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PubblicatoDario Graziano Modificato 8 anni fa
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Progetto EDUC 2008/09 Ist. Tec. Sacro Cuore Traversetolo
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Il nostro percorso è iniziato con gli incontri con il CENTRO ANTIVIOLENZA
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Il centro antiviolenza è un’associazione di volontariato O.N.L.U.S. che si occupa della violenza contro le donne, il centro è un luogo di donne e per donne. Nel 2008 hanno accolto 143 donne che hanno subito violenza.
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Siamo partiti da un’analisi dei nostri bisogni…
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RIFLESSIONI … per capire che i nostri bisogni si collocano soprattutto nelle fasce centrali della piramide.
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Nel nostro cammino abbiamo approfondito le diverse caratteristiche che una persona può avere nei confronti degli altri e dei loro diritti. La persona passiva La persona aggressiva La persona assertiva
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LA PERSONA PASSIVA Permette che vengano violati i suoi diritti e che gli altri ne traggano vantaggio Non raggiunge i propri obiettivi Si sente frustrata, infelice, ansiosa E’ inibita e depressa Consente che gli altri scelgano per lei
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LA PERSONA AGGRESSIVA Viola i diritti altrui per trarne vantaggio Raggiunge i suoi obiettivi a spese degli altri E’ belligerante e sulla difensiva; umilia e deprezza gli altri E’ esplosiva, imprevedibilmente ostile e irata Si intromette nelle scelte altrui
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LA PERSONA ASSERTIVA Fa valere i suoi diritti e rispetta i diritti altrui Raggiunge i propri obiettivi senza offendere gli altri Ha una buona immagine di sé e un’appropriata fiducia in se stessa Si esprime in modo chiaro e autonomo Decide per se stessa
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Guardando intorno a noi ci siamo resi conto che essere assertivi è molto difficile e ci sono tante persone passive o aggressive, in ogni ambiente.
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Abbiamo quindi approfondito, a piccoli gruppi, alcuni esempi di aggressività che possiamo incontrare nella nostra vita di ogni giorno… in famiglia, a scuola, nello sport, nel nostro tempo libero
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La violenza psicologica È quella strategia che mira a uccidere, distruggere, annientare, portare al suicidio una persona, senza spargimento di sangue. La caratteristica fondamentale di questi comportamenti è la crudeltà esercitata dall'aggressore, il quale ben sa che lesioni fisiche o violenze sessuali potrebbero essere punibili come reato.
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Ci sono parole, comportamenti che nessuna legge punisce e che possono uccidere psichicamente una persona o almeno ferirla in modo grave e spesso irreversibile.
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Si può uscire da questo tipo di violenza? Una donna molto coraggiosa ha voluto dare un messaggio scrivendo sul sito di una rivista una lettera raccontando la sua esperienza, per dare coraggio a tutte le persone che vivono e hanno vissuto il suo stesso malessere.
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“La relazione ad un certo punto era diventata incentrata solo su di lui, non provava colpa a inferire questo tipo di violenza. A mio parere sono le ferite dell’anima quelle che fanno più male, e quelle da cui è più difficile uscire. Non c’erano neanche testimoni perché nessuno si rendeva conto del dolore che provavo.”
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“Forse tutta questa sofferenza era possibile evitarla certo, ho ignorato i primi segnali del mio malessere un po’ per incoscienza, un po’ per paura di rimanere sola, mi ero convinta che la sua figura per me era indispensabile… e facendo questo errore ne ho commessi tanti altri, uno dopo l’altro…”
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“Continuavo a giustificarlo, sempre e comunque continuavo a soffocare questo grido di disperazione che avevo dentro. Un giorno ho aperto gli occhi e da quel momento sono tornata libera.”
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“Il mio errore più grande era stato arrendermi… ma ora non importa perché ho ritrovato l’arcobaleno anche se questo per me ha significato sopportare prima la pioggia.”
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IL BULLISMO
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Nella società contemporanea lo sport, oltre a produrre spettacolo con azioni sportive esaltanti, manifesta violenza ed aggressività. Tali manifestazioni non sono solo fenomeni della nostra società: infatti durante i giochi dei gladiatori nel 59 d.C. a Pompei ci furono già incidenti fra i tifosi locali e di una città vicina, così gravi da indurre il senato a bandire i giochi da Pompei per dieci anni. Oggi, invece, é da prendere in considerazione la violenza negli stadi sempre più in crescita, basti pensare alla strage di Bruxelles del giugno 1985: 38 morti e oltre 400 feriti. Le cause principali sono: Condizionamenti Ricerca di identità Effetto protagonistico Ricerca di eccitazione Bisogno di sfogo Condizionamenti sociali
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La violenza di genere è perpetrata contro donne e minori ed è ritenuta una violazione dei diritti umani. Questa terminologia è largamente usata sia a livello istituzionale che da persone e associazioni di donne che operano nel settore. «Parlare di violenza di genere in relazione alla diffusa violenza su donne e minori significa mettere in luce la dimensione “sessuata” del fenomeno in quanto manifestazione di un rapporto tra uomini e donne storicamente diseguali che ha condotto gli uomini a prevaricare e discriminare le donne» e quindi come «uno dei meccanismi sociali decisivi che costringono le donne a una posizione subordinata agli uomini», così come viene rilevato nell'introduzione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della violenza contro le donne del 1993 che, nell'art. 1, descrive la violenza contro le donne come «Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata».
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La violenza sulle donne
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