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Gli alunni delle classi quinte partecipano alla commemorazione.

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Presentazione sul tema: "Gli alunni delle classi quinte partecipano alla commemorazione."— Transcript della presentazione:

1 Gli alunni delle classi quinte partecipano alla commemorazione

2 La storia rappresenta le radici dell’albero che siamo, ciascuno di noi è il risultato del percorso storico compiuto dal nostro paese e dai nostri avi. Oggi è il giorno della liberazione e la festa della libertà. Oggi tutti noi siamo chiamati a ricordare i nostri progenitori che hanno combattuto contro le oppressioni per garantirci la libertà di cui adesso beneficiamo.

3 La data del 25 aprile ricorda la fine della dittatura di Mussolini e la vittoria dei Partigiani antifascisti che organizzarono la Resistenza italiana. I Partigiani erano donne, uomini e bambini, laici e religiosi, ricchi e poveri accomunati dall’amore per la libertà, per la democrazie e per l’Italia. Molti di loro hanno perso la vita perché quella che ebbe inizio fu una vera e propria guerra combattuta sul territorio italiano. Questa guerra viene chiamata “guerra civile”.

4 Durante la Resistenza molti uomini e donne persero la vita, ma prima di morire scrissero una lettera ai loro familiari: Attilio Tempia aveva 22 anni ed era un operaio: “Miei cari genitori e fratello Nino, queste sono forse le ultime mie righe, vi prego solo di farvi coraggio, perché questo è il destino, se devo morire io forse ne salverò molti altri. Caro Nino, a te raccomando il babbo e la mamma: fai il buono e ricordati sempre di tuo fratello. Vi abbraccio e vi bacio tanto. Arrivederci. Attilio.”

5 Fra i partigiani si ricordano i sette fratelli Cervi, agricoltori, la cui storia è stata narrata dallo scrittore Giovanni Arpino, nello stile del racconto popolare: “C’erano una volta sette fratelli, forti come sette alberi, allegri come sette grilli. Lavoravano nei campi e cantavano, mungevano e curavano le api Ma non potevano essere contenti, perché la loro patria era governata da un tiranno che, con le sue bande armate, faceva la pioggia ed il bel tempo. I sette fratelli decisero di dar battaglia e incoraggiarono i contadini a resistere. Finché un giorno la loro casa fu circondata dai soldati del tiranno. I sette fratelli, con il loro padre, per salvare la vita delle donne e dei loro undici bambini si arresero. Li portarono via e, lontano dagli occhi del padre, i sette fratelli caddero sotto le pallottole degli sbirri. Il padre, quando fu libero, lo seppe e pianse, poi guardando gli undici bambini disse “Ricominciamo, dopo un raccolto ne viene un altro” Riprese a lavorare e insegnò ai bambini ciò che una volta aveva insegnato ai sette fratelli.”

6 I Partigiano hanno creduto in un principio fondamentale: lo Stato è dei cittadini. È vero che nessun paese può diventare grande se non è governato dal suo popolo liberamente! Il 25 aprile del 1945 i Partigiani liberarono Milano ( città simbolo perché era la sede del comando partigiano). Quindi è per questo che la data di oggi è considerata importantissima per il nostro paese e la Festa della Liberazione diventa un modo per ringraziare il sacrificio di tante persone che hanno reso Libera l’Italia.

7 Lo scrittore Italo Calvino ha raccontato il momento storico della resistenza attraverso una poesia che invita i ragazzi di oggi a studiare il passato per comprendere la necessità di impegnarsi in un mondo più umano, più giusto, libero e lieto. OLTRE IL PONTE

8 O ragazza dalle guance di pesca o ragazza dalle guance d'aurora io spero che a narrarti riesca la mia vita all'età che tu hai ora. Coprifuoco, la truppa tedesca la città dominava, siam pronti: chi non vuole chinare la testa con noi prenda la strada dei monti. Avevamo vent'anni e oltre il ponte oltre il ponte ch'è in mano nemica vedevam l'altra riva, la vita tutto il bene del mondo oltre il ponte.

9 Tutto il male avevamo di fronte tutto il bene avevamo nel cuore a vent'anni la vita è oltre il ponte oltre il fuoco comincia l'amore. Silenziosa sugli aghi di pino su spinosi ricci di castagna una squadra nel buio mattino discendeva l'oscura montagna. Non è detto che fossimo santi l'eroismo non è sovrumano corri, abbassati, dai corri avanti! ogni passo che fai non è vano.

10 Vedevamo a portata di mano oltre il tronco il cespuglio il canneto l'avvenire di un giorno più umano e più giusto più libero e lieto. Ormai tutti han famiglia hanno figli che non sanno la storia di ieri io son solo e passeggio fra i tigli con te cara che allora non c'eri. E vorrei che quei nostri pensieri quelle nostre speranze di allora rivivessero in quel che tu speri o ragazza color dell'aurora. Avevamo vent'anni...

11 Vivere in una Repubblica democratica non solo significa partecipare direttamente o indirettamente alla vita politica del paese, ma significa, soprattutto, essere liberi di esprimere le proprie opinioni. Gli adulti sono abituati a commentare positivamente o negativamente l’operato dei politici, anche noi vediamo in televisione i politici che si confrontano, che parlano di se stessi e degli “avversari”. Ma questa libertà di espressione è il risultato di un percorso storico vissuto dagli italiani anche con dolore e fatica. Concludiamo questo breve percorso con i canto che caratterizza la nostra nazione: l’Inno di Mameli.


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