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Agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 1 Il World Trade Organization e l’Uruguay Round Giulia Listorti Le implicazioni.

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Presentazione sul tema: "Agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 1 Il World Trade Organization e l’Uruguay Round Giulia Listorti Le implicazioni."— Transcript della presentazione:

1 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 1 Il World Trade Organization e l’Uruguay Round Giulia Listorti Le implicazioni del negoziato agricolo multilaterale Giulia Listorti Dottoranda in Economia Politica, Università Politecnica delle Marche Membro della Redazione di Agriregionieuropa Autrice della “Finestra sul Wto”

2 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 2 Contenuti della lezione  Il World Trade Organization (Wto)  Funzionamento, struttura, principi, composizione  Il meccanismo di soluzione delle dispute  Gli accordi commerciali bilaterali e regionali  L’Accordo Agricolo dell’Uruguay Round

3 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 3 Il Wto  Il World Trade Organization o Wto, (in italiano Omc, Organizzazione Mondiale del Commercio) è l’organizzazione internazionale che detta le regole del commercio tra le nazioni  Lo scopo del Wto è fondamentalmente quello di liberalizzare il commercio, riducendo o eliminando tutte le barriere che ostacolano i flussi commerciali tra i paesi e quindi, secondo la teoria economica, riducono il benessere globale  Il Wto è nato il 1 gennaio 1995; ha sede a Ginevra  Il Wto raggruppa tre accordi multilaterali  GATT, Accordo Generale sulle Tariffe e sul Commercio  In vigore dal 1947  GATS, Accordo Generale sul Commercio dei Servizi  TRIPS, Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale

4 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 4 Come funziona il Wto?  In sede Wto  vengono decise le “regole” per liberalizzare il commercio internazionale  viene controllata la loro applicazione  Le decisioni sono prese non a maggioranza ma all’unanimità (consensus), secondo il meccanismo “un paese, un voto”  La presenza di un “organo per la soluzione delle dispute” consente di imporre sanzioni ai paesi inadempienti, rendendo quindi vincolanti le decisioni assunte  Quasi la metà delle dispute nel Wto riguarda il settore agricolo

5 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 5 La struttura del Wto  L’organo decisionale del Wto è la Conferenza Ministeriale, che si riunisce almeno una volta ogni due anni, cui partecipano tutti i paesi membri. È l’autorità decisionale del Wto, e può prendere decisioni su ogni materia degli accordi commerciali  Dalla Conferenza Ministeriale dipende il Consiglio Generale, composto da rappresentanti dei paesi membri  Il Consiglio Generale funziona anche come Organo di Risoluzione delle Dispute ed Organo di Controllo della Politica Commerciale  Il Consiglio Generale è articolato in tre Consigli Specifici (GATT; GATS; TRIPS), a loro volta suddivisi in Comitati (come il Comitato Agricoltura) e Gruppi di lavoro

6 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 6 L’attività del Wto  Il Wto è dotato di un Segretariato, con a capo il Direttore Generale.  Dal 1 settembre 2005 il Direttore Generale è Pascal Lamy, ex Commissario europeo al Commercio estero  L’attività del Wto si svolge attraverso cicli negoziali, i cosiddetti Round, così come avveniva per il GATT  Dillon Round (1960-1961): riconoscimento dell’UE  Kennedy Round (1964-1967): regole per i paesi in via di sviluppo (Pvs)  L’ultimo Round conclusosi con successo, come vedremo, è l’Uruguay Round (1986-1994)  L’attuale ciclo negoziale è il Doha Round (2001-…)

7 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 7 I principi del Wto  Principio del commercio senza discriminazioni  Se uno Stato offre ad un altro paese un trattamento commerciale più favorevole, deve fare lo stesso con tutti gli altri paesi  Le concessioni effettuate da ciascuno Stato vengono dette “consolidate” ed inserite in un prospetto nazionale  Esse potranno essere modificate solo se verranno garantite compensazioni tali da ottenere il consenso di tutte le parti contraenti, e comunque dopo nuova negoziazione  Clausola del trattamento nazionale  Un paese non può discriminare tra prodotti e servizi nazionali ed esteri  Il Wto accorda preferenza alle tariffe come strumento di protezione commerciale, seppur ridotte attraverso le trattative, mentre non ritiene misure lecite le restrizioni quantitative alle importazioni, le misure paratariffarie, le misure che mantengono i prezzi artificialmente alti, l’imposizione di barriere tecniche o burocratiche... ma l’agricoltura fa eccezione!

