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DIMENSIONAMENTO DEL PUC prof. arch. Luigi Piemontese.

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Presentazione sul tema: "DIMENSIONAMENTO DEL PUC prof. arch. Luigi Piemontese."— Transcript della presentazione:

1 DIMENSIONAMENTO DEL PUC prof. arch. Luigi Piemontese

2 Premessa Il fabbisogno abitativo e di standard viene calcolato sulla base di una stima della popolazione residente a dieci anni. Si è visto come analizzare l’andamento nel tempo della popolazione residente facendo ricorso all’analisi della regressione e correlazione al fine di effettuarne una stima ad certa data futura. In questo modo non si è effettuata nessuna ipotesi circa le variabili che influenzano l’andamento della popolazione residente, si è solo assunto che l’andamento osservato possa rimanere il medesimo anche negli anni futuri. Individuare quali variabili possano influenzare questo andamento e come una loro variazione possa determinare una modifica dell’andamento osservato è cosa certamente più complessa.

3 Previsioni demografiche La popolazione residente al 31 dicembre di ciascun anno può essere espressa come somma algebrica della popolazione residente al 31 dicembre dell’anno precedente, del saldo naturale e del saldo sociale o migratorio nel corso dell’anno:

4 Previsioni demografiche

5 Il problema è ora quello di cercare di individuare e spiegare come variano nel tempo queste variabili in modo da interpretare le ragioni degli andamenti osservati e di prefigurare gli andamenti futuri. Il numero dei nati e quello dei morti durante un anno è in qualche misura funzione della dimensione della popolazione residente, il loro valore sarà maggiore quanto maggiore sarà la quantità di popolazione e viceversa. Vi sono comunque altre variabili che influenzano la loro dimensione ed il loro andamento. Per comprenderne meglio l’andamento può essere opportuno calcolare il tasso di natalità e quello di mortalità.

6 Previsioni demografiche Il tasso di natalità è il rapporto tra il numero delle nascite in una comunità durante un periodo di tempo e la quantità della popolazione media dello stesso periodo. Il tasso di mortalità è il rapporto tra il numero delle morti in una comunità durante un periodo di tempo e la quantità della popolazione media dello stesso periodo.

7 Previsioni demografiche Se si calcolano questi tassi per un certo numero di anni si può osservare come essi media- mente cambiano nel tempo al fine di interpretarne i possibili motivi. Tassi di natalità e mortalità nel Comune di Valle di Maddaloni.

8 Previsioni demografiche Il modello familiare medio influenza il tasso di natalità. Negli anni passati si è osservata una progressiva riduzione del numero di figli per coppia ed una tendenza verso una progressiva frammentazione dei nuclei familiari infatti al Censimento della Popolazione e delle Abitazioni del 2001: il numero medio di componenti per famiglia è risultato pari a 2,59, (2,40 al 1° gennaio 2011) la percentuale di coppie con figli è scesa al 57,49%, la percentuale di famiglie composte da un componente è salita al 24,89%, le famiglie con uno o due componenti hanno superato il 50% (51,96%).

9 Previsioni demografiche Inoltre: una popolazione strutturalmente giovane presenterà tassi di natalità più elevati rispetto a quelli di una invecchiata; una popolazione con un elevato numero di donne in età fertile comporta un tasso di natalità più alto rispetto ad una con una incidenza minore; la dimensione ed il tipo di immigrazione influenzano il tasso di natalità per effetto del modello culturale di origine delle popolazioni immigrate. Rispetto a quest’ultimo punto c’è da osservare che la crescita del tasso di natalità negli ultimi anni nel centro-nord del nostro paese, in controtendenza con l’andamento osservato fino a qualche anno fa, dipende in larga parte dai comportamenti riproduttivi degli immigrati la cui incidenza sul totale della popolazione è molto maggiore rispetto al sud dove permane un decremento del tasso di natalità.

