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PubblicatoSilvia Eva Molteni Modificato 8 anni fa
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Week-end giovanissimi 14 – 15 marzo 2009 Tema: Bene Comune Passo biblico: La casa sulla roccia
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Con questo week-end vogliamo far scaturire nel giovanissimo la voglia di sentirsi parte attiva di un disegno che va oltre il suo orizzonte per mischiarsi con altri orizzonti
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il giovanissimo si deve attivare Passando da “Non mi interessa e non dipende da me” a “Mi intersessa e dipende anche da me”
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COME?
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Riscoprendo la propria identità
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Il giovanissimo si forma in un contesto quale quello della famiglia, della scuola e delle amicizie di paese o di quartiere …
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… sa chi è, è sicuro di quello che vuole nel suo mondo, nella sua “riserva”, ma quando passa il recinto?
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Il giovanissimo quando entra in contatto con il mondo si deve porre due domande: chi sono io? cosa sono io per il mondo? chi sono io? cosa sono io per il mondo?
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Anche il mondo fa la stessa domanda al giovanissimo … Chi sei?
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Il giovanissimo è portato a rispondere con una storia, la sua storia: un susseguirsi di fatti che hanno caratterizzato in poche tappe il suo percorso!
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questa può essere una storia come tutte le altre, che al mondo non interessa o ignora perché è massa, è la storia di tutti, è la classica storia che non fa ascolti!
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Un’altra domanda molto più importante che ci viene posta dal mondo è: Cosa sei?
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Il ragazzo è chiamato a parlare di se, della sua diversità e per far questo deve scavarsi dentro, deve illuminare anche le parti più remote del suo essere, deve far capire che lui non è solo un susseguirsi di eventi, ma dentro a quel corpo c’è un anima, c’è qualcosa di più, c’è Una Storia
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Dopo aver posto l’attenzione sulla propria storia e sulla propria vita il giovanissimo deve portare lo sguardo su qualcosa di più grande, il mondo, e deve chiedersi come prima cosa:
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che ci faccio qui?
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il giovanissimo deve capire il perché del suo essere nel mondo, deve capire che lui è stato chiamato ad abitare quella parte di mondo, su cui deve costruire qualcosa, la sua vita
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Si chiede prima di tutto come va? (Il mondo)
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Si chiede se questo mondo gli piace?
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E soprattutto si chiede se si può cambiare qualcosa?
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Il mondo va guardato da un’altra prospettiva quella del “contenere”
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è il mondo che abito, che devo valorizzare e migliorare che è chiamato a contenermi, a sostenermi, ad aiutarmi in una ulteriore crescita a farmi prendere definitivamente il volo.
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come si comporta il mondo nei miei confronti?
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Mi vede? Mi ascolta? Mi fa esprimere?
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Io cerco il mio spazio, ma il mondo questo spazio me lo concede? E se non me lo concedesse come dovrei reagire? Quale tecniche adottare?
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Lo stile che si propone è quello della sobrietà
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Noi nel mondo non dobbiamo cercare la ribalta ma dobbiamo crescere in modo armonioso. Il nostro sviluppo, deve coincidere con lo sviluppo degli altri
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È vero anche che ognuno deve seguire la sua strada, ma ci sono modi e modi per raggiungere i propri obiettivi
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Alla fine di tutto il giovanissimo è invitato a capire che prima di arrivare alla costruzione delle pareti, bisogna mettere solide fondamenta altrimenti alla prima tempesta la nostra casa (il mondo e i nostri progetti) cadranno.
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Quindi il raggiungimento del bene comune non è altro che:
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Capire la mia storia Valorizzare il mio essere Darmi uno stile (sobrietà) Mettere la mia storia e il mio Essere in condivisione Essere protagonista Accompagnare e non spingere
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