano tutti i vari disturbi/difficoltà di apprendimento, comportamento e altre problematicità riconducibili a ragioni psicologiche e ambientali, a cause endogene ed esogene che insieme compromettono il funzionamento apprenditivo dello studente 6
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7 La normativa Miur per l’inclusione dei BES Prof. Domenico Milito
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8 - Direttiva Miur del 27 dicembre 2012 "Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica" Prof. Domenico Milito
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Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES): si basa su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health) fondata sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002) Tra gli aspetti innovativi della Direttiva 9
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Prof. Domenico Milito La Direttiva sposta definitivamente l’attenzione dalle procedure di certificazione all’analisi dei bisogni di ciascuno studente ed estende in modo definitivo a tutti gli studenti in difficoltà il diritto – e quindi il dovere per tutti i docenti – alla personalizzazione dell’apprendimento, anche attraverso il diritto ad usufruire di misure dispensative e strumenti compensativi, nella prospettiva di una presa in carico complessiva ed inclusiva di tutti gli alunni 10
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Prof. Domenico Milito L’attenzione ai DSA come l’attenzione e ai BES non ha lo scopo di favorire improprie facilitazioni ma di rimuovere quanto ostacola i percorsi di apprendimento, e questo non genera un livellamento degli apprendimenti ma una modulazione degli stessi sulle potenzialità di ciascuno, nell’ottica di una scuola più equa e più inclusiva 11
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Prof. Domenico Milito Tali problematiche, certificate da uno o più specialisti, documentate dalla famiglia o semplicemente rilevate dalla scuola, devono trovare risposte adeguate e articolate, devono essere al centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia. Ciò è possibile attraverso una osservazione e una lettura attenta dei segni di disagio, un dialogo con la famiglia ma soprattutto offrendo idonee e personalizzate risposte, nell’intento di favorire pienamente l’inclusione di tutti gli alunni e il loro successo formativo. 12
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13 A questo riguardo è rilevante l’apporto, anche sul piano culturale, del modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell’OMS, che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni. Prof. Domenico Milito 13
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14 In questo senso, ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione, e ciò anche mediante un approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta interazione tra tutte le componenti della comunità educante. Prof. Domenico Milito 14
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Prof. Domenico Milito Nell’area dei Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei: Special Educational Needs) sono comprese tre grandi sotto- categorie: -disabilità; -disturbi evolutivi specifici; -svantaggio socio-economico, linguistico, culturale. Le categorie di BES (Direttiva del 2012) 15
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16 Alunni con disturbi specifici Gli alunni con competenze intellettive nella norma o anche elevate, che, per specifici problemi, possono incontrare difficoltà a scuola, devono essere aiutati a realizzare pienamente le loro potenzialità. Fra essi, alunni e studenti con DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) sono stati oggetto di importanti interventi normativi, che hanno ormai definito un quadro ben strutturato di norme tese ad assicurare il loro diritto allo studio (Legge n. 170/2010 e Linee guida) Prof. Domenico Milito 16
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17 Tuttavia, è bene precisare che alcune tipologie di disturbi, non esplicitati nella Legge n. 170/2010, danno diritto ad usufruire delle stesse misure ivi previste in quanto presentano problematiche specifiche in presenza di competenze intellettive nella norma. Prof. Domenico Milito 17
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18 Si tratta, in particolare, dei disturbi con specifiche problematiche nell’area del linguaggio (disturbi specifici del linguaggio o, più in generale, presenza di bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale) o, al contrario, nelle aree non verbali (come nel caso del disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, del disturbo non-verbale o, più in generale, di bassa intelligenza non verbale associata ad alta intelligenza verbale, qualora però queste condizioni compromettano sostanzialmente la realizzazione delle potenzialità dell’alunno) o di altre problematiche severe che possono compromettere il percorso scolastico (come per esempio un disturbo dello spettro autistico lieve, qualora non rientri nelle casistiche previste dalla Legge n.104/92). Prof. Domenico Milito 18
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19 Disturbi evolutivi specifici Ci si riferisce,oltre ai disturbi specifici dell’apprendimento, anche ai deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo, per la comune origine nell’età evolutiva, anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il funzionamento intellettivo limite può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico. Prof. Domenico Milito 19
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20 Per molti di questi profili i relativi codici nosografici sono ricompresi nelle stesse categorie dei principali Manuali Diagnostici e, in particolare, del manuale diagnostico ICD-10, che include la classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, stilata dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e utilizzata dai Servizi Sociosanitari pubblici italiani. Prof. Domenico Milito 20