10 Previsioni demografiche Dati relativi alla fertilità della donna in Italia al 1° gennaio 2001 e al 1° gennaio 2011:

11 Previsioni demografiche Il tasso di mortalità è influenzato da svariati fattori. E’ più alto se: la popolazione è mediamente più anziana; la medicina preventiva è scarsamente praticata. L’andamento di questi tassi dipende da variabili interne al sistema analizzato. E’ possibile ricorrere ad una analisi della regressione e correlazione multipla ipotizzando, eventualmente, un ritardo fra la variabile dipendente e quelle indipendenti:

12 Previsioni demografiche Il fenomeno della migrazione può trovare origine in motivazioni: economiche (per sfuggire alla povertà, per cercare migliori condizioni di vita e/o di lavoro); politiche (dittature, persecuzioni, guerre, genocidi, pulizia etnica, ecc.); religiose (impossibilità di praticare il proprio culto); personali (riunificazione familiare, per evitare un arresto, per l’istruzione propria o dei propri figli, ecc.); naturali (tsunami, alluvioni, terremoti, carestie). Sono tutte motivazioni che richiedono la presenza di una differenza sostanziale fra luogo di origine e luogo in cui si migra. Per cui, mentre si può tentare di spiegare l’andamento della natalità e della mortalità, è pressoché impossibile farlo con i fenomeni migratori se non alla grande scala per cui, in genere, si tende a vedere se il saldo sociale presenta un andamento più o meno regolare descrivendone la variazione, rispetto al tempo, facendo ricorso all’analisi della regressione e correlazione.

13 Esempio: due possibili modelli

14 Previsioni demografiche E’ utile operare anche una stima del numero delle famiglie. Per farlo va studiata la variazione della dimensione media delle famiglie in termini di numero di numero medio di componenti. Tale dimensione è anch’essa funzione del modello familiare medio, ossia della variazione del numero medio di figli per coppia e della variazione del livello di frammentazione dei nuclei familiari, oltre che del tempo che riassume in se, come al solito, la variazione dovuta a tutte le altre variabili non considerate esplicitamente. Nell’ipotesi più semplice si potrebbe semplicemente porre:

15 Calcolo del fabbisogno abitativo Il calcolo del fabbisogno abitativo normalmente si basa su un volume teorico di 100 mc per abitante (D.M. n. 1444/68) per cui si pone: Questo metodo era sufficientemente adeguato alle stime del fabbisogno in situazioni di forte domanda abitativa in presenza di una offerta scarsa determinata dalle distruzioni operate dalla guerra, dai flussi migratori dalla campagna verso la città e dalle zone povere verso le zone ricche, tipica del primo dopoguerra e degli anni '60 e '70. Si trattava di una domanda di nuove abitazioni per rispondere ad esigenze facilmente classificabili per cui aveva senso porsi l’obiettivo di raggiungere lo standard di un abitante per stanza e di favorire una politica tesa al conseguimento della proprietà dell’abitazione.

16 Calcolo del fabbisogno abitativo Il più recente mutamento degli andamenti demografici: riduzione della natalità, riduzione del numero di componenti per famiglia, aumento della quota di anziani sul totale della popolazione, ecc., ha portato ad un consumo medio in mc per abitante senz’altro superiore ai 100 mc previsti dal D.M. n. 1444/68. La dimensione media in termini di superficie utile degli alloggi occupati al 2001 è pari a circa 98 mq, ossia a circa 120 mq di superficie lorda ed almeno 360 mc per abitazione. Tenendo conto che alla stessa data il numero medio di componenti per famiglia è risultato pari a 2,59 si avevano a quella data, circa 139 mc per abitante, il 40% in più di quanto previsto dal D.M. n. 1444/68.

17 Calcolo del fabbisogno abitativo Per ogni abitante insediato o da insediare: l’art. 3 del D.M. 1444/68 indica una superficie lorda abitabile di 25 mq (pari a 80 mc vuoto per pieno), eventualmente maggio-rata di 5 mq (20 mc vuoto per pieno) per destinazioni stretta-mente connesse con le residenze quali: negozi di prima neces-sità, servizi collettivi per le abitazioni, studi professionali, ecc.; gli artt. 52 e 53 delle NTA del PTCP di Napoli prevedono, invece, una superficie lorda abitabile di 35 mq; Se si considera la seguente proporzione: 80/25=x/35 si ottiene una quantità pari a x=112 mc per le necessità residenziali cui vanno aggiunti i 20 mc di cui sopra. Pertanto si può ritenere ragionevole considerare per le esigenze abitative una quantità di metri cubi compresa nell’intervallo (112- 139 mc).

