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PubblicatoGiorgio Angeli Modificato 8 anni fa
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Università di Roma Tre Facoltà di Scienze della Formazione Corso di Laurea in Servizio Sociale A.A. 2015 – 2016 Tecniche e Strumenti Professionali IL COLLOQUIO / 1 Dott.ssa Elisa Noci
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Alcune definizioni / 1 «una conversazione che ha uno scopo preciso, accettato reciprocamente dai partecipanti. […] La caratteristica fondamentale che distingue un colloquio da una conversazione è che l’interazione è volta a raggiungere uno scopo scelto coscientemente» Kadushin 1980, Il colloquio nel servizio sociale
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Alcune definizioni / 2 «una forma di comunicazione interpersonale guidata dall’assistente sociale verso uno scopo o una molteplicità di scopi al fine di instaurare con la persona una relazione che favorisca la comprensione reciproca della situazione in esame, permetta di intravedere soluzioni possibili e motivi gli interessati a impegnarsi nella realizzazione dei compiti connessi con le soluzioni prospettate» Dal Pra Ponticelli, 1987 Metodologia del servizio sociale
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Alcune definizioni / 3 «una situazione comunicativa composita in cui interagiscono l’operatore, l’utenza, l’ente, giacché si svolge, di norma all’interno di un contesto istituzionale […] quindi non ci caratterizza mai […] come una comunicazione bilaterale, bensì sempre come una situazione relazionale complessa, poiché l’influenza del quadro socio-istituzionale interviene in ogni caso a definire e condizionare la relazione d’aiuto» Bartolomei e Passera, 2002 L’assistente sociale
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Il colloquio si differenzia da altre forme di interazione centrate sullo scambio verbale e non verbale tra due o più persone: conversazione, intervista, interrogazione, colloquio di lavoro, seduta di psicoterapia…
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Assi su cui si collocano le differenze tra queste forme di interazione: Presenza/assenza di uno scopo determinato Simmetria/asimmetria dei ruoli Rilevanza/irrilevanza della relazione Strutturazione/mancanza di strutturazione dell’interazione Strutturazione/mancanza di strutturazione del contesto Profondità/superficialità degli argomenti trattati
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…quindi Il colloquio di servizio sociale è una forma di interazione orientata ad uno scopo determinato, attraverso la quale si instaura una relazione tra i partecipanti, centrata sullo scambio verbale e non verbale tra due (o più persone) che partecipano attivamente alla co-costruzione del colloquio stesso partendo da una situazione di asimmetria di potere, spesso (ma non sempre) situata in un contesto istituzionale.
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E’ soprattutto attraverso il colloquio che l’assistente sociale riesce a valutare i bisogni di una persona e stabilire un percorso di aiuto che non sia solo di tipo assistenziale ma che miri ad un cambiamento più sul livello comportamentale/relazionale che sul livello pratico o materiale: ciò significa soprattutto aiutare la persona a guardare in modo diverso la propria situazione e sostenerne le parti positive.
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Ci dedicheremo al colloquio secondo questa definizione, inteso quindi come strumento di attività professionale diretto nei confronti dell’utente. Molte sono però le occasioni in cui l’assistente sociale si trova ad avere colloqui (scambi, relazioni significative) con soggetti diversi: colleghi della stessa o di altre professioni, collaboratori, responsabili di servizio, politici, rappresentanti di altre istituzioni o delle risorse sul territorio.
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Il colloquio è lo strumento centrale fino dalle origini del servizio sociale, che nei primi anni del Novecento si esprime soprattutto come case-work. Il concetto di colloquio nel senso moderno del termine nasce con la psicoanalisi e con i primi studi di psicologia sperimentale In questo ambito, diverse scuole di pensiero hanno influenzato la gestione del colloquio nel servizio sociale
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Comportamentismo Comportamentismo: si riferisce alle teorie dell’apprendimento e al concetto di condizionamento, usa tecniche caratterizzate da pragmaticità e prescrittività, il colloquio è finalizzato a intervenire sul modo di agire del soggetto Scuole a orientamento psicodinamico Scuole a orientamento psicodinamico: si parte dal presupposto che l’individuo ha una vita insconscia che influenza il suo rapporto con la realtà. Il colloquio è un momento di rapporto inteso come “incontro della soggettività dell’uno con quella dell’altro” Ottica sistemico-relazionale Ottica sistemico-relazionale: nell’approccio all’utente coinvolge anche i contesti di riferimento per lui significativi. Ci riferiremo in particolare a quest’ultima prospettiva
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Alcuni principi dell’ottica sistemica Multidimensionalità Gioco relazionale (capire il funzionamento del sistema interattivo in cui l’utente è inserito) Totalità (se muta una parte, muta il tutto) – equifinalità (gli stessi risultati possono avere origini diverse) – feedback Circolarità: superamento della logica causa- effetto, complessità e multifattorialità Omeostasi/cambiamento: come condizioni necessarie all’evoluzione del sistema e superamento della rigidità
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