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PubblicatoFrancesco Angeli Modificato 8 anni fa
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“Biorisanamento di terreni contaminati da idrocarburi con addizione di substrati organici di poco pregio” Corso in: Bonifica dei siti contaminati – Gestione degli Impianti di Ingegneria Sanitaria- Ambientale Info autori: prof. Aldo Muntoni, ing. Giorgia De Gioannis (Facoltà di Ingegneria dell’Università di Cagliari)
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Aspetti generali Insieme di processi degradativi promossi da organismi biologici; Trasformazione dei contaminanti in prodotti più semplici e di natura non pericolosi; Tipologie di trattamento: In-situ Ex-situ: Bioreattori, Biopile, etc. Impiego mirato al trattamento di siti contaminati da sostanze biodegradabili.
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Aspetti generali Impiego di colture batteriche autoctone per la decontaminazione del sito in esame. Fattori d’influenza del processo: pH; Temperatura; Tenore d’ossigeno; Umidità; Presenza di sostanze tossiche; Concentrazione di nutrienti.
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Aspetti generali Addizione di sostanze ammendanti (ex. sostanze organiche biodegradabili) per favorire il processo di bioremediation. Vantaggi: Favorire acclimatazione e crescita della biomassa; Fornire nutrienti (azoto, fosforo, etc.); Migliorare le caratteristiche strutturali del terreno (porosità, capacità di campo); Tamponare le condizioni di acidità del pH. Requisiti: Basso costo; Semplice reperibilità dei materiali.
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Caso studio 1 Obiettivo: Degradazione di gasolio per autotrazione mediante l’impiego di substrati biodegradabili di scarso pregio e di facile reperibilità. Materiali: Suolo contaminato; Gasolio; Rifiuto stabilizzato (Rs); Acque di vegetazione (AdV); Sansa. Analisi: Determinazione CO 2; Determinazione Gasolio residuo.
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Caso studio 1: Materiali Suolo contaminato: Suolo dell’area impianti petrolchimici ubicati presso Sarroch (Cagliari) Prove condotte su materiale vagliato a 2 mm
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Caso studio 1: Materiali Gasolio per autotrazione: Prodotto ottenuto dalla distillazione frazionata del petrolio : 250-350°C, 1 atm; pH=5.2; Massa volumica=814 g/l Rs: Prodotto dalla frazione secca residua di rifiuti urbani Pre-trattamento meccanico biologico
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Caso studio 1: Materiali Sansa: Sottoprodotto della spremitura delle olive costituito da bucce, polpa esaurita e frammenti di noccioli; AdV: Considerevole carico organico; pH acido; Sostanze non facilmente biodegradabili (ex. fenoli).
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Caso studio 1: Metodologie Reattori statici di vetro (T=20°C; Umidità=60% della capacità di campo); Produzione CO 2 : Adsorbimento CO 2 mediante una soluzione 1M NaOH; Determinazione mediante titolazione con HCl. Determinazione Gasolio residuo: Estrazione con miscela acetone:n-esano (1:10); Lettura del campione estratto al Gascromatografo.
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Caso studio 1: Risultati (Sansa) Sansa (5 e 20%): Rapido sviluppo della biomassa; Maggior apporto di nutrienti (Azoto) Migliori capacità di campo Sansa (20%): Maggiore produzione di CO 2 fra il 17° e 50° giorno; Prevalente degradazione di sansa nei primi 17° giorni.
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Caso studio 1: Risultati (AdV) AdV: pH acido inibente dell’attività batterica; Contenuto di fenoli tossici per i batteri; Possibile formazione di un substrato oleoso (limitato scambio di nutrienti, ossigeno)
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Caso studio 1: Risultati (Rs) Rs (grezzo e raffinato): pH alcalino; Ambiente favorevole alla crescita microbica; Presenza residua di sostanza organica biodegradabile; Elevata capacità di campo. Rs (raffinato): Maggiore contenuto di SO e nutrienti; Minor contenuto di metalli; Granulometria più fine.
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Caso studio 1: Risultati (Rs) Rs (grezzo e raffinato, 20%): Maggiore produzione di CO 2 dopo 20 giorni (Rs raffinato); Maggiore produzione di CO 2 dopo 40 giorni (Rs grezzo);.
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Caso studio 1: Conclusioni Rimozioni 14 volte superiori al solo terreno contaminato con impiego del 20% di Sansa; Rimozioni 12.5 volte superiori al solo terreno contaminato con impiego del 20% di Rs raffinato; Rimozioni 7.8 volte superiori al solo terreno contaminato con impiego del 20% di Rs grezzo. Percentuale totale rimossa: 97.3% (Sansa 20%); 94.5% (Rs raffinato 20%); 91.9% (Rs grezzo 20%); 10-15% (Frazione volatilizzata o convertita in nuova biomassa).
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Caso studio 1: Conclusioni Iniziale fase di delay osservata nel degradazione del gasolio compensata da una successiva rimozione rapida (circa 30 giorni) dovuta al raggiungimento di condizioni ottimali di acclimatazione della biomassa.
