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PubblicatoPatrizia Eleonora Valeri Modificato 8 anni fa
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ARMIN T. WEGNER (1886 -1978) «La mia coscienza mi chiama ad essere testimone»
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Yad Vashem L’immagine mostra il Memoriale della Shoah, costruito a Gerusalemme a partire dal 1953 per ricordare il genocidio di 6.000.000 di ebrei voluto dal Nazismo. Il nome dato al complesso museale, costruito sulla Collina del Ricordo, significa in lingua ebraica «un memoriale e un nome», «un luogo e un nome», un nome eterno che non verrà mai cancellato. Sin dagli anni Sessanta è stato realizzato il Giardino dei Giusti: una pianta di carrubo ed una targa ricordano i non ebrei che hanno salvato vite ebree durante la Seconda guerra mondiale. I nomi di 24.000 Giusti sono incisi nel Muro dell’Onore.
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Yerevan – La collina delle rondini Il memoriale del Genocidio delle vittime armene è eretto a Yerevan, sulla spianata della collina di Dzidzernagapert (Forte delle rondini). Ogni anno, il 24 aprile, armeni da tutto il mondo salgono qui per commemorare le vittime del massacro delle popolazioni armene del 1915 – 1916 (Metz Yeghérn – Il Grande Male). Vi è un museo interrato, un parco della Memoria e il Muro della Memoria
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C’è un nome, uno solo, che si trova in entrambi i luoghi: quello di Armin Wegner, militare, paramedico, scrittore e attivista dei diritti umani. Nel 1967 è insignito del titolo di Giusto delle Nazioni dallo Yad Vashem e l’anno dopo dell’Ordine di San Giorgio a Yerevan, dove gli viene anche intitolata una strada.
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Nel 1996, diciotto anni dopo la sua morte, le sue ceneri sono tumulate a Yerevan nel Muro della Memoria del Memoriale della Collina delle Rondini. Dal 7 aprile 2011 gli sono dedicati un albero e un cippo nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano
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LA SCELTA Si può sempre dire un sì o un no
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Armin Wegner, il testimone Mai come in questi giorni ho sentito vicino a me distinto il frusciare della morte, il suo silenzio, il suo freddo sorriso, e spesso mi chiedo: posso io ancora vivere? Ho ancora il diritto di respirare, di fare progetti per anni futuri così fantasticamente irreali, quando attorno a me c’è un abisso di occhi di morti? Lettera alla madre da Baghdad, 29 marzo 1916 Aprile 1915 – Wegner giunge in Anatolia al seguito dei servizi sanitari militari. Durante i permessi esce in cerca di notizie sui massacri armeni. Al seguito del Feldmaresciallo Von der Goltz attraversa l’Anatolia, la Mesopotamia e la Siria tra l’autunno del 1915 e il maggio del 1916.
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Armin Wegner, il testimone Il suo tragitto coincide con la via crucis degli Armeni, deportati verso la morte. Raccoglie e scrive lettere, appelli agli ambasciatori, e soprattutto scatta fotografie, a rischio della propria vita, con le ingombranti macchine di allora.
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alcune date per orientarsi 1894-96 : massacri di massa compiuti dal sultano Rosso, Abdul – Hamid ; gli Armeni chiedevano uguaglianza e libertà culturale all’interno dell’impero Ottomano Dopo il 1878, lo smembramento dell’impero si era accelerato, da qui nascerà e si svilupperà la dottrina del «panturchismo» 1908– rivoluzione dei Giovani Turchi, guidata dal partito Comitato Unione e progresso 1911-1913: guerre balcaniche. L’Impero si riduce alla Turchia. Il «panturchismo» considera la razza turca superiore alle altre. 1913 dittatura militare dei Giovani Turchi 1914 la Turchia entra in guerra a fianco degli Imperi Centrali 24 aprile 1915: inizio del genocidio armeno. A Istanbul vengono arrestati all’alba i maggiori esponenti dell’élite armena della città. In un mese, più di mille intellettuali armeni furono deportati verso l’interno dell’Anatolia e massacrati per strada. Abdul – Hamid II, detto il Sanguinario. Deposto nel 1909, lo sostituirà il fratello
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I tre pascià: i responsabili del genocidio Talaat Pascià, ministro degli Interni – Enver Pascià, ministro della guerra – Djemal Pascià, ministro della marina.
