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Corso di Antropologia Culturale a.a. 2015-2016 PERCORSO II IMMAGINARIO 14 APRILE 2015.

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1 Corso di Antropologia Culturale a.a. 2015-2016 PERCORSO II IMMAGINARIO 14 APRILE 2015

2 4 b Evoluzione delle narrazioni: majare come streghe/pescatrici che rubano le barche ai pescatori e vanno in volo “a fare la spesa” in altre isole o persino in Egitto “…Dicevano, dicevano i vecchi che le majare andavano con la barca a Tunisi, in Tunisia…Pigliavano la barca e andavano là, andavano di notte, a rubare, insomma si facevano gli affari loro”

3 Binomio uomo/donna, majara contestualizzata nella realtà di pesca Donne che andavano a pesca con gli uomini “Tu non sei nato dentro casa”…” “un solo instante e sarei nato sulla barca” Riproduzione società e ruoli sulle barche (ruoli maschili e femminili) In assenza degli uomini, le donne pescavano da sole “le donne andavano a pescare i totani” “le femmine, tre quattro femmine andavano a pescare intorno all’isola”

4 5 “fari a schiticchiata”: majare come apparizioni che invitano a partecipare a feste conviviali, dove si mangia in allegria (binomio reale/metareale) Interazione/mancata interazione fantastico e reale. Majare non ricompensano i partecipanti alle feste Feste sempre in luoghi di passaggio (vulcani, scogliere, dirupi ecc)

5 Spiriti e serpi Determinati racconti su apparizioni dei defunti “aveva la condanna”… Ambiguità dei defunti nel rapporto con vivi: a volte malevoli, a volte in richiesta di aiuto Determinate ore di apparizione, diverse forme (uomini, soffio, rocce, serpi) Importanza di precise figure in grado di gestire i defunti e trattare con loro (rif. A benandandi, sciamani, guaritori ecc)

6 “Mio zio e mia mamma videro quest’uomo coricato sopra questo cesto di ginestre con la gamba cavarcata che la batteva forte… andarono avanti senza parlare. Poi mio nonno disse che in quel posto era morto Vanni F, precipitato…” “Mio zio andava per legna dove era morto uno, era caduto e morto là. Mentre raccoglieva la legna sentì questa voce chiamare: Tanu, oh Tanuuu. Arrivò un soffio di vento e fece cadere la legna a a terra e anche lui. Allora lo zio lasciò ogni cosa e se ne andò a casa. Poi gli dissero di non andare più a far legna la sera perchè il morto lo poteva strozzare…” “Mia nonna andò a mare a raccogliere le patelle su uno scoglio, come salì lo scoglio si dondolava e gli disse: quant’è che sei lì? Lo scoglio le rispose: Circa trent’anni. Precipitai di qua ed è 30 anni che sono condannato sotto questo scoglio. Allora la nonna gli chiese: Cosa vuoi, messa o corona? E lo scoglio: Corona. Così mia nonna andò in cerca di un soldo per un’anima del Purgatorio. Raccolse quattro soldi, disse un rosario e lo liberò…”

7 Spirito = serpe Legame tra spiriti dei defunti e materia ofionica (serpe, lucertola, salamandra) Incontro tra serpe e uomo ed esito positivo se serpe ben accolta “Chi uccide una serpe, muta il corso della propria esistenza” (Luigi Salvatore d’Austria, 1893)

8 Ambiguità dell’incontro con serpi (rif. ambiguità defunti) Se accolte e sfamate, concedono benevolenza e ricchezza Pericolosità delle serpi se vengono uccise o se si assiste al loro accoppiamento Ritorsioni sui malcapitati: serpi succhiasangue (e latte materno) Similitudini tra serpi e strix latina, uccello notturno che succhia il sangue (ma anche lamia, masche ecc)

9 Le serpi con i capelli Tratto umanizzante della metamorfosi animale-umano. Rapporto ambivalente Spesso pericolose, soprattutto se avvistate nell’acqua torbida (cisterne ecc) Acqua/serpe/ specchio: continuo rinvio a temi mitici dell’antichità classica he si ricombinano nell’oralità popolare

10 Il doppio e le metamorfosi Diversi racconti su concetto di anima che esce dal corpo e si trasforma in animale: serpe (rif a sciamani, benandanti, masche) Serpi colpite mostrano segni una volta tornate umane

11 “C’era un commerciante di animali di Palermo, Zu’ Benedittu, che veniva con delle barche a comprare gli animali. Un giorno Zu’ Benedittu è arrivato con un mignolo spezzato. Mio nonno dice: ma che vi è successo? E Zu’ Benedittu: Vi ricordate che al matrimonio della figlia di Benedetta c’era una biscia? E mio nonno: sì ma non l’ho potuta ammazzare e lo ho spezzato la coda. E l’altro: la coda è il mio mignolino”

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