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Una complessa semplicità
Giovanni Pascoli Una complessa semplicità Tenuta “la Torre” a San Mauro di Romagna (Forlì), villa Torlonia, 31 dicembre 1855 Ruggero Pascoli amministratore della tenuta Caterina Vincenzi Alloccatelli Appartenente a una famiglia della piccola proprietà rurale Giovanni Pascoli
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La distruzione del nido
Giovanni Pascoli La distruzione del nido Giacomo Luigi Giovanni A sette anni vengono iscritti nel collegio dei Padri Scolopi di Urbino
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La distruzione del nido
Giovanni Pascoli La distruzione del nido 1867 10 agosto Ruggero Pascoli viene assassinato da ignoti 1868 Muoiono la madre e la sorella Margherita Giacomo Luigi Giovanni A sette anni vengono iscritti nel collegio dei Padri Scolopi di Urbino
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La distruzione del nido
Giovanni Pascoli La distruzione del nido 1867 10 agosto Ruggero Pascoli viene assassinato da ignoti 1868 Muoiono la madre e la sorella Margherita 1871 Muore il fratello Luigi La famiglia si trasferisce a Rimini 1872 Giovanni s’iscrive alla facoltà di lettere dell’università di Bologna grazie a una borsa di studio Giacomo Luigi Giovanni È allievo di Carducci Conosce Severino Ferrari 1875 Partecipa a una dimostrazione studentesca e perde la borsa di studio
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La distruzione del nido
Giovanni Pascoli La distruzione del nido 1867 10 agosto Ruggero Pascoli viene assassinato da ignoti 1868 Muoiono la madre e la sorella Margherita 1871 Muore il fratello Luigi La famiglia si trasferisce a Rimini 1872 Giovanni s’iscrive alla facoltà di lettere dell’università di Bologna grazie a una borsa di studio Giacomo Luigi Giovanni È allievo di Carducci Conosce Severino Ferrari 1875 Partecipa a una dimostrazione studentesca e perde la borsa di studio 1876 Muore il fratello Giacomo 1879 Viene arrestato per «grida sovversive» durante un processo 1880 Riottiene la borsa di studio 1882 Si laurea con una tesi sul poeta greco Alceo
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La ricerca del nido Giovanni Pascoli
Insegna latino e greco a Matera, Massa e Livorno
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La ricerca del nido Giovanni Pascoli
Insegna latino e greco a Matera, Massa e Livorno 1895 Ottiene la cattedra di Grammatica latina e greca all’uni- versità di Bologna
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La ricerca del nido Giovanni Pascoli
Insegna latino e greco a Matera, Massa e Livorno 1895 Ottiene la cattedra di Grammatica latina e greca all’uni- versità di Bologna È docente di Letteratura latina a Messina
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La ricerca del nido Giovanni Pascoli
Insegna latino e greco a Matera, Massa e Livorno 1895 Ottiene la cattedra di Grammatica latina e greca all’uni- versità di Bologna È docente di Letteratura latina a Messina 1903 Diventa professore ordinario a Pisa
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La ricerca del nido Giovanni Pascoli
Insegna latino e greco a Matera, Massa e Livorno 1895 Ottiene la cattedra di Grammatica latina e greca all’uni- versità di Bologna È docente di Letteratura latina a Messina 1903 Diventa professore ordinario a Pisa Sostituisce Carducci nella cattedra di Letteratura ita- liana a Bologna
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La ricostruzione del nido
Giovanni Pascoli La ricostruzione del nido Durante i vari spostamenti attraverso l’Italia, Pascoli tiene saldo il lega- me con le sorelle Ida e Maria Io non so se più madre gli sia la mesta sorella o più figlia: ella dolce ella grave ella pia, corregge conforta consiglia. (Sorella, Myricae, vv. 1-4)
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La ricostruzione del nido
Giovanni Pascoli La ricostruzione del nido Durante i vari spostamenti attraverso l’Italia, Pascoli tiene saldo il lega- me con le sorelle Ida e Maria Io non so se più madre gli sia la mesta sorella o più figlia: ella dolce ella grave ella pia, corregge conforta consiglia. (Sorella, Myricae, vv. 1-4) 1895 Ida si sposa e abbandona il “nido”
