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PubblicatoSabrina Parodi Modificato 8 anni fa
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Tema 8: L’amore Anno Accademico 2015-2016
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La prova del sé La tentazione è quella di gioire delle cose desiderabili che non danno la sicurezza di Dio e lasciano il sé schiacciato sotto il peso del sé (Marion, p. 208) Le tre libidines (concupiscenza della carne, concupiscenza degli occhi e ambizione terrena: cfr. 1 Gv 2, 16) hanno come risultato la dissipazione del sé, il perdere il mio vero sé. Anno Accademico 2015-2016
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Aversio et conversio “Quei beni desiderati da chi pecca non sono affatto dei mali, neppure la stessa libera volontà, che, come abbiamo accertato, va annoverata tra i beni medi. Il male consiste invece nel distogliersi (aversio) dal bene immutabile e nel rivolgersi (conversio) ai beni mutevoli. E distogliersi e rivolgersi non avviene per costrizione ma volontariamente” (De libero arbitrio II, 19, 53) Anno Accademico 2015-2016
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Amore ambivalente “L’uomo, nella fragilità della sua natura sospesa tra il desiderio del bene e la perversità del male, […] persiste in un’oscillazione irriducibile, indizio di un’ambiguità che investe tutta la sua esistenza temporale. Tanto la voluntas quanto l’amor non si sottraggono a questo esito” (Pagliacci, p. 7). L’amore non è una parola magica. Anno Accademico 2015-2016
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Con-vertire il desiderio L’amore per gli oggetti perituri genera turbamento e angoscia, che può essere superata solo rivolgendosi verso le realtà eterne (Pagliacci, p. 74) Si richiede la radicalità del con- vertere e dell’ad-vertere del desiderio (Pagliacci, p. 73) Anno Accademico 2015-2016
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Amor, caritas, dilectio “Chiamo carità l’amore per le cose che non sono spregevoli agli occhi di chi le ama. Cioè, l’eternità e quel che la stessa eternità può amare. L’amore fra Dio e l’anima si chiama giustamente carità purissima e perfetta, se non si ama nient’altro; mi piace chiamarla anche dilezione (dilectionem)” (De diversis quaestionibus, 36, 1) Anno Accademico 2015-2016
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Oggetto dell’amore “Così la vita diventa carnale e terrena, e appunto per questo l'uomo è chiamato anche carne e terra; e finché è tale, non possederà il regno di Dio e gli sarà portato via ciò che ama. Egli infatti ama ciò che è meno della vita, perché è corpo; e, a causa di questo peccato, ciò che è amato diviene corruttibile, in quanto che esso, con il suo dissolversi, abbandona chi lo ama, perché anche questi, con l'amarlo, ha abbandonato Dio” (De vera religione, 12, 23). Anno Accademico 2015-2016
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Cura et delectatio “Il fine della cura è effettivamente il compiacimento (delectatio); perché nelle cure e nei pensieri ognuno si sforza di arrivare al proprio compiacimento (delectatio). Che veda dunque le nostre cure colui che scruta il cuore. Veda il fine delle cure, cioè i compiacimenti (delectatio), colui che scruta i reni” (Commento al Salmo 7, 9) Anno Accademico 2015-2016
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Un amore faticoso “Laboriosior est huius mundi amor. Quod enim in illo anima quaerit, constantiam scilicet aeternitatemque, non invenit” (De musica, 6, 14, 44). Anno Accademico 2015-2016
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La forza della volontà “In questo enigma non appare nient’altro che sembri assomigliare allo Spirito Santo, se non la nostra volontà, o amore o dilezione, che non è altro che una più forte volontà (valentior est voluntas)” (De Trinitate, XV, 21, 41) “Non bisogna dire che la volontà da sola permette di amare, ma che l’amare permette da solo di volere veramente” (Marion, p. 239) Anno Accademico 2015-2016
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Il “piede” dell’anima “Per piede dell'anima si intende giustamente l'amore; il quale, se è perverso, è detto cupidigia o libidine; mentre, quando è retto, è chiamato dilezione o carità. È infatti con l'amore che essa si muove come il luogo a cui tende. Ma il luogo dell'anima non è situato in qualche spazio, occupato da una forma corporea, bensì nella gioia (delectatio) in cui, chi vi è giunto per mezzo dell'amore, si allieta” (Commento al Salmo 9, 15). Anno Accademico 2015-2016
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Precarietà dell’amore “L’amore è impaziente e non si dà limite all’angoscia (nec lacrymis modus fit) se non viene dato all’amore quel che ama” (Soliloqui, 2, 1, 1) Anno Accademico 2015-2016
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Creazione e amore “Vi è un amore originario, antecedente alla creazione, che sostanzia di sé tutto l’universo creato al quale tutti gli esseri partecipano, mentre l’amore perverso nasce dalla superbia e dall’orgoglio come stravolgimento dell’originaria tensione” (Pagliacci, p. 70) Anno Accademico 2015-2016
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L’orizzonte dell’amore “Solo Dio onnipotente ha potuto essere creatore anche di tali anime, che benché non amato (non dilectus) crea, amando (diligens) sana e amato (dilectus) perfeziona” (De libero arbitrio, III, 20, 56) Anno Accademico 2015-2016
