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1 1 Il primo giro d’Italia delle donne che fanno impresa Claudia Samarelli Unioncamere Legge 580/93 – Riforma dell’ordinamento delle Camere di Commercio.

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1 1 1 Il primo giro d’Italia delle donne che fanno impresa Claudia Samarelli Unioncamere Legge 580/93 – Riforma dell’ordinamento delle Camere di Commercio e ruolo dei Comitati per l’Imprenditoria femminile

2 2 La legge n. 580/93 - riformata nel 2010 con il decreto lgs n.23 - le definisce : enti pubblici che svolgono, nell'ambito della circoscrizione territoriale di competenza, funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese, curandone lo sviluppo nell'ambito delle economie locali; svolgono funzioni di supporto e di promozione degli interessi generali delle imprese e delle economie locali. LE CAMERE DI COMMERCIO

3 3 a)tenuta del registro delle imprese, e degli altri registri ed albi; b) promozione della semplificazione delle procedure per l’avvio e lo svolgimento di attività economiche; c) promozione del territorio e delle economie locali al fine di accrescerne la competitività, favorendo l’accesso al credito per le PMI anche attraverso il supporto ai consorzi fidi; d) realizzazione di osservatori dell’economia locale e diffusione di informazione economica; e) supporto all’internazionalizzazione per la promozione del sistema italiano delle imprese all’estero, raccordandosi, tra l’altro, con i programmi del MSE; f) promozione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico per le imprese; LE FUNZIONI DELLE CAMERE DI COMMERCIO (1/2)

4 4 g) costituzione di commissioni arbitrali e conciliative per la risoluzione delle controversie tra imprese e tra imprese e consumatori e utenti; h) predisposizione di contratti-tipo tra imprese, loro associazioni e associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti; i)promozione di forme di controllo sulla presenza di clausole inique inserite nei contratti; l) vigilanza e controllo sui prodotti e per la metrologia legale e rilascio dei certificati d’origine delle merci; m) raccolta degli usi e delle consuetudini; n) Cooperazione con le istituzioni scolastiche e universitarie, in materia di alternanza scuola-lavoro e per l’orientamento al lavoro e alle professioni. LE FUNZIONI DELLE CAMERE DI COMMERCIO (2/2)

5 5 Consiglio: tra 20 e 30 componenti rappresentanti i settori economici. Si aggiungono 3 componenti in rappresentanza del mondo del lavoro (sindacati), del consumo (associazioni di consumatori) e delle professioni (liberi professionisti) Giunta: eletta dal consiglio al suo interno. Presidente: eletto dal consiglio al suo interno LA GOVERNANCE DELLE CAMERE DI COMMERCIO

6 6 IL PRIMO PASSAGGIO : Ripartizione dei consiglieri secondo le caratteristiche economiche della circoscrizione territoriale in rappresentanza dei settori dell’agricoltura, dell’artigianato, delle assicurazioni, del commercio, del credito, dell’industria, dei servizi alle imprese, dei trasporti e spedizioni, del turismo e degli altri settori di rilevante interesse per l’economia della circoscrizione medesima. POI: I consiglieri sono designati dalle organizzazioni rappresentative delle imprese LA COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI CAMERALI

7 7 La rappresentatività dei settori e delle associazioni in base a 4 parametri: - IL NUMERO DELLE IMPRESE - L’INDICE DI OCCUPAZIONE - IL VALORE AGGIUNTO - L’AMMONTARE DEL DIRITTO ANNUALE VERSATO I PARAMETRI PER LA COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI

8 8 Principio posto dalla riforma del 2010: Gli statuti stabiliscono criteri per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e per promuovere la presenza di entrambi i sessi negli organi collegiali delle camere di commercio, nonché degli enti e aziende da esse dipendenti LE PARI OPPORTUNITA’

9 9 Regolamenti attuativi (settembre 2011): «Gli statuti camerali prevedono che le organizzazioni imprenditoriali, o loro raggruppamenti, ai quali spetta di designare complessivamente più di due rappresentanti, individuano almeno un terzo di rappresentanti di genere diverso da quello degli altri.» **** Per gli altri organi collegiali (Giunta e Collegio dei revisori): autonomia delle Camere nel definire norme specifiche per garantire la presenza di entrambi i generi negli organi. ATTUAZIONE DEL PRINCIPIO

10 10 I primi risultati dell’applicazione della norma Le donne nei CONSIGLI di 6 Camere rinnovate a quota 22,5% (a fronte di circa il 5% nel 2011 come totale Italia, rilevato dall’Osservatorio Camerale) Prato: 1 donna su 23 Milano: 5 donne su 33 Varese: 12 donne su 33 Monza: 8 donne su 33 Pesaro: 7 donne su 28 Biella: 6 donne su 23 Le donne nelle GIUNTE di 5 Camere rinnovate a quota 13,6% (a fronte di circa il 2% nel 2011 come totale Italia, rilevato dall’Osservatorio Camerale) Milano 2 donne su 11; Varese 1 donna su 6; Monza-Brianza 1 donna su 11 Pesaro 1 donna su 9 Biella 1 donna su 7 ATTUAZIONE DEL PRINCIPIO

