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PubblicatoErica Grandi Modificato 8 anni fa
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I casi del progetto La.Fem.Me. Progetto WELFLEX Consulenti per il cambiamento. Formazione specialistica su innovazione organizzativa e welfare aziendale Bari, 3 giugno 2014 Emanuela Mastropietro
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Falsi miti Per fare il welfare aziendale l’azienda deve avere tanti soldi Il welfare aziendale è appannaggio solo delle grandi imprese Il welfare aziendale è solo uno strumento per avere un risparmio fiscale, non ha niente a che vedere con l’organizzazione del lavoro Caso 1 Welfare aziendale (e non solo) in Microimpresa
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Azienda di 10 dipendenti (8 donne compresa la titolare) Localizzata in Sicilia Fondata nel 1974 Settore servizi farmaceutici Esigenza: L’azienda ha risentito nel corso degli ultimi anni della crisi economica. Al contempo sono cresciuti i costi aziendali, in primis il costo del lavoro. Gli orari di apertura sono lunghi (8,30 - 20,30 continuato) e dall'1 giugno al 30 settembre deve mantenere un’apertura di 24 ore. Ciò causa forte stress nella gestione del lavoro e dei turni e una situazione di potenziale conflitto e di malessere. Un ricorso eccessivo agli straordinari per la gestione dei picchi stagionali. Caso 1 Welfare aziendale (e non solo) in Microimpresa
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Banca ore Banca delle ore potranno confluire un massimo di 180 ore per ciascun lavoratore. Ogni lavoratore nel termine di 3 mesi dovrà decidere se richiedere o effettuare un riposo compensativo. Quattro volte l'anno si effettua un rendiconto delle ore effettuate da ogni singolo lavoratore che verrà sottoscritto dal rappre- sentante dell'organizzazione sindacale. Caso 1 Welfare aziendale (e non solo) in Microimpresa
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Welfare aziendale Servizio sostitutivo di mensa aziendale presso il bar sito di fronte all’azienda per un valore giornaliero massimo di 5,29; Rimborso di spese per istruzione e per centri estivi dietro presentazione. Servizi gratuiti messi a disposizione dei dipendenti (a scelta): Visite e cure dentarie Visite, servizi diagnostici ed analisi Visite e trattamenti presso un Centro di fisioterapia Caso 1 Welfare aziendale (e non solo) in Microimpresa
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Falsi miti Il part time l’orario perfetto per le mamme, il mattino al lavoro e nel pomeriggio si occupano dei figli Un’azienda non può avere tanti part time perché poi nel pomeriggio non c’è nessuno a lavorare Il part time non è produttivo Caso 2 Part time non solo per conciliare
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Azienda di 54 dipendenti (maggior parte sono donne) Localizzata in Puglia Fondata nel 1975 Settore cooperativa di consumo (4 piccolo supermercati) Esigenza: L’azienda è sempre cresciuta da quando si è costituita. Ora risente della forte concorrenza dei grandi centri commerciali. Alcune lavoratrici hanno espresso la preferenza di lavorare ad orario ridotto (part time) richiedendo, però, una medesima distribuzione di orario (solo al mattino). creando così difficoltà di gestione nella organizzazione del lavoro, nella efficacia dei servizi resi alla clientela e facendo lievitare i costi (straordinario da parte degli altri dipendenti). Caso 2 Part time non solo per conciliare
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Caso 2 Part time non solo per conciliare 8.3010.0013.0018.0020.30 lunedì-venerdì 8.3013.3017.0020.30 sabato Opzione 1 = 29.30 h 8.3013.3020.30 lunedì-venerdì 8.3020.30 sabato alternato Opzione 2= 28h 8.3013.3020.30 lunedì-venerdì 8.3020.30 1 sabato ognio 3 Opzione 3= 27.30h +indennità 10% - 30h 8.3010.0013.0020.30 lunedì-venerdì 8.3020.30 no sabato Opzione 4= 32h +indennità 10% - 35h 8.3010.0013.0020.30 lunedì-venerdì 8.3013.0020.30 1/2 sabato alternato/fisso
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Falsi miti La flessibilità garantisce la produttività per l’azienda che deve rispondere alle esigenze di mercato sempre meno stabili. La flessibilità è tutta a danno dei lavoratori, non facilita la conciliazione lavoro famiglia. Caso 2 Flessibilità funzionale
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Azienda di 311 dipendenti (77% donne) Localizzata in Puglia Settore servizi call center Esigenza: l’esigenza di una rilevazione più strutturata delle esigenze del personale, finora mediata dai singoli responsabili di sede e legata alla volontà estemporanea dei singoli dipendenti di manifestare le proprie necessità contingenti. Caso 3 Flessibilità oraria funzionale
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Orari a menù – preferenze Obiettivo di gestione della copertura oraria del carico di lavoro con adesione volontaria del 100% Rilevazione delle esigenze da parte dei lavoratori Definizione settimanale della pianificazione dei turni Condivisione con il team delle esigenze e raccolta adesioni da parte dei lavoratori e delle lavoratrici Definizione di principi generali per la distribuzione dei «sacrifici» da parte dei lavoratori (es. almeno 1 slittamento di turno a settimana, almeno un sabato ogni 4; ecc.) Caso 3 Flessibilità oraria funzionale
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Mamma con figli piccoli – mattino full time Preferisce lavorare la mattina presto per poter uscire prima È poco disponibile al sabato, ma soprattutto al supplementare perché faticoso Può contribuire con una disponibilità al cambio turno m/s, se pianificato in anticipo Uomo/donna giovane senza figli – part time (21 ore) Interessati a integrare più possibile lo stipendio, accettano qualsiasi esigenza di supplementare. Sono flessibili. Manifestano esigenze di pianificazione anticipata anche di 24/48 ore. Uomo/donna giovane senza figli – sera 30 ore Dimostrano una elevata disponibilità. Preferiscono lavorare la sera ma non manifestano problemi per un cambio turno periodico e ne vedono i vantaggi in termini di rottura della routine Preferiscono un allungamento di orario durante la settimana piuttosto che il sabato ma ammettono che 1 sabato ogni 4 è sostenibile. Caso 3 Flessibilità oraria funzionale (focus preferenze)
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I servizi web del Progetto LaFeMme http://www.italialavoro.it/lafemme
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