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PubblicatoEvaristo Virginio Moro Modificato 8 anni fa
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Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche 1 Ambiente e Sviluppo Economico Il concetto di sviluppo economico sostenibile Sostenibilità ambientale, stazionarietà e sviluppo Sviluppo sostenibile e tasse ambientali Relazione empirica tra degrado ambientale e sviluppo economico La curva ambientale di Kuznets Le spiegazioni della curva ambientale di Kuznets Ambiente e sottosviluppo Economia ecologica e sostenibilità (cenni) Temi
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2 Uso delle risorse ambientali e crescita economica Il problema-chiave finora affrontato è stato quello di individuare e perseguire, con opportune politiche, l’allocazione ottimale delle risorse ambientali. Questa allocazione ottimale ha preso la forma di livello ottimale di inquinamento o di sfruttamento (estrazione) ottimale di risorse naturali rinnovabili e non. Questa allocazione ottimale è stata affrontata con gli strumenti classici dell’economia del benessere: analizzati costi e benefici sociali ATTUALI (o ATTUALIZZATI) connessi all’uso della risorsa ambientale a carico dei determinati soggetti componenti la società, si è cercato di massimizzare il benessere netto sociale. Questa è una prospettiva Microeconomica nel senso che si occupa dei soggetti che usano la risorsa o ne subiscono l’uso. C’è però anche un versante aggregato del problema, che cioè ha a che fare con gli effetti sull’intero sistema economico dell’uso delle suddette risorse. Una prospettiva Macroeconomica La questione macroeconomica si pone in quanto in ognuno dei casi visti (inquinamento e sfruttamento delle risorse naturali) l’allocazione ottimale impone dei vincoli alla produzione di un bene privato; in aggregato, impone dei vincoli alla crescita del livello di output di un paese, cioè alla crescita del PIL (Meadows et al., “The Limits to Growth”, 1972).
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3 Sostenibilità ambientale della crescita - 1 Cominciamo ad affrontare il problema aggregato secondo una concezione “banale e restrittiva” di sviluppo, quella di crescita economica. Consideriamo, cioè, la relazione tra l’uso della risorsa ambientale (E) ed il PIL reale (Y) di un paese. La conservazione di una risorsa ambientale può essere intesa come un vincolo alla produzione di beni privati in quanto la “funzione di produzione” dell’output aggregato fa uso del bene ambientale come un fattore di produzione al pari del capitale (K). Si assuma per es. una funzione di produzione Cobb-Douglas: dividendo per E si esprime l’output per unità di consumo del bene ambientale (Y/E = y) in termini di intensità del capitale (K/E = k): La sostenibilità ambientale, nella sua accezione più ristretta (sostenibilità forte), implica: E t =E t+1 =E*. Si supponga, inoltre, che l’investimento in nuovo capitale sia una funzione fissa dell’output (risparmio s): K t+1 - K t = s Y t
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4 Sostenibilità ambientale della crescita - 2 Possiamo dividere questa equazione del risparmio per E* e sarà: e dividendo per k t : Questa relazione dimostra che, anche imponendo sostenibilità ambientale, k può crescere e, quindi, anche K e Y crescono. Apparentemente, quindi, la sostenibilità ambientale non impedisce la crescita economica A ben vedere, però, poiché < 1, cioè il capitale ha rendimenti marginali decrescenti, K e Y crescono nel tempo ad un tasso sempre più piccolo e tendono ad un valore stazionario. Nel lungo periodo, cioè, la sostenibilità ambientale implica la stazionarietà economica, cioè crescita=0: l'equilibrio sostenibile è tendenzialmente un equilibrio stazionario (N.B.: non crescita stazionaria). In questa ipotesi, la sostenibilità ambientale è davvero un vincolo alla crescita, poiché impone tendenziale crescita zero. Se si identifica lo sviluppo economico con la crescita economica, sviluppo sostenibile diviene così una espressione contraddittoria. Nella realtà, però, lo sviluppo (come crescita) sostenibile è comunque possibile. Vediamo come:
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5 Sostenibilità ambientale della crescita - 3 Come si può mantenere costante E* e, allo stesso tempo, fare in modo che Y cresca ad un tasso positivo e non decrescente? La chiave è il progresso tecnico environment saving, cioè che consente alla produttività di E, (Y/E), di crescere continuamente. Ciò può accadere assumendo che il nuovo capitale, gli investimenti, contengano una tecnologia superiore, cioè permettano di ottenere lo stesso output Y con un livello di inquinamento, o consumo della risorsa E minore (tecnologia environmental friendly). Questo concetto si esprime introducendo una variabile h t che incrementa la produttività di E: e che è espressione di una quota dei passati investimenti h t = K t. Quindi: Ripetendo l’analisi precedente è facile dimostrare che, con E costante (E*), si avrà: cioè un tasso di crescita positivo e costante sostenibile dal punto di vista ambientale
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6 Crescita sostenibile e tasse ambientali - 1 Esiste un problema evidente nell’impostare la crescita sostenibile in questo modo molto semplificato. Se infatti è possibile un tasso di crescita non decrescente con E costante, rimane il problema di come far sì che E rimanga costante. Poiché la produttività di E, (Y/E), deve aumentare più di quanto aumenta la produttività di K, (Y/K), se il prezzo di E (p E ) non cresce in maniera adeguata, i produttori tenderanno ad utilizzare più di E*. E’ necessario, perciò, che il prezzo di E aumenti di pari passo con la sua produttività. In quanto bene pubblico, è necessario intervenire con una opportuna politica economica. Il modo più immediato è introdurre una tassa ambientale t su ogni unità di E (t E ). Affinché si continui ad usare la risorsa al livello E* dovrà essere: ove Pm è la produttività marginale di E (espressa in quantità di Y).
