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PubblicatoMaria Teresa Romano Modificato 8 anni fa
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Lezione n. Parole chiave: Corso di Laurea: Insegnamento: A.A. 2012-2013 Marco Cilento La Germania: tra consensualismo e competizione 13 Scienze della cooperazione e dello sviluppo Politica internazionale
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La divisione tra Germania Est e Germania Ovest. Rielaborazione da it.wikipedia.org. Clicca qui Clicca qui e vedi i filmati di La Storia Siamo Noi sulla caduta del Muro di Berlino. I momenti salienti La Germania è sicuramente uno dei casi più rappresentativi nel panorama politico europeo perché, pur non scostandosi molto dal modello consensuale di democrazia, ha saputo introdurvi elementi di maggiore stabilità di governo tipici delle democrazie maggioritarie. Nel caso tedesco rivestono una notevole importanza le precedenti esperienze storiche, quella della Repubblica di Weimar (1919- 1933) e quella del regime nazista (1933-1945). Gli errori e gli orrori commessi nel passato hanno portato, finalmente, ad una piena e matura scelta democratica (almeno per quello che riguarda la Repubblica Federale Tedesca o Germania Ovest). Il primo momento saliente coincide con la promulgazione della Costituzione della Repubblica Federale Tedesca (1949). La legge fondamentale tedesca prevede da subito un ruolo di forte centralità del Parlamento, così da scongiurare ogni forma di dualismo con altri organi costituzionali. L’altro grande momento della storia tedesca dal dopoguerra ad oggi è sicuramente quello della caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989) e la riunificazione del 1990. Questo evento storico ha consentito l’estensione anche ad Est delle strutture politiche e legali vigenti nella Repubblica Federale Tedesca.
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La struttura dello Stato tedesco è fortemente decentralizzata a causa del suo carattere federale. I Länder sono gli Stati federati all’interno della federazione tedesca e dispongono di propri organi legislativi ed esecutivi. Inoltre, come già ampiamente visto, tutti i Länder hanno nel Bundesrat il loro punto di riferimento legislativo a livello federale. In particolare, la riforma costituzionale del 2006 ha teso a ridefinire in maniera più precisa quali siano le materie a competenza legislativa esclusiva e concorrente del Bundestag rispetto ai Länder. In linea generale, il Bundestag ha esteso il controllo su gran parte della legislazione federale (artt. 70-74 Cost.). Per approfondire organicamente l’impianto costituzionale, clicca qui, e troverai il testo della Costituzione prima e dopo la riforma del 2006.clicca qui I Länder della Germania federale. Uno Stato federale
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A partire dagli anni Sessanta, la Germania ha conosciuto una crescente partecipazione politica. I fenomeni dell’astensionismo e della volatilità elettorale sono più marcati nella parte Est del Paese. Questo ha contribuito non poco all’abbassamento dei dati di affluenza a livello federale a partire dalle prime elezioni della Germania unita (1990). Sul piano associativo, particolarmente importante è la legge sui partiti del 1967, che ha di fatto istituzionalizzato la democrazia dei partiti, cioè ha teso a regolamentare in senso democratico la vita interna di queste organizzazioni. Questi sono i punti qualificanti: pone il divieto di sbarramento alle ammissioni; obbliga ad elencare nello statuto le possibili sanzioni disciplinari nei confronti degli iscritti; impone l’applicazione della regola della