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Giorgia Giovannetti1 Lezione 4 Prof. Giorgia Giovannetti Facoltà di Ingegneria Economia Applicata 2015.

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1 Giorgia Giovannetti1 Lezione 4 Prof. Giorgia Giovannetti giorgia.giovannetti@unifi.it Facoltà di Ingegneria Economia Applicata 2015

2 Riassunto: Elasticità L’elasticità della domanda al prezzo misura la reattività della domanda al prezzo L’elasticità è il prodotto di due componenti a)la derivata della funzione di domanda, (negativa salvo in casi particolari- cosiddetti beni di Giffen) b)il rapporto fra prezzo e quantità (positivo) per variazioni infinitesime è sempre negativa e generalmente si considera solo il valore assoluto

3 Riassunto: Elasticità Funzione di domanda rigida o poco elastica La quantità domandata reagisce poco al prezzo Funzione di domanda con elasticità unitaria La quantità domandata reagisce proporzionalmente al prezzo Funzione di domanda elastica o con elasticita elevata La quantità domandata è molto reattiva al prezzo

4 Elasticità domande lineari Per la maggior parte delle funzioni di domanda l’elasticità è puntuale ovvero varia lungo la curva p Q D parte inelastica: η < 1 Domande Lineari Q= 0  η →  P = 0  η = 0 Elasticità pari a uno parte elastica: η > 1

5 Elasticità domande lineari Domande Lineari η=-1 nel punto mediano della retta p Q D a/b a/2b a a/2 Se sostituiamo i valori di p e Q nel punto mediano della retta

6 Eccezioni: funzioni di domanda ad elasticità costante Domanda “perfettamente inelastica” η = 0; Bene necessario Domanda “perfettamente elastica” η = ∞ ; Esistono sostituti prefetti p q D p q D

7 Eccezioni: funzioni di domanda ad elasticità costante Iperbole equilatera Equazione funzione di domanda Spesa totale costante

8 Alcuni valori delle elasticità specifiche Beni Elasticità al prezzo Domanda Inelastica Cibo e bevande0.4 Benzina 0.5 Lotto e altri giochi0.7 Sigarette0.3 Spese mediche0.8 Domanda elastica Abitazioni 1.2 Ristorante 2.3 Biglietti aerei 2.4 Imbarraczioni da diporto2.4 Elasticità della domanda al prezzo < 1 Elasticità della domanda al prezzo > 1 price quantity D price quantity D

9 9 Misura dell’elasticità incrociata della domanda è data dal rapporto tra variazione percentuale della quantità domandata del bene 1 e variazione percentuale del prezzo del bene 2

10 10 Determinanti dell’elasticità incrociata della domanda Grado di sostituibilità e complementarità tra i due beni  1,2 < 0 → beni complementari  1,2 > 0 → beni sostituti

11 Riassunto: La curva di Offerta La curva di O: S=f(P), inclinazione positiva. la tecnologia (modi di produzione conosciuti e realizzabili), i prezzi dei fattori produttivi (K, L, T, E), le aspettative sui P futuri, le imposte/ sovvenzioni influenzano la posizione della curva di offerta (se cambiano la spostano nel piano) Quantità Prezzo S

12 Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo E O (p) misura il rapporto tra la variazione percentuale della quantità offerta e la variazione percentuale del prezzo

13 Valori di E O (p) Perfettamente elastica E O (p) =  Elastica E O (p) > 1 Elasticità unitaria E O (p) = 1

14 Valori di E o (p) Anelastica E O (p) < 1 Perfettamente anelastica E O (p) = 0

15 Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo: Offerta perfettamente anelastica 5 4 Offerta 1000 Quantità 1. Un aumento del prezzo... 2. …lascia inalterata la quantità offerta. Prezzo

16 Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo: Offerta anelastica Quantità 2. …provoca un aumento di circa il 10% della quantità offerta. 5 4 110 100 Prezzo 1. Un aumento del 22% del prezzo...

17 Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo: Offerta con elasticità unitaria Quantità 125 5 4 100 2. …provoca un aumento del 22% della quantità offerta. Prezzo 1. Un aumento del 22% del prezzo...

18 Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo: Offerta elastica Quantità 5 4 2. …provoca un aumento di circa il 67% della quantità offerta. 100200 Prezzo 1. Un aumento del 22% del prezzo...

19 Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo: Offerta perfettamente elastica Quantità 5 4 100 2. A 4 euro i sono disponibili a vendere qualunque quantità. 1. Per qualsiasi prezzo superiore a 4 euro la quantità offerta è infinita. 3. Per qualsiasi prezzo inferiore a 4 euro, la quantità offerta è nulla. Prezzo produttori

20 Quando è elevata E O (p)? Quando i produttori hanno flessibilità nell’uso delle risorse Es:  I terreni fabbricabili “fronte mare” (beni non producibili) hanno un’ offerta necessariamente anelastica  Libri, automobili, televisori (beni producibili) hanno un’offerta elastica Su lunghi periodi di tempo

21 Calcolare E D (p) Metodo del punto medio E D (p) è calcolata come rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata e il punto medio: E D (p) = - In questo modo l’elasticità tra due punti è la medesima se si va dal primo al secondo o dal secondo al primo (nel caso precedente l’elasticità in caso di diminuzione del prezzo da 5 a 4 risulterebbe –(+100%)/(-20%) = 5!)

