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PubblicatoGuglielmo Marino Modificato 8 anni fa
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Lezione XVI Compensazione
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Richiami sulla risposta in frequenza (analisi small-signal) Amplificatore a source comune Effetto Miller Amplificatore a drain comune Guadagno ridotto-banda più ampia Amplificatore differenziale con carico in pinch-off Comportamento analogo al circuito a source comune
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Richiami sulla risposta in frequenza Amplificatore differenziale con carico autopolarrizzato Effetto dello specchio di corrente Configurazione cascode/folded Circuiti multistadio
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Comportamento in frequenza dei carichi attivi Prima di iniziare a studiare le tecniche di compensazione in frequenza consideriamo il diverso comportamento di un carico a specchio nei confronti di un carico in pinch-off su un amplificatore differenziale
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Carico in pinch-off Nella propagazione dal segnale dall’ingresso verso l’uscita gli ingressi in1-in2 sono esattamente equivalenti La capacità CL include le capacità C DB1, C DB3, C GD1, C GD3 Il polo dominante è sicuramente dato da C L r 01 ||r 03 Il nodo Vb1, anche se realizzato attraverso un ramo di polarizzazione è una massa per il segnale.
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Carico a specchio di corrente La situazione è differente rispetto al caso precedente. In questo caso i percorsi da ingresso a uscita hanno funzioni di trasferimento diverse e quindi vanno considerate entrambe E
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Percorso in1-out Da in1 verso out incontriamo un polo al nodo E e poi il polo sul nodo di uscita Il polo al nodo E è chiamato polo dello specchio o “Mirror pole” La valutazione del polo E è relativamente semplice: la resistenza vista al nodo è praticamente 1/g m3 mentre la capacità C E è la somma di C gs3, C db3, C gs4, C db1 e le capacità C gd1 e C gd4 aumentate dell’effetto Miller E
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Percorso in2-out Da in2 verso out incontriamo il polo CLRout Quindi, complessivamente, la funzione di trasferimento ha un polo dominante dovuto al nodo di uscita ed un polo non dominante dovuto allo specchio La frequenza a cui si manifesta questo polo è relativamente bassa e limita quindi le prestazioni di questo tipo di circuito E
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Considerazioni generali Un qualsiasi sistema lineare, chiuso in un anello di feedback, può presentare guadagno infinito se βH(s)=-1, amplificare il proprio rumore e, di conseguenza, oscillare (presentare uscita finita anche se x(t)=0) H(S) + - X(s) Y(s) β e(s)
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Criterio di Barkhausen La condizione βH(s)=-1 può essere espressa, nel dominio di Fourier, dalla coppia di equazioni che definisce il criterio di Barkhausen Notiamo che, alla pulsazione ω 1, il segnale dall’ingresso all’uscita dell’anello di retroazione, fa un giro completo di 360°
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Sul diagramma di Bode Dobbiamo riportare modulo e fase di βH(s) e andare a guardare i punti dove il modulo vale 1 e la fase -180° Le frequenze a cui ciò avviene sono parametri critici: Chiamiamo punto di crossover del guadagno il punto GX Chiamiamo punto di crossover della fase punto PX Un sistema è stabile se GX<PX GX PX
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Esempio Studiamo la stabilità in feedback di un amplificatore ad un solo polo dominante Scopriamo che il sistema è ancora ad un sol polo e quindi incondizionatamente stabile dal momento che lo sfasamento che può introdurre è al massimo di -90°
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Il luogo delle radici Un altro utile strumento per lo studio dei sistemi in controreazione è il cosiddetto luogo delle radici (root locus) Ci consente di visualizzare, al variare del parametro β, la posizione degli zeri del polinomio 1+βH(s), ovvero il comportamento del sistema controreazionato, e vedere se, ad esempio, possono diventare a parte reale positiva (e quindi innescare oscillazioni che, nel tempo, divergono)
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Esempio Un sistema ad un solo polo rimane tale quando viene chiuso in feedback. Il suo polo s P =-ω 0 (1+βA 0 ) ha parte reale che vale -ω 0 per β=0 e si allontana sempre di più dall’asse immaginario all’aumentare di β Lo studio del luogo delle radici, ci consente di verificare per quale valore di β le radici diventano immaginarie pure e quindi il sistema si candida ad oscillare Root Locus Real Axis Imag Axis -3.5-3-2.5-2-1.5-0.50 x 10 -6 -0.5 0 0.5 1 x 10 -7 ω0ω0 β=0
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Esempio Studiamo la stabilità in feedback di un amplificatore a due poli (ad esempio un operazionale a due stadi) Scopriamo che il sistema è ancora incondizionatamente stabile dal momento che la fase diventa pari a 180° per una frequenza teoricamente infinita e quindi, di sicuro, GZ<PZ E’ chiaro anche che, al diminuire del feedback, il diagramma di Bode del modulo si abbassa e quindi GZ si muove verso sinistra rendendo ancora più stabile il sistema
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Margini di stabilità Per garantire stabilità ad un sistema chiuso in feedback basta dunque garantire che GZ<PZ Il problema è adesso quantificare la disuguaglianza, ovvero stabilire che distanza deve esserci tra GZ e PZ per assicurarci che, anche nelle condizioni peggiori, il sistema rimanga stabile
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Margine di fase Consideriamo la fase di βH(s) in GZ Affinchè il sistema sia stabile quest’ultima sarà sicuramente < 180° Possiamo definire il margine di fase PM come: PM=180°+φ(βH(j ω 1 ) ) Il sistema è stabile se PM>0. In generale PM=60° è una buona scelta.
