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PubblicatoCostantino Santini Modificato 8 anni fa
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Graecia capta La conquista dell’Oriente
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Roma verso l’oriente mediterraneo Nel 200 a.C. non si era ancora spenta l’eco del trionfo di Scipione sui cartaginesi che Roma entrò di nuovo in guerra contro Filippo V di Macedonia Il casus belli fu la minaccia a due alleati di Roma in Asia Minore: Pergamo e Atene Nel 197 Roma potè dichiarare la guerra conclusa a suo favore
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Le conseguenze della guerra Roma impose un ridimensionamento della potenza macedone in Grecia Presentandosi come i liberatori del mondo ellenico dal giogo macedone, i romani poterono promuovere la formazione di governi amici (limitandosi, per il momento, ad una presenza indiretta) Della sconfitta di Filippo e della scelta di disimpegno dei romani approfittò Antioco III, re di Siria. Egli venne però sconfitto, nonostante avesse raccolto attorno a sè il malcontento di molte poleis (battaglia di Magnesia, 189 a.C.)
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Antioco fu costretto a ritirarsi dalla Grecia e dall’Asia minore e gli venne anche intimata la consegna di Annibale, che aveva trovato accoglienza presso la sua corte I possedimenti siriani in Asia minore furono di fatto assegnati al regno di Pergamo: ancora una volta Roma adottò una forma di controllo indiretto più che una militarizzazione Negli anni successivi, comunque, la situazione rimase calda: il figlio di Filippo V di Macedonia (morto nel 179 a.C.), Perseo, provò a mettersi a capo di tutte le forze greche che non accettavano Roma
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Nel 171 a.C. scoppiò così una nuova guerra, che si concluse a Pidna nel 168 a.C., dove l’esercito romano del console Lucio Emilio Paolo inflisse il colpo di grazia a Perseo. Fu l’atto finale della dinastia macedone Le ricchissime miniere d’oro della zona passarono nelle mani di Roma, mentre il territorio venne smembrato in 4 repubbliche fedeli a Roma Tutti coloro che avevano sostenuto Perseo furono massacrati o deportati a Roma come schiavi
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Roma di fronte alla cultura greca La cultura greca era infinitamente più raffinata di quella romana: in Grecia la filosofia era già attiva quando a Roma non esisteva nemmeno la scrittura La letteratura latina nacque nel 240 a.C. grazie a uno schiavo greco che importò la commedia e tradusse in latino l’Odissea
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Con questa cultura i romani erano a contatto da sempre: basti pensare che persino l’alfabeto latino altro non era se non l’adattamento di quello in uso in alcune colonie della Magna Grecia Dopo la conquista di Taranto e l’occupazione della Sicilia, arrivarono a Roma anche numerose opere d’arte greche Con la conquista della Macedonia e l’ingresso diretto negli affari del mondo greco, quel processo, già in corso da secoli, subì un’improvvisa accelerazione.
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31/03/12 Ora il contatto tra le due civiltà diventava molto più ravvicinato ed i romani potevano attingere alla fonte stessa di quella cultura di cui, sino ad allora, nell’Italia meridionale ed in Sicilia, avevano conosciuto solo il riflesso. Ad esempio, la fornitissima biblioteca dei monarchi macedoni, ricca di tutte le opere del pensiero greco, venne trasferita a Roma dopo il trionfo su Perseo: ciò facilitò e velocizzò l’incontro tra le due culture
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Filellenici contro difensori della tradizione Il contatto con il mondo greco affascinava molti esponenti della classe dirigente romana, tra cui Scipione Emiliano, figlio del vincitore di Pidna La famiglia degli Scipioni fu tra le più attive a sostenere l’acquisizione della cultura greca per svecchiare quella romana e impadronirsi di un’eredità prestigiosa
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Al tempo stesso, però, il filellenismo degli Scipioni e dei loro amici suscitava forti preoccupazioni in altri esponenti dell’oligarchia. Tra i tradizionalisti spiccava la figura di Marco Porcio Catone, detto il Censore: le paure di questo gruppo si incentravano particolarmente su filosofia e retorica La filosofia metteva infatti in crisi le certezze indispensabili per la cultura romana (soprattutto quelle religiose) e la retorica insegnava a manipolare il linguaggio e a indirizzare le convinzioni altrui nella direzione voluta
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Il terribile anno 146 a.C. Verso la metà del II secolo a.C. la politica estera di Roma subì una svolta in senso repressivo contro chiunque non accettasse la sua egemonia Anzitutto si decise di risolvere il problema con Cartagine: con un pretesto, nel 149 la città venne attaccata e posta sotto assedio Dopo una resistenza di 3 anni la città venne conquistata e rasa al suolo
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Contemporaneamente, veniva nuovamente al pettine il nodo irrisolto della Macedonia. Un tentativo di ribellione dei macedoni, scoppiato nel 149 a.C., si concluse con una nuova sconfitta, ancora a Pidna, nel 146 a.C. Il sistema delle repubbliche alleate di Roma, creato vent’anni prima, venne smantellato e anche la Macedonia fu ridotta a provincia. Anche nella Grecia vera e propria, l’ostilità verso Roma, diffusasi piuttosto rapidamente, fu stroncata con la forza (tristemente celebre fu la distruzione di Corinto nel 146 a.C.). Altro momento significativo fu la sottomissione della Spagna (vittoria sui celtiberi a Numanzia nel 133 a.C.)
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