maggioranza per le deliberazioni; impone il voto segreto per l’elezione dei membri della Presidenza e dei delegati alle assemblee dei delegati; riconosce il diritto di iniziativa per le minoranze (leggi correnti) di partito; fissa quali debbano essere gli organi necessari di un partito (assemblea e Presidenza di almeno tre membri), i compiti, la durata e i criteri di composizione. Partecipazione elettorale e partiti Affluenza a livello federale 194978,5% 195386,0% 195787,8% 196187,7% 196586,8% 196986,7% 197291,1% 197690,7% 198088,6% 198389,1% 198784,3% 199077,8% 199479,0% 199882,2% 200279,1% 200577,7% 200970,8%
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Due sono i principali cleavage da cui ha preso vita il sistema partitico tedesco, almeno per ciò che concerne la Repubblica Federale Tedesca: quello socio-economico, dal quale sono sorti per l’area di centro-destra la Christlich Demokratische Union (CDU - Unione Democratica Cristiana) unita alla consorella bavarese cattolica, la Christlich-Soziale Union (CSU – Unione Cristiano-Sociale), e il Freie Demokratische Partei (FDP – Partito Liberal Democratico); per l’area di sinistra di centro-sinistra il Sozialdemokratische Partei Deutschlands (SPD – Partito Socialdemocratico Tedesco) quello religioso, dal quale sono nati partiti confessionali (CDU/CSU) e i partiti laici (FDP e SPD). I Grünen (Verdi, nati nel 1980) ed il Partei des Demokratischen Sozialismus (PDS – Partito del Socialismo Democratico, ossia, il partito post- comunista della ex-Ddr, fondato nel 1990 e che dal 2007 si è fuso con altre formazioni di sinistra nel Die Linke, La Sinistra) hanno arricchito il quadro politico. I principali partiti in Germania oggi. I partiti tedeschi
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In verità, il sistema partitico, all’inizio dell’esperienza democratica, era sicuramente più variegato. Tra il 1952 e il 1961, tuttavia, lo spettro dei partiti ha subito un’evoluzione, passando dal sistema plurale polarizzato a quello detto “a due partiti e mezzo”, nel quale il Partito Liberal Democratico ha patito una certa debolezza rispetto alle formazioni centriste e alla SPD. Alla semplificazione del sistema partitico ha contribuito non poco la messa fuori legge del Partito nazista (1952) e del Partito comunista (1956). Di fatto, fino al 1983, hanno avuto accesso al Bundestag solo 3 partiti: CDU/CSU, SPD e FDP. Dal 1969 in poi e fino al 1998, l’FDP è stato l’ago della bilancia tra le forze politiche, viste le sue posizioni più vicine al centro-destra per ciò che concerne le politiche economiche, ed affini ai socialdemocratici per quello che riguarda le politiche sociali. A causa dell’erosione in termini elettorali dei partiti più grandi, CDU/CSU e SPD, e alla crescita di FDP e Verdi, dalla seconda metà degli anni Novanta si sono stabilizzati due opposti schieramenti: la CDU/CSU e i liberaldemocratici a centro-destra, la SPD e i Verdi nella parte sinistra dello schieramento. Date le caratteristiche del sistema partitico ed istituzionale, quindi, il governo è sicuramente di tipo parlamentare. Evoluzione del sistema partitico Legislatura Anni governo CancelliereMaggioranza a sostegno I Legislatura 1949- 1953 1949-1953Konrad Adenauer CDU/CSU + FDP + Partito Tedesco (211/410) II Legislatura 1953- 1957 1953-1957Konrad Adenauer CDU/CSU + FDP + altri di destra (344/509) III Legislatura 1957- 1961 1957-1961Konrad Adenauer CDU/CSU + Partito Tedesco (294/519) IV Legislatura 1961- 1965 1961-1963Konrad Adenauer CDU/CSU + FDP (318/521) 1963-1965Ludwig Herard V Legislatura 1965- 1969 1965-1966Ludwig Herard CDU/CSU + FDP (301/518) 1966-1969 Kurt Georg