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PubblicatoOliviero Berardino Modificato 8 anni fa
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Visitare gli infermi e Sopportare pazientemente le persone moleste in alcuni scritti di Don Guanella PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale 2015-2016
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«Bisogna studiare mezzi per sollevar continuamente il morale degli infermi, con un’assistenza e cordialità che solo la Fede e la Carità possono suggerire». Questa affermazione di San Luigi Guanella ci fa comprende come gli infermi erano continuamente presenti nel suo cuore e nella sua azione caritativa. Guanella Luigi, Breve statuto delle figlie del Sacro Cuore chiamate Crocine in Como (1893), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 100.
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«Nei ricoverati vecchi, cronici, infermi i sensi e le membra tutte si irrigidiscono ed hanno bisogno di tanti stimoli per ravvivarle: si sorvegli perché ad essi non manchi nulla riguardo alla cura e ai medicinali, come riguardo al cibo prescritto». Per don Guanella il prendersi cura degli infermi doveva riguardare tutte le dimensioni della vita della persona: fisiche, mentali, spirituali e morali. Guanella Luigi, Regola delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza (1902), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 348.
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«Agli ammalati si usino tutte quelle cure di carità e di sacrificio che sono conformi ad un luogo di ricovero e ad un a Casa di Provvidenza, ma soprattutto si abbia cura del bene spirituale degli individui». Anche in questa affermazione che troviamo nel Regolamento dei Servi della Carità del 1910 don Guanella dimostra come la sua azione caritativa verso gli infermi e gli ammalati riassume quel binomio a noi tanto caro e familiare: dare pane e Signore. Guanella Luigi, Regolamento dei Servi della Carità (1910), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 1245.
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«Perciò, mentre si raccomanda a tutti e sempre i Servi della Carità spirito di compatimento tra di loro, usino senso di profondo compatimento verso gli infermi. Le suore infermiere devono sentire profondamente il peso delle agonie del prossimo». Per don Guanella bisogna prendere su di sé le sofferenze e le infermità dei fratelli e delle sorelle. Come il Buon Samaritano che si prende cura del mal capitato portandoselo con sé. Guanella Luigi, Regolamento interno della casa di Santa Maria della Provvidenza in Como (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 307.
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«Il cuore ha bisogno di benevolenza come lo stomaco di cibo. È qualità naturale e soprannaturale, che consiste nel mostrar tutto l’affetto di cuore buono che vuole adoperarsi per amor di Dio in sollievo dei fratelli sofferenti». Per don Guanella non bisogna fare qualcosa per i sofferenti, per i malati, per gli infermi, bisogna anche volergli bene, mostrare affetto per loro. Guanella Luigi, Breve statuto delle figlie del Sacro Cuore chiamate Crocine in Como (1893), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 29.
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«È molto meglio abbondare di pietà e di misericordia che peccare di rigore e giustizia. Tanto più che si ha a fare con persone che non sempre e perfettamente possono rispondere dei propri atti». In quest’Anno Giubilare della Misericordia forse don Guanella ci esorta ad essere più propensi alla misericordia anziché alla giustizia, soprattutto verso le persone moleste, sopportandole pazientemente. Guanella Luigi, Regolamento dei Servi della Carità (1910), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 1245.
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«Ciò che non si ottiene con la soavità dei modi, è raro che si ottenga con la forza del comando. Si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che con cento barili di aceto». Nel Metodo Educativo Guanelliano uno degli atteggiamenti essenziali per attuare un’azione educativa è la soavità dei modi. La dialettica tra il cucchiaio di miele e cento barili di aceto per prendere più mosche è di san Francesco di Sales. Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, luglio 1904, p. 86.
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«Usar sistema di prevenzione vuol dire carità con i dipendenti, colle suore, coi collegiali: carità generosa e paziente che è propria dell’indole della Casa». Carità generosa e paziente soprattutto con le persone più difficile, dal carattere problematico e, possiamo anche dire, pesante. Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, aprile 1910, p. 92.
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«Nella casa si considerino e si amino tutti come fratelli e membri di una sola famiglia e tutti si educhino ad un vivo compatimento verso ogni classe di sofferenti». Possiamo leggere in quei tutti anche le persone moleste. Non troviamo negli scritti di don Guanella delle descrizioni specifiche, possiamo solo interpretare alcune sue affermazioni e leggerle in tal senso. Anche una persona molesta può essere una persona che soffre. Guanella Luigi, Massime di spirito e metodo di azione (1888- 1889), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p.28-29.
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«Se saprete davvero annichilirvi davanti a Dio e umiliarvi, i voi verrà uno spirito carissimo di semplicità, che darà edificazione grandissima a chi vi circonda e farà buoni i vostri ricoverati». Fra questi ricoverati don Guanella considerava anche le persone moleste, quelle difficili da trattare, quelle che creavano problemi nelle relazioni comunitarie. Guanella Luigi, Regola delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza (1911), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 637.
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1. San Luigi Guanella aveva una particolare attenzione verso gli infermi, erano continuamente presenti nel suo cuore e nella sua azione caritativa. Nella tua esperienza come cooperatore dai un posto privilegiato agli infermi?
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2. Per don Guanella il prendersi cura degli infermi doveva riguardare tutte le dimensioni della vita della persona: fisiche, mentali, spirituali e morali. Quando vai a far visita ad una persona inferma fai attenzione a queste dimensioni della sua vita?
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3. Nel Regolamento dei Servi della Carità del 1910 don Guanella dimostra come la sua azione caritativa verso gli infermi e gli ammalati riassume quel binomio a noi tanto caro e familiare: dare Pane e Signore. Sai dare Pane e Signore?
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4. Per don Guanella non bisogna fare qualcosa per i sofferenti, per i malati, per gli infermi, bisogna anche volergli bene, mostrare affetto per loro. Quando vai a visitare un infermo oltre a farti vicino senti di volergli bene, di provare affetto per lui?
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5. In quest’Anno Giubilare della Misericordia forse don Guanella ci esorta ad essere più propensi alla misericordia anziché alla giustizia, soprattutto verso le persone moleste, sopportandole pazientemente. A che punto è il tuo grado di sopportazione verso le persone moleste?
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6. Per don Guanella bisogna attuare carità generosa e paziente soprattutto con le persone più difficile, dal carattere problematico e, possiamo anche dire, pesante. Ti sforzi di vivere questa carità paziente e generosità verso le persone difficili?
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