18 Calcolo del fabbisogno abitativo Inoltre una parte del patrimonio abitativo è normalmente non utilizzata o per mancanza di domanda o perché è sottratta dal mercato. Per la stima del fabbisogno abitativo si dovrebbero considerare i seguenti punti: “una famiglia una abitazione”, piuttosto che “un residente una stanza”; una cubatura compresa fra 112 e 139 mc per componente; una quota di abitazioni aggiuntiva calcolata sulla base della percentuale di quelle normalmente o attualmente sottratte dal mercato. La parte non utilizzata, per mancanza di domanda, è invece una risorsa per il fabbisogno futuro. Dopo aver stimato la popolazione residente, il numero delle famiglie e la loro dimensione media al tempo t+10 ed operata una stima percentuale, sul totale dell’offerta potenziale, della parte attualmente sottratta dal mercato si potrebbe calcolare il fabbisogno abitativo al tempo t+10 rispetto all’offerta esistente al tempo t nel modo seguente.

19 Calcolo del fabbisogno abitativo

20 Dimensionamento degli insediamenti produttivi La determinazione del fabbisogno di superficie territoriale per gli insediamenti produttivi è legata alle scelte strategiche dell'Amministrazione ed alla domanda del mondo imprenditoriale, ma deve tener conto delle risorse. Per evitare sprechi di territorio è necessario che le previsioni derivino da analisi fondate su basi quanto più possibile "oggettive"; valutando sia la domanda endogena che quella esogena oltre a definire il livello di infrastrutturazione, gli impianti tecnologici di supporto ed i servizi occorrenti.

21 Stima della domanda endogena Va effettuata un'indagine conoscitiva finalizzata a verificare la dinamicità della realtà economica comunale e la connessione con la disponibilità di aree, la necessità di razionalizzazione degli spazi e delle strutture esistenti, la dotazione infrastrutturale, i servizi, ecc., attraverso la predisposizione e l'invio di un questionario in cui richiedere: gli eventuali programmi di sviluppo produttivo ed occupazionale; le eventuali condizioni di crisi e le ragioni della stessa; il titolo di godimento delle aree e delle strutture edilizie utilizzate (proprietà o affitto); la disponibilità al trasferimento per le imprese attualmente insediate in area non compatibile o impropria; la necessità o meno di ampliamento; la superficie territoriale attualmente utilizzata e quella di ampliamento ritenuta necessaria; Il grado di soddisfazione per le infrastrutture ed i servizi esistenti. Qualora vi sia una domanda aggiuntiva per ampliamento e trasferimento si può procedere come segue, altrimenti ci si ritrova nella condizione di non prevedere ulteriori aree o di riconvertire le aree dismesse esistenti.

22 Stima della domanda endogena Sulla base delle richieste di chi ha dichiarato di avere necessità di ampliamento e di chi è disposto al trasferimento va calcolata la superficie territoriale occorrente incrementata di una data quantità percentuale da stabilire :

23 Stima della domanda esogena E' possibile una valutazione della domanda di nuovi insediamenti da un lato attraverso l'analisi degli insediamenti che si sono verificati in passato e dall'altro attraverso le richieste di insediamento eventualmente pervenute in comune da parte di imprese non presenti sul territorio. Sulla base di questi dati si potrebbero fare alcune ipotesi per i prossimi 10 anni, ipotizzando, ad esempio, uno sviluppo simile a quello osservato nel passato e stimando di conseguenza in termini di superficie territoriale occorrente la domanda esogena. Ad esempio si potrebbe porre:

24 Fabbisogno di nuove aree produttive La domanda aggiuntiva di aree produttive al tempo t+10 è costituita dalla somma della domanda endogena e di quella esogena, l'offerta è costituita dalle aree per attività produttive ancora libere esistenti al tempo t, Il fabbisogno di nuove aree è dato dalla differenza dei due termini di cui sopra:

25 Il fabbisogno del settore del commercio Il fabbisogno del settore commerciale andrà ricavato dal piano commerciale, di cui il Comune deve essere dotato, denominato, in regione Campania, “Strumento di Intervento per l'Apparato Distributivo”, altrimenti detto SIAD. Andrebbe, comunque, valutato il fabbisogno di aree commerciali in funzione della popolazione prevista alla data di riferimento temporale del piano e dell’attrazione del Comune rispetto al territorio circostante. Per fare ciò andrebbe utilizzato un modello matematico di simulazione del tipo Lowry disaggregato. Si rimanda questo argomento ad una ulteriore lezione. Il risultato dovrà comunque essere quello di stimare i volumi, da prevedere nelle zone residenziali, e le superfici territoriali per la media e grande distribuzione, da prevedere nelle sottozone D per impianti commerciali. Un simile approccio andrà seguito anche per gli altri sottosettori produttivi (attività direzionali e terziarie, settore alberghiero, ecc.)


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