Kiesinger I Große Koalition CDU/CSU + SPD (461/518) VI Legislatura 1969- 1972 1969-1972Willy BrandtSPD + FDP (268/518) VII Legislatura 1972- 1976 1972-1974Willy Brandt SPD + FDP (284/518) 1974-1976Helmut Schmidt VIII Legislatura 1976- 1980 1976-1980Helmut SchmidtSPD + FDP (264/518) IX Legislatura 1980- 1983 1980-1982Helmut SchmidtSPD + FDP (282/519) 1982-1983Helmut Kohl CDU/CSU + FDP (291/519) X Legislatura 1983- 1987 1983-1987Helmut Kohl CDU/CSU + FDP (290/520) XI Legislatura 1987- 1990 1987-1990Helmut Kohl CDU/CSU + FDP (282/519) UNIFICAZIONE GERMANIA XII Legislatura 1990- 1994 1990-1992Helmut Kohl CDU/CSU + FDP (398/662) 1992-1994Helmut Kohl XIII Legislatura 1994- 1998 1994-1998Helmut Kohl CDU/CSU + FDP (341/672) XIV Legislatura 1998- 2002 1998-2002 Gerhard Schröder SPD + Verdi (345/669) XV Legislatura 2002- 2005 2002-2005 Gerhard Schröder SPD + Verdi (306/603) XVI Legislatura 2005- 2009 2005-2007Angela Merkel II Große Koalition CDU/CSU + SPD (448/614) 2007-2009Angela Merkel XVII Legislatura 2009- 2013 2009-2013Angela Merkel CDU/CSU + FDP (332/622)
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Le elezioni della Germania unita: il calo dei grandi partiti (soprattutto dell’SPD), la crescita delle forze minori (specie quelle di sinistra). Al calo dell’SPD ha saputo sopperire la crescita dei Verdi. Il voto dopo l’unificazione Nelle prime 4 elezioni post-unitarie, i 3 partiti storici hanno ottenuto risultati considerevoli in termini di seggi al Bundestag: 96,2% (1990), 88,3% (1994), 87,5% (1998), 90,5% (2002). Tuttavia, la crescita dei Verdi e de La Sinstra ha portato via seggi (e quindi voti) importanti soprattutto all’SPD. I 3 partiti storici sono così scesi all’82,9% dei seggi nel 2005 e sotto l’80% nel 2009 (76,9%). Tuttavia, se consideriamo come si sono strutturate le maggioranze negli ultimi vent’anni (da una parte CDU/CSU e FPD, dall’altra SPD e Verdi), si può notare (figura a destra) come l’FDP e i Verdi abbiano saputo sopperire, almeno in parte, all’indebolimento rispettivamente di CDU/CSU e SPD. Ecco i risultati aggregati in termini percentuali dei seggi delle 4 forze: 97,4% (1990), 95,2% (1994), 94,1% (1998), 99,1% (2002), 91,8% (2005), 87,8% (2009). Il calo è coinciso con il rafforzamento dell’estrema sinistra (Die Linke).
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Sopra i Länder, sotto i seggi assegnati nei 299 collegi uninominali nel 2005. Autore: TUBS Fonte: en.wikipedia.org Il sistema elettorale Il sistema elettorale tedesco per il Bundestag, ossia per la Camera, è di tipo proporzionale, anche se presenta diversi correttivi utili a limitare la frammentazione partitica e la formazione di un eccessivo numero di gruppi parlamentari: metà dei seggi sono assegnati attraverso il sistema elettorale maggioritario in collegi uninominali (che consente di esprimere un voto dei candidati ben individuabili), ma questo è condizionato dai risultati ottenuti su scala nazionale e in ciascuna “regione” o Länder (ecco perché non si parla di sistema elettorale misto, ma di proporzionale personalizzato); si applica una soglia di sbarramento del 5% a livello nazionale; se non si supera la soglia, si può sfruttare la clausola di accesso di almeno 3 seggi ottenuti nei collegi uninominali (in questo modo non è necessario raggiungere il 5% dei voti e si ha diritto ad accedere all’attribuzione dei seggi anche per la relativa quota proporzionale). Dal 1990, ossia, dall’anno della riunificazione, la soglia del 5% non è più calcolata su scala nazionale, ma, nel tentativo di ricalcare le divisioni sociali del Paese, separatamente nelle due aree in cui esso era diviso (Ovest ed Est).
