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PubblicatoClaudia Cavallaro Modificato 8 anni fa
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Capitolo I Il futuro
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Per Darnton l’obiettivo delle biblioteche, in particolare quelle di ricerca, è aprire il patrimonio bibliografico e renderlo accessibile ai lettori di tutto il mondo. In passato: la Repubblica delle Lettere, ideata dagli Illuministi, era vista come una nazione fondata sulla scrittura e la lettura, priva di limiti e disuguaglianze. In realtà era democratica in linea di principio, dominavano le disuguaglianze sociali e le contese; la pubblicazione era fortemente ostacolata sul piano politico e sociale.
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Bourdieu, in sociologia della conoscenza, considera la letteratura come campo di esercizio del potere. Costituzione americana: pone il bene comune al di sopra di quello privato nell’istituire il copyright e i brevetti (articolo 1, comma 8). Copyright: Gran Bretagna (1710); caso Donalson (1774); legge di Sonny Bono (1998) nota come “legge per la tutela di Topolino”.
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Oggi è necessario digitalizzare per democratizzare la conoscenza. Internet: rappresenta la possibilità di una democratizzazione del sapere ma è alto il rischio di una sua commercializzazione e privatizzazione. Darnton ripone molte speranze in Google Book Search: è l’iniziativa di Google di digitalizzare i libri anche se protetti da copyright. Per questo motivo è iniziata una causa legale da parte dei titolari dei copyright contro Google.
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L’accordo prevede:il Books Rights Registry (registro per la rappresentare gli interessi dei titolari di copyright), la vendita dell’acceso alla banca dati secondo una licenza istituzionale (per università, scuole, istituzioni) e una licenza di pubblico accesso (biblioteche pubbliche). Grazie all’accordo Google è diventata inattaccabile da un punto di vista legale, gode di una posizione di monopolio, non ha veri concorrenti per la digitalizzazione, è l’unica azienda con le risorse economiche in grado di realizzarla.
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L’importanza delle biblioteche è da considerare in rapporto ai sistemi di comunicazione, che vedono quattro grandi mutamenti: _ nascita della scrittura (4000 a.C. circa); _ elaborazione del codice (III secolo d.C.); _ invenzione della stampa (1450); _ nascita della comunicazione elettronica (1974). Ogni modificazione ha trasformato il panorama dell’informazione con una accelerazione impressionante.
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Ogni epoca è a modo suo un’età dell’informazione, che è sempre stata qualcosa di instabile, così come la notizia. La notizia in sé è un racconto di un fatto accaduto e in quanto tale è sottoposta ad un modellamento e ri-modellamento da parte di chi la trasmette. Sia Internet sia le biblioteche permettono la diffusione di un’enorme quantità di informazioni, la cui stabilità testuale non è garantita né da una né dall’altra. Di fatto la stabilità testuale non è mai esistita.
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Bisogna considerare le potenzialità di una collaborazione tra Google Book Search e le biblioteche di ricerca. Tuttavia: _ il completamento del lavoro di digitalizzazione di Google Book Search è ancora qualcosa di utopico; _ la questione del copyright continuerà ad essere un problema da risolvere; _ le aziende produttrici di tecnologie hanno un rapido declino;
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_ prima o poi Google commetterà degli errori; _ non c’è garanzia che le copie di Google durino per sempre; _ con la digitalizzazione si perdono i tratti caratteristici del libro. Google ha la possibilità o di rimanere una azienda privata (che favorisce i propri interessi) o di diventare la più grande biblioteca digitale nazionale.
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Le biblioteche hanno istituito l’OSC (Office for Scholarly Communication) per la condivisione degli articoli scientifici, le tesi di dottorato e la “letteratura grigia”. Sono in corso o in progetto di realizzazione iniziative di open access tra le diverse biblioteche. Per la raccolta e la conservazione di materiali “nati digitali” è stato realizzato il servizio di WAX (Web Archive Collection Service).
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Le limitazioni di tipo economico richiedono una revisione delle risorse in favore di progetti collaborativi tra le biblioteche digitali e le case editrici universitarie. La ricchezza delle biblioteche è data dai loro manoscritti e i libri antichi e per questo devono essere valorizzate. Lo Stato deve intervenire per evitare la privatizzazione del sapere e favorire dei progetti collaborativi tra le biblioteche. Digitalizzazione e democratizzazione devono essere le parole chiave per il cambiamento.
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