22 Calcolare E D (p)- punto medio La domanda ha elasticità unitaria 6 4 Domanda Quantità1200 Prezzo 80 A B

23 Elasticità e ricavo totale 4 Domanda Quantità P 0 Prezzo P X Q = 400 (ricavo totale) 100 Q

24 Elasticità e ricavo totale Se la domanda é elastica,  prezzo   (diminuzione più che proporzionale) della quantità domandata Di conseguenza,  ricavo totale Se la domanda é anelastica,  prezzo   (diminuzione meno che proporzionale) della quantità domandata Di conseguenza,  ricavo totale

25 Elasticità e ricavo totale Esempio: domanda anelastica 3 Quantità0 Prezzo 80 Ricavo = 240 Domanda 1 Quantità0 Ricavo = 100 100 Prezzo

26 Elasticità della domanda rispetto al reddito Elasticità della domanda rispetto al reddito E D (R) misura come varia la quantità domandata al variare del reddito del consumatore E’ calcolata come il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del reddito

27 Elasticità al reddito L’elasticità della domanda al reddito misura la reattività della domanda al reddito per variazioni infinitesime

28 Elasticità al reddito L’elasticità della domanda al reddito misura la reattività della domanda al reddito La quantità domandata varia in direzione opposta al reddito Beni Inferiori La quantità domandata varia nella stessa direzione del reddito Beni Normale La quantità domandata reagisce più che proporzionalmente al reddito Beni di Lusso

29 Quando è bassa E D (R)? Quando il bene è di prima necessità  Abiti, cibo, carburante, medicine  ma anche sigarette x fumatore incallito [In effetti, si dice che un bene è “di prima necessità” SE la sua elasticità al reddito (pur eventualmente essendo positiva), è minore di 1. Questo implica che la quota di reddito spesa in tale bene sia decrescente rispetto al reddito stesso]

30 Quando E D (R) è elevata ? Quando il bene è di lusso  Macchine sportive, caviale, pellicce [In effetti, si dice che un bene è “di lusso” SE la sua elasticità al reddito è maggiore di 1. Questo implica che la quota di reddito spesa in tale bene sia crescente rispetto al reddito stesso]

31 Un po' di matematica… Il concetto di elasticità si può definire matematicamente. In particolare: dove Q D (p) è la curva di domanda e dQ D /dp è la derivata di tale funzione. E’ ovvio che  D (p) coincide con E D (p) per “piccole” (infinitesimali) variazioni dei prezzi (ovvero per  p  0).

32 Un po' di matematica… Per esempio, se Q D (p) = (a - p)/b, ne segue che  D (p) = p/(a - p). Si noti dunque che l’elasticità cresce al crescere del prezzo se la curva di domanda è lineare. In effetti:  D (p) = 0 se p = 0,  D (p) = 1 se p = a/2, e  D (p) =  se p = a.

33 Un po' di matematica… E’ poi facile dimostrare che il ricavo cresce al crescere del prezzo solo se la domanda è inelastica: infatti, la condizione dRT/dp = d(pQ D (p))/dp > 0 risulta equivalente a:  D (p) = -(dQ D /dp)/(Q/p) < 1.

34 Un po' di matematica… Si dimostra anche facilmente che la quota di spesa di un bene sul reddito R (ovvero (pQ D )/R) cresce al crescere di quest’ultimo se e solo se: dove  D (R) coincide con E D (R) per “piccole” (infinitesimali) variazioni del reddito (ovvero per  R  0).

35 Un po' di matematica… Analogamente: dove Q O (p) è la curva di offerta e dQ O /dp è la derivata di tale funzione. E’ ovvio che  O (p) coincide con E O (p) per “piccole” (infinitesimali) variazioni dei prezzi (ovvero per  p  0).

36 Un po' di matematica… Per esempio, se Q O (p) = c + gp, ne segue che  O (p) = gp/(c + gp). Si noti dunque che, se la curva di domanda è lineare, l’elasticità cresce al crescere del prezzo se e solo se c > 0. Si noti poi che, se la curva di offerta è lineare: > <  O (p) = 1 se e solo se c = 0

37 Applicazioni dell’elasticità Le buone notizie per l’agricoltura possono essere cattive notizie per gli agricoltori?  Cosa accade ai coltivatori di grano e al mercato dei cereali se i ricercatori di un’università selezionano un nuovo tipo di grano più produttivo delle varietà attualmente disponibili?

38 Un aumento dell’offerta nel mercato del grano Vogliamo: Stabilire se si spostano la curva di domanda o quella di offerta e in quale direzione Fare il grafico di domanda e offerta per vedere come varia l’equilibrio di mercato e cosa succede al ricavo totale

39 Un aumento dell’offerta nel mercato del grano 3 Quantità di grano1000 Prezzo del grano Domanda O1O1

40 Un aumento dell’offerta nel mercato del grano 3 2 Quantità di grano1000 Prezzo del grano 1. Se domanda anelastica un aumento dell’offerta... 110 Domanda O1O1 O2O2

41 Un aumento dell’offerta nel mercato del grano 3 2 Quantità di grano1000 Prezzo del grano 1. Se al domanda è anelastica un aumento dell’offerta... 110 Domanda O1O1 O2O2 2. …provoca marcata diminuzione del prezzo...

