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INDICAZIONI ALLA DIAGNOSI PRENATALE. INDICAZIONI ALLA DIAGNOSI PRENATALE CITOGENETICHE madri di età avanzata: superiore a 35 anni coppie con precedenti.

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Presentazione sul tema: "INDICAZIONI ALLA DIAGNOSI PRENATALE. INDICAZIONI ALLA DIAGNOSI PRENATALE CITOGENETICHE madri di età avanzata: superiore a 35 anni coppie con precedenti."— Transcript della presentazione:

1 INDICAZIONI ALLA DIAGNOSI PRENATALE

2 INDICAZIONI ALLA DIAGNOSI PRENATALE CITOGENETICHE madri di età avanzata: superiore a 35 anni coppie con precedenti figli affetti da patologia cromosomica genitori con anomalie cromosomiche bilanciate riscontro ecografico di malformazioni fetali, ritardo dello sviluppo fetale, anomalie del la alterazione di alcuni parametri biochimici genitori portatori di aneuploidie non associate ad infertilità alcune malattie mendeliane gravidanze ottenute con fecondazione artificiale

3 INDICAZIONI ALLA DIAGNOSI PRENATALE BIOCHIMICHE E BIOMOLECOLARI malattie mendeliane, X-linked, mitocondriali per le quali è stato identificato il difetto metabolico malattie mendeliane, X-linked, mitocondriali per le quali è stato identificato il difetto genico

4 INDICAZIONI ALLA DIAGNOSI PRENATALE IMMUNOLOGICHE malattie infettive a trasmissione verticale contratte o riacutizzatesi durante la gravidanza Le più frequenti sono le malattie infettive del gruppo TORCH

5 ETA’ MATERNA AVANZATA età materna frequenza delle frequenza (anni) anomalie cromosomiche trisomia 21 di numero di numero 15 1 / 454 1 / 1.578 15 1 / 454 1 / 1.578 20 1 / 526 1 / 1.528 20 1 / 526 1 / 1.528 25 1 / 476 1 / 1.351 25 1 / 476 1 / 1.351 30 1 / 384 1 / 1.909 30 1 / 384 1 / 1.909 35 1 / 178 1 / 384 35 1 / 178 1 / 384 40 1 / 63 1 / 112 40 1 / 63 1 / 112 45 1 / 19 1 / 28 45 1 / 19 1 / 28

6 GENITORI CON PRECEDENTI FIGLI AFFETTI DA PATOLOGIA CROMOSOMICA E’ stato messo in evidenza che genitori di età inferiore a 35 anni che abbiano già avuto un figlio affetto da trisomia 21 o altra aneuploidia hanno un rischio di ricorrenza di anomalia numerica maggiore rispetto a coppie di pari età con anamnesi familiare negativa. Le ipotesi patogenetiche più probabili possono essere: presenza di un mosaicismo parentale predisposizione genetica alla non-disgiunzione fattori esogeni non facilmente individuabili

7 GENITORI CON PRECEDENTE FIGLIO AFFETTO DA PATOLOGIA CROMOSOMICA Rischio di ricorrenza di aneuploidie: precedente figlio diagnosi prenatale anomalie fetali trisomia 21 2.353 35(1,49%) trisomia 18 171 2 trisomia 13 99 0 45,XO 56 0 XXX, XXY, XYY 35 1 traslocazioni “de novo” 58 0 mosaici 24 1 triploidi 10 1

8 GENITORE PORTATORE DI RIARRANGIAMENTO STRUTTURALE Circa un individuo su 200 è portatore di un riarrangiamento strutturale bilanciato e quindi è a rischio, ad ogni concepimento, di generare prole con una anomalia cromosomica sbilanciata. Anche se questa indicazione alla diagnosi prenatale rappresenta solo il 5% delle coppie, il rischio di avere un figlio affetto è superiore a quello che si ha per l’indicazione di età materna avanzata Molti sono i fattori che condizionano la segregazione dei cromosomi coinvolti: sesso del genitore portatore del riarrangiamento, tipo del riarrangiamento, cromosomi implicati, punti di rottura, la configurazione spaziale dei cromosomi coinvolti durante l’accoppiamento meiotico (pachitene), la motivazione per cui si è giunti all’accertamento della anomalia

