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PubblicatoMichela Novelli Modificato 8 anni fa
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CAPITAL BUDGETING FINANZA AZIENDALE I MODULO (CORSO A) a.a. 2010-2011
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2 CLASSIFICAZIONE DELLE “DECISIONI FINANZIARIE” Decisioni nell’area degli investimenti Decisioni nell’area dei finanziamenti Decisioni nell’area della gestione corrente Decisioni relative alla politica dei dividendi Decisioni relative alla gestione integrata dei flussi finanziari aziendali
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3 DECISIONI DI INVESTIMENTO EIMPLICAZIONI STRATEGICHE (1) DECISIONI DI INVESTIMENTO E IMPLICAZIONI STRATEGICHE (1) decisioni complesse Le decisioni di investimento generano effetti sulle restanti decisioni finanziarie. Si tratta, pertanto, di decisioni complesse, la cui valutazione richiede un esame a 360 gradi dell’iniziativa. Lo scopo è quello di comprendere tutto quello che accadrà a livello di impresa con l’avvio del progetto, non solo a livello di performance reddituale. Inoltre, è assolutamente fondamentale inserire la singola decisione di investimento all’interno della pianificazione strategica dell’impresa.
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4 DECISIONI DI INVESTIMENTO EIMPLICAZIONI STRATEGICHE (2) DECISIONI DI INVESTIMENTO E IMPLICAZIONI STRATEGICHE (2) In altri termini, prima di avviare un progetto occorre verificare sempre l’esistenza della coerenza tra missione e obiettivi aziendali da un lato e investimento che si vuole intraprendere dall’altro. Quest’ultimo, in effetti, deve permettere all’impresa di contribuire al raggiungimento di tali obiettivi, nel rispetto della missione suddetta. A volte, l’impresa può addirittura decidere di avviare progetti non economici (almeno in termini previsionali) in quanto non avviarli potrebbe significare perdite ancora peggiori (di redditività, di quota di mercato, di immagine ecc.),anche se non quantificabili con sufficiente attendibilità
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5 INVESTIMENTO: DEFINIZIONE Un investimento può essere definito come un esborso di risorse monetarie al quale seguono dei flussi anch’essi monetari. GRAFICAMENTE: Tempo Flussi di cassa Profilo monetario dell’investimento
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6 ELEMENTI BASE PER LA CLASSIFICAZIONE DEGLI INVESTIMENTI A. Grado di dipendenza; B. Benefici attesi; C. Rischio.
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7 A) grado di dipendenza alternativi per destinazione; concorrenti su risorse limitate; sequenziali; indipendenti.
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8 B) benefici attesi Un esempio di classificazione basata sui benefici attesi può essere la seguente: Progetti destinati ad aumentare la qualità dei prodotti offerti; Progetti destinati a ridurre gli scarti di produzione; Progetti rivolti al miglioramento dell’immagine aziendale; ecc….
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9 I progetti sono classificati in base al grado di rischiosità in esso presenti. Una possibile classificazione potrebbe essere la seguente: Ricerca e Sviluppo; Formazione personale; Pubblicità; Lancio nuovi prodotti; Impianti; “Investimenti sociali”. C) rischio
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10 PROFILI DI ANALISI DELLE DECISIONI DI INVESTIMENTO PROFILO MONETARIO Impone di determinare le risorse assorbite e quelle liberate dal progetto di investimento; PROFILO FINANZIARIO Impone di condurre una analisi di fattibilità finanziaria; PROFILO DELLA COMUNICAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA Impone di considerare gli effetti sugli indicatori di bilancio, al fine di non avviare progetti in grado di peggiorare il valore degli stessi e, conseguentemente, le considerazioni sull’azienda formulate da analisti esterni.