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Elevarsi con l’amore “Dio solo onora l’anima rendendola felice nel segreto” (De musica, 6, 13, 41). Gettandosi sulle cose finite l’anima si degrada, mentre orientando tutta sé stessa verso Dio l’anima si eleva. Anno Accademico 2015-2016
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Identità e amore “Ognuno è quel che è il suo amore” ( talis est quisque, qualis eius dilectio : In I Epist. Ioann. II, 14) Non mi individualizzo con il puro esercizio dell’intelligenza o della volontà, ma tramite l’amore: io so ciò che sono scoprendo ciò in cui mi compiaccio (Marion, pp. 240-241). Anno Accademico 2015-2016
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Priorità dell’amore rispetto alla volontà “La volontà segue ciò che amo, e ciò che amo precede la mia volontà. Io non mi trovo là dove sono, né dove penso, ma là dove amo, desidero e gioisco” (Marion, p. 241). “Non amo ciò che voglio, o almeno ciò che credo di volere; ciò che voglio veramente, lo riconosco in seguito come ciò che amavo; e ciò che amo, lo identifico in seguito, quando mi rallegro di averlo ottenuto” (ibidem) Anno Accademico 2015-2016
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Amore come dono “Da’ ciò che comandi e comanda ciò che vuoi” (da quod iubes et iube quod vis: X, 29, 40). Antipelagianesimo e pelagianesimo. La concupiscenza e l’ambizione: ciò che è impossibile per la volontà, è reso possibile da Dio. “La volontà si trova ormai ripresa e rovesciata dall’amore e dunque il desiderio e la gioia la precedono” (Marion, p. 243). Anno Accademico 2015-2016
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Valentior voluntas “Dammi ciò che amo: perché io amo. E anche questo tu me l’hai donato” (XI, 2, 3) “Dammi ciò che amo: perché io amo e questo anche tu me l’hai donato” (XI, 22, 28). “La volontà diventa valentior e si compie ex toto facendosi amore. […] Volere veramente alla volontà accade solo nell’anticipo, come un dono da amare, il che si chiama anche grazia” (Marion, p. 244) Anno Accademico 2015-2016
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Libertà e grazia “Hai ripulito dal fondo l'abisso di corruzione del mio cuore. Ciò avvenne quando non volli più ciò che volevo io, ma volli ciò che volevi tu. Dov'era il mio libero arbitrio durante una serie così lunga di anni? da quale profonda e cupa segreta fu estratto all'istante? “ (IX, 1, 1). “La volontà dell’uomo non ottiene la grazia con la libertà, ma la libertà con la grazia” (De correptione et gratia, VIII, 17, 24). Anno Accademico 2015-2016
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L’amore come peso “Il nostro riposo è il nostro luogo. Là ci solleva l'amore […]. Nella buona volontà è la nostra pace. Ogni corpo a motivo del suo peso tende al luogo che gli è proprio. Un peso non trascina soltanto al basso, ma al luogo che gli è proprio. Il fuoco tende verso l'alto, la pietra verso il basso: sono spinti dal loro peso, cercano il loro luogo. L'olio versato nell'acqua s'innalza sopra l'acqua, l'acqua versata sopra l'olio s'immerge sotto l'olio: sono spinti dal loro peso, cercano il loro luogo. Le cose meno ordinate sono irrequiete: quando sono ordinate trovano la quiete. Il mio peso è il mio amore; esso mi porta dovunque mi porto” (XIII, 9, 10) Anno Accademico 2015-2016
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Quale “ordine”? “Con l'aiuto del Dio e Signore nostro ritroviamo l’ordine, per non essere ostacolati dalle cose inferiori ed essere invece dilettati da quelle superiori. Il godimento (delectatio) è appunto quasi il peso dell'anima. Il godimento mette in ordine (ordinat) l'anima. Dove infatti sarà il tuo tesoro, ivi sarà anche il tuo cuore; dove il godimento, ivi il tesoro; dove il cuore, ivi la felicità o l'infelicità” (De musica, VI, 11, 29). Anno Accademico 2015-2016
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Il piacere del cuore “C’è certo un piacere del cuore, per colui il quale è dolce quel pane celestiale. D’altronde, se un poeta ha potuto dire «è il proprio piacere che trascina ognuno», non la necessità, ma il piacere, non l’obbligo, ma il diletto (delectatio), quanto più dovremo dire che è attratto verso Cristo l’uomo che si compiace della verità, si compiace della beatitudine, si compiace della giustizia, si compiace della vita senza fine?” (In Ioann. Evang. 26, 4) Anno Accademico 2015-2016
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Il moto dell’amore Il movimento segue il peso, come il desiderio segue l’amore. Ma il peso può spingere verso l’alto o verso il basso. “Riempito di Dio, subisco l’impatto di un peso orientato verso l’alto, mentre, riempito solo di me, subisco il peso verso il basso. La grazia, in altre parole l’amore venuto da Dio per farmici ritornare, esercita un contropeso, un peso che risale e rimprovera” (Marion, p. 348) Anno Accademico 2015-2016
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Amore e riposo “A chi e come potrei parlare del peso della cupidigia verso l’abisso scosceso e dell’innalzamento della carità? […] Sono affetti, amori, impurità dello spirito che precipita più in basso per amore delle cure e la tua santità che ci porta più in alto per amore della sicurezza” (X, 7, 8). “Nel tuo dono noi troviamo il riposo: qui noi godiamo di te. Il nostro riposo, ecco il nostro luogo. Qui, fin qui il tuo amore ci eleva” (XIII, 9, 10). Anno Accademico 2015-2016
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