8 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 8 I paesi in via di sviluppo nel Wto  Già nel Kennedy Round (1964-1967), i paesi in via di sviluppo ottennero l’esenzione dalla clausola del trattamento nazionale e dal principio del commercio senza discriminazioni  Questo aprì la strada ai cosiddetti “trattamenti preferenziali”, fino all’adozione, nel 1971, del Sistema generalizzato delle preferenze, che consente ai paesi in via di sviluppo di ottenere agevolazioni tariffarie senza che siano estese a tutti i paesi membri e senza contropartita  Nel caso della Ue, si tratta principalmente di benefici accordati ad ex- colonie

9 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 9 La composizione del Wto  Il Wto è composto attualmente da 152 paesi membri. Oltre 2/3 sono paesi in via di sviluppo  Molto frequenti sono le alleanze tra vari Stati  Alcune sono determinate dalla presenza di unioni doganali (come l’Unione Europea)  Altre dal portare avanti interessi comuni  a livello generale (come i paesi in via di sviluppo)  legate ad interessi commerciali specifici (come il G-20 o il G-35)  Il grande numero di paesi membri rende molto complesso il procedere dei negoziati

10 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 10 Alcuni nuovi membri del Wto  La Cina è entrata a far parte del Wto nel 2001  Il Vietnam è entrato a far parte del Wto nel dicembre 2006 (150esimo membro)  Capo Verde è il 152esimo membro del Wto (dicembre 2007)  La Russia è in trattative per il proprio ingresso

11 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 11 I paesi membri del Wto In verde sono indicati i paesi membri del Wto, www.wikipedia.org.

12 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 12 I principali gruppi negoziali nella trattativa agricola del Wto Gruppo di Cairns 17 paesi grandi esportatori, che promuovono una decisa liberalizzazione dei mercati (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Indonesia, Sud Africa, ecc.) G-20 interamente composto da paesi in via di sviluppo, guidato da Brasile, India; vi appartengono molti membri del Gruppo di Cairns; rappresenta quasi il 70% della popolazione agricola mondiale G-10 paesi sviluppati e con alti livelli di sostegno al settore agricolo, in generale contrari alla liberalizzazione (Islanda, Israele, Giappone, Corea, Svizzera, Mauritius, Norvegia, ecc.) G-35 costituito da paesi in via di sviluppo, ed attivo nel presentare proposte sui cosiddetti special products G-90 raggruppa i cosiddetti paesi Acp (Africa, Carabi e Pacifico), i Pma (Paesi Meno Avanzati) ed i paesi facenti parte dell ’ Unione Africana Il Wto riconosce lo status, stabilito dall ’ Onu, di Pma (Paese meno avanzato; si tratta dei 49 Paesi pi ù poveri del mondo) e quello di “ importatore netto di alimenti ”. Sono invece i singoli paesi a definirsi paesi in via di sviluppo; questi ultimi sono la maggioranza dei membri del Wto

13 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 13 Popolazione dei principali protagonisti nel Wto Popolazione TotaleRuraleAgricola UE-153806,0%822,5%150,6% UE+121041,6%391,2%120,5% USA2944,7%60,2%6 G-20333853,0%202062,0%177668,4% Cairns77012,2%2638,1%2188,4% Mondo6301100,0%3259100,0%2595100,0% Fonte FAO, Fao statistical database, www.fao.orgwww.fao.org

14 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 14 Occupazione totale e agricola dei principali protagonisti nel Wto Occupati TotaliAgricoltura UE-15178,15,8%6,80,5% UE+1253,41,7%7,30,5% USA150,04,9%2,80,2% G-201702,155,2%944,470,5% Cairns367,311,9%111,18,3% Mondo3081,6100,0%1340,5100,0% Fonte FAO, Fao statistical database, www.fao.orgwww.fao.org