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11 FASI DEL PROCESSO DI CAPITAL BUDGETING Analisi SWOT Obiettivi aziendali Risorse a disposizione Identificazione delle alternative di investimento Valutazione delle alternative Selezione delle alternative Scelta dell’alternativa Implementazione Controllo in itinere Controllo successivo Acronimo delle iniziali delle parole inglesi Strenghs (forze), Weaknesses (debolezze), Opportunities (opportunità) e Threats (minacce)
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12 PROCESSO LOGICO DELL’OPERAZIONE “VALUTAZIONE INVESTIMENTO” 1. Possibilità di reperire fonti di finanziamento; 2. Analisi delle fonti di finanziamento disponibili sotto l’aspetto del costo, della qualità (rischio e modalità di rimborso) e degli impatti sugli assetti proprietari; 3. Valutazione degli effetti che l’investimento è in grado di produrre al fine di verificare se essi sono adeguati ai costi e rischi che l’azienda si assume avviando l’investimento; 4. Valutazione degli investimenti alternativi; 5. Scelta finale.
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13 STEP OPERATIVI DELL’OPERAZIONE “VALUTAZIONE INVESTIMENTO” 1. Proposta di investimento; 2. Quantificazione dei flussi di cassa generati dall’investimento; 3. Definizione del criterio di accettabilità; 4. Scelta e applicazione del metodo di valutazione desiderato; 5. Relazione sintetica sui risultati ottenuti.
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14 ASPETTI BASE DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI ASPETTI BASE DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI Entità dei flussi monetari assorbiti e liberati dall’investimento; Distribuzione temporale di tali flussi; Valore finanziario del tempo.
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15 LA DETERMINAZIONE DEI FLUSSI RILEVANTI I flussi, per essere rilevanti ai fini della valutazione di un determinato investimento, devono essere: Monetari; Differenziali (o incrementali); Depurati dalle conseguenze fiscali; Al lordo degli oneri finanziari.
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16 Flussi monetari Significa che per valutare un investimento occorre tenere in considerazione le Entrate e le Uscite che l’investimento produrrà nel corso della sua vita e NON i Ricavi e i Costi. In altri termini, occorre procedere con l’analisi utilizzando i cash flow del progetto.
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17 PROBLEMI NEL CALCOLO DEI FLUSSI DIFFERENZIALI Costi sommersi (costi già sostenuti); Costi comuni Investimenti già realizzati; Effetti collaterali (cannibalismo e sinergia)
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18 COSTI SOMMERSI Essendo costi che l’impresa ha deciso in passato, non sono influenzati dalla decisione se avviare o meno il progetto. Per tale ragione, non sono flussi incrementali e, dunque, non possono essere considerati valori rilevanti ai fini della valutazione del progetto.
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19 MA ALLORA….., CHI PAGA I COSTI SOMMERSI? E’ chiaro che il valore attuale netto cumulativo dei progetti di successo dovra’ essere superiore alle spese cumulative (sunk costs) di tutti i progetti, di successo e non. In caso contrario, la società non potrebbe durare a lungo!
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20 COSTI COMUNI Se i costi non aumentano, ma cambia solo la ripartizione degli stessi, non possono essere considerati costi incrementali e quindi non devono essere presi in considerazione nel calcolo dei flussi generati dall’investimento.
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21 INVESTIMENTI GIA’ REALIZZATI Tali investimenti, se utilizzati nell’ambito della nuova iniziativa, devono essere considerati in base al loro costo opportunità. In effetti, se l’impresa decide di utilizzare tali attività nel nuovo progetto, rinuncia ad altre forme di impiego e ai proventi che dalle stesse poteva ottenere (es. affitto, prezzo di cessione).
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22 EFFETTI COLLATERALI I principali effetti collaterali sono denominati effetti sinergici ed effetti di cannibalismo. Si parla di effetto sinergico quando l’avvio del nuovo progetto comporta un aumento dei flussi di cassa prodotti da altre attività dell’azienda. L’effetto di cannibalismo si ha invece quando la suddetta variazione dei flussi di cassa non è positiva bensì negativa.
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23 PAY BACK TIME (TEMPO DI RECUPERO MONETARIO) Il metodo del tempo di recupero monetario permette di rispondere al seguente quesito: quanto tempo deve trascorrere dall’avvio del progetto affinché le risorse investite siano interamente recuperate con i flussi di cassa prodotti dall’investimento stesso?
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24 Formula PBT Se l’ammontare dei flussi di cassa e’ costante, il PBT si ottiene applicando la formula seguente: PBT = In / Ft dove: In = Investimento iniziale Ft= Flusso di cassa netto incrementale
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25 PBT Se i flussi di cassa tendono invece a variare da periodo a periodo, il calcolo del PBT prevede di sommare tra loro i flussi di cassa netti prodotti dall’investimento, fino al recupero integrale dell’investimento iniziale.