42 Un aumento dell’offerta nel mercato del grano 3 2 Quantità di grano1000 Prezzo del grano 1. Se domanda anelastica,  offerta... 110 Domanda O1O1 O2O2 2...provoca marcato  prezzo.. 3. …e  proporzionalmente inferiore della quantità venduta. In conseguenza,  ricavo totale (da 300 a 220 €).

43 Effetto della guerra in Iraq sul mercato del petrolio La guerra in Iraq riduce la produzione di petrolio iracheno per qualche tempo ma il prezzo dovrebbe aumentare più nel breve periodo che nel lungo.

44 Quantità di petrolio 0 Prezzo del petrolio Domanda O 2 O 1 (a) Il mercato del petrolio nel breve periodo 1. Nel breve periodo, quando offerta e domanda sono anelastiche, una contrazione dell’offerta... Figure 5-9

45 P2P2 P1P1 Quantità di petrolio 0 Prezzo del petrolio Domanda O 2 O 1 (a) Il mercato del petrolio nel breve periodo 2. …provoca un forte aumento del prezzo e aumento RT 1. Nel breve periodo, quando offerta e domanda sono anelastiche, una contrazione dell’offerta... Figure 5-9

46 P2P2 P1P1 Quantità di petrolio 0 Prezzo del petrolio Domanda O 2 O 1 (a) Il mercato del petrolio nel breve periodo Quantità di petrolio 0 Prezzo del petrolio Domanda O 2 O 1 (b) Il mercato del petrolio nel lungo periodo 2. …provoca marcato aumento del prezzo e aumento RT 1. Nel lungo periodo, quando offerta e domanda sono elastiche, una contrazione dell’offerta... 1. Nel breve periodo, quando offerta e domanda sono anelastiche, una contrazione dell’offerta... Figure 5-9

47 P2P2 P1P1 Quantità di petrolio 0 Prezzo del petrolio Domanda O 2 O 1 (a) Il mercato del petrolio nel breve periodo P2P2 P1P1 Quantità di petrolio 0 Prezzo del petrolio Domanda O 2 O 1 (b) Il mercato del petrolio nel lungo periodo 2. … provoca un forte aumento del prezzo. 1. Nel lungo periodo, quando offerta e domanda sono elastiche una contrazione dell’offerta... 2. ….. provoca un moderato aumento del prezzo e  RT 1. Nel breve periodo, quando offerta e domanda sono anelastiche, una contrazione dell’offerta... Figure 5-9

48 Conclusioni L’elasticità della domanda rispetto al prezzo misura quanto la quantità domandata di un bene reagisce alle variazioni del prezzo Se la domanda è elastica, un aumento del prezzo provoca la diminuzione del ricavo totale Se la domanda è anelastica, il ricavo totale aumenta all’aumentare del prezzo

49 Conclusioni L’elasticità dell’offerta rispetto al prezzo misura quanto la quantità offerta di un bene reagisce alle variazioni del prezzo Di solito, la domanda e l’offerta sono più elastiche nel lungo che nel breve periodo Gli effetti quantitativi sui ricavi dipendono dalle elasticità di domanda e offerta

50 Esercizio Calcolo elasticità

51 51 calcoliamo l’elasticità con il metodo del punto medio Con riferimento alla seguente funzione di domanda: P = 10- 1/20Q

52 52 … metodo del punto medio...

53 53 …. metodo del punto medio... diventa

54 54 Domanda con elasticità unitaria Iperbole P=400/Q 5 4 Domanda Quantità 1000 Prezzo 80 2. …porta a una diminuzione della domanda del 22,2% 1. un aumento del 22.2% del prezzo

55 55 Domanda elastica 5 4 Domanda Quantità 100 Prezzo 50 1. un aumento del 22.2% del prezzo 2. …porta a una diminuzione della domanda del 66,7%

56 56 Domanda anelastica (rigida) 5 4 Quantità 100090 Domanda 1. un aumento del 22.2% del prezzo Prezzo 2. …porta a una diminuzione della domanda del 10,5%

57 57 Per essere sicuri di avere capito bene, calcoliamo una elasticità in entrambi i modi 5 4 Domanda Quantità 1000 Prezzo 50

58 CURVE DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA  Un mercato è costituito dall’insieme dei compratori e dei venditori di un bene o servizio (definizione)  Gli strumenti fondamentali per lo studio di un mercato sono la curva di domanda e la curva di offerta

59 La curva di domanda  La curva di domanda è inclinata negativamente e ci dice qual è la quantità domandata dai consumatori per ogni livello di prezzo  Alternativamente la curva di domanda ci dice anche a quale prezzo i consumatori sono disposti ad acquistare una determinata quantità  La legge della domanda afferma che la quantità domandata di un bene o servizio aumenta se il suo prezzo diminuisce La pendenza negativa della curva di domanda riflette la legge della domanda

60 Figura 2-1: Curva di domanda per le aragoste pescate ad Alghero

61 Tabella di domanda (demand schedule) e curva di domanda (demand curve) Prezzo delle aragoste 1.50 2.00 2.50 €3.00 1.00 0.50 0123456789101112 Quantità di aragoste domanda (tabella e curva)