15 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 15 Il meccanismo di risoluzione delle dispute  Una disputa si origina se uno o più Stati membri ritengono che altri abbiano intrapreso azioni contrarie agli obblighi assunti nei trattati  Il Wto dispone di un sistema per la risoluzione delle dispute molto efficace, che ne consente la risoluzione in tempi relativamente brevi (max 15 mesi)  Il meccanismo di risoluzione delle dispute previsto dal Wto è molto più efficace rispetto a quello previsto in sede GATT  È il Consiglio Generale che, in veste di Organo per la Risoluzione delle Dispute, nomina un panel di esperti, verifica l’attuazione delle decisioni, autorizza misure di ritorsione  Un accordo tra le parti e’ possibile ed incoraggiato a qualunque stadio del processo  Qualche esempio  CE - Argentina, Canada, USA: moratoria de facto sugli OGM  CE - Australia, Brasile, Tailandia: sussidi all’esportazione per lo zucchero  CE - Australia, USA: indicazioni geografiche

16 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 16 Gli accordi bilaterali e regionali nel Wto  Gli accordi regionali violano il principio di non discriminazione; tuttavia, sono ammessi e regolamentati dal Wto, in quanto, in generale, la loro presenza contribuisce ad aumentare la liberalizzazione a livello mondiale  Preferential Trade Agreements: garantiscono condizioni di accesso preferenziale unilaterale (non reciproco)  ad esempio, l’iniziativa Everything But Arms (o EBA; in italiano, Tutto tranne le armi), dall’Unione Europea verso i Paesi Meno Avanzati e il Sistema Generalizzato delle Preferenze per i Paesi in Via di Sviluppo  Free Trade Agreements: prevedono l’eliminazione di tutti gli ostacoli al commercio interni ad una certa area geografica  Nel Wto, è riconosciuta la possibilità di istituire unioni doganali tra le parti contraenti, a condizione di non rafforzare le restrizioni al commercio rispetto agli altri paesi; nel corso del Dillon Round (1960- 1961) ciò consentì di legittimare la posizione dell’Unione Europea

17 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 17 Alcuni accordi bilaterali e regionali  Oggi gli accordi regionali o bilaterali di libero commercio sono diverse centinaia; alcuni esempi  ASEAN: Association of South-East Asian Nations (FTA ed altre forme di cooperazione tra 10 Paesi nel Sud Est asiatico)  NAFTA: North American Free Trade Agreement (USA, Canada, Messico)  MERCOSUR: Mercado Común del Sur (Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay)  COMESA: Common Market for Eastern and Southern Africa (accordo di libero commercio tra 20 Paesi)

18 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 18 Meglio multilaterale o regionale?  In seguito alla stipula degli Accordi bilaterali, si ha  Trade creation: aumenta il commercio interno tra i Paesi coinvolti  Trade diversion: alcuni beni vengono importati non dal produttore in assoluto più efficiente ma da un Paese appartenente all’area di libero commercio  Gli accordi multilaterali apportano maggiori benefici, e nessun Paese vi è escluso  Gli accordi multilaterali sono più democratici (un Paese, un voto); questo consentirebbe agli interessi dei Paesi in Via di Sviluppo di essere maggiormente salvaguardati rispetto al caso di accordi bilaterali o regionali  L’attenzione sugli accordi bilaterali o regionali riduce l’interesse nel negoziato Wto…

19 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 19 L’agricoltura nel Wto  L’agricoltura fu inclusa esplicitamente nelle trattative soltanto a partire dall’Uruguay Round  Prima era stata oggetto di articoli specifici, soprattutto deroghe ed eccezioni ai divieti sia ai sussidi all’esportazione che alle restrizioni quantitative all’importazione  Già nel 1947 gli USA, prima di accettare il GATT, imposero di poter mantenere l’Agricoltural Adjustment Act; nel 1950 gli USA, ancora importatori netti di prodotti agricoli, ottennero altre importanti eccezioni riguardanti la possibilità di sovvenzionare le esportazioni e restringere le importazioni  Nel Dillon Round le negoziazioni ebbero per oggetto il riconoscimento della PAC, ovvero della tariffa esterna comune che avrebbe sostituito quelle in vigore nei singoli Stati appartenenti alla CEE, e dei meccanismi di protezione a carattere non tariffario (come i prelievi variabili all’importazione per i prodotti cerealicoli)  Quasi la metà dei casi totali di controversie in sede Wto riguardano prodotti agricoli