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21 Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei disturbi evolutivi specifici, non vengono o possono non venir certificate ai sensi della Legge n. 104/92, non dando conseguentemente diritto alle provvidenze ed alle misure previste dalla stessa legge quadro, e tra queste, all’insegnante per il sostegno. La Legge n. 170/2010, in tal senso, rappresenta un punto di svolta poiché apre un diverso canale di cura educativa, concretizzando i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella Legge n. 53/2003, nella prospettiva della “presa in carico” dell’alunno con BES da parte di ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti coinvolto, non solo dall’insegnante per il sostegno. 21 Prof. Domenico Milito
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22 Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività L’acronimo A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è corrispondente all’acronimo che si usava per l’Italiano di D.D.A.I. – Deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività. L’ADHD, che si può riscontrare anche spesso associato ad un DSA o ad altre problematiche, ha una causa neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di socializzazione con i coetanei. Si è stimato che il disturbo, in forma grave tale da compromettere il percorso scolastico, è presente in circa l’1% della popolazione scolastica, cioè quasi 80.000 alunni [fonte Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.)] Prof. Domenico Milito 22
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23 Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività Con notevole frequenza l'ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: -disturbo oppositivo provocatorio; -disturbo della condotta in adolescenza; -disturbi specifici dell'apprendimento; -disturbi d'ansia; -disturbi dell'umore, etc. Prof. Domenico Milito 23
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24 Adozione di strategie di intervento per i BES È evidente la necessità di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con bisogni educativi speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, individuale o anche riferito a tutti i bambini della classe con BES, ma articolato, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate. Prof. Domenico Milito 24
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25 Le scuole, con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico, possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge n. 170/2010 (D.M. 12 luglio/2011), meglio descritte nelle allegate Linee guida. 25 Prof. Domenico Milito
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26 Prof. Domenico Milito - C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 "Indicazioni operative"
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27 La Direttiva del 27 dicembre 2012 ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendente: - svantaggio sociale e culturale, - disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Prof. Domenico Milito
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28 La Direttiva del 27 dicembre 2012 estende a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003. Prof. Domenico Milito
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29 La C.M. n. 8/2013 prefigura: - l’attivazione del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) che assume la denominazione di Gruppo di lavoro per l’inclusione, con il precipuo compito di elaborare una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno) - l’inserimento nel P.O.F. della scuola di un concreto impegno programmatico per l’inclusione Prof. Domenico Milito Azioni a livello di singola istituzione scolastica
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30 Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) Secondo quanto indicato nella C.M. 8/2013, esso svolge funzioni di raccordo di tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola per assicurare il maggior coinvolgimento degli insegnanti curricolari, del collegio docenti e dei Consigli di Istituto che porti all’adozione di una politica interna delle scuole per l’inclusione, che assuma una reale trasversalità e centralità rispetto al complesso dell’offerta formativa. I GLI hanno relazioni con i CTS e con i CTI per assicurare azioni di consulenza, di formazione, monitoraggio e raccolta di buone pratiche. Prof. Domenico Milito
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31 Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) Momento di riflessione di tutta la comunità educante per realizzare la cultura dell’inclusione, lo sfondo e il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni. Non dunque un ulteriore adempimento burocratico ma integrazione del Piano dell’offerta formativa. Scopo del piano è anche quello di far emergere criticità e punti di forza, rilevando le tipologie dei diversi bisogni educativi speciali e le risorse impiegabili, l’insieme delle difficoltà e dei disturbi riscontrati. Tale rilevazione è utile per orientare l’azione dell’Amministrazione a favore delle scuole che presentano particolari situazioni di complessità e difficoltà. Prof. Domenico Milito
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32 Nota del Miur prot. n. 2563 del 22 novembre2013 " Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali a.s. 2013/2014 - Chiarimenti"
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33 Nella Nota si prevede un anno di sperimentazione della normativa sui BES, da applicare nel rispetto dell’autonomia scolastica. Chiarimenti: Soltanto qualora nell'ambito del Consiglio di classe (nelle scuole secondarie) o del team docenti (nelle scuole primarie) si concordi di valutare l'efficacia di strumenti specifici questo potrà comportare l'adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato, con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative. Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l'adozione di particolari strategie didattiche. Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione. Prof. Domenico Milito
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34 Riferimenti bibliografici -Milito D., Inclusione e BES: stato dell’arte e prospettive, Anicia, Roma, 2014 - Milito D., Belsito F., Strategie metodologiche per l’integrazione e l’inclusione, Anicia, Roma, 2014 -Milito D., Disturbi specifici di apprendimento e successo scolastico, Anicia, Roma, 2012 -Milito D., Inclusione, integrazione e bisogni educativi, Anicia, Roma 2012 - Ianes D., Macchia V., La didattica per i bisogni educativi speciali. Strategie e buone prassi di sostegno inclusivo, Erickson, Trento, 2008
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