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Margine di ampiezza Consideriamo il caso duale, ovvero il modulo di βH(s) in PZ Chiaramente, affinchè si abbia stabilità dovra essere | βH(jω 2 ) |<0 dB Definiamo il margine di ampiezza GM come | βH(jω 2 ) | dB
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Compensazione in frequenza I circuiti operazionali possono contenere più di un polo E’ dunque necessario intervenire sulla loro risposta in frequenza per garantire che, ad anello chiuso, il loro comportamento sia stabile e la risposta al gradino non contenga eccessive oscillazioni Bisognerà garantire la stabilità con adeguati margini di fase/ampiezza
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Azione su PX -180° PX Per stabilizzare il comportamento di un operazionale possiamo agire sul diagramma della fase spingendo verso destra il punto PX Questo in pratica significa ridurre il numero di poli nel percorso tra ingresso ed uscita
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Azione su GX D’altra parte possiamo agire su GX spingendolo verso sinistra Ovviamente in questo caso si riduce la banda passante dell’operazionale In generale si cerca di progettare l’operazionale mantenedo al minimo il numero di poli e successivamente si applica la correzione su GX per ottenere un margine di fase soddisfacente -180° GX
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Esempio Consideriamo un amplifcatore a singolo stadio telescopico cascode con il carico a specchio per convertire il segnale da differenziale a single-end e cerchiamo di identificare i poli lungo il percorso dall’ingresso verso l’uscita I percorsi da considerare sono In1-out e In2-out
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Percorso in1-out Il primo polo lo incontriamo al nodo X sul drain di M1. Questo polo è dato dalla capacità C x per la resistenza 1/g m3 Il secondo polo lo troviamo sul nodo A Questo polo è dato dalla capacità C a per la resistenza 1/g m5 Il terzo polo lo troviamo sul nodo N Questo polo è dato dalla capacità C n per la resistenza 1/g m7 Infine troviamo il polo sul nodo di uscita dovuto alla capacità C L per la resistenza R out di uscita di tutto l’amplificatore M1M2 M3M4 Iss M5 PMOS M6 M7 Vb1 In1In2 Vb2 Vout Vdd X A N
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Riepilogo Una volta identificati i poli conviene provare, almeno grossolanamente, a caprine la posizione relativa in funzione della frequenza Dal momento che la resistenza di uscita R out, in configurazione cascode, è sicuramente parecchi ordini di grandezza rispetto a 1/g mx è ipotizzabile che il polo dominante sia dovuto al nodo di uscita, indipendentemente dalla capacità di carico Qualche difficoltà in più la troviamo nel determinare la posizione relativa degli altri poli
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Riepilogo NodoCapacitàResistenzaPosizione X=YCx1/gm34 ACa>Cx,Cn1/gm5>1/gm3 Se V OD5 =V OD3 2 NCn>Cx1/gm7>1/gm33 OutCLRout1 1 2 3 4
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Diagramma di Bode L’osservazione del diagramma di Bode si βH(s) per β=1 ci consente di determinare una strategia vincente per la stabilizzazione di questo circuito Posso pensare di agire sul polo dominante e spostarlo verso sinistra semplicemente aumentando la capacità di carico C L Se effettuo la correzione in modo che la GX si trovi proprio in corrispondenza del polo 2 avrò ottenuto un margine di fase di 45° 1 231’1’
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Considerazioni Il fattore di aumento di C L sarà ovviamente il rapporto tra le frequenze dei poli 2 e 1 (teorema di Pitagora) La frequenza di taglio a guadagno unitario corrisponderà al polo 2. Questo ci indica una regola per la progettazione di operazionali wide-band: Il primo polo non dominante deve trovarsi quanto più a destra possibile La configurazione con il carico a specchio è da evitare in quanto introduce un “mirror pole” non dominante a frequenze relativamente basse Aumentare la resistenza di uscita R out non stabilizza l’operazionale. Perchè? Agire sui poli non dominanti non stabilizza l’operazionale. Perché?
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Esempio Consideriamo adesso la versione completamente differenziale del circuito a singolo stadio cascode Come abbiamo visto, la mancanza di dispositivi connessi a diodo elimina il “mirror pole” Ci aspettiamo che, a parità di banda, rispetto al caso precedente questo circuito presenti maggiori proprietà di stabilità
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Considerazioni preliminari Dall’ingresso verso l’uscita troviamo sicuramente il polo al nodo X (o Y) non dominante e il polo dominante sul nodo Vout1 C L R out Come si comportano però i poli nei nodi N e K ? Possiamo pensare che la capacità C N, alle alte frequenze, abbassi l’impedenza di uscita di M7 abbassando l’impedenza di uscita complessiva del circuito Cerchiamo di quantificare quest’effetto XY NK
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