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Partito Voti livello nazionale percentu ale Voti partito: Nuovo totale Seggi A11.000.00022,00% 0,2444146 B7.000.00014,00% 0,155693 C9.000.00018,00% 0,2000120 D10.000.00020,00% 0,2222133 E8.000.00016,00% 0,1778106 ALTRI sotto 5%5.000.00010,00% TOTALE50.000.000100,00%1,0000598 NUOVO TOTALE (TOT – ALTRI)45.000.000 Il passaggio 4. Un calcolo complesso Da eleggere ci sono 598 deputati. La scheda elettorale è divisa in due: a destra si vota per il partito (Zweitstimme), che in ogni Länder si presenta con una lista bloccata, a sinistra per uno dei candidati dello specifico collegio uninominale (Erststimme). Si può anche votare in maniera disgiunta (un partito al proporzionale, un candidato di un partito diverso per lo specifico collegio). Terminate le elezioni, per l’assegnazione dei seggi si procede come segue. 1.Se un partito x supera la soglia del 5%, questo ha diritto all’assegnazione dei seggi. Nel nostro esempio, 5 partiti accedono alla ripartizione dei 598 seggi (A, B, C, D, E). 2.Si escludono i voti attribuiti ai partiti esclusi e si calcola il nuovo totale (es. 50.000.000 – 5.000.000 = 45.000.000) (prima tabella). 3.Per calcolare i seggi complessivi di ciascun partito si dividono i voti da questo ottenuti per il nuovo totale e il risultato si moltiplica per 598, ossia per tutti i seggi a disposizione. (es. partito A: 11.000.000 : 45.000.000 = 0,2444 x 598 = 146 seggi a livello nazionale). 4.La ripartizione si calcola su base “regionale” (Länder). I voti di ogni partito ottenuti in ciascun Länder si dividono per quelli ottenuti a livello nazionale. Il coefficiente che ne risulta va moltiplicato per i seggi spettanti a quello stesso partito su scala nazionale. Partit o Voti Länder Voti nazione Voti Länder /voti nazione Seggi totali Seggi Länder A 1.300.00 0 11.000.00 0 0,118214617 B500.0007.000.0000,0714937 C900.0009.000.0000,100012012 D 1.400.00 0 10.000.00 0 0,140013319 E600.0008.000.0000,07501068 I passaggi 1, 2 e 3 in sintesi.
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Partito Seggi spetta nti Collegi uninominali conquistati Eletti con il proporzion ale Eletti in soprannum ero A171902 B7070 C12390 D191270 E8080 TOTAL E 6334312 Esempio. I mandati in soprannumero in un ipotetico Länder. La scheda elettorale per il Bundestag: a sinistra il voto per il collegio uninominale (Erststimme), a destra quello per la lista “regionale” di partito (Zweitstimme). I mandati in soprannumero 5.Ora colleghiamo quanto fin qui elaborato con il voto dei collegi uninominali (Erststimme). Si è detto che in ogni collegio si vota un candidato collegato ad un certo partito. Se in un certo Länder, un partito conquista meno collegi uninominali di quanti sono i seggi spettanti, allora i seggi non ancora coperti verranno occupati dai candidati inseriti nella lista bloccata fino a raggiungere il numero dei seggi spettanti (nell’esempio B ed E non hanno vinto in alcun collegio del Länder, per cui devono far ricorso interamente ai candidati della loro lista bloccata; al partito D, invece, spettano 19 seggi, ma le 12 vittorie nei collegi uninominali non bastano ad occupare tutti i seggi, per cui si deve attingere alla lista bloccata; discorso simile va fatto per il partito C). Se nello stesso Länder, un partito conquista, attraverso i suoi candidati, più collegi uninominali di quanti siano i seggi spettanti, non si opera alcun taglio, ma vengono tutti ammessi. L’eccedenza rappresenta la quota dei mandati in soprannumero (partito A). 6.Aggregando i dati di tutti Länder può facilmente accadere che, quindi, a causa dei mandati in soprannumero, il numero degli eletti al Bundestag sfori i 598 inizialmente previsti.
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Quali sono le peculiarità delle coalizioni parlamentari e di governo che si sono formate nel corso del tempo? 1.Il ricorso alla sfiducia costruttiva, vale a dire, a quell’“istituto costituzionale che impedisce a un parlamento elettivo di votare la sfiducia al governo in carica, se non concede simultaneamente la fiducia a un altro governo” (Enciclopedia Treccani). 2.Una competizione politica orientata sempre più verso una logica maggioritaria. Guardiamo all’evoluzione storica dei governi. Dal 1949 al 1960, ossia, nel periodo in cui il sistema politico era dominato da una logica di funzionamento di tipo pluralistico polarizzato, i governi erano di coalizione a maggioranza eccedente, nel tentativo di mettere insieme le diverse posizioni e di accontentare le diverse richieste politiche; dal 1961, invece, con il passaggio al più semplice sistema partitico “a due partiti e mezzo”, è entrata in gioco la logica della maggioranza minima vincente. In questo caso, la coalizione è quella formata dal minor numero possibile di partiti, evitando estenuanti trattative all’interno della coalizione stessa per la realizzazione delle diverse issues (policy seeking) o per l’assegnazione degli incarichi di governo (office seeking). Konrad Adenauer (1876-1967), storico Cancelliere dal 1949 al 1963, ha guidato la rinascita tedesca dopo la Guerra mondiale. Autore: Katherine Young Fonte: Deutsches Bundesarchiv e en.wikipedia.org Le coalizioni