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La ricostruzione del nido
Giovanni Pascoli La ricostruzione del nido Durante i vari spostamenti attraverso l’Italia, Pascoli tiene saldo il lega- me con le sorelle Ida e Maria Io non so se più madre gli sia la mesta sorella o più figlia: ella dolce ella grave ella pia, corregge conforta consiglia. (Sorella, Myricae, vv. 1-4) 1895 Ida si sposa e abbandona il “nido” Giovanni e Maria affittano una casa a Castelvecchio di Barga 1902 Pascoli acquista la casa di Castelvecchio anche grazie ai nu- merosi certamina vinti Nel mio cantuccio d'ombra romita lascia ch'io pianga su la mia vita! […] è tardi! è l'ora! Sì, ritorniamo dove son quelli ch'amano ed amo (L’ora di Barga, Canti di Castelvecchio, vv ) 1912 Muore a Bologna
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Pubblicazione postuma del 1915
Giovanni Pascoli L’opera Poesia latina Saggistica Poesia italiana Studi danteschi Scritti vari Antologie • 30 poemetti in esametri 1891 Myricae • 71 liriche ed epigrammi 1897 Poemetti • Abbozzi inediti 1903 Canti di Castelvecchio 1903 Miei pensieri di varia umanità 1904 Poemi conviviali Primi poemetti 1907 Pensieri e discorsi Pubblicazione postuma del 1915 1906 Odi e inni Nuovi poemetti 1898 Minerva oscura 1900 Sotto il velame 1908 Canzoni di re Enzio 1902 La mirabile visione 1911 Poemi italici Poemi del Risorgimento 1895 Lyra antologie latine 1897 Epos 1898 Sul limitare antologie italiane • Poesie “umili” • Dimensione privata • Ambiente campagnolo • Forme brevi e versi inusuali 1901 Fior da fiore
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Myricae Giovanni Pascoli Edizioni: 1891 1892 1894 1900 Temi
Non omnes arbusta iuvant humilesque myricae Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici (Virgilio, Georgiche) Arbusta iuvant humilesque myricae Piacciono gli arbusti e le umili tamerici (Pascoli, epigrafe di Myricae) Edizioni: 1891 1892 1894 1900 Temi • Poesia di breve respiro, dedicata agli aspetti semplici della vita quotidiana • Ambientazione campestre e domestica • Argomenti privati di portata esistenziale: la morte, l’infanzia, il sogno, il mistero, l’assenza Stile Linguaggio post-grammaticale • Brevità, metri inconsueti • Linguaggio semplice e al contempo tecnico Linguaggio a-grammaticale • Rappresentazione impressionistica della natura • Forte fonosimbolismo Linguaggio pre-grammaticale
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Canti di Castelvecchio
Giovanni Pascoli Canti di Castelvecchio Giovanni Pascoli a Castelvecchio di Barga Richiamo alla tradizione “alta” della poesia (Leopardi) Localizzazione umile e privata; richiamo ai libri di “canti” popolari Omnes arbusta iuvant humilesque myricae A tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici (Epigrafe dei Canti di Castelvecchio) Myricae: dedica al padre; Canti di Castelvecchio: dedica alla madre Sostanziale continuità rispetto a Myricae, con alcune differenze: • Poesie più lunghe e articolate • Predilezione per un ritmo disteso, di carattere narrativo • Scelta di un ordine latente: “romanzo delle stagioni” • Accentuazione della tematica erotica, sempre celata
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Poemi del Risorgimento
Giovanni Pascoli Le altre opere Primi poemetti (1904) Brevi serie di strofe in terza rima Ritmo narrativo Serena vita della natura Gioia contadina Idillio bucolico Poemetti (1897, 1900) Nuovi poemetti (1909) Poesie narrative Poemi conviviali Materia greca in endecasillabi sciolti Esplorazione del mito in chiave inusuale Temi esistenziali Sensibilità moderna: inquietudini, crisi conoscitiva Erudizione e ricerca dello stile “alto” Poesie civili Odi e inni (1906, 1913) Canzoni di re Enzio (1908) Imitazione di Carducci Poesia ambiziosa: pedagogica, moralistica, celebrativa Presenza di immagini allegoriche Prospettiva nazionalistica Contraddizione: fiducia nel progresso e nostalgia del passato Rielaborazione di forme della tradizione classica o medioevale Poesie storiche Poemi italici (1911) Poemi del Risorgimento (1913)