11 11 Questo è uno dei risultati del lungo lavoro di sensibilizzazione e promozione della presenza delle donne nei luoghi decisionali dell’economia fatto insieme alla rete dei Comitati per la promozione dell’imprenditoria femminile. I Comitati, infatti, promuovono e valorizzano la presenza delle donne nei luoghi decisionali dello sviluppo economico, nonché diffondono la cultura imprenditoriale. Tra i punti di forza quello di essere inseriti all’interno della rete del sistema camerale, di operare con metodologie orientate allo scambio di esperienze e best practices. I COMITATI PER LA PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE E LE PARI OPPORTUNITA’

12 12 Tra Ministero dello Sviluppo Economico e Unioncamere è stato siglato nel 1999 un protocollo d’Intesa, rinnovato nel 2003, che ha promosso la costituzione presso le Camere di Commercio dei Comitati per la promozione dell’imprenditoria femminile: composti da imprenditrici individuate dalle associazioni d’impresa in rappresentanza dei settori economici più rappresentativi dell’economia provinciale. I COMITATI PER LA PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE: COSA SONO

13 13 Rappresenta una esperienza unica anche in Europa per l’animazione e la promozione della cultura imprenditoriale al femminile e la crescita delle donne nei luoghi decisionali dell’economia; 100 CIF in Italia, circa 1.000 le donne presenti; una rete creativa, non gerarchica, ma orizzontale; con un ruolo di coordinamento dell’Unioncamere in collegamento con la Cabina di Regia LA RETE DI COMITATI PER LA PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE

14 14 Il rinnovo del Protocollo d’intesa con il MISE e con il Ministero del Lavoro- Dipartimento per le Pari Opportunità serve a: ribadire l’impegno dei firmatari sul tema allargando ad altro firmatario istituzionale rafforzare i contenuti e gli impegni dei precedenti accordi per ridefinire la “mission” dei Comitati e accrescerne autorevolezza e funzionalità operativa attivare concreti strumenti di intervento; IL PROTOCOLLO DOMANI

15 15 LA CONCENTRAZIONE DELLE IMPRESE FEMMINILI PER REGIONE DICEMBRE 2011

16 Le imprese femminili sono 1.435.123: il tasso di femminilizzazione italiano è il 23,5%. L’incidenza delle imprese femminili è più alta al meridione con un valore (29,9%) del Molise; interessante l’Abruzzo a quasi il 27% insieme alla Basilicata. La Puglia si attesta al 24,3% FEMMINILIZZAZIONE DELLE IMPRESE. SETTEMBRE 2012 TASS0 DI FEMMINILIZZAZIONE DELLE IMPRESE Fonte: Osservatorio Imprenditoria femminile Unioncamere Infocamere. Dati III trimestre 2012.

17 VARIAZIONE DELLE IMPRESE FEMMINILI E MASCHILI Le imprese femminili diminuiscono di meno rispetto alle maschili (-0,04% contro -0,6%).Le performance peggiori delle donne nel Lazio, in Campania, in Liguria e in Molise. Anche in Puglia le femminili reggono meglio alla crisi. Fonte: Osservatorio Imprenditoria femminile Unioncamere Infocamere. Dati III trimestre 2012.

18 TASSO DI IMPRESE FEMMINILI PER SETTORE (dic 2012)

19 19 L’ITALIA NEL CONTESTO INTERNAZIONALE (1) I dati del Rapporto sull’imprenditoria realizzato dall’OCSE (su dati 2009) evidenziano che l’Italia si posiziona al SECONDO POSTO IN EUROPA per numero di donne imprenditrici su 40 paesi. Dai dati emerge che il 3.62% delle donne italiane che lavorano è imprenditrice e il 12.6% è lavoratrice freelance. Una percentuale che supererebbe quella di Stati come Francia, Regno Unito e Germania, i quali paradossalmente hanno, a differenza nostra, politiche del lavoro al femminile ben più avanzate. Il rapporto dice anche che il 26.8% delle imprese italiane con un solo proprietario e almeno un dipendente fa capo a una donna.

20 20 L’ITALIA NEL CONTESTO INTERNAZIONALE (2) Il tasso di sopravvivenza in media di un'azienda femminile, a tre anni dalla nascita dell'attività, è del 37.6%, contro il 37.8% di quelle gestite dagli uomini. L'Italia è il paese dove proliferano le partite Iva e le donne, soprattutto se vogliono cercare di conciliare vita familiare e professionale, sono costrette a “inventarsi” un lavoro. C'è dunque ancora molto da fare… Ad esempio…la presenza delle donne nei consigli di amministrazione è in media del 13.8% e scende al 7% nelle società quotate in Borsa. Una situazione rispetto alla quale si potrà intervenire grazie alla legge sulle quote rosa per le aziende quotate in Borsa.

21 21 LE ATTIVITA’ INFORMAZIONI E INCENTIVI ALLE IMPRESE NUOVO PORTALE V EDIZIONE DEL GIRO D’ITALIA ASSISE NAZIONALE NUOVO PROTOCOLLO D’INTESA ASSISTENZA TECNICA AI CIF SENSIBILIZZAZIONE SULLA CULTURA DEL BILANCIO DI GENERE OSSERVATORIO SULLA PARITA’

22 22 Rafforzare il ruolo dei Comitati per l’imprenditoria attraverso:  lo scambio delle esperienze e delle progettualità dei territori;  l’accrescimento delle competenze;  la valorizzazione della community LA STRATEGIA … mettere in rete … LA RETE DEI COMITATI

23 23 Il nuovo portale …… LA STRATEGIA … mettere in rete … LA RETE DEI COMITATI

24 24 …… e la newsletter LA STRATEGIA … mettere in rete … LA RETE DEI COMITATI


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