62 Domanda e offerta La curva di domanda –la relazione prezzo-quantità può essere rappresentata dall’equazione  La curva di offerta è inclinata positivamente e ci dice qual è la quantità offerta dai produttori per ogni livello di prezzo  Alternativamente la curva di offerta ci dice qual è per i produttori il prezzo minimo al quale sono disposti ad offrire il prodotto

63 La legge dell’offerta  La legge dell’offerta afferma che la quantità offerta di un bene o servizio aumenta all’aumentare del suo prezzo  La pendenza positiva della curva di offerta riflette la legge dell’offerta  La relazione prezzo-quantità può essere rappresentata dall’equazione

64 Figura 2-2: Curva di offerta per le aragoste pescate ad Alghero

65 Prezzo delle aragoste 1.50 2.00 2.50 €3.00 1.00 0.50 0123456 Quantità di aragoste Curva di offerta (supply curve)e Scheda di offerta offerta (curva)

66 EQUILIBRIO DI MERCATO  Nel punto di intersezione tra la curva di domanda e la curva di offerta si realizza l’equilibrio di mercato  In equilibrio i consumatori e i venditori sono entrambi soddisfatti nel senso che è impossibile migliorare la situazione di qualcuno senza contemporaneamente peggiorare quella di qualcun altro (efficienza paretiana)

67 Figura 3-3: Equilibrio nel mercato delle aragoste

68 Il meccanismo di mercato Caratteristiche dell’equilibrio –Q D = Q O –nessuna carenza –nessuna eccedenza –nessuna pressione che induca il prezzo a cambiare

69 Il meccanismo di mercato Quantità D O P0P0 Q0Q0 Se il prezzo è al di sopra del livello di equilibrio: 1. il prezzo è maggiore del market clearing price 2. Q o > Q d 3. il prezzo scende al livello del market-clearing price P1P1 Eccedenza Prezzo (€ per unità)

70 Il meccanismo di mercato Eccedenza (surplus) –il prezzo di mercato è al di sopra dell’equilibrio c’è eccesso di offerta i produttori diminuiscono il prezzo la quantità domandata aumenta e quella offerta diminuisce il mercato continua ad adeguarsi sino a che si raggiunge il prezzo di equilibrio

71 Il meccanismo di mercato D O Q1Q1 Se il prezzo è P 1, allora: 1) Q o = Q 2 > Q d = Q 1 2) l’eccedenza è Q 2 -Q 1. 3) i produttori diminuiscono il prezzo. 4) la quantità offerta diminuisce e quella domandata aumenta. 5) l’equilibrio è a P 2, Q 3 P1P1 Eccedenza Q2Q2 Quantità Prezzo (€ per unità) P2P2 Q3Q3

72 Il meccanismo di mercato Carenza –il prezzo di mercato è al di sotto dell’equilibrio c’è eccesso di domanda i produttori aumentano il prezzo la quantità offerta aumenta e quella domandata diminuisce il mercato continua ad adeguarsi sino a che si raggiunge il prezzo di equilibrio

73 Il meccanismo di mercato D O Q1Q1 Q2Q2 P2P2 Carenza Quantità Prezzo (€ per unità) Se il prezzo è P 2, allora: 1) Q d = Q 2 > Q o = Q 1 2) la carenza è Q 2 - Q 1. 3) i produttori aumentano il prezzo 4) la quantità offerta aumenta e quella domandata diminuisce. 5) l’equilibrio è a P 3,Q 3 Q3Q3 P3P3

74 Variazioni dell’equilibrio di mercato Il prezzi di equilibrio sono determinati dalle curve di offerta e di domanda (livelli di d. e o. per ogni prezzo) Livelli a loro volta dipendenti dai valori delle variabili che determinano le due curve Cambiamenti in una o più di quelle variabili determinano cambiamenti del prezzo e della quantità di equilibrio

75 INTERVENTI SUI MERCATI  L’esito efficiente raggiunto dal mercato non implica automaticamente che tale esito sia desiderabile in termini assoluti  Può accadere che tutti i mercati siano in equilibrio e contemporaneamente che vi siano situazioni di disagio e/o di povertà  Talvolta gli interventi che tentano di correggere queste situazioni possono condurre a problemi di altra natura

76 INTERVENTI SUI MERCATI  Ad esempio, i programmi di controllo degli affitti possono favorire il mercato nero e l’evasione fiscale  Le politiche di sostegno dei prezzi in agricoltura possono condurre ad eccessi di offerta dei prodotti agricoli che dovranno poi essere immagazzinati e che, talvolta, vanno distrutti.  Il problema della povertà dovrebbe essere affrontato in modo diretto attraverso il sostegno dei redditi dei meno abbienti

77 FUNZIONI ALLOCATIVE DEI PREZZI  I prezzi di equilibrio …  … servono a distribuire i beni ai consumatori che attribuiscono loro il maggior valore (funzione allocativa dei prezzi rispetto ai beni)  … servono anche a segnalare verso quali settori produttivi far affluire risorse produttive (funzione allocativa dei prezzi rispetto alle risorse)

78 PREVEDERE E SPIEGARE LE VARIAZIONI NEI PREZZI E NELLE QUANTITÀ DI EQUILIBRIO In generale e a parità di altre condizioni:  Un aumento della domanda conduce sempre ad un aumento sia del prezzo che della quantità  Una riduzione della domanda conduce sempre ad una riduzione sia del prezzo che della quantità  Un aumento dell’offerta conduce sempre ad una riduzione del prezzo e ad un aumento della quantità  Una riduzione dell’offerta conduce sempre ad un aumento del prezzo e ad una riduzione della quantità