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7 Condizione per una crescita sostenibile in presenza di risorse naturali: Progresso tecnico environment saving cioè elevata sostituibilità tra capitale prodotto dall’uomo e risorse naturali, tale da renderle tendenzialmente inessenziali Prezzo delle risorse crescente allo stesso ritmo della crescita economica (cioè di K e Y) al fine di mantenere stabile la domanda (uso) della risorsa: Se la risorsa è “pubblica” dovrà essere imposta una tassa che cresce allo stesso ritmo della crescita economica e il gettito re-investito in capitale artificiale Se la risorsa è esauribile e “privata” (es. petrolio) la crescita del prezzo (rendita di scarsità) dovrà essere re- investita in capitale artificiale (regola di Hartwick) Crescita sostenibile e tasse ambientali - 2
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8 Un concetto più ampio di sviluppo sostenibile Lo sviluppo economico è concetto più ampio di quello di crescita economica. Il primo contiene il secondo, ma tiene anche conto di tutti i cambiamenti che i processi di crescita storicamente comportano: tecnologia, preferenze, istituzioni, capitale umano, dinamiche settoriali, ecc. Se per sviluppo si intende crescita del benessere, questo non dipende solo dalla quantità di risorse ambientali disponibile, ma soprattutto dalla qualità della loro gestione intesa come distribuzione, conservazione-recupero e sostituzione: sostenibilità non può essere semplicemente mantenere costante la “quantità” di risorse ambientali/naturali Quindi combinare il concetto di sviluppo economico con quello di sostenibilità ambientale significa adottare una prospettiva più ampia (e anche più generica) della semplice sostenibilità della crescita, quella dello sviluppo sostenibile: “E’ sostenibile quello sviluppo che soddisfa i bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare i loro” "Noi non ereditiamo la Terra dai nostri genitori, la prendiamo in prestito dai nostri figli.“ (Detto dei Nativi Americani)
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9 La relazione tra degrado ambientale e sviluppo economico - 1 Questa definizione di sviluppo sostenibile si è diffusa a partire dal 1987, in seguito alla pubblicazione del documento Our Common Future (Rapporto Bruntland) della World Commission on Environment and Development (UN). Questo documento segna l’inizio di numerose iniziative politiche in sede UN su numerose tematiche ambientali. Segna anche l’inizio di una maggiore attenzione degli economisti per le questioni relative al rapporto tra ambiente e sviluppo economico. Questo rapporto, però, si è rivelato nel tempo molto più complesso del previsto, fino ad evidenziare il rischio di una drammatica combinazione tra “inquinamento da ricchezza” e “inquinamento da povertà”. In particolare, l’evidenza empirica ha dimostrato che, per numerosi fenomeni di degrado ambientale, non necessariamente vi è diretta proporzionalità tra crescita (Y) e degrado (E). E’ la qualità (non la quantità) della crescita che è in relazione con E.
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10 La relazione tra degrado ambientale e sviluppo economico - 2 Due dimostrazioni empiriche di questo concetto sono: 1) la cosiddetta curva di Kuznets ambientale; 2) il degrado ambientale nei LDC (Less Developed Countries) a bassa crescita (“trappola della povertà”). Le implicazioni pratiche per il concetto di sviluppo economico sostenibile sono opposte all’idea di “limiti alla crescita”: 1) la sostenibilità ambientale è una conseguenza “naturale” di elevati gradi di sviluppo economico 2) dal punto di vista ambientale, il problema più urgente non è avere uno sviluppo economico sostenibile ma evitare un sotto- sviluppo non sostenibile. La realtà, però, ci offre evidenze contrastanti circa la relazione tra crescita economica e ambiente. Per esempio: 1.Nell’ultimo mezzo secolo nei paesi avanzati le emissioni per unità di prodotto di alcuni inquinanti atmosferici (zolfo, ossidi di azoto, particelle PM10, CO, ecc.) stanno diminuendo 2.L’attività economica reale è però cresciuta ancora più intensamente: in valore assoluti le emissioni di molti di questi inquinanti sono cresciute.
