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PubblicatoRosa Giovannini Modificato 8 anni fa
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 1 Economia del lavoro, 2013-2014 Benvenuti. Alcune raccomandazioni: Fate gli esercizi Se avete dei dubbi chiedete spiegazioni al docente ortona@unipmn.itortona@unipmn.it Cercate di leggere le dispense prima della lezione
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 2 Lezione 1- Introduzione e richiami di economia L’economia del lavoro è questo… O questo? Entrambi.
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 3 La doppia verità dell’economia del lavoro "Siamo un grande gruppo, presente in tutto il mondo, la scelta del come e del dove dipenderà da due elementi: dall'accesso ai mercati finanziari e dalle scelte dell'azionista di riferimento” (Sergio Marchionne) “Il lavoratore ha diritto in ogni caso a una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 4 Il problema fondamentale dell’economia del lavoro in due grafici Il primo…
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 5 Il problema fondamentale dell’economia del lavoro in due grafici …E il secondo
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 6 Le ragioni della domanda, 1 “Eppure le resistenze a rivedere quelle regole anacronistiche fatte di divieti, obblighi, condizioni che impediscono al nostro mercato del lavoro di funzionare come dovrebbe in un sistema competitivo sono ancora fortissime. La rigidità sia in entrata che in uscita del nostro mercato del lavoro rallenta la crescita dell'economia, perché non consente l'ampliamento della base produttiva e frena l'occupazione. Un mercato del lavoro più libero è un mercato che crea più lavoro e riduce la disoccupazione: è questa la vera garanzia a tutela dei lavoratori e la via per far crescere il reddito nel nostro paese"
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 7 Le ragioni della domanda, 2 Con “ragioni” intendiamo argomenti che danno a una presa di posizione delle motivazioni di valore non solo di parte ma generale. a) "In un regime di forte concorrenza, sono obbligato a ridurre il più possibile i costi: una mia eventuale maggiore disponibilità verso i lavoratori porterebbe al fallimento della mia impresa, e quindi anche a un danno per loro, senza vantaggio per nessuno"; b) "Ma anche ammesso che io possa destinare risorse aggiuntive ai miei lavoratori, non è meglio che le usi per assumerne di più, anziché per migliorare le condizioni di chi è già occupato, e quindi sta comunque meglio di un disoccupato disposto a lavorare"? In altri termini: il grafico 1 è ineludibile, data la concorrenza
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 8 Le ragioni dell’offerta, 1 “Il salario minimo di sussistenza, per un adulto e due minori, equivale a 14 dollari all’ora. La cifra dovrebbe coprire, oltre alla pura e semplice sopravvivenza, anche l’assicurazione sanitaria, il telefono e l’assistenza dei bambini. Il dato scandaloso è che in America la maggior parte dei lavoratori, circa il 60%, guadagna meno di 14 dollari l’ora”. “se i lavoratori a basso salario non sempre adottano comportamenti economicamente razionali, vale a dire non si comportano come liberi soggetti all'interno di una democrazia capitalista, è perché dove lavorano non ci sono né libertà né democrazia. Quando entri in fabbrica o nelle cucine di un ristorante o in altri posti di lavoro del genere devi depositare all'ingresso le tue libertà civili” In altri termini: anche il grafico 2 è ineludibile
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 9 Le ragioni dell’offerta, 2 I poveri sono ricattabili; non sono liberi; quindi la democrazia collassa. Lo sviluppo “deregolato” dell’economia consente (forse) un aumento dell’occupazione, ma non garantisce una diffusione del benessere e una riduzione della povertà per i non-qualificati; In presenza di miseria di massa, e di un suo aumento, di pari passo con un aumento senza precedenti del prodotto nazionale lordo, "bisogna fare qualcosa", non fosse che per ragioni umanitarie (ma, come vedremo, non solo per queste).
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 10 Chi ha ragione? Non è così che le scienze sociali impostano il problema. I tre piani delle scienze sociali: conoscitivo, positivo e normativo. Conoscitivo: gli argomenti sono corretti? Positivo: che rapporto di causa ed effetto c’è fra i comportamenti dei soggetti? Normativo: quali politiche bisogna attuare per raggiungere l’efficienza? (e magari migliorare l’equità?)
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 11 Le ragioni delle scienze sociali,1 Un problema conoscitivo: i dati confermano che la maggiore flessibilità del mercato del lavoro aumenta l’occupazione? No. Un problema positivo: perché NON si verifica quanto sopra? Un problema normativo: come fare ad aumentare l’occupazione?
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 12 Le ragioni delle scienze sociali, 2 Quindi: il conflitto fra capitale e lavoro esiste, ed è giusto che ciascuno, come cittadino, assuma la posizione politica che preferisce, anche per motivi ideologici; ma come studente deve sospendere il giudizio e non dimenticare MAI il principio fondamentale delle scienze sociali: e cioè bisogna capire perché la gente si comporta nel modo in cui si comporta.
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 13 Siete sicuri di sapere cosa vuol dire efficiente? “Una allocazione efficiente è sempre preferibile a una non efficiente”. Vero o falso? “A può essere efficiente rispetto a B, e contemporaneamente B rispetto a A”. Vero o falso? “Il raggiungimento di una maggiore efficienza dell’economia può implicare dei sacrifici per qualcuno”. Vero o falso?