79 Due fonti di variazione stagionale

80 Gli effetti del sostegno dei prezzi dei semi di soia sul prezzo e sulla quantità di equilibrio della carne di manzo

81 Algebra delle curve di domanda e offerta P=a+bQ sFunzione di offerta P=a-bQ dFunzione di domanda Esempio: con P=2+3Q s P=10-Q d Per trovare il punto di equilibrio di mercato (P* e Q*), si eguagliano le due equazioni. 2+3Q s =10-Q d

82 Algebra delle curve di domanda e offerta In equilibrio Q s =Q d e poniamo questa uguaglianza pari a Q*. Avremo: 2+3Q * =10-Q * Da cui: 3Q*+Q*=10-2 Q*=2 P*=8

83 L’introduzione di un’imposta T=10 a carico dei produttori sposta la curva di offerta verso l’alto di T unità

84 quando viene introdotta un’imposta sui produttori pari a T = 10

85 Imposta a carico dei produttori Imposta a carico dei consumatori

86 L’effetto di un’imposta pari a T = 10 sui consumatori

87 Prezzi e quantità di equilibrio dopo l’introduzione di un’imposta T = 10 a carico dei consumatori

88 L’introduzione di un’imposta a carico dei consumatori produce lo stesso risultato di un’imposta a carico dei venditori

89 Parole chiave: mercato –sistema di strumenti istituzionali attraverso i quali acquirenti e venditori entrano in contatto al fine di scambiare beni o servizi –Domanda e Offerta del bene x –Scambi (raggiungimento del prezzo di equilibrio)

90 Parole chiave: mercato Il mercato: –decide cosa deve essere prodotto ci potrebbero essere beni per i quali nessun consumatore è disposto a pagare il prezzo richiesto dai produttori –decide quanto, di ciascuna merce, deve essere prodotto trovando, per ogni mercato, quel prezzo per il quale la quantità domandata eguaglia quella offerta –mostra per chi sono prodotti i beni ed i servizi per quei consumatori che possono e desiderano pagare il prezzo di equilibrio

91 Altre parole chiave: –Prezzo di equilibrio: prezzo per il quale la quantità offerta è uguale alla quantità domandata –Economia positiva: spiegazioni del funzionamento del sistema economico, scopo è la spiegazione dei processi attraverso i quali la società assume decisioni di C, produzione, scambio. Non formula prescrizioni di policy –Economia normativa: detta principi su come dovrebbe funzionare l’economia. Formula prescrizioni di policy.

92 Parole chiave: eccesso di Domanda Possiamo definire Z(P) = D(P)-S(P) funzione di eccesso di domanda –Z(P) >0D>S –Z(P)<0D<S –Z(P)=0D=S Eccesso di Domanda è un eccesso della Q domandata rispetto a quella offerta in corrispondenza di un dato P. Un modo alternativo di rappresentare l’eq è con la curva di eccesso di D.

93 Parole chiave: mercato –sistema di strumenti istituzionali attraverso i quali acquirenti e venditori entrano in contatto al fine di scambiare beni o servizi –Domanda e Offerta del bene x –Scambi (raggiungimento del prezzo di equilibrio)

94 Parole chiave: mercato, 2 Il mercato: –decide cosa deve essere prodotto ci potrebbero essere beni per i quali nessun consumatore è disposto a pagare il prezzo richiesto dai produttori –decide quanto, di ciascuna merce, deve essere prodotto trovando, per ogni mercato, quel prezzo per il quale la quantità domandata eguaglia quella offerta –mostra per chi sono prodotti i beni ed i servizi per quei consumatori che possono e desiderano pagare il prezzo di equilibrio

95 95 L’elasticità dell’offerta Come per la curva di domanda può essere calcolata l’elasticità dell’offerta L’elasticità della offerta rispetto al prezzo è il rapporto tra la variazione percentuale della quantità offerta e la variazione percentuale del prezzo.

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97 Riassunto: equilibrio di mercato Equilibrio: combinazione di un p e di una Q tale che D=S a quel prezzo. Nell’equilibrio le scelte di consumatori e produttori sono coerenti e non c’è incentivo per consumatori e imprese a modificare le proprie azioni correnti. Se il P fosse inferiore a Po più acquirenti vorrebbero comprare bici di quante i produttori siano disposti a venderne, eccesso D. Se il prezzo fosse superiore a P 0 vi sarebbe un eccesso di offerta, i produttori offrono di più di ciò che i consumatori domandano D0D0 D0D0 S S Q0Q0 P0P0 E0E0 Prezzo Quantità

98 Riassunto: parola chiave: costo Il costo (totale) non coincide col complesso delle spese sostenute dall’impresa nel corso del processo produttivo: (a) Quando l’impresa acquista un mezzo di produzione durevole, nel costo di produzione va contata non tutta la spesa ma solo il prezzo del “servizio” (interesse più ammortamento). (b) Nei costi vanno contati invece tutti i cosiddetti “costi- opportunità”, anche quando non comportano spese effettive. Costo-opportunità : quando si usa nell’impresa una risorsa senza pagarla, si deve conteggiare tra i costi il mancato guadagno che sarebbe derivato dall’uso alternativo (esempi: lavoro dell’imprenditore; remunerazione del capitale proprio). (a) vi sono spese che non vanno contabilizzate tra i costi ; (b) vi sono costi cui non corrisponde una spesa effettiva.

