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PubblicatoGloria Lombardi Modificato 8 anni fa
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Quali spazi all’interno del nido per stimolare i diversi linguaggi e le relazioni adulto bambino, bambino/ bambino? E in quale relazione con l’esterno? Quali le continuità e quali le discontinuità tra dentro e fuori? Quale idea di cura tra dentro e fuori? Stili di relazioni, stili di apprendimenti, estetica come luogo in cui coltivare l’idea del bello
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La narrazione e il racconto di cosa hanno bisogno per esistere?
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Noi investiamo intellettualmente e affettivamente gli oggetti, diamo loro senso e qualità sentimentali li inseriamo in storie che possiamo ricostruire e che riguardano noi e gli altri: le cose non sono soltanto cose, recano tracce umane, sono il nostro prolungamento.
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Gli oggetti che a lungo ci fanno compagnia sono fedeli. Ciascuno ha una storia e un significato mescolati a quelli delle persone che li hanno utilizzati e amati. (da oggetti transizionali a collezioni di oggetti).
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L’oggetto organizzatore dell’intelligenza e testimonianza del percorso fatto L’esperienza non è una cosa rigida e chiusa; è vitale e quindi crescente. Ma tra esperienza e competenza c’è una bella differenza: la competenza offre l’opportunită di riflettere in modo critico sull’esperienza. L’esperienza offre al bambino la possibilită di acquisire una sempre maggiore consapevolezza di sé, in termini di possibilità e di criticità. L’esperienza ci aiuta ad affinare una idea in merito ai limiti di ciascuno di noi, ad affrontare situazione rischiose il più delle volte anche molto sfidanti e avventurose.
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E’ nel fornire al bambino gli strumenti per aumentare il proprio concetto di stima, di identità e di acquisizione del concetto di limite che si rende il bambino sempre più autonomo dal punto di vista cognitivo, motorio ed affettivo
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e lo si rende partecipe alla costruzione del concetto di sicurezza e di salvaguardia di se stesso.
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I materiali naturali sono quelli che più si prestano alle trasformazioni. Invitano ad agire perché "non si rompono", non hanno mai una fine perché semplicemente cambiano. Nel tempo e nello spazio. Ci permettono di fare delle prove, delle ipotesi, delle nuove invenzioni: sbucciare, sbriciolare, staccare, fare dei pezzettini per poi fare un mucchietto, rimettere tutto insieme e ricominciare da capo, in cerca di nuove, ancora inconsapevoli composizioni.
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I pantoni naturali non è così consueto imbattersi in banche dati che organizzano i colori e tutte le loro possibili e innumerevoli sfumature utilizzando gli elementi e i reperti naturali. Questa sorta di “pantone naturale” puž divenire un patrimonio di tracce cromatiche che possono aprire a mille e svariati sviluppi. Possono essere raccolti e catalogati utilizzando gli oggetti veri e propri pena il fatto che serve molto spazio e che gli elementi stessi subiscono un invecchiamento, a volte si asciugano, perdono colore ma si trasformano
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Tra dentro e fuori, quali relazioni e soprattutto perché? La forza resiliente delle soglie, la capacità trasformativa delle transizioni Abituarsi ad alternare l'uso degli spazi esterni e degli spazi interni permette di dare continuità alle ricerche con i bambini, in funzione delle esperienze, delle condizioni ambientali o delle necessità di spazi ampi, organizzati o naturali. La stessa scelta dell'ambiente in cui ci muoviamo condiziona molto le attenzioni e i comportamenti dei bambini stessi.
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Assegnare significati, vedere ciò che non c’è, immaginare, lasciarsi trasportare dal fare che trasforma il pensare. La forza e il potere del gioco dei bambini
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Tra dentro e fuori, contaminazioni e trasformazioni. Quali sono gli elementi di continuità? Tra dentro e fuori cosa portiamo, cosa reinventiamo, quali relazioni?
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In & out In e out intesi in una logica di continuum naturale ovvero come zona di interdipendenza e compenetrazione tra fuori e dentro, attraverso cui far traghettare giochi, attività ed esplorazioni in contesti ambientali diversi che offrono opportunità interessanti, come luoghi in cui fare cose diverse con possibilità di movimento, di rumore e di sporco differente.
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perché …. perché a volte, spesso, pare che in realtà ci sia una sorta di gerarchia verticale per cui l’interno - le sezioni, gli atelier, i laboratori - sono la vera scuola, quella importante in cui si lavora, e l’esterno - il giardino, il parco - rappresenta aree in cui dare libero sfogo, in cui poter correre, saltare, arrampicarsi
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ma di cui tutto sommato se ne puž anche fare a meno: i bambini ne fanno a meno con la brutta stagione, quando è umido, con la nebbia, con la terra bagnata, con la brina, con il freddo insomma in tutte quelle condizioni climatiche che rendono la natura assolutamente interessante, poco conosciuta e poco prevedibile.
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