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I temi Giovanni Pascoli interiorità, soggettività, individualismo
mondo esterno, sfera pubblica impegno poetico paura attrazione nido siepe eros paesaggio La poesia di Pascoli nasce dal confronto dialettico tra io e mondo: 1) Il soggetto è immerso in una natura benigna, semplice e primitiva 2) Un trauma (la malvagità umana) infrange l’idillio, rompendo il “nido” 3) L’individuo si affanna per ricostruire un nido artificiale: metafora della siepe 4) Oltre la siepe, qualcosa lo chiama: campane (morte) lampi, tuoni (fascino e paura dell’ignoto) 5) Impressionismo nella rappresentazione del paesaggio
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Il nido Giovanni Pascoli E nella notte nera come il nulla,
Pessimismo (storico): Il mondo è un «atomo opaco di male»; Antipositivismo: non c’è alcuna certezza cui appellarsi E nella notte nera come il nulla, a un tratto, col fragor d'arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un canto s'udì di madre, e il moto di una culla. (Il tuono, Myricae) Ambiguità: Pascoli sostiene che la natura è benigna, ma i simboli di angoscia cui ricorre sono naturali Fonosimbolismo: anteporre il significante al significato è tipico del linguaggio infantile, pre-grammaticale Tema del nido: regressione all’infanzia, ma anche al- lusione alla morte Nel giorno, che lampi! Che scoppi! Che pace, la sera! (La mia sera, vv. 7-8, Canti di Castelvecchio)
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Linguaggio e stile Giovanni Pascoli Linguaggio pascoliano
[…] è un linguaggio agrammaticale o pregrammaticale, estraneo alla lingua come istituto. D'altro canto incontriamo in copia termini tecnici, tecnicismi che qualche volta sono in funzione espressiva, qualche altra si presentano sotto un aspetto più nomenclatorio (G. Contini) Linguaggio pascoliano Grammaticale A-grammaticale La lingua normale della comunicazione Onomatopee, fonosimbolismi
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Linguaggio e stile Giovanni Pascoli Linguaggio pascoliano
[…] è un linguaggio agrammaticale o pregrammaticale, estraneo alla lingua come istituto. D'altro canto incontriamo in copia termini tecnici, tecnicismi che qualche volta sono in funzione espressiva, qualche altra si presentano sotto un aspetto più nomenclatorio (G. Contini) Linguaggio pascoliano Grammaticale A-grammaticale Post-grammaticale Linguaggio tecnico e specialistico La lingua normale della comunicazione Onomatopee, fonosimbolismi
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Linguaggio e stile Giovanni Pascoli Linguaggio pascoliano Lessico
Grammaticale A-grammaticale Post-grammaticale Linguaggio tecnico e specialistico La lingua normale della comunicazione Onomatopee, fonosimbolismi Lessico domestico botanico locale/ dialettale infantile letterario specialistico
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La poetica Giovanni Pascoli
1897 Pascoli pubblica la prima parte della prosa Il fanciullino sulla rivista «Il Marzocco» 1903 Il fanciullino viene inserito in forma più ampia nei Miei pensieri di varia umanità • Dentro di noi c’è un fanciullino: è «l’Adamo che mette il nome a tutto ciò che vede e sente» come se fosse per la prima volta • Il fanciullino tiene «fissa la sua antica serena maraviglia» Il fanciullino vede nel buio, sogna e parla «alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle» Il fine del fanciullino è farsi capire; per questo parla in un modo «limpido e immediato» Il fanciullino non cerca né gloria né ricompensa economica: la poesia è pura espressione di interiorità Il poeta… antiretorica, musicalità, fonosimbolismo • … è colui che riesce a ritrovare la voce originaria del fanciullino • … è colui che sa trovare le corrispondenze fra tutte le cose simbolismo • … diviene «ispiratore di buoni e civili costumi, d’amor patrio e familiare e umano» Concezione etica della poesia
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