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 14 I due concetti di efficienza Efficienza secondo Pareto: A è efficiente rispetto a B se in A nessun soggetto sta peggio che in B e almeno uno sta meglio. Efficienza secondo Kaldor-Hicks (o efficienza potenziale): A è efficiente rispetto a B se in A ci sono più risorse ed è possibile redistribuirle in modo tale che in A nessun soggetto stia peggio che in B e almeno uno stia meglio.
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 15 Conclusioni sul concetto di efficienza Un soggetto razionale non dovrebbe opporsi a una proposta che implica un guadagno di Pareto-efficienza. Vero o falso? Un soggetto razionale non dovrebbe opporsi a una proposta che implica un guadagno di efficienza KH. Vero o falso?
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 16 I fallimenti del mercato, 1 Dal momento che tutti vogliono passare da una situazione inefficiente a una efficiente, è impossibile che si rimanga in una situazione inefficiente. L’inefficienza è solo apparente: in realtà c’è qualcuno che ci guadagna. Vero o falso? Falso. Un’economia di mercato è quasi sempre inefficiente.
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 17 I fallimenti del mercato, 2 I fallimenti del mercato si hanno in caso di asimmetrie informative, mancanza di concorrenza, beni pubblici, esternalità e dilemma del prigioniero. In presenza di fallimenti del mercato, il mercato non raggiunge l’efficienza
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 18 I fallimenti del mercato, 2 Mancanza di informazioni… … ….e mancanza di concorrenza
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 19 Esternalità positive In presenza di un’esternalità positiva. un mercato concorrenziale produce un’allocazione inefficiente. Quindi un mercato del lavoro completamente libero non è efficiente. Vedete perché?
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 20 Dilemma del prigioniero, 1 Soggetti che scelgono in modo perfettamente razionale possono produrre un esito inefficiente II confessa non confessa I confessa 3, 3 1, 5 non confessa 5, 1 2, 2 Questo avviene ogni qualvolta i soggetti abbiano una strategia dominante, ma la scelta di questa da parte di tutti porta a un esito inefficiente.
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 21 Dilemma del prigioniero, 2 E questo avviene spessissimo! Tasse Commons Leggi E dal nostro punto di vista condizioni di lavoro nella singola impresa e sviluppo della economia.
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 22 Dilemma del prigioniero, 3 “Se il costo del lavoro nella mia impresa fossero minori, occuperei più lavoratori e produrrei di più”. Ma è possibile che la domanda non sia sufficiente ad acquistare la nuova produzione. “Se nella mia impresa il lavoro fosse meno rigido produrrei di più – Oggi un imprenditore non riesce a trovare personale qualificato”. Le imprese non qualificano i lavoratori
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 23 Dilemma del prigioniero, 4 Si ha un dilemma del prigioniero quando: Ci sono diversi soggetti che interagiscono, e l’esito per ciascuno dipende dai comportamenti di tutti (si parla di scelte strategiche in contrasto con scelte parametriche) Ogni soggetto ha una strategia dominante, e la sceglierà Ma l’esito che si ha a seguito di ciò è inefficiente. Per esempio, a ogni imprenditore –se può- conviene ridurre il costo del lavoro nella sua impresa… …ma se tutti fanno così è possibile che la domanda complessiva si riduca a tal punto che i suoi profitti alla fine si riducono. In presenza di un DP, il raggiungimento dell’efficienza richiede un intervento esogeno.
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 24 Economia del lavoro ed economia, 1 In un’economia chiusa: Domanda → Produzione → offerta ↑ → Pagamento di redditi → ↑______________________________________↓ I redditi devono essere sufficienti ad acquistare l'offerta. Se non lo sono c'è eccesso di offerta, cala la produzione ma anche il pagamento di redditi; quando la produzione scende sotto il livello di domanda si ha inversione del ciclo.
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 25 Economia del lavoro ed economia, 2 In un’economia aperta il pagamento di redditi più bassi può fare aumentare la domanda tramite l’aumento della domanda estera. Questo evidentemente è un gioco a somma zero. L’economia del lavoro non è l’economia delle risorse umane: gli aspetti macro e micro sono inscindibili. In particolare, non possiamo generalizzare automaticamente all’intera economia i risultati validi per un’impresa, come invece vale per altri settori della scienza economica.
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Economia del Lavoro 2013-14 ortona@unipmn.it 26 Alcune non ovvie conclusioni generali a) Se i mercati (compreso quello del lavoro) non sono regolati è di fatto impossibile che si ottenga un esito efficiente. b) Nel valutare l'opportunità di una politica del lavoro, occorre valutare l'effetto di essa (o della sua assenza) sul benessere dei lavoratori. c) Non esiste alcuna solida motivazione teorica che consenta di affermare che la crescita economica avvantaggi necessariamente l'intera popolazione. d) Non esiste una relazione statisticamente significativa a livello di confronti internazionali fra flessibilità del mercato del lavoro e tasso di disoccupazione
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