99 Riassunto: parole chiave : Ricavo totale e prezzo La formula: la quantità venduta y Può il prezzo di vendita essere considerato un dato (esogeno)? La risposta è sì purché valgano tre condizioni (principali): (i ) l’impresa è “piccola”; (ii ) è in concorrenza con “tante” altre imprese; (iii ) tutte vendono lo stesso identico prodotto. Essa dice che il ricavo (totale) dipende da due grandezze: e il prezzo p a cui essa viene venduta. In questo caso si dice che nel mercato c’è concorrenza. In concorrenza l’impresa non può alzare il prezzo perché perderebbe tutti i clienti; e non le conviene abbassarlo perché, essendo piccola, può vendere tutto quel che vuole al prezzo dato. Rt = py

100 Ricavo totale e quantità In concorrenza, il prezzo lo stabilisce il mercato Per le imprese il prezzo è appunto un dato. Essendo dato il prezzo, il ricavo è una funzione della quantità venduta y. Scriveremo y 0 Rt p Rt  R(y) Si tratta di una funzione particolarmente semplice. Il ricavo è proporzionale alla quantità venduta: Rt  py Il suo grafico, con y in ascissa e Rt in ordinata, è una retta che esce dall’origine con coefficiente angolare pari al prezzo p. A B y by b y ay a Rt b Rt a R(y)R(y)

101 Costo totale e quantità Anche il costo totale può essere considerato una funzione della quantità prodotta Scriveremo y 0 Ct Ct = C(y) Come è fatta questa funzione? (i) l’impresa sopporta un costo anche se non produce nulla (è il cosiddetto costo fisso); Il suo andamento è riportato nel grafico, con y in ascissa e Ct in ordinata: è una curva crescente, che diventa sempre più ripida, con un’intercetta positiva ( k ). k Facciamo due ipotesi : (ii) il costo cresce più che proporzionalmente rispetto alla quantità prodotta. y ay a Ct a C(y)C(y) B y by b Ct b

102 Profitto e quantità Il profitto è dato da  R(y)  C(y) perciò è una funzione della quantità prodotta e venduta. Perciò, l’impresa sceglie la quantità y che le permette di realizzare l’obiettivo del massimo profitto. In questo modello, y è la “variabile di scelta” dell’impresa. NOTA IMPORTANTE: Dato che in Ct sono compresi, come costi-opportunità, le remunerazioni del “capitale proprio” e del lavoro dell’imprenditore, è più corretto parlare di extraprofitto (profitto che eccede il livello normale). Abbiamo visto invece che il prezzo p, rappresenta (per l’impresa) un dato che non può influenzare.

103 Parola chiave: Profitto massimo La quantità che rende massimo il profitto è, per definizione, quella per cui lo scarto tra Rt e Ct è massimo. Questo suggerisce un metodo grafico per identificare questa quantità. Basta riportare sullo stesso grafico le due funzioni R(y) e C(y) e cercare il valore di y per cui la distanza tra le due è massima. Prima di y b e dopo y a si ha Ct  Rt, sicché l’impresa è in perdita. Per quantità prodotte tra y b e y a l’impresa consegue profitti ( Rt  Ct ). La distanza è massima in corrispondenza di y*, che perciò è la quantità che rende massimo il profitto. y 0 Ct C(y)C(y) B R(y)R(y) A Rt, y* ybyb yaya  MAX

104 Parola chiave: Ricavo marginale Il ricavo marginale ( Rm ) è l’aumento di ricavo totale che si ottiene quando la quantità venduta aumenta di uno: Calcoliamo il ricavo marginale partendo dalla funzione R(y) valida per l’impresa in concorrenza (in cui il prezzo è dato): Rm = p(y  1)  py = p Rm  R(y  1)  R(y) In concorrenza Rm è costante e coincide col prezzo SPIEGAZIONE. Se l’impresa (essendo “piccola”) può vendere qualsiasi quantità decida di produrre al prezzo (dato) di mercato, su ogni unità venduta in più incassa appunto il prezzo. Il ricavo marginale può essere anche interpretato come il coefficiente angolare della funzione R(y) del ricavo totale.

105 Parola chiave: Costo marginale Il costo marginale ( Cm ) è l’aumento di costo totale che si sopporta quando la quantità prodotta aumenta di uno: Diversamente dal ricavo totale, la funzione C(y) del costo totale non è una retta; perciò il costo marginale non è costante. Dal grafico si vede che il costo marginale è crescente. Anche Cm può essere approssimato dal coefficiente angolare (delle rette tangenti alla C(y) nei vari punti). y Ct 0 Cm a yaya ybyb Cm b C(y)C(y) Esso misura perciò l’inclina- zione della funzione del costo totale (ossia Cm =  Ct /  y, co- me anche Rm =  Rt /  y ). Cm = C(y  1)  C(y) A B

106 Parola chiave: Costo medio Il costo medio (o costo unitario) misura quando costa (appunto in media) ogni singola unità prodotta. Lo indichiamo col simbolo Cu. Esso può essere calcolato dividendo il costo totale per la quantità prodotta: Cu = Ct / y Mentre il costo marginale ( Cm ) misura quanto costa l’ultima unità prodotta, il costo unitario ( Cu ) misura quanto costa in media ciascuna unità prodotta. Costo marginale e costo unitario sono legati tra loro: se Cm  Cu (l’ultima unità costa più della media) la produzione di quell’unità in più fa aumentare il costo medio; si ha  Cu  0; viceversa, se Cm  Cu allora segue  Cu  0.

