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PubblicatoGregorio Ricci Modificato 8 anni fa
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COMPLESSITA’ E FORMAZIONE La conoscenza sociale in educazione
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“…ci richiede di pensare senza mai chiudere i concetti, di spezzare le sfere chiuse, di ristabilire le articolazioni tra ciò che è disgiunto,[…], di pensare con la singolarità, con la località, la temporalità, di non dimenticare mai le totalità integratrici”. E. MORIN, Le vie della complessità, in G. BOCCHI-M.CERUTI ( a cura di), Le sfide della complessità, Feltrinelli, Milano,1995 Il pensiero complesso
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complesso multidimensionale multifattoriale. Quindi ogni problematica connessa alla formazione è sempre da esaminare con criteri molteplici. La Formazione si caratterizza come “oggetto” :
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Lessico di base : complessità L'essere complesso, complicato. La nozione di complessità è stata introdotta nelle scienze sociali da altri contesti disciplinari (fisica, biologia) e ha trovato largo impiego nella cosiddetta teoria dei sistemi. Questa teoria sostiene l'inopportunità di semplificare forzatamente cause e sviluppi di determinati fenomeni sociali, assumendo una visione del mutamento sociale come prodotto di cause molteplici e come espressione di tendenze analizzabili in termini di pura probabilità.
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Vita, umanità, evoluzione, cambiamento, conoscenza, ecc. sono originate da, e vanno di pari passo con, disordine, caos, perturbazione, dissimmetria, instabilità, squilibrio, flussi, turbolenza, non linearità, marginalità, incertezza, relatività, disarmonia, frattalismo, imponderabilità,… Le teorie della complessità affermano
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Le azioni locali producono ampie conseguenze in termini di distanza (spazio), tempo e dimensione. La globalizzazione mette assieme simultaneamente iniziative differenti, eccezionali, individuali e frammentate. Non ci potrebbe essere globalizzazione senza localizzazione, poiché globale e locale sono differenti dimensioni di un sistema che evolve insieme alla qualità sia delle relazioni che dei suoi componenti (co-evoluzione) e si auto- organizza. Nell'attuale interdipendenza complessiva (globalizzazione)
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La formazione come finalità ultima per l’epoca contemporanea V. Sarracino, mutuando da M. Callari Galli il termine “glolocalità”afferma: “La finalità ultima, come sempre, non può non essere che la formazione di un uomo per la propria epoca, quindi per l’epoca contemporanea: la formazione di un uomo attento al “locale” e al “nazionale”, ma soprattutto ad una dimensione planetaria” SARRACINO V., d’AGNESE V., La conoscenza sociale in educazione, Edizioni ETS, Pisa 2007 pp. 89-90
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Soltanto un pensiero strategico può collegare tali eventi e gestire la complessità. E' necessario un modo di pensare olistico, in grado cioè di rispettare: ciò che è diverso (e divergente): le sfaccettature multidimensionali di una situazione e di un problema, agendo sulle loro interdipendenze.
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La complessificazione socioculurale: trova una corrispondenza nella complessificazione teoretico-prassica del pedagogico La formazione va intesa sempre come oggetto complesso, multidimensionale e multifattoriale.
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La pedagogia contemporanea “…si è necessariamente, di volta in volta, trasformata in “pedagogia di qualcosa” […], rischiando anche, spesso, la frammentazione e la separatezza tra problemi educativi e metodi.” SARRACINO V., d’AGNESE V., La conoscenza sociale in educazione, Edizioni ETS, Pisa 2007 p. 29
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Per ricondurre il discorso ad una dimensione unitaria diventa fondamentale l’esame accurato del livello metodologico
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Il concetto di integrazione formativa può essere articolato ai seguenti livelli: Livello interistituzionale ( scuola, famiglia, agenzie del territorio) Livello intercategoriale ( tra più soggetti della formazione: docenti, educatori professionali extrascolastici, animatori di comunità, operatori di didattica territoriale) Livello interdisciplinare ( più discipline concorrono nell’ottenere un esito comune) Livello interoperativo ( più strumenti e sussidi cooperano per il miglioramento delle conoscenze e abilità acquisite e per il rafforzamento dei rapporti relazionali).
