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MODELLI DI ORGANIZZAZIONE

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Presentazione sul tema: "MODELLI DI ORGANIZZAZIONE"— Transcript della presentazione:

1 MODELLI DI ORGANIZZAZIONE
Corso di TECNOLOGIA, INNOVAZIONE, QUALITÀ Prof. Alessandro Ruggieri Prof. Enrico Mosconi

2 OGGETTO DELLA LEZIONE Modello gerarchico puro
Modello gerarchico funzionale Modello divisionale Modello a matrice Modello reticolare Organizzazione olonico-virtuale Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

3 Modello gerarchico puro o tradizionale - 1910 (struttura funzionale tradizionale)
Direttore generale Progettazione Produzione Marketing Amministrazione DIREZIONI DI FUNZIONI SERVIZI DIPARTIMENTI SEZIONI Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

4 Principi del modello gerarchico puro:
autorità, responsabilità e competenza al vertice dell’organizzazione; funzioni delegate in basso (principio di delega); in caso di difficoltà il problema torna al livello di competenza sufficiente per risolverlo (principio di eccezione); ciascuno deve sapere da chi prendere ordini (unità di direzione). Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

5 Vantaggi del modello gerarchico:
maggiore facilità nell’elaborazione di budget e cost control; miglior controllo tecnico e sul personale; flessibilità nell’utilizzo della forza lavoro; copertura di un elevato spettro di specializzazioni; standardizzazione e comprensione di politiche, procedure e responsabilità; canali di comunicazione ben definiti. Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

6 Modello gerarchico funzionale
Direttore generale Produzione Marketing Amministrazione DIREZIONI DI FUNZIONI COORDINATORE DI PROGETTO SEZIONI Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

7 Principi del modello gerarchico funzionale:
CRITERIO DI COMPETENZA: la competenza non è delegata dal top, ma da esso solo controllata e coordinata. integrazione prodotto/progetto con l’istituzione di un coordinatore di progetto e poi della “task force”. Svantaggi: nessun individuo ha la responsabilità diretta dell’intero progetto non si crea nessuna sinergia orientata al progetto coordinamento problematico comunicazione diretta non attivata risposte lente ai clienti Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

8 Struttura line-staff (funzionale)
Capo divisione A B Project manager DIVISIONI SVINCOLATO DAL CAPO FUNZIONALE DIPARTIMENTI FUNZIONALI Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

9 Funzioni del project manager
mantenere il monitoring delle attività riferendo al capo divisione assegnare compiti a persone del dipartimento funzionale, esercitando il controllo, senza interferenze con il capo funzionale IL PROJECT MANAGER E’ SVINCOLATO DELL’INFLUENZA DEL CAPO FUNZIONALE Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

10 Modello divisionale - 1920 Direzione generale Divisione A Divisione B
Divisione C Direzione di prodotto/ progetto Funzioni Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

11 Caratteristiche del modello divisionale
Introdusse nel sistema industriale due criteri nuovi: la separazione tra attività strategica ed amministrativa; la differenziazione interna dell’impresa sulla base del prodotto/progetto/mercato. Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

12 Vantaggi del modello divisionale Svantaggi del modello divisionale
autorità del project manager sugli elementi del progetto grande livello di comunicazione il project manager diventa unica interfaccia col cliente esterno flessibilità necessaria per il conseguimento del progetto lealtà e partecipazione da parte del personale motivazione dei dirigenti ottima reattività al fattore tempo Svantaggi del modello divisionale duplicazioni di sforzi e inefficiente uso delle risorse umane scarso trasferimento di know-how il coordinamento dei progetti deve essere effettuato a livello elevato mancanza di un forte gruppo funzionale personale in stand-by fino a nuova assegnazione Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

13 Modello a matrice - 1945 FUNZIONI PROGETTI RESPONSABILITA’ PROGETTO
Direttore generale FUNZIONI Produzione Marketing Finanza Altro PROGETTI PM 1 RESPONSABILITA’ PROGETTO PM 1 PM 3 Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

14 Utilità dell’organizzazione matriciale
output aziendale complesso e con breve ciclo di vita progetti a forte dose innovativa e con tempi ristretti necessità di aggiornamento di diversi sofisticati skills professionali rapidi cambiamenti della domanda Vantaggi della struttura a matrice efficace coordinamento del progetto senza rinunciare all’efficienza tipica delle strutture plurifunzionali elevato grado di flessibilità il project manager mantiene il controllo del progetto possibilità di utilizzo del personale tra progetto e funzione Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

15 Svantaggi della struttura a matrice
possibilità di duplicazioni di sforzi complessità delle definizioni delle politiche e procedure all’inizio del progetto al capo funzionale rimane il compito di stabilire le priorità per l’assegnazione delle proprie risorse tra i vari progetti DPM (Direttore dei Project Managers) Nelle aziende di grosse dimensioni e con numerosi progetti si rende necessario istituire la figura del Direttore dei Project Managers avente responsabilità di: coordinamento e supporto dei progetti; integrazione di: Project Management, gruppi funzionali, alta direzione. Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