107 Il grafico del costo medio Ricordando che la definizione è Cu = Ct / y, può essere ricavato dal grafico del costo totale. y Ct k y ay a C(y)C(y) B y by b y Cu C A M y cy c y my m y ay a y by b y cy c y my m C A M B Prendiamo la quantità y c : il costo totale è l’ordinata del punto C, sicché il costo medio è il rapporto tra l’ordinata e l’ascissa di C (che è pari al coefficiente angolare della retta che unisce C con l’origine. Ripetendo l’operazione per i punti A, M e B, si vede che Cu diminuisce fino a y m e poi aumenta. Il suo caratteristico andamento “a U” è riportato nel grafico inferiore.

108 Costo medio e costo marginale Il legame tra costo medio Cu e costo marginale Cm ha un corrispettivo grafico. y Cu, y my m Cu M Dato che il costo medio diminuisce quando Cm  Cu e aumenta quando Cm  Cu, questo significa che la curva del costo marginale sta sotto quella del costo medio finché quest’ultima diminuisce (fino al punto M ) mentre passa sopra quando il costo medio comincia ad aumentare (dopo il punto M ). Cm PROPRIETÀ IMPORTANTE Quando il costo medio ha un andamento “a U”, la curva del costo marginale incontra quella del costo medio nel punto di minimo di quest’ultima. Cm

109 109 Il punto minimo della curva di costo medio totale (ATC, in Inglese) è in corrispondenza del livello di output (=3) in cui la curva di costo marginale interseca la curva di costo medio totale da sotto. E’ un caso? No! Attenzione: E’ invece un caso che AFC e AVC si intersecano quando l’output è uguale a 3! Costo Marginale e Curve di Costo Medio

110 110 Principi generali sempre veri riguardo alle curve di costo marginale e di costo medio totale di una impresa:  In corrispondenza dell’output che minimizza il costo medio totale, il costo medio totale è uguale al costo marginale.  Per livelli di output minori di quelli che minimizzano il costo medio totale, il costo marginale è inferiore al costo medio totale ed il costo medio totale è decrescente.  Per livelli di output maggiori di quelli che minimizzano il costo medio totale, il costo marginale è superiore al costo medio totale ed il costo medio totale è crescente.

111 111 Quando il costo marginale eguaglia il costo medio totale, siamo nel punto di minimo M di ATC. Esempio: come il voto di un esame influenza la media dei voti? La Relazione Tra le Curve di Costo Medio Totale e Costo Marginale

112 112 La curva di costo marginale ha sempre pendenza positiva? Spesso le curve di costo marginale hanno pendenza negativa quando un’impresa aumenta la sua produzione da zero fino ad un certo (basso) livello, ed hanno pendenza positiva per livelli di produzione più elevati. Per bassi livelli di produzione, la pendenza è negativa perché un’impresa che impiega solo pochi lavoratori può sfruttare i benefici della specializzazione del lavoro. La specializzazione può portare inizialmente a rendimenti crescenti e quindi ad una curva di costo marginale negativamente inclinata a mano a mano che aumenta il numero di lavoratori impiegati e dunque l’output. I rendimenti decrescenti subentrano quando il numero di lavoratori è tale da esaurire il beneficio della specializzazione.

113 113 La curva di costo marginale non sempre ha pendenza positiva. I benefici della specializzazione del lavoro possono portare all’inizio a rendimenti crescenti, rappresentati da una curva di costo marginale con pendenza negativa. Però, una volta che la specializzazione è completa, subentrano i rendimenti decrescenti. Curve di Costo Più Realistiche

114 114 I Costi di Lungo e di Breve Periodo Nel breve periodo, l’impresa non ha alcun controllo sul costo fisso. Ma tutti gli input sono variabili nel lungo periodo: Nel lungo periodo anche i costi fissi possono variare. In altri termini, nel lungo periodo i costi fissi di un’impresa diventano anch’essi una variabile di scelta. Nel lungo periodo l’impresa sceglierà il suo livello di costi fissi (cioè di investimenti) in funzione del livello di output che si aspetta di produrre.

115 115 C’è un trade-off tra un costo fisso più alto ed un costo variabile più basso per qualsiasi livello di output (e viceversa). Al crescere dell’output, il costo medio totale è più basso se i costi fissi sono più alti. La scelta del livello di costi fissi dell’impresa XX

116 116 La curva di costo medio totale di lungo periodo mostra la relazione tra livello di produzione e costo medio totale, quando il costo fisso è stato scelto per minimizzare il costo medio totale per ogni livello di output. La Curva di Costo Medio Totale di Lungo Periodo

117 117 Curve di Costo Totale Medio di Breve Periodo (ATC) e Lungo Periodo (LRATC)

118 118 Economie e Diseconomie di Scala  Ci sono economie di scala quando il costo totale medio di lungo periodo scende all’aumentare dell’output.  Ci sono diseconomie di scala quando il costo totale medio di lungo periodo cresce all’aumentare dell’output.  Ci sono rendimenti costanti di scala quando il costo totale medio di lungo periodo è costante all’aumentare dell’output.