9 GENITORI PORTATORI DI UN RIARRANGIAMENTO STRUTTURALE In generale si può affermare che la percentuale dei neonati affetti è inferiore a quella teorica in quanto entrano in gioco meccanismi di selezione naturale quali la selezione degli spermatozoi e l’aborto spontaneo degli embrioni con cariotipo sbilanciato SEGREGAZIONE DI RIARRANGIAMENTI STRUTTURALI n. dei casi feto normale feto bilanc. feto sbilanc. n. dei casi feto normale feto bilanc. feto sbilanc. traslocaz. robert. 245 87 (35,5%) 145 (59,2%) 13 (5,3%) traslocaz. recip. 259 98 (37,9%) 127 (49%) 34 (13,1%) inversioni 33 13 (39,4%) 17 (51,5%) 3 (9,1%)

10 ALTERAZIONE DI ALCUNI PARAMETRI BIOCHIMICI NEL LIQUIDO AMNIOTICO Dosaggio dell’alfa-fetoproteina Essendo una proteina di origine fetale, si trova nel LA in tutte le situazioni in cui esiste una lesione cutanea. Il dosaggio dell’alfa-fetoproteina è stata utilizzata per la prima volta per la diagnosi di difetti del tubo neurale e successivamente anche per altre situazioni gastroschisi, estrofia vescicale, LPS, agenesia della cute etc. Inoltre un aumento di questa proteina si può riscontrare anche in gravidanze gemellari, s. di Turner, in presenza di morte intrauterina del feto, nella nefrosi congenita

11 SCREENINGS SU SIERO MATERNO Se il valore ottenuto supera un determinato cut-off in genere corrispondente al rischio per una donna di 35 anni, viene offerta la possibilità di eseguire il cariotipo fetale. Generalmente il tri-test viene effettuato da donne di età inferiore a 35 anni e permette di identificare il 70% delle gravidanze con feto affetto con una percentuale di falsi positivi del 6-8% Oggi è stato messo a punto anche il BI-TEST che si basa sul dosaggio della beta-gonadotropina corionica libera (FhCG) e della Pregnancy Associated Plasm Protein (PAPP-A). Questo dosaggio, combinato alla presenza di markers ecografici, permette di raggiungere una efficacia di circa l’80%.

12 SCREENING PRENATALE Il siero materno è sottoposto a screening per tre componenti: 1.Alfa-fetoproteina (AFP) 2.Estriolo non coniugato (uE3) 3.Gonadotropina corionica umana (hCG) L’AFP è prodotta nel sacco vitellino e nel fegato fetale ed una parte di questa sostanza si trova anche nel sangue materno. In tutte le lesioni di continuo della cute quali spina bifida aperta, gastroschisi, estrofia vescicale LPS etc. una maggiore quantità può essere rilevata nel sangue materno. Questa indagine è pertanto utilizzata per verificare queste condizioni che potranno poi essere confermate anche con l’ausilio della indagine ecografica.

13 In presenza di un feto con S. di Down, l’AFP è ridotta nel sangue materno, presumibilmente perché sia il sacco vitellino che il feto sono più piccoli. L’ESTRIOLO è un ormone prodotto dalla placenta che utilizza precursori derivati dal fegato e dalla surrenale. L’estriolo è ridotto in presenza di un feto con S. di Down La GONADOTROPINA CORIONICA UMANA è prodotta dalla placenta ed il suo dosaggio è utile a confermare una gravidanza in atto. Una subunità di questo ormone, detta BETA aumenta in presenza di un feto con s. di Down. L’elaborazione dei valori di questi parametri e le conclusioni debbono tenere conto però dell’età gestazionale che va definita mediante esame ecografico.

14 PRINCIPALI TECNICHE DI DIAGNOSI PRENATALE TECNICHE STRUMENTALI: ECOGRAFIAECOGRAFIA ECOCARDIOGRAFIA FETALEECOCARDIOGRAFIA FETALE FLUSSIMETRIA DOPPLERFLUSSIMETRIA DOPPLER TECNICHE DI PRELIEVO DI TESSUTI FETALI: PRELIEVO DEI VILLI CORIALIPRELIEVO DEI VILLI CORIALI AMNIOCENTESIAMNIOCENTESI FUNICOLOCENTESIFUNICOLOCENTESI FETOSCOPIAFETOSCOPIA

15 PRINCIPALI TECNICHE DI DIAGNOSI PRENATALE TECNICHE DI LABORATORIOTECNICHE DI LABORATORIO ANALISI CITOGENETICAANALISI CITOGENETICA ANALISI BIOCHIMICHEANALISI BIOCHIMICHE ANALISI BIOMOLECOLARIANALISI BIOMOLECOLARI


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