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La società come luogo privilegiato della formazione L’obiettivo di fondo della pedagogia sociale è quello di favorire lo sviluppo di un lifelong learning e di un lifewide learning che possa realizzarsi all’interno di una learning community, di una comunità intesa come sistema integrato di soggetti e di contesti ( macrocontesti e microcontesti).
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Insegnamento e formazione sono alla base della pedagogia sociale e coinvolgono: i soggetti da formare nella loro azione di crescita bio-psico-culturale, aiutandoli a prendere consapevolezza del loro ruolo gli operatori della formazione nell’impadronirsi del metodo e del rigore necessario ad indagare, a ricercare e a riflettere sui fatti educativi.
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Il soggetto in formazione oggi è pronto a riconoscere la propria incompiutezza; pronto a ri-apprendere; pronto a prendersi e a ri-prendersi cura di sé.
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La progettazione diviene parametro di base di qualsiasi azione formativa. Formazione e progettazione si configurano come: processo Procedura Intreccio Svolgimento dinamico…
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Esistente e possibile: ambiti di ricerca della pedagogia sociale OggettoProgetto Pedagogia generale La formazione dell’uomo nella sua dimensione individuale e sociale Costruzione intenzionale di processi formativi efficaci. Pedagogia sociale Il nesso educazione- società nelle loro molteplici interazioni Costruzione intenzionale di possibilità di cambiamento sociale attraverso l’educazione
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Teoria, prassi: ricorsività circolare Un progetto educativo è strettamente connesso con i problemi del contesto, quindi qualsiasi azione formativa è sempre il risultato di una preventiva indagine sul campo intesa a leggere e ad interpretare ermeneuticamente la domanda educativa e culturale.
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Le nuove emergenze educative dovute a: L’incontro tra razze e culture diverse; Il bisogno di uno sviluppo sostenibile per la salvaguardia dell’ambiente, inteso quest’ultimo come contesto e luogo privilegiato per una formazione integrata e habitat naturale da difendere La necessità di rinnovare le relazioni interpersonali non solo in campo lavorativo, ma anche in luoghi deputati ad attività ludico-ricreative e di gioco anche in età adulta L’imperativo categorico di garantire validi traguardi formativi anche di fronte a deficit mentali e psicofisici
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… determinano le scelte contenutistiche… Lo studio: sulle comunicazioni sociali sull’interculturalità sulla pluralità delle intelligenze sulla condizione collegiale dell’insegnamento- apprendimento sulle questioni relative all’emarginazione e alla devianza sociale …
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…e le scelte metodologiche La pratica progettuale La ricerca- azione La ricerca azione partecipativa ( RAP) La riflessione
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Importanza di un curricolo di educazione sociale V. Sarracino afferma: “ Un curricolo di educazione sociale e politica proprio perché ha per fine la formazione dell’uomo e del cittadino non può fare a meno della scienza e della tecnica, della filosofia e della politica, dell’etica e dell’estetica, dell’organizzazione e della gestione delle risorse, della progettazione e della programmazione delle attività quotidiane in un dato contesto di vita”. V. SARRACINO, M. STRIANO ( a cura di) La pedagogia sociale, Edizioni ETS, Pisa 2001
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Fattori che contraddistinguono il sapere attuale Vastità e velocità di trasmissione e comunicazione Rapidità del cambiamento nelle scelte e nelle decisioni Un sapere distribuito e situato in molteplici reti concettuali dai confini incerti.
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Raccordo tra i saperi L’acquisizione del sapere deve corrispondere ad una ri-costruzione e ad una ri-strutturazione continua dei contenuti di conoscenza, dei modi di rappresentazione della realtà, delle strategie di pensiero.
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Conoscenza e apprendimento: termini basilari per la formazione L’apprendimento costituisce la base di partenza per l’acquisizione della conoscenza La conoscenza si tramuta in abilità e competenza da spendere nel corso della vita quotidiana culturale e professionale Conoscenza e apprendimento sono legati ai termini sviluppo e formazione che possiedono entrambi la dimensione procedurale del cambiamento.