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Helmut Kohl. Fonte: Deutsches Bundesarchiv e en.wikpedia.org. Autore: Engelbert Reineke Gerhard Schröder. Fonte: commons.wikimedia.org Dalla prima Große Koalition ad Angela Merkel Dopo l’esperienza della Große Koalition (1966-1969), nella quale la maggioranza parlamentare ed il governo erano composti dalla CDU/CSU e dal SPD, il periodo che va dal 1969 al 1982 è stato dominato dai governi di centro-sinistra, ossia dall’asse SPD-FDP. Il lungo periodo che va dal 1982 fino al 1998 coincide con l’era di Helmut Kohl, leader della CDU e Cancelliere per ben 5 legislature. Le coalizioni si sono fondate sulla pratica del voto di sfiducia costruttiva. Dopo 16 anni alla guida del Paese, Kohl fu sconfitto nelle elezioni politiche del 1998: per la prima volta, un Cancelliere in carica è sconfitto per via elettorale. Per la prima volta, inoltre, si forma un governo chiaramente di sinistra, sostenuto da SPD e Verdi, e guidato dal leader socialdemocratico Gerhard Schröder. Nonostante la flessione, in termini elettorali, del 2002, l’alleanza di sinistra riesce comunque ad avere la meglio e governa fino al 2005. In seguito alle elezioni del 2005, né la CDU/CSU, né l’SPD hanno i numeri per governare e si ricorre nuovamente alla Große Koalition, il cui governo è guidato da Angela Merkel. L’esperienza termina con le elezioni del 2009. La CDU/CSU vince le elezioni, sostenuta dai liberali dell’FDP. Il Pds, confluito nel 2007 nel Die Linke (La Sinistra), è l’unico partito di un certo rilievo che non è mai entrato nei giochi di coalizione federali.
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Il governo tedesco è composto essenzialmente dal Cancelliere e dai suoi ministri. Il nome del Cancelliere è proposto dal Presidente al Bundestag, al quale spetta il compito di eleggerlo. Il Presidente, poi, nomina il Cancelliere. Se il Cancelliere proposto dal Presidente non viene eletto, è il Bundestag che deve trovare un suo candidato ed eleggerlo a maggioranza assoluta. Se questo non avviene, il Presidente può scegliere: o nomina un Cancelliere e un suo governo di minoranza, o scioglie il Bundestag e si torna alle elezioni. L’articolo 65 della Costituzione affida al Cancelliere il compito di fissare le direttive politiche generali nei confronti del Governo e di assumersene la responsabilità. Di fatto, è l’organo costituzionale centrale nel sistema federale tedesco. Allo stesso tempo, però, ogni ministro è gravato da una responsabilità autonoma nell’ambito dell’attività del proprio Ministero, per cui questi non può subire imposizioni dal Cancelliere o dal Governo (Ressortprinzip, principio della competenza). A bilanciare le diverse posizioni, vi è il principio della collegialità (Kollegialprinzip): se vi sono divergenze tra i ministri, è il Governo a decidere in quanto organo collegiale e a queste decisioni deve attenersi anche il Cancelliere. In questo modo, si risolvono anche eventuali conflitti che possono emergere all’interno delle diverse anime del governo (che è tipicamente di coalizione). I ministri sono comunque nominati e revocati dal Presidente su proposta del Cancelliere. L’attuale cancelliere, Angela Merkel. La democrazia del Cancelliere
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Il Parlamento tedesco si fonda su un sistema bicamerale ed è composto dal Bundestag (Dieta federale) e dal Bundesrat (Consiglio federale). Il Bundestag rappresenta la camera più importante: è l’organo legislativo per eccellenza; elegge il Cancelliere; dà o ritira la fiducia al Cancelliere e, di riflesso, a tutto il Governo. Il Bundesrat è composto dai membri dei governi dei vari Länder. Ogni Stato federato ha diritto da 3 a 6 delegati, in base alla numerosità della propria popolazione. In tutto, si compone di 69 membri. Durante la sessione di lavoro, i delegati di un Länder devono votare in blocco, tanto che il voto è manifestato da un unico delegato di quello Stato. Esercita la sua funzione legislativa nei seguenti modi: nel processo di revisione costituzionale a maggioranza qualificata di due terzi (46 voti su 69); detiene l’iniziativa legislativa al pari del Governo e del Bundestag; approva le leggi per le quali il suo consenso è necessario (Zustimmungsgesetze) e che riguardano le materie di competenza dei Länder (soprattutto per le materie finanziarie ed amministrative) ed esercita un vero e proprio diritto di veto; sulle leggi la cui approvazione del Bundesrat non è necessaria (Einspruchsgesetze) esprime un parere; il parere negativo del Bundesrat può essere rovesciato dal Bundestag, ma solo con una maggioranza uguale (assoluta o qualificata). La composizione del Bundesrat. Il parlamento tedesco