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26 ESEMPIO: Uo = 20.000
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27 PBT - esempio 1° Investimento PBT =10 anni 2° Investimento PBT = In / Ft PBT = 20.000 / 5.000 = 4 anni
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28 PBT - esempio 3° Investimento Alla fine del settimo anno l’investimento e’ tornato in forma liquida per un ammontare pari a 18.000 mentre alla fine dell’ottavo anno le somme recuperate ammontano a 23.000. L’investimento iniziale viene pertanto recuperato tra il settimo e l’ottavo anno. Ipotizzando di recuperare le entrate nette in modo costante durante ciascun anno, e’ possibile determinare il PBT del 3° investimento nel modo seguente: 5.000/12 = 400 Flusso di cassa mensile 20.000 – 18.000 = 2.000 Parte dell’investimento iniziale ancora da recuperare 2.000 / 400 = 5 mesi Il PBT del terzo investimento è pertanto pari a 7 anni e 5 mesi.
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29 PREGI DEL METODO facile da calcolare; permette di individuare l’investimento che ha il maggior grado di liquidita’. Ciò può essere positivo se l’impresa si trova in una situazione difficile per quanto concerne l’aspetto liquidità; è un metodo che si appoggia su basi più realistiche (rispetto ad altri metodi)
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30 DIFETTI DEL METODO Non tiene in considerazione la redditività totale dell’investimento; Tende ad escludere gli investimenti che presentano flussi netti anche consistenti, ma lontani nel tempo; Somma valori disomogenei (nella versione originaria)
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31 DISCOUNTED PAYBACK PERIOD E’ UNA VARIANTE DEL METODO DEL PBT. In pratica, si calcola il tempo di recupero sui flussi di cassa attualizzati. Presenta sempre il limite di non considerare i flussi di cassa che si producono dopo il PBT; inoltre, richiede preventivamente di definire in modo arbitrario la soglia “di accettabilità”.
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32 VAN (Valore Attuale Netto) E 1 1 + k -1 + E 2 1 + k -2 +………+ E n 1 + k -n - U 0 + U 1 1 + k - 1 + U 2 1 + k -2 +………+ U n 1 + k -n FORMULA “SINTETICA” N FC t __________ - U 0 t = 1 (1 + k) t SE: VAN > 0 L’INVESTIMENTO E’ CONVENIENTE VAN = 0 L’INVESTIMENTO E’ INDIFFERENTE VAN < 0 L’INVESTIMENTO NON E’ CONVENIENTE
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33 VAN (2) Nella formula del VAN il tasso di attualizzazione non è una incognita. Esso è il costo medio ponderato del capitale (WACC). Utilizzando K come tasso di attualizzazione si suppone implicitamente che i flussi di cassa prodotti dal progetto siano reinvestiti alla soglia minima di rendimento. Ciò appare del tutto ragionevole. Tale tasso, infatti, permette di soddisfare le attese di tutti coloro che hanno finanziato l’impresa, sia a titolo di indebitamento che di capitale proprio. Esso, inoltre, riflette i rendimenti ottenibili da investimenti alternativi di pari rischiosità.
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34 TIR (Tasso Interno di Rendimento) E 1 1 + r -1 + E 2 1 + r -2 +………+ E n 1 + r -n = U 0 + U 1 1 + r -1 + U 2 1 + r -2 +………+ U n 1 + r -n FORMULA “SINTETICA” N FC t __________ = U 0 t = 1 (1 + r) t SE TIR > K L’INVESTIMENTO E’ CONVENIENTE TIR = K L’INVESTIMENTO E’ INDIFFERENTE TIR < K L’INVESTIMENTO NON E’ CONVENIENTE K = CUT OFF RATE (SOGLIA DI ACCETTABILITA’)
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35 Ir (Indice di redditività) N FC t Ir = __________ / U 0 t = 1 (1 + k) t Ir > 1 L’INVESTIMENTO E’ CONVENIENTE Ir = 1 L’INVESTIMENTO E’ INDIFFERENTE Ir < 1 L’INVESTIMENTO NON E’ CONVENIENTE
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