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«Le immagini di terrore»
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La mia voce grida nel deserto «Io conservo le immagini di terrore e di accusa legate sotto la mia cintura. Nei campi di Meskené e di Aleppo ho raccolto molte lettere di supplica che tengo nascoste nel mio zaino in attesa di consegnarle all’ambasciata americana a Costantinopoli. Io so di commettere in questo modo un atto di alto tradimento e tuttavia la consapevolezza di aver contribuito per una piccola parte ad aiutare questi poveretti, mi riempie di gioia più di qualsiasi altra cosa io abbia fatto» Le lettere vengono intercettate e Wegner viene duramente punito. Dicembre 1916 ritorna in Germania e comincia la sua crociata per gli Armeni. Pubblica «La via senza ritorno. Un martirio in lettere», organizza mostre delle sue foto, tiene conferenze a Berlino, Vienna, Lipsia.
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Wegner e le lettere ai potenti Il 23 Febbraio 1919 viene pubblicata sul Berliner Tageblatt la «Lettera aperta al Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson» affinché si crei un’Armenia indipendente. Wegner descrive in modo toccante ciò che ha visto con i propri occhi quattro anni prima.
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Wegner e le lettere ai potenti L’Armenia dei trattati di Pace: il trattato di Sèvres del 1920
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Wegner e le lettere ai potenti L’Armenia dei trattati di Pace: il trattato di Sèvres del 1920, contestato dai nazionalisti, viene ignorato. Nel 1921 nasce con nuove frontiere la piccola Armenia sovietica. Il trattato è fortemente osteggiato da Mustafa Kemal che fonda la Repubblica turca, e diventa il primo Presidente della Turchia dal 20 ottobre 1923. Egli costringe le ex potenze alleate ad una nuova negoziazione. Nel 1923 la Conferenza di Losanna annulla gli accordi firmati a Sèvres.
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Wegner e le lettere ai potenti L’11 aprile 1933, poco dopo la schiacciante vittoria elettorale del partito nazionalsocialista e due settimane dopo il bando delle attività commerciali degli ebrei, Wegner fa consegnare a Monaco nelle mani del segretario di Hitler, Martin Bormann, una lettera aperta per il Führer che nessun giornale avrebbe mai pubblicato. La Gestapo lo arresta a Berlino, viene trascinato nella cantina della famigerata Columbia Haus, qui viene picchiato, torturato e imprigionato. Conosce sette carceri, quindi è trasferito in tre diversi campi di concentramento. Viene rilasciato nella primavera del 1934.
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L’esilio Raggiunge la moglie in Inghilterra quindi in Palestina. Divorzieranno nel 1939. Tra il 1936 e il 1937 si trasferisce in Italia a Positano, a Roma, a Stromboli. Nel 1945 sposa l’artista Irene Kowaliska di origini ebraiche. Per vent’anni, segnato profondamente dagli eventi vissuti, Wegner tace. Nel 1956 si trasferisce a Roma. Nel 1965 per la commemorazione del 50° anniversario del genocidio degli Armeni, la stampa scopre la sua documentazione fotografica. Viene riconosciuto «Giusto tra le nazioni» da Israele e dall’Armenia. Muore a Roma all’età di 92 anni nel 1978.
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La giornata dei Giusti. Il 10 maggio 2012 il Parlamento di Strasburgo ha approvato la Dichiarazione che istituisce il 6 marzo come Giornata europea in memoria dei Giusti. Il significato di questa decisione richiama uno degli elementi fondanti della cultura europea: il valore dell’individuo e della responsabilità personale. In Italia viene istituito un “Ufficio Giusti” al Ministero della Giustizia.
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La giornata dei Giusti.
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“Chi salva una vita, salva il mondo” (Talmud) « I giusti non offrono soluzioni e neanche trasmettono testamenti, ma poiché sono stati capaci di sfidare le leggi degli uomini per difendere la giustizia, insegnano alle nuove generazioni che la salvezza e la terapia contro il male nascono dall’abitudine e dalla capacità di pensare da soli.» Gabriele Nissim ( Presidente di Gariwo – Comitato Foresta dei Giusti)
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