16 Modello reticolare E’ basato su interazioni ed interscambi tra le varie unità (dotate di specificità ed autonomia) di un sistema di imprese autonome o della grande impresa impegnata a sostenere le sfide della complessità RETE ATTIVA TRA NODI CONTIGUI STRUTTURA UNIFORME Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

17 Modello reticolare Dinanzi alla sfida del mercato globale, la grande impresa, anziché integrarsi orizzontalmente e verticalmente, decide tra “make” e “buy”. Il processo di esternalizzazione riguarda attività ad elevato e basso contenuto tecnologico. Nasce un sistema di piccole e medie aziende collegate a “rete” con la grande impresa. L’organizzazione reticolare avviene attraverso una holding che controlla un successivo livello di strutture autonome quali: un’impresa centrale e “poli operativi” operanti con criteri di mercato; una macro-impresa costituita da una rete di piccole e medie imprese. Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

18 Caratteristiche della rete
Con l’organizzazione a rete integrata si ha il decentramento delle risorse ed il coordinamento dei flussi di produzione, di risorse e d’informazione. Il management tratta le operazioni su scala mondiale come un insieme strategico, integrato ed interdipendente di attività. Motivazioni per creare la rete TECNOLOGICHE FINANZIARIE DI MERCATO ACCESSO RAPIDO A COMPETENZE O PRODOTTI STRATEGICHE Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

19 RETICOLO GLOBALE INTERCONNESSIONE TRA AZIENDE A STRUTTURA RETICOLARE LOCALIZZATE IN NAZIONI DIVERSE CHE UNISCONO LE LORO SPECIALIZZAZIONI PER SERVIRE CLIENTI IN TUTTO IL MONDO Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

20 DINAMICA DEL CAMBIAMENTO TECNOLOGICO
GENESI DEL LEAN MANAGEMENT: I motivi del cambiamento organizzativo DINAMICA DEL CAMBIAMENTO TECNOLOGICO AMPLIAMENTO DELLA COMPETIZIONE E DELLA CONCORRENZA CRESCENTE INTERCONNESSIONE DEI MERCATI ALTERAZIONE DEGLI EQUILIBRI POLITICI E SOCIALI MONDIALI Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

21 LE CONSEGUENZE DEI CAMBIAMENTI NEL COMPORTAMENTO DI CONSUMO
PROCESSO PROGRESSIVO DI FRANTUMAZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO ATTRAVERSO: ESTERNALIZZAZIONE DI ALCUNE ATTIVITA’; SPECIALIZZAZIONE TECNICO-PRODUTTIVA; DECENTRAMENTO PRODUTTIVO PER CONSEGUIRE UNA RIDUZIONE DEI COSTI DI PRODUZIONE. AGGREGAZIONE ORIZZONTALE DI RUOLI E FUNZIONI: R&D, ENGINEERING, MARKETING, SVILUPPO ORGANIZZATIVO. Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

22 LEAN MANAGEMENT Nuovo assetto organizzativo che recupera l’ampliamento e l’aggregazione dei ruoli organizzativi, caratterizzato da uno sviluppo orizzontale FINALIZZAZIONE AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI AZIENDALI ARRICCHIMENTO CULTURALE E PROFESSIONALE DEGLI UOMINI SVILUPPO DI CONDIZIONI FAVOREVOLI ALL’INNOVAZIONE Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

23 SCHEMA DEL LEAN MANAGEMENT
Modello gerarchico Lean Management Unità di competenza Unità di progetto Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

24 ORGANIZZAZIONE OLONICO-VIRTUALE -1995-
INSIEME DI UNITA’ OPERATIVE AUTONOME (PICCOLE AZIENDE O PARTI DI AZIENDA) CHE AGISCONO IN MODO INTEGRATO ED ORGANICO, NELL’AMBITO DI UN SISTEMA A RETE DI TIPO OLONICO PER REALIZZARSI DI VOLTA IN VOLTA COME CATENA DEL VALORE PIU’ ADATTA PER IL BUSINESS. Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

25 ORGANIZZAZIONE OLONICO-VIRTUALE
Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

26 Configurazione dell’impresa olonico-virtuale
Il mercato tenderà ad assumere i contorni di una grande rete alla quale si collegheranno di volta in volta sistemi più o meno complessi di imprese nell’ottica del mercato “collegati e vai” (plug and run market). Questi gruppi di imprese equivalgono, nei comportamenti a imprese singole: sono imprese virtuali. Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità

27 Vantaggi dell’impresa olonico-virtuale:
ripartizione dei costi e dei rischi delle attività connesse alla ricerca e sviluppo; maggiore capacità di accumulazione di conoscenza relativa a: prodotti, tecnologie, mercati; possibilità di utilizzare la conoscenza acquisita per sfruttare opportunità di business locali; miglioramento della rapidità di risposta agli stimoli di mercato; aumento di flessibilità del sistema produttivo; diminuzione dei costi di marketing e approvvigionamento; miglioramento della qualità del prodotto/servizio; aumento della capacità di personalizzazione dei prodotti. Prof. Alessandro Ruggieri - Prof. Enrico Mosconi Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità


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