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Il futurismo
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Il futurismo caratteri generali
Parte I
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Cominciamo leggendo ad a voce, velocemente, un breve testo poetico (per adesso non è necessario conoscere il nome dell’ autore) ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare spazio con un accordo tam-tuuumb ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarlo all´infinito nel centro di quei tam-tuuumb spiaccicati (ampiezza 50 chilometri quadrati) balzare scoppi tagli pugni batterie tiro rapido violenza ferocia regolarità che gioia vedere udire fiutare tutto tutto taratatatata delle mitragliatrici strillare a perdifiato sotto morsi shiafffffi traak-traak frustate pic-pac-pum-tumb bizzzzarrie Ricapitoliamo: Il testo che abbiamo letto descrive una scena di guerra, con cannoni che sparano ogni cinque secondi e raffiche di mitragliatrice. Tutto ciò non provoca alcun timore nell’animo del poeta che anzi avverte una gioia profonda Non ci sono segni di interpunzione I verbi sono tutti all’infinito Nel testo compaiono numerose onomatopee Il testo che abbiamo letto è il brano di un’opera futurista, sulla quale torneremo tra un po’. Ma già è risultato evidente che i futuristi non rispettano le regole letterarie tradizionali e che sembrano apprezzare la guerra Ed ora ragioniamo assieme Che cosa sta descrivendo l’autore? In che cosa questa poesia differisce da quelle a cui sei abituato? Rileggi il quarto rigo del testo: ti sembra che l’autore abbia paura o sia contento di trovarsi dove si trova? Osserva i verbi: sono tutti… Quanti segni di interpunzione ci sono? Quante onomatopee ci sono?
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Carmelo Bene legge il Manifesto Futurista
Il Futurismo è stato un movimento artistico e letterario italiano del XX secolo. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione, dalla pittura alla scultura, alla letteratura (poesia e teatro), la musica, l'architettura, la danza, la fotografia, il cinema e persino la gastronomia. La denominazione ufficiale del movimento si deve al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti. Nel Manifesto del Futurismo (1909), pubblicato sul quotidiano francese Le Figaro il 20 febbraio 1909, Marinetti espone i principi-base del movimento. Poco tempo dopo a Milano nel febbraio 1910 i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo, firmano il Manifesto dei pittori futuristi e nell'aprile dello stesso anno il Manifesto tecnico della letteratura futurista. Nei manifesti si esalta la tecnica e si dichiara una fiducia illimitata nel progresso, si decreta la fine delle vecchie ideologie (bollate con l'etichetta di "passatismo", tra cui figura anche il Parsifal di Wagner, che a partire dal 1914 comincia ed essere rappresentato nei teatri d'Europa). Si esaltano inoltre il dinamismo, la velocità, l'industria e la guerra che viene intesa come "igiene dei popoli". Carmelo Bene legge il Manifesto Futurista La poesia I poeti futuristi si riuniranno attorno alla rivista “Poesia” fondata da Marinetti qualche anno prima. Nei componimenti l'esaltazione del futuro e delle sensazioni forti associate alla velocità e alla guerra appaiono come unico modo per avere una speranza nel presente. Gli esponenti più noti, oltre al Marinetti, sono Aldo Palazzeschi e Corrado Govoni. Dalla viva voce di Marinetti, la definizione di futurismo…. Marinetti
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Qualche notizia su Zang tumb tumb
Torniamo adesso al brano che abbiamo letto all’inizio. ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare spazio con un accordo tam-tuuumb ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarlo all´infinito nel centro di quei tam-tuuumb spiaccicati (ampiezza 50 chilometri quadrati) balzare scoppi tagli pugni batterie tiro rapido violenza ferocia regolarità che gioia vedere udire fiutare tutto tutto taratatatata delle mitragliatrici strillare a perdifiato sotto morsi shiafffffi traak-traak frustate pic-pac-pum-tumb bizzzzarrie Marinetti recita “La battaglia di Adrianopoli” la, Il testo del brano recitato da Marinetti È l’ inizio di un brano intitolato “La battaglia di Adrianopoli”, tratto dal poema di Marinetti Zang tumb tumb.