20 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 20 L’Uruguay Round  Questo ciclo negoziale è molto importante per una serie di motivi  È l’ultimo che si è concluso con successo (è durato ben otto anni (1986-1994), con 125 partecipanti)  Per la prima volta l’agricoltura è stata trattata in modo esplicito  Al suo termine, il 1 gennaio 1995, è stato creato il Wto

21 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 21 Gli impegni per il settore agricolo  Il cosiddetto Accordo Agricolo dell’Uruguay Round (o AAUR) fissa gli impegni in materia di agricoltura in termini generali  Gli impegni specifici di ciascun paese sono descritti nei prospetti nazionali (le cosiddette schedules), parte integrante dell’Accordo, e devono essere messi in pratica tra il 1995 ed il 2000  I paesi membri fissarono il 2000 come data d’inizio per un nuovo negoziato agricolo  Fu messo in atto il cosiddetto trattamento speciale e differenziato per i paesi in via di sviluppo, cioè impegni meno gravosi e diluiti in dieci anni invece che in sei, come per gli altri membri  Sostanzialmente nessun impegno fu previsto per i cosiddetti Paesi meno avanzati

22 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 22 L’Accordo Agricolo dell’Uruguay Round  L’Accordo Agricolo dell’Uruguay Round fissa impegni per i cosiddetti “tre pilastri” del sostegno agricolo  Accesso al mercato  Sussidi alle esportazioni  Sostegno interno  L’obiettivo è cercare di eliminare gli ostacoli al commercio internazionale, e quelle misure che “falsano” la concorrenza tra i Paesi  Vediamo ora in breve cosa riguardano i tre pilastri; ancora oggi, infatti, i negoziati agricoli seguono questo schema

23 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 23 Accesso al mercato  Riguarda la riduzione di dazi e tariffe doganali  Si decise di sostituire le cosiddette “misure non tariffarie” con le “tariffe di base equivalenti”  Misure non tariffarie: meccanismi che in qualche modo ostacolano le importazioni ma non sono tariffe, ad esempio restrizioni quantitative, barriere tecniche, prelievi variabili all’importazione…  Fu posto l’obbligo a non introdurre nuove barriere non tariffarie  Venne deciso di ridurre le tariffe secondo una “formula lineare”  La media semplice delle tariffe di base avrebbe dovuto ridursi del 36% (24% Pvs) nel periodo 1995-2001, e il livello di ogni tariffa di almeno il 15% (10% Pvs)

24 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 24 La “formula lineare” Obbligo di riduzione media del 36% Tariffa (in % sul prezzo del prodotto) Riduzione Tariffa 1 Riduzione Tariffa 2 Riduzione media Prodotto 1Prodotto 2 Senza obbligo di riduzione minima 80%10% 0 80% 72% 1.8% 36% Con obbligo di riduzione minima (15%) 80%10% 15% 68% 57% 4.3% 36% 80% 10%

25 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 25 Sussidi all’esportazione  Innanzi tutto bisogna notare che, in sede Wto, essi sono ammessi in agricoltura, a differenza di quanto accade per gli altri settori  Vengono considerati sussidi all’esportazione non soltanto i sussidi della Pac, ma anche i crediti agevolati all’esportazione (utilizzati dagli USA), i “falsi” aiuti alimentari, l’agevolazione delle imprese commerciali esportatrici di Stato (Nuova Zelanda, Canada, Australia)  Gli impegni relativi alla riduzione delle esportazioni sussidiate prevedono  la riduzione del 36% (24% per i Pvs) in sei anni della spesa complessiva in sussidi all’esportazione  la riduzione del 21% (14% per i Pvs), negli stessi anni, del volume delle esportazioni sussidiate

26 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 26 Sostegno interno  Potrebbe sembrare strano che il Wto si occupi anche della politica agricola “interna” dei Paesi membri…  In realtà, l’adozione di particolari misure di sostegno al settore potrebbe far aumentare le esportazioni e diminuire le importazioni del Paese, ostacolando quindi una genuina concorrenza a livello internazionale  Le misure di sostegno interno vengono suddivise nelle cosiddette “tre scatole”, che hanno un colore che corrisponde (più o meno..) a quelli di un semaforo

27 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 27 Il sistema delle tre “scatole” (1)  La scatola verde, per le politiche esenti dagli impegni di riduzione perché si ritiene che abbiano effetti distorsivi minimi o nulli sul mercato  Servizi generali a favore dell’agricoltura, finanziamento di programmi ambientali…  Pagamenti diretti ai produttori agricoli, purché soddisfino certi vincoli, ad esempio  i pagamenti non devono essere legati in nessun modo ai volumi, al tipo, ai prezzi della produzione e neanche e ai fattori della produzione  per ricevere i pagamenti non deve essere necessaria alcuna produzione, ecc.

