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Integrazioni regionali: 1 Il multilateralismo proprio dell’OMC coesiste con fenomeni di integrazione economica regionale ovvero casi in cui gruppi di Stati.

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Presentazione sul tema: "Integrazioni regionali: 1 Il multilateralismo proprio dell’OMC coesiste con fenomeni di integrazione economica regionale ovvero casi in cui gruppi di Stati."— Transcript della presentazione:

1 Integrazioni regionali: 1 Il multilateralismo proprio dell’OMC coesiste con fenomeni di integrazione economica regionale ovvero casi in cui gruppi di Stati appartenenti a una determinata area geografica, in seguito a un accordo, si attribuiscono reciprocamente trattamenti commerciali preferenziali, al fine di raggiungere una maggiore interdipendenza dei rispettivi mercati

2 Integrazioni regionali: 2 Tipi di integrazioni economiche regionali ZONA DI LIBERO SCAMBIO Insieme di due o più territori doganali tra i quali sono eliminati i dazi doganali e le restrizioni quantitative per i soli prodotti originari dei medesimi. Gli Stati compresi nella zona di libero scambio conservano piena libertà di applicare ai Paesi terzi la propria tariffa doganale

3 Integrazioni regionali: 3 Tipi di integrazioni economiche regionali UNIONE DOGANALE Unione fra due o più Stati caratterizzata dall’eliminazione dei dazi doganali e delle costrizioni quantitative fra gli Stati membri, nonché dall’adozione di una tariffa doganale comune esterna verso i Paesi terzi

4 Integrazioni regionali: 4 Tipi di integrazioni economiche regionali MERCATO COMUNE Unione fra due o più Stati caratterizzata dalla libera circolazione tra gli Stati stessi dei 4 fattori della produzione (merci, servizi, lavoratori, capitali) e dall’adozione di una tariffa doganale comune esterna verso i Paesi terzi.

5 Integrazioni regionali: 5 Tipi di integrazioni economiche regionali UNIONE ECONOMICA Unione fra due o più Stati caratterizzata dalla libera circolazione tra gli Stati stessi dei 4 fattori della produzione (merci, servizi, lavoratori, capitali), dall’adozione di una tariffa doganale comune esterna verso i Paesi terzi e dal coordinamento in settori chiave di singole politiche nazionali (es. politiche monetarie e fiscali).

6 Integrazioni regionali: 6 Tipi di integrazioni economiche regionali UNIONE ECONOMICA TOTALE Quando gli elementi visti in precedenza raggiungono un elevato livello di intensità. Tali forme di integrazione generalmente si accompagnano o preludono a una integrazione o vera e propria unione politica.

7 Evoluzione del regionalismo: 1 Prima fase: da fine anni ‘50 – nascita della CEE e dell’Efta (cooperazione nord/nord) e di accordi tra paesi in via di sviluppo, come in America Latina (cooperazione sud/sud). –In Africa: cooperazione di prima generazione con accordi che mantengono rapporti privilegiati con i paesi ex colonialisti

8 Evoluzione del regionalismo: 2 Seconda fase: da fine anni ‘70 – la cooperazione nord-nord resta confinata al continente europeo – si sviluppano forme di cooperazione nord-sud –in America Latina si sviluppa il Nuovo regionalismo sud-sud con sempre maggiori aperture della cooperazione all’esterno –in Africa si creano modelli di cooperazione di seconda generazione, caratterizzati da un forte protezionismo.

9 Evoluzione del regionalismo: 3 Terza fase: dalla metà degli anni ‘80 –gli Stati Uniti iniziano a dare vita a larghe intese di integrazione regionale. –I fenomeni di integrazione regionale si estendono anche in Asia, con forme di integrazione particolarmente flessibili e aperte verso l’esterno. –vi è una crescente tendenza alla formazione di unioni economiche nord-sud. –In America latina e Africa le forme di integrazioni creano maggiori aperture verso l’esterno

10 Evoluzione del regionalismo: 4 Quarta fase: dalla metà degli anni ‘90 –attualmente in corso –si ispira alla globalizzazione integrazioni tra paesi anche non limitrofi partecipazione di paesi con diversi gradi di sviluppo economico natura mista e atipica non facilmente inquadrabile negli schemi esistenti estrema flessibilità accordi tra aree di integrazione (es: UE e MERCOSUR)

11 Art. XXIV Consente a certe condizioni la creazione tra le parti contraenti di unioni doganali e zone di libero scambio Condizioni generali –par. 4: l’unione doganale deve avere come obiettivo quello di facilitare il commercio tra le parti che lo istituiscono e non frapporre ostacoli per gli altri Stati

12 Art. XXIV Condizioni sostanziali –par. 8: i dazi e le altre restrizioni quantitative devono essere eliminate per l’essenziale degli scambi commerciali –par. 5: i dazi verso l’esterno (tariffa esterna comune in caso di unione doganale, dazi nazionali in caso di zona di libero scambio) non devono avere un’incidenza generale più elevata e le altre regole non devono essere più restrittive rispetto a quanto in vigore prima dell’accordo regionale –par. 5:in caso di accordi provvisori la previsione della nascita della zona di libero scambio o dell’unione doganale deve avvenire entro un “tempo ragionevole”

