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PubblicatoMauro Marchese Modificato 8 anni fa
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TAVOLO DI COORDINAMENTO TRA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI E LE CITTA’ RISERVATARIE AI SENSI DELLA LEGGE 285/97 INCONTRO TECNICO ROMA, 30 OTTOBRE 2014
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Quello che tutti dobbiamo fare…. per un salto di qualità del progetto
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A SCUOLA è necessario: presentare il progetto RSC ai genitori RSC possibilmente con un incontro ad hoc nei luoghi di vita delle famiglie (campi o visita domiciliare) attuare una formazione al cooperative learning all’inizio del ciclo scolastico nel periodo da ottobre a dicembre. Nel periodo da gennaio a maggio va promossa una formazione/monitoraggio in itinere a supporto degli insegnanti e del lavoro svolto in classe. condividere la formazione al cooperative learning all’intero consiglio dei docenti delle scuole che partecipano al progetto applicare il cooperative learning ad almeno una materia didattica nel corrente anno scolastico.
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I Laboratori: vanno scelti da insegnanti ed operatori e condivisi con l’equipe multidisciplinare a seconda della classe coinvolta e degli obiettivi che si vogliono raggiungere. vanno integrati al percorso didattico di ogni ciclo e attuati nell’intero anno scolastico e non in un periodo circoscritto e breve. vanno utilizzati quale strumento di supporto al consolidamento delle relazioni scuola-famiglia e fra famiglie (RSC e non RSC) e vanno conclusi con una festa, un rito, un evento di presentazione ai genitori di tutti i bambini del percorso fatto.
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Governance locale E’ necessario: Esplicitare fin dall’inizio del progetto, una più chiara definizione dei ruoli e funzioni degli attuatori del progetto e dei partecipanti ai tavoli locali e alle equipe multidisciplinari. Si ritiene necessaria la presenza al tavolo delle aziende sanitarie locali e delle Associazioni RSC e il consolidamento dell’istituzione scolastica quale attore implicato in primis nel processo di cambiamento. Promuovere almeno 4 incontri del Tavolo territoriale nel periodo ottobre-maggio. Promuovere il consolidamento dell’equipe multidisciplinare prevedendo la presenza di un operatore sanitario e di un pediatra.
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Effettuare riunioni dell’equipe multidisciplinare con cadenza almeno mensile (meglio se ogni tre settimane) Cercare di valorizzare l'apporto delle famiglie RSC in momenti di co-progettazione, valutazione e verifica all’interno delle équipe multidisciplinari.
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Sul lavoro con le famiglie e sull’attività campo/luogo abitativo si raccomanda di: Continuare a rafforzare le relazioni scuola-famiglia prevedendo almeno due incontri con genitori, insegnanti e operatori ai campi o nel luogo abituale di residenza di presentazione/monitoraggio del progetto e discussione di eventuali problemi sviluppatesi in itinere (scuola al campo). Valorizzare l'apporto delle famiglie RSC nell'ambito della co-progettazione delle attività specifiche al fine di trasformare il ruolo delle famiglie target da soggetti beneficiari a soggetti protagonisti del processo, capaci di fornire indicazioni, suggerire strategie ed orientare le azioni specifiche.
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Assicurare un pediatra ad ogni bambino coinvolto nel progetto nell’arco di 4 mesi. Puntare sulla valorizzazione del ruolo femminile quale strumento che favorisce la tutela alla salute dei bambini organizzando con le mamme almeno un incontro sul tema della salute in collaborazione con la pediatria di comunità/pediatria di base
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Individuare nel contesto e supportare reti affinché si possano utilizzare locali e luoghi idonei a svolgere attività ricreative, relazionali e supporto scolastico a bambini RSC e non RSC coinvolti nel progetto anche al fine di valorizzare il processo di interazione e integrazione con il territorio da parte dei bambini RSC e delle loro famiglie.
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Operare affinché i referenti del tavolo si attivino per migliorare le condizioni di vita degradanti in cui vivono le famiglie dei bambini coinvolti nel progetto. Non ci devono più essere situazioni in cui i bambini non possono raggiungere la scuola o per mancanza dei mezzi di supporto o per condizioni di inaccessibilità dei luoghi di vita. In particolare per ciò che attiene ai campi – autorizzati e non – dove risiedono i minori RSC, viene richiesta ai tavoli di coordinamento un puntuale analisi dei bisogni del contesto nella fase di avvio delle progettualità che permetta la definizione di obiettivi specifici da realizzare nel breve o nel lungo periodo
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Operare per assicurare ad ogni bambino i documenti di residenza e di cittadinanza quando possibile. Promuovere l'elaborazione e la diffusione di materiale informativo sui servizi socio-sanitari del territorio.
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