28 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 28 Il sistema delle tre “scatole” (2)  La scatola blu, destinata a pagamenti basati su superfici e rese fisse (come i pagamenti della riforma MacSharry)  L’Accordo di Blair House del 1992 tra USA e UE  La scatola gialla, per le politiche distorsive degli scambi il cui uso, proibito dalle regole Wto, può essere mantenuto purché oggetto di progressiva riduzione (come prezzi minimi garantiti; integrazioni variabili di prezzo; sussidi legati alla quantità prodotta…)

29 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 29 La riduzione della scatola gialla  La riduzione del sostegno annuo relativo alle misure che rientrano nella scatola gialla è calcolata a partire dalla “Misura aggregata del sostegno” (Mas)  A partire dal valore base della Mas, relativo agli anni 1986-1988, deve aversi una riduzione del 20% (13,3% per i Pvs)

30 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 30 Come sono classificati i pagamenti disaccoppiati della Riforma Fischler?  A questo punto, la risposta è semplice: vanno a finire nella scatola verde  Uno dei maggiori meriti della Riforma è stato infatti “trasformare” le modalità di erogazione del sostegno agricolo, rendendole compatibili con gli obblighi internazionali  I pagamenti diretti, non essendo legati ai prezzi ed alla produzione, non influenzano (almeno in teoria…) direttamente la produzione agricola e quindi il commercio internazionale  Sarebbe però errato pensare che la scatola verde sia un contenitore “senza fondo”; già molti paesi in via di sviluppo hanno richiesto criteri più severi per la scatola verde, ed un suo ridimensionamento

31 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 31  Recentemente, nel corso di una disputa, i pagamenti diretti statunitensi nel settore del cotone sono stati giudicati non conformi alle regole della scatola verde  Divieto di coltivare ortofrutticoli: i pagamenti sono legati, seppur indirettamente, al tipo di produzione, e non rispettano quindi i criteri di ammissibilità alla scatola verde  Nel regime di pagamento unico della Riforma Fischler era presente lo stesso divieto  Tuttavia, con la riforma dell’OCM ortofrutta del 2007, la Commissione UE ha eliminato questo elemento di incompatibilità Il PUA oggetto di disputa?

32 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 32 Gli impegni sui sussidi all’esportazione dell’AAUR per l’UE Anania, 2007.

33 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 33 Gli impegni sul sostegno interno dell’AAUR per l’UE Anania, 2007. *la notifica 2003/2004 include il sostegno erogato successivo all'allargamento compresi i pagamenti diretti a tutti e 25 i paesi membri; il sostegno legato alla differenza tra prezzi interni e prezzi internazionali di riferimento è calcolato considerando la produzione dell'UE-25 e sull'intero periodo di 12 mesi. Fonte: notifiche dell’UE al Wto

34 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 34 Due importanti Accordi dell’Uruguay Round  L’accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie (o SPS)  Questo Accordo permette ai paesi di utilizzare standards e misure sanitarie e fitosanitarie per proteggere la vita e la salute dell’uomo, di piante ed animali, purché questi siano basati su principi scientifici e non discrimino in maniera ingiustificata tra i partners commerciali  L’accordo sulle barriere tecniche al commercio (TBT)  Questo Accordo riguarda gli standards tecnici, inclusa l’etichettatura; esso impone che i prodotti importati siano sottoposti allo stesso trattamento di quelli di origine nazionale, e che le regole tecniche non debbano costituire un ostacolo non necessario al commercio

35 agriregionieuropa Giulia Listorti Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare 35 Alcune considerazioni conclusive  L’Accordo Agricolo dell’Uruguay Round è stato vincolante, per i Paesi membri?  Sicuramente sì: ha messo in pratica norme comuni per tutti i Paesi membri, che incoraggiano la trasparenza  Bisogna però notare che in alcuni casi i limiti imposti lasciavano dei “margini di sicurezza” molto ampi ai Paesi membri  Il nuovo negoziato agricolo (a partire dal 2000)


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