119 Forme di mercato Cosa determina il livello del profitto di un’impresa? Questo sarà alto oppure basso? Quali sono gli effetti delle decisioni delle imprese sul benessere del consumatore? Per dare una risposta a queste domande occorre analizzare la forma di mercato in cui l’impresa si trova ad operare. Quattro differenti situazioni: i) concorrenza perfetta; concorrenza monopolistica; iii) oligopolio; iv) monopolio

120 Forme di mercato Le caratteristiche che differenziano i diversi tipi di mercato sono: i) il grado di libertà con cui le imprese possono entrare nel mercato ii) la natura del prodotto, ovvero se si tratta di un prodotto omogeneo oppure differenziato iii) il grado di controllo sul prezzo da parte delle imprese I casi empiricamente più rilevanti sono ii) e iii). Tuttavia, ai fini della comprensione del ruolo della forma di mercato analizziamo prima i casi estremi i) e iv)

121 La concorrenza La teoria della concorrenza perfetta illustra un caso estremo di forma di mercato. In essa le imprese sono completamente sottoposte alle forze del mercato e non hanno alcun potere di influenza sul prezzo del prodotto.

122 Concorrenza perfetta Le caratteristiche del mercato: molti acquirenti e venditori –nessuna azione di un singolo ha effetto sul prezzo di mercato le imprese sono “price taker” (prezzo dato) –la domanda del prodotto dell’impresa è perfettamente orizzontale il prodotto è omogeneo vi è perfetta informazione non vi sono barriere all’entrata e all’uscita

123 123 Caratteristiche di un mercato di concorrenza perfetta presenza di molti venditori e compratori i beni offerti dai diversi venditori sono sostituti perfetti (o quasi) le imprese (produttori-venditori) possono entrare liberamente nel mercato o uscirne ciascuna impresa contribuisce soltanto ad una piccolissima parte dell’offerta del mercato le imprese non hanno influenza diretta sul prezzo: per loro il prezzo è dato

124 124 Calcoliamo ora i ricavi di un’impresa in un mercato concorrenziale (che quindi assume il prezzo come dato) Ricavo Totale Ricavo Medio Ricavo medio e prezzo quindi coincidono

125 125 Ricavo Marginale in concorrenza perfetta: ricavo medio, ricavo marginale e prezzo coincidono

126 126 Concetti fondamentali l’impresa massimizza il profitto In un mercato concorrenziale, l’impresa fissa la quantità prodotto (nel breve periodo) tenendo conto dei costi e ricavi marginali l’impresa è ‘price taker’: prende il prezzo come dato

127 127 Quantità 0 Costi e Ricavi CM CMeT CMeV P P = RMe = RM Massimizzazione del profitto e impresa concorrenziale

128 128 Quantità 0 CM CMeT CMeV Q P = Rme = RM L’impresa massimizza il profitto producendo la quantità in cui il costo marginale uguaglia ricavo marginale P Massimizzazione del profitto e impresa concorrenziale Costi e Ricavi

129 129 Se RM > CM : accrescere Q aumenta il profitto RM < CM : accrescere Q diminuisce il profitto RM = CM : il profitto è max (ricordate: in concorrenza perfetta RM = P ) Massimizzazione del profitto e impresa concorrenziale

130 130 La decisione di breve periodo di fermare la produzione Si ferma la produzione se: RT < CV….. cioè RT/Q < CV/Q…. cioè P < CMeV (…..e non P < CMeT) Quindi: nel breve periodo i costi fissi “non recuperabili” già sostenuti non contano nella formazione delle decisioni. fermare la produzione ≠ chiudere l’impresa

131 131 Quando è meglio fermare la produzione? I-Analisi di breve periodo Quantità CM CMeT CMeV 0 Costi Se P > CMeT, continuare a produrre con profitto If P < CMeV, chiudere If P > CMeV, continuare a produrre nel breve

132 132 Curva di offerta di breve periodo di un’impresa Quantità CM CMeT CMeV 0 Costi La curva di offerta di breve periodo di un’impresa La curva di breve periodo dell’impresa concorrenziale è rappresentata dalla porzione della sua curva del costo marginale che si trova al di sopra del costo medio variabile Offerta CONTROINTUITIVA, effetto dell’irrilevanza nel breve periodo dei costi irrecuperabili (... ristoranti e aerei semivuoti)

133 133 Nel lungo periodo i costi fissi sono considerati modificabili (ampliamento o riduzione di beni produttivi fissi riproducibili) e quindi contano nella formazione delle decisioni. L’impresa esce dal mercato se: RT < CT, cioè RT/Q < CT/Q, cioè P < CMeT Si entra nel mercato (aumentando l’offerta totale) se: P > CMeT Quando è meglio fermare la produzione? II-Analisi di lungo periodo

134 134 L’impresa entra se P > CMeT L’impresa esce se P < CMeT Quantità CM CMeT CMeV 0 Costi Quando è meglio fermare la produzione? II-Analisi di lungo periodo

135 135 Quantità CM CMeT CMeV 0 Costi La curva di offerta di lungo periodo dell’impresa Curva di offerta di lungo periodo di un’impresa


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