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Esempi di poesie futuriste
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Sintesi futurista della guerra
Analisi di una “Tavola parolibera” Sintesi futurista della guerra Parte II
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Per la trascrizione e il commento del sottotitolo, clicca qui
Questa “tavola parolibera”, che applica la poetica del paroliberismo, uscì alla vigilia della I guerra mondiale, firmata da Filippo Tommaso Marinetti ed altri. La tavola è un esempio di “poesia grafica”, in cui il testo collabora con elementi grafici di vario tipo (linee, parentesi ecc) e diventa esso stesso un elemento grafico Nel sottotitolo si richiama esplicitamente il Manifesto di Marinetti del 1909, dove si diceva che la guerra era “la sola igiene del mondo”. Per la trascrizione e il commento del sottotitolo, clicca qui
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Uso delle linee: la linea spezzata crea un angolo acuto che penetra in un arco di circonferenza. Significato simbolico: Il cuneo rappresenta l’Italia e i sette popoli alleati con essa nella prima guerra mondiale. L’arco di cerchio rappresenta invece i nemici tedeschi accusati di “passatismo”. L’Austria, la Germania e la Turchia vengono denigrate in tutti modi. La Turchia viene paragonata allo 0. L’Italia e gli altri sette “popoli poeti” vengono invece esaltati Gli autori e la data del manifesto (20settembre 1914)
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Dettaglio in cui si esalta il genio creatore degli stati “futuristi” contro la cultura tedesca e il suo rigido “ordine numismatico”.
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Tutte le forze e tutte le debolezze del genio, sarebbero i contrassegni futuristi dell’ Italia.
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Il palombaro di Corrado Govoni
Analisi di una “poesia visiva (parole + disegni) Il palombaro di Corrado Govoni Parte III
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Il palombaro fa parte della raccolta Rarefazioni e parole in libertà che esce a Milano nel 1915 per le edizioni di "Poesia", in essa sono raccolte 4 poesie visive (e alcune tavole parolibere), tecnica che costituisce uno dei cardini della poetica futurista. La raccolta è dedicata a Marinetti. La poesia visiva, che coinvolge lettura e vista, è finalizzata a trasmettere i contenuti tramite la cooperazione tra parole e disegni, che sono tra loro complementari. Il palombaro cordone ombelicale lenza esca burattino per il teatro muto dei pesci acrobata profondo spauracchio becchino mascherato che ruba cadaveri d’annegati uomo pneumatico assassino ermetico accetta boia sottomarino attinia ceppo insanguinato dove lasciarono i capelli serpini le sirene decapitate innaffiatoio Incudine oloturia sacco verminoso di cenciaiolo ostriche cofani di sputi e di pesce primavera metallizzata dei coralli medusa ombrello di mendicante giostra fosforescente di cavallucci marini cavallino indomabile stelle carnivore alghe vermi verdi Corrado Govoni nacque nel 1884, in provincia di Ferrara, morì ad Anzio il 20 ottobre Per alcuni anni aderì al futurismo fondato da Filippo Tommaso Marinetti. Di Govoni analizzeremo una poesia visiva intitolata “Il palombaro”.