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11 La curva di Kuznets ambientale La curva di Kuznets è la relazione ad U rovesciata tra sviluppo economico e diseguaglianza che questo economista ha proposto negli anni ‘50. Tuttora si discute circa l’effettivo supporto empirico a questa ipotesi. La curva di Kuznets ambientale è la relazione ad U rovesciata tra sviluppo economico e inquinamento. Tale relazione è stata osservata per alcuni fenomeni di inquinamento atmosferico (particolato, SO 2, NO X, CO) ed idrico (acque fluviali) a partire dagli anni ‘90. INQUINAMENTO EC. POST-INDUSTRIALE Per esempio emissioni CO 2 in Italia e Svezia (Fonte: Lobianco)
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12 Le spiegazioni della curva di Kuznets ambientale La validità della curva di Kuznets ambientale è tuttora soggetta a verifica empirica. Si tratta, comunque, di una ipotesi interessante per due motivi: Esclude l’ipotesi sia di “inquinamento da povertà” sia di “inquinamento da ricchezza” a favore di una sorta di “inquinamento da transizione” Viene supportata da un insieme di interessanti spiegazioni teoriche che mettono in relazione l’inquinamento sia con la quantità che con la qualità della crescita (la crescita “consuma” E ma induce riduzione dell’”intensità di inquinamento (E/Y)”. Vediamo i fondamentali: CAMBIAMENTO DELLE PREFERENZE: rispetto ai beni materiali, la qualità ambientale è un bene sostituto (i primi vengono prodotti impiegando la seconda) ed è un bene di lusso: ad alti livelli di reddito si è più disposti a scambiare beni materiali con qualità ambientale. CAMBIAMENTO DELLA TECNOLOGIA: la crescita avviene sempre con minor uso di E per due ragioni: in primo luogo per il progresso tecnico; in secondo lugo per la crescente immaterialità (cambiamento di composizione) dell’output (più alto Y/E dei beni immateriali rispetto ai beni materiali) CAMBIAMENTO DELLE ISTITUZIONI: la crescita economica si accompagna ad una crescente capacità delle istituzioni politiche, sociali ed economiche di perseguire ed imporre un uso razionale delle risorse ambientali e della tecnologia Vediamo cosa dice la teoria
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13 f = funzione di utilità dei cittadini m = beni materiali e = emissioni inquinanti dovute alla produzione od al consumo di m FUNZIONE DI UTILITA` FUNZIONE DI PRODUZIONE m = beni materiali tec = livello tecnol. (approx. da t) e = emissioni inquinanti “Domanda” e “offerta” di inquinamento (al tempo t)
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14 MASSIMIZZAZIONE DELL’UTILITA` sub VINCOLO DI PRODUZIONE La via dello sviluppo Eccola, la CKA: Material goods (PIL) Emissions
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15 SVILUPPO ECONOMICO ALLE PRIME FASI: EFFETTO DI SCALA -> prevalenza dell’effetto sostituzione (da A a B) sull’effetto reddito (da B a C) SVILUPPO ECONOMICO AVANZATO: EFFETTO DI COMPOSIZIONE -> prevalenza dell’effetto reddito (da E a F) sull’effetto sostituzione (da D a E) Effetti contro
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16 Povertà (LDC) vs. ambiente Sfortunatamente, per numerosi fenomeni di degrado ambientale la curva di Kuznets non sembra valere. Non solo perché a maggior ricchezza non necessariamente corrisponde minor degrado ambientale. In alcuni casi, piuttosto, sembra non essere vero che a bassi gradi di sviluppo (economie pre-industriali; Less Developed Countries, LDC) corrisponda basso livello di degrado ambientale Al contrario, per molti fenomeni, l’evidenza più chiara negli ultimi decenni è che esiste un inquinamento da povertà. Non solo, esiste una “trappola della povertà” connessa al degrado ambientale (“povertà da inquinamento”): “Nei paesi sottosviluppati la maggiore causa di degrado ambientale è la povertà e la maggiore causa di povertà è il degrado ambientale“ Povertà e degrado ambientale si rafforzano a vicenda: per cercare di uscire dalla miseria si adottano soluzioni che degradano l’ambiente e, quindi, consumano il principale potenziale di possibile crescita futura, cioè le risorse agricole-naturali Numerosi sono gli esempi di questi meccanismi perversi: “Fame di terra”: deforestazione, desertificazione, perdita di biodiversità “Fame di città”: AIDS/HIV, emergenza idrica, cambiamento abitudini alimentari
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