13 Art. XXIV Condizioni procedurali –par. 7: obbligo di notifica – par. 7: accettare le raccomandazioni che la Conferenza ministeriale può fare In virtù del par. 10 il Consiglio ministeriale può approvare a maggioranza di 2/3 proposte di unioni o aree non pienamente conformi ai requisiti visti in precedenza Anche la clausola di abilitazione creata nel 1979 permette ai paesi in via di sviluppo di creare accordi regionali per la reciproca riduzione o eliminazione dei dazi doganali

14 Controllo di compatibilità degli accordi regionali Controllo di natura politica Viene effettuato mediante discussione in seno ad organi nei quali sono rappresentati tutti i membri OMC Controllo quasi-giurisdizionale Viene effettuato mediante rapporti dei Panels e dell’Appellate Body

15 Controllo politico di compatibilità degli accordi regionali Gli Stati hanno l’obbligo di notificare: – la documentazione relativa all’accordo – le misure d’attuazione – eventuali modifiche intervenute (nel tempo) La notifica viene inviata: –accordi su commercio di merci: Consiglio per il Commercio dei Prodotti (CTG) che rinvia al CRTA (comitato per gli accordi commerciali regionali ) – accordi sul commercio di servizi: Consiglio per il Commercio di Servizi (CTS) che può decidere di trasmettere al CRTA – accordi tra paesi in via di sviluppo (Enabling Clause): Comitato per il Commercio e lo Sviluppo (CTD) che spesso non rinvia al CRTA NOTIFICA

16 Controllo politico di compatibilità degli accordi regionali Organo permanente Dotato di un proprio regolamento interno Composto da rappresentanti di tutti i membri OMC Quorum di validità delle riunioni: presenza della metà più uno Decide mediante Consensus Controllo di compatibilità Analizza i documenti e verifica la legittimità dell’accordo. Garantisce la trasparenza In caso di decisione positiva invia un rapporto all’organo superiore per l’adozione (CTG; CTS; CTD) In caso di mancanza di consensus la questione viene comunque deferita all’organo superiore Comitato per gli accordi commerciali regionali (CRTA)

17 Controllo politico di compatibilità degli accordi regionali Effettua studi sulle ripercussioni sistematiche degli accordi sul sistema mondiale degli scambi –indirizza raccomandazioni al Consiglio Generale Controllo di compatibilità Comitato per gli accordi commerciali regionali (CRTA)

18 Accordi Regionali Mandato di Doha “Chiarire e migliorare la disciplina e le procedure previste dalle disposizioni esistenti dell’OMC che si applicano agli accordi commerciali regionali. I negoziati terranno conto degli aspetti degli accordi commerciali relativi allo sviluppo”

19 Meccanismo per la trasparenza degli accordi commerciali regionali (luglio 2006) Avviso preventivo Tale fase precede la notifica prevista dall’art. XXIV I paesi membri partecipanti a negoziati per la conclusione di un accordo commerciale regionale devono comunicare al Segretario dell’OMC –informazioni pertinenti sull’accordo compreso il nome ufficiale, la portata, la data della firma, il calendario previsto per l’entrata in vigore o la sua applicazione provvisoria e tutte le altre informazioni pertinenti che non siano confidenziali

20 Meccanismo per la trasparenza degli accordi commerciali regionali Notifica La notifica dell’accordo deve essere il più presto possibile, al più tardi immediatamente dopo la ratifica delle parti Con la notifica le parti: –specificano a titolo di quale disposizione OMC è notificato l’accordo regionale –comunicano il testo integrale (con annessi i protocolli) in una lingua ufficiale OMC

21 Meccanismo per la trasparenza degli accordi commerciali regionali Procedure dirette ad accrescere la trasparenza Entro un anno dalla notifica l’accordo commerciale regionale sarà esaminato, secondo il calendario stabilito dal Segretariato OMC La presentazione sarà fatta dal Segretariato OMC che si limiterà a descrivere l’accordo, senza dare propri giudizi. Tale presentazione si svolgerà in un’unica riunione formale

22 Meccanismo per la trasparenza degli accordi commerciali regionali Organi incaricati della messa in opera del meccanismo Il Comitato degli accordi commerciali sarà incaricato di analizzare gli accordi previsti dall’art. XXIV del GATT e dell’art. V del GATS Il Comitato per il commercio e lo sviluppo sarà incaricato di analizzare gli accordi basati sulla clausola di abilitazione

23 Accordi regionali nel settore dei servizi parametro di riferimento art. V GATS L’accordo regionale deve riguardare un numero sostanziale di settori L’accordo deve eliminare, tra gli Stati membri, ogni misura discriminatoria esistente entro un termine ragionevole L’accordo non deve innalzare, nei confronti degli Stati terzi, il livello generale delle barriere agli scambi dei servizi, rispetto al livello precedente all’accordo

24 Accordi regionali tra paesi in via di sviluppo parametro di riferimento: Clausola di abilitazione Gli accordi devono essere finalizzati a facilitare e promuove gli scambi tra i paesi in via di sviluppo e non creare barriere al commercio con i terzi Gli accordi non devono costituire uno ostacolo alla riduzione o limitazione (sulla base della clausola della nazione più favorita) delle tariffe o di altre restrizioni al commercio


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