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Prima di tutto, chiariamo bene il significato letterale di alcuni termini
Spauracchio: spaventapasseri. Per estensione, persona, cosa, situazione che incute timore e spavento: le interrogazioni di storia sono uno spauracchio per tutta la classe. cenciaiuolo
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ESERCITO ORCHESTRA DI PAZZI
“Il Palombaro” si basa sull’analogia, ed è una sorta di applicazione di quanto sul tema Marinetti aveva sostenuto nel Manifesto tecnico della letteratura futurista. L’analogia si distingue quindi dalla metafora e dalla similitudine. Similitudine: L’esercito è come un’orchestra di pazzi. Metafora: L’esercito è un’orchestra di pazzi. Analogia futurista: Esercito orchestra di pazzi L’analogia futurista si può definire come il raddoppiamento di un termine tramite l’accostamento di un altro termine con cui ha un rapporto di somiglianza. Esempi forniti da Marinetti: FOLLA RISACCA PORTA RUBINETTO ESERCITO ORCHESTRA DI PAZZI
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1) Disegno + didascalia analogia
Ne “Il palombaro” il rapporto fra testo e disegno si struttura secondo due modalità distinte: 1) Disegno + didascalia analogia Uno dei primi due elementi è superfluo: basterebbe solo la parola o solo il disegno per innescare il flusso delle analogie. Il rapporto tra testo e parola in questo caso non è profondo, al punto che potrebbe anche non esserci: trattandosi di un testo poetico, la didascalia rende il disegno un “di più”, un elemento decorativo senza una “giustificazione” poetica reale.
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(senza la mediazione di una didascalia)
2) Disegno analogia (senza la mediazione di una didascalia) Tra disegno e parola si stabilisce un legame profondo: il disegno è il motore delle analogie (cordone ombelicale/lenza/esca). Il disegno non è insomma un “di più” ma un elemento perfettamente fuso con le parole.
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La grafia è volutamente infantile
Il gioco delle analogie presenta dapprima il palombaro come un essere innocuo, una sorta di saltimbanco sceso nelle profondità marine per divertire i pesci. Ma subito il poeta evoca per analogia uno spauracchio, un becchino, un assassino, un boia. L’innocuo “acrobata” subisce una radicale trasformazione e diventa un personaggio enigmatico, inquietante. Ed inquietante diventa anche l’attinia che, per analogia, richiama un ceppo insanguinato su cui le sirene sono state decapitate, lasciandovi come “appiccicati” i loro capelli. La grafia è volutamente infantile Le linee ondulate dello scafandro, delle alghe e dei filamenti “serpini” dell’attinia conferiscono alla scena un aspetto fluttuante e “sottomarino”.
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Un “acrobata profondo”
Perché il palombaro/acrobata è profondo”? L’ interpretazione più ovvia è la seguente: è profondo perché si trova nelle profondità marine. Ma questa spiegazione non rispetta la grammatica del verso, nel quale l’aggettivo “profondo” è riferito all’acrobata e non al mare. La profondità del palombaro è interiore: sembra un acrobata venuto a divertire i pesci ma le sue intenzioni sono altre, oscure, forse terribili. Semplifichiamo: Il palombaro che per analogia diventa un “acrobata profondo” rappresenta la poesia futurista (e lo stesso Govoni) che – fingendo di scherzare e di dedicarsi a giochi infantili – annienta tutte le regole poetiche del passato Per comprendere in che senso l’acrobata è “profondo”, in che senso è “oscuro e terribile”, bisogna considerare il suo valore metaforico: egli rappresenta la poesia futurista che ad un primo sguardo sembra uno scherzo infantile ma finisce con l’annientare tutte le regole della tradizione letteraria. Il futurismo è “terribile” se lo si guarda con gli occhi della poesia tradizionale, “profondo” se lo si guarda con gli occhi dei futuristi,
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Un “assassino ermetico”
Gli aspetti formali Un “assassino ermetico” Nel “Palombaro” sono ravvisabili vari elementi formali tipici del futurismo: il paroliberismo (parole disposte in modo disordinato - o apparentemente disordinato - sul foglio); l’analogia, sviluppata secondo le indicazioni di Marinetti (raddoppiamento della parola); l’assenza di punteggiatura. Ermetico significa impenetrabile. Il palombaro/assassino è ermetico tanto in senso letterale che metaforico . Senso letterale: è ermetico perché la sua tuta lo chiude ermeticamente. Senso metaforico: è ermetico perché le sue intenzioni sono impenetrabili.
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