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Conoscenza sociale e formazione La conoscenza non può non essere che conoscenza sociale perché connessa alle finalità progettuali che gli uomini decidono di perseguire per l’epoca presente e soprattutto per quella futura. Finalità dirette a raggiungere obiettivi di felicità.
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Conoscenza distribuita Il contesto sociale in cui un soggetto interagisce diviene l’aspetto fondativo del processo di costruzione-elaborazione delle conoscenze.
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Saperi e conoscenze nei contesti istituzionali Oltre alla scuola, la famiglia, il gruppo, l’azienda, il lavoro sono stati considerati come luoghi di possibili apprendimenti e di possibili conoscenze In questi luoghi di formazione sia formali che diffusi gli individui si giocano la loro possibilità di crescita, di realizzazione e di acquisizione di una cittadinanza attiva.
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Conoscenze prioritarie nei contesti istituzionali Alfabetizzazione informatica Apprendimento delle lingue straniere Ma anche: Conoscenze atte a favorire la riflessione su di sé e sulla natura della società attuale Conoscenze miranti allo sviluppo della creatività e dell’espressività Quindi Formazione di un pensiero ecologizzato, costituito non solo dagli esiti della scienza e della tecnica, ma anche della politica. Per una Formazione di una coscienza planetaria
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La conoscenza non è semplice informazione Essa si pone ad un livello intermedio tra informazione e comprensione La conoscenza avvia alla comprensione e quindi alla maturazione delle idee e delle scelte di cambiamento nel soggetto e nelle società.
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Tre passaggi fondamentali L’informazione, caratterizzata dalla velocità, dalla mole dei problemi, dallo scivolamento verso la dimenticanza. La conoscenza non può non padroneggiare l’informazione La conoscenza che attraverso la contestualizzazione, l’aggiornamento continuo, si traduce in competenza efficace e in conoscenza pertinente e acquista capacità trasferenziali. Il pensiero considerato come mente organizzata, come struttura riflessiva, che non è semplice constatare
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La conoscenza genera condivisione La conoscenza si traduce in un sapere condiviso, distribuito, contestualizzato. Essa può essere generale e specifica, globale e locale, disciplinare e pluridisciplinare, esplicita e implicita… Presenta aspetti diacronici e sincronici
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La conoscenza non è separata dallo sviluppo Uno sviluppo “ pertinente” che risponda a quanto occorre all’uomo e al suo contesto di vita a livello economico, sociale, culturale.
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Le conoscenze necessarie Riguardano: L’ambiente Le difficoltà di comunicazione tra gli uomini Le difficoltà ad apprendere e a comprendere Difficoltà di partenza dovute ai luoghi di origine, alle differenze culturali e religiose…
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La conoscenza sociale è azione effettiva e costruisce propri oggetti Azione e conoscenza mantenendosi aperte sul mondo, lo definiscono e definendo, inevitabilmente semplificano.
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Conoscenze e saperi disgiunti Morin afferma che oggi conoscenze e saperi sono spesso “disgiunti” dalla realtà in quanto perdono di vista la complessità che permea i vari contesti di vita e di esistenza Le conoscenze disgiunte non generano un sapere condiviso perché non attente a quei “saperi alternativi” che spesso hanno favorito la percorrenza di vie inedite per un nuovo sviluppo culturale.
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Bibliografia da consultare E. MORIN, Le vie della complessità, in G. BOCCHI- M.CERUTI ( a cura di), Le sfide della complessità, Feltrinelli, Milano,1995 ( consigliata) SARRACINO V., d’AGNESE V., La conoscenza sociale in educazione, Edizioni ETS, Pisa 2007 SARRACINO V, STRIANO M. ( a cura di) La pedagogia sociale, Edizioni ETS, Pisa 2001 SARRACINO V., FIENGO M. R. [a cura di], Lineamenti di pedagogia sociale, Liguori, Napoli, 2005).
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