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Caso studio 1: Conclusioni Rese inferiori con utilizzo di Rs grezzo per la minore presenza di sostanza organica/maggiore presenza di sostanza organica lentamente biodegradabile. Maggiore contenuto di metalli pesanti nel Rs grezzo. Elevato apporto di azoto e sostanza organica biodegradabile (parametro da controllare per evitare eccessivi consumi di ossigeno) ma minore capacità di campo e controllo del pH con uso di Sanse. Condizioni di acidità (pH=5.5), presenza di fenoli, formazioni di film oleosi osservati con l’utilizzo di AdV e conseguenti rese inferiori per la rimozione di gasolio.
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“Bioremediation of diesel- contaminated soils: Evaluation of potential in situ techniques by study of bacterial degradation” Info paper: Jose L.R. Gallego, Jorge Loredo, Juan F. Llamas, Fernando Vazquez, Jesus Sanchez, Biodegradation, Vol. 12, pp. 325-335, 2001 Corso in: Bonifica dei siti contaminati – Gestione degli Impianti di Ingegneria Sanitaria- Ambientale
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Caso studio 2 Obiettivo: Implementazione di una tecnologia in-situ per il trattamento di siti contaminati da diesel. Materiali: Suolo sabbioso naturale (Oviedo, Spagna); Diesel commerciale; Fango attivo. Esperimenti: Esperimento di controllo ; Attenuazione; Biostimulation; Bioaugmentation; Determinazione batterica.
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Caso studio 2: Esperimenti Esperimento di controllo: Suolo sterilizzato artificialmente contaminato con diesel commerciale (6000 mg/kg); Determinazione dei processi degradativi naturali in assenza di processi biologici. Attenuazione: Suolo non sterilizzato artificialmente contaminato con diesel commerciale (6000 mg/kg); Determinazione dei processi degradativi biologici naturali. Biostimulation: Aggiunta di nutrienti – fango attivo sterilizzato; Effetto dell’incremento di degradazione biologica. Bioaugmentation: Aggiunta di fango attivo non sterilizzato; Effetto dell’aggiunta di nuova biomassa.
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Caso studio 2: Esperimenti Bioreattori: Recipienti in vetro borosilicato; Tempo totale: 45 giorni; Campionamento: 5 campioni ogni 15 giorni; Volume= 3000 cm 3 (40 cm x 25 cm x 3 cm); Quantità suolo= 2.5 kg Temperatura= 15-25°C Periodica aggiunta di 300 ml di acqua distillata e sterilizzata; Ribaltamento giornaliero del suolo per aerazione.
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Caso studio 2: Esperimenti
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Caso studio 2: Analisi Analisi suolo e fango attivo: Proprietà mineralogiche: Diffrattometria a raggi X Analisi chimica: Digestione acida con Acqua Regia, analisi multi-elementare con ICP-AES (Spettroscopia di emissione atomica con sorgente al plasma accoppiato induttivamente); S,C,H,N totali: Analizzatore elementare; pH e potenziale redox: Norma ISO10390. Analisi chimiche e microbiologiche: Determinazione idrocarburi: Estrazione Soxhelt 24hr con diclorometano:etanolo (1:1), analisi con gas cromatografo con rivelatore a ionizzazione di fiamma; Numero di celle microbiche: conta cellulare su vetrino
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Caso studio 2: Risultati Caratteristiche suolo: pH=8, Eh= 100 mV; Composizione mineralogica: Quarzo, calcite, illite, kaolinite, sostanza organica, carbonio; Trascurabile contenuto di nutrienti; Metalli pesanti tossici:
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Caso studio 2: Risultati Degradazione degli idrocarburi (Biostimulation con fango attivo): Possibile formazione di idrocarburi Leggeri dalla degradazione di idrocarburi pesanti; Iniziale degradazione degli alcani lineari con maggiore velocità cinetica; Degradazione in successione di n-alcani, isoalcani e cicloalcani dopo 45 giorni.
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Caso studio 2: Risultati Degradazione degli idrocarburi (Biostimulation): Degradazione >90% con aggiunta di nutrienti dopo 45 giorni; Degradazione pari al 66% con aggiunta di fango attivo dopo 45 giorni; Correlazione fra la crescita di massa microbica e degradazione degli idrocarburi.
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Caso studio 2: Approfondimenti Scarsa disponibilità e bassa solubilità degli idrocarburi possono essere fattori che influenzano il processo di biodegradazione. Necessità che la biomassa sia adesa all’interfaccia idrocarburo- acqua tramite interazione idrofobica (dipendenza dalla superficie); Nel processo di degradazione degli idrocarburi la biomassa dedicata produce una varietà di agenti in grado di ridurre tensioni superficiali ed all’interfaccia; Le particelle d’olio possono essere divise dai batteri (emulsificazione) creando nuova superficie disponibile per la crescita microbica; Gli emulsionanti possono desorbire post esaurimento delle particelle d’olio.
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Caso studio 2: Conclusioni Minori rese ottenute dalla Biostimulation con fango attivo: Possibile competizione per la degradazione della sostanza organica presente nel fango; Presenza di azoto lentamente metabolizzabile (maggiore presenza di azoto organico). Biodegradazione mediante Bioaugmentation: Competizione fra la biomassa aggiunta e quella autoctona; Necessità per la nuova biomassa di essere trasportata ed aderire alla zona contaminata; Impiego: presenza di sostanze altamente recalcitranti, insufficiente o inadeguata presenza di biomassa autoctona.
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