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Nel caso in cui sorga una controversia tra i due rami del Parlamento, si può ricorrere all’esame del disegno di legge da parte della commissione di mediazione (Vermittlungsausschuss), composta da membri delle due camere in ugual misura. Importantissime sono anche le commissioni parlamentari permanenti. Ad oggi sono 22, composte dai membri dei vari gruppi parlamentari in maniera proporzionale al peso detenuto all’interno del Bundestag. Al Presidente federale spetta il potere di scioglimento anticipato del Bundestag. È il Bundestag stesso e un uguale numero di delegati scelti dai parlamenti locali di ciascun Länder in numero proporzionale alla popolazione, che insieme compongono l’Assemblea federale (Bundesversammlung), l’organo deputato ad eleggere il Presidente federale (l’elezione è, perciò, indiretta). Il Presidente, perciò, ha per lo più funzioni notarili. Una delle prassi consolidate è quella della disciplina del voto parlamentare, che garantisce notevole stabilità al Governo in carica. L’articolo 81 della Costituzione prevede, inoltre, l’istituto dello stato di emergenza legislativa: se il Bundestag non approva un progetto di legge dichiarato urgente, il Cancelliere può farsi approvare il progetto dal Budensrat. In pratica, si tratta di un commissariamento temporaneo del Bundestag a favore del Bundesrat. Il palazzo del Bundestag. Fonte: commons.wikimedia.org. Autore: Julian Herzog. I rapporti tra le camere e con il Governo
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Per la sua facoltà di porre veti, e nel caso in cui sia composto da una maggioranza politica opposta rispetto a quella presente nel Bundestag, il Bundesrat può trasformarsi in uno strumento politico dell’opposizione utile per limitare l’azione del Governo. A controbilanciare questa situazione vi è praticamente il monopolio dell’iniziativa politica del Cancelliere e del suo Governo e il principio di collegialità al quale questo è incardinato. Ciò genera elevati tassi di approvazione dei progetti di legge governativi. Il dualismo tra Governo ed opposizione tende a smorzarsi, invece, in momenti dal forte valore istituzionale e politico, come quelli delle riforme costituzionali: in tal caso, l’azione congiunta tra le opposte fazioni parlamentari è stata la prassi. Questa duplice e contrastante tensione allo scontro e al compromesso fa della democrazia tedesca un modello a metà strada tra il modello maggioritario ed il modello consensuale. La facciata del Bundesrat. Caratteristiche e limitazioni del Governo
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La struttura dell’ordinamento tedesco
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Sicuramente di primissimo piano è il ruolo svolto dalla Germania all’interno delle strutture della Comunità Europea, prima, e dell’Unione Europea e dell’area-Euro, dopo. La forte convinzione a favore dell’integrazione europea è rintracciabile anche all’interno del documento Costituzionale, il quale dedica l’intero art. 23 all’argomento e dissemina richiami in più punti del documento. Di rilievo i commi 2 e 4, che prevedono una maggiore possibilità di codecisione dei Länder rispetto alle disposizioni comunitarie, così da non intaccare eccessivamente gli interessi di ciascuno degli Stati della federazione tedesca. Un altro elemento centrale del modello tedesco è rappresentato dall’indipendenza della Bundesbank, la banca centrale della federazione tedesca. Questa, infatti, non dipende direttamente dal Governo e dalle sue decisioni, ma è un organo super-partes e comunque forte, ideale in una struttura federale e frazionata come quello tedesco, tanto che il modello della Bundesbank è stato adottato anche all’interno dall’Unione Europea. La sede della Bundesbank di Francoforte. Autore: Torben Fonte: commons.wikimedia.org Altre questioni
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