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“Primo Rapporto sull’Innovazione della provincia di Parma” Osservatorio Innovazione Unioncamere Emilia-Romagna 1 marzo 2012 dr. Valerio Vanelli Università.

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1 “Primo Rapporto sull’Innovazione della provincia di Parma” Osservatorio Innovazione Unioncamere Emilia-Romagna 1 marzo 2012 dr. Valerio Vanelli Università di Bologna

2 Presentazione dei principali risultati contenuti nel primo rapporto sull’innovazione della provincia di Parma volto allo studio del grado di innovazione delle imprese emiliano-romagnole, all’analisi dei punti di forza, delle aree di miglioramento e delle criticità, nonché delle esigenze espresse dalle imprese del territorio. Dati tratti da Osservatorio Innovazione Unioncamere Emilia-Romagna L’indagine viene realizzata tramite un questionario strutturato (attivato per la prima volta nel 2006) ad un campione di imprese. La rilevazione è stata realizzata fra luglio 2010 e aprile 2011 e ha visto coinvolte:  1.841 imprese e a livello emiliano-romagnolo, di cui  217 per la provincia di Parma I dati di Parma sono confrontati con quelli regionali (e talvolta delle province limitrofe) e sono poi messi a confronto anche con quelli nazionali ed europei dell’EIS (European Innovation Scoreboard), divenuto da quest’anno IUS (Innovation Union Scoreboard)

3 Varie dimensioni rilevate e utilizzate in sede di analisi per caratterizzare il campione e studiare al meglio i processi di innovazione: Le caratteristiche del campione / 1 - Dimensioni dell’impresa: netta prevalenza della piccola e della micro impresa, a Pr come nel resto della regione. - Settore economico di attività: prevalenza di metallurgia e costruzioni meccaniche (oltre 25% dei casi) e della meccanica (20,7%). Assai rilevante il settore agro-alimentare (20,7%, a fronte di una media regionale del 13,4%). Si tratta principalmente di industria alimentare e delle bevande. Minore il peso del settore tessile/moda (9,2% contro 12,7% regionale).

4 In sede di analisi, utilizzate altre variabili: Tassonomia di Pavitt: prevalgono imprese manifatturiere di tipo tradizionale, ma considerevole anche l’incidenza delle imprese con offerta specializzata e delle imprese con forti economie di scala (scale intensive). Usata anche variabile di genere, sia per ciò che riguarda la titolarità/il capitale dell’impresa sia considerando gli addetti: il 17,2% delle aziende del campione parmense presenta una maggioranza assoluta di donne, valore percentuale inferiore rispetto a quello medio regionale (23,6%). E altre variabili: classificazione Ocse, connessione internet, ecc. Le caratteristiche del campione / 2

5 Andamento medio ultimi 3 anni di fatturato, investimenti, occupazione ed esportazioni Investimenti: oltre il 41% delle imprese parmensi (47% per ER) in questi ultimi tre anni ha mantenuto costante il livello degli investimenti (dunque meno di quelle che hanno avuto flessioni fatturato Esportazioni: elevata stabilità e segnali maggiormente positivi per le imprese di Parma Fatturato: sicuramente la dimensione su cui si registrano le più forti flessioni. Situazione di Pr migliore di quella regionale: 48,6% delle imprese parmensi ha subito diminuzione contro 58% di quelle del campione regionale. Occupazione: contrazione inferiore a quella registrata per il fatturato. Pr meglio del dato medio regionale (flessione per 13,2% aziende parmensi a fronte del 24,2% di quelle ER).

6 Il grado di apertura Indici di apertura a monte e a valle del campione provinciale e regionale Indice di apertura a monte (fornitori) Indice di apertura a valle (clienti) AperturaPrERPrER Nulla53,654,649,252,7 Marginale42,640,635,031,4 Significativa3,84,815,815,9 Totale100,0 N. casi1831.8381831.838  Sia le imprese di Pr che quelle dell’ER mostrano una più spiccata apertura a valle.  Al crescere delle dimensioni aziendali aumenta il grado di penetrazione nei mercati internazionali.  Settore economico: sia a livello provinciale che regionale sono le imprese della meccanica a mostrare maggior apertura (circa 30% con apertura significativa).  Minor internazionalizzazione delle imprese manifatturiere tradizionali, più alta per quelle con forte specializzazione ed elevata intensità tecnologica e di R&S.  Imprese parmensi con apertura a valle in linea con quella media dell’Emilia-Romagna. (con minore apertura nulla).  Leggermente inferiore a livello provinciale apertura a monte.

7 Innovazione / 1 Gli ambiti per il miglioramento della competitività % Molto+Abbastanza PrERDifferenza Materiali 50,258,2–8,0 Informatica 43,245,2 –2,0 Energia 42,641,5+1,1 Ingegnerizz.processo produtt. 35,832,9+2,9 Impatto ambientale 26,629,3–2,7 Telecomunicazioni 26,225,4+0,8 Logistica 18,721,0–2,3 Bioingegneria 13,411,5+1,9 Salute/wellness 12,415,5–3,1 Nanotecnologie 10,112,7–2,6 Medicina 5,05,6–0,6 Altro 2,44,8–2,4 Testo domanda: «Secondo la sua opinione, da quali dei seguenti ambiti di ricerca la vostra azienda potrebbe ricevere maggiori benefici per aumentare la propria competitività?».

8 Innovazione / 2 Le previsioni di investimento L’aspetto su cui maggiormente le aziende intendono investire è il fattore umano, impegnandosi nella formazione del proprio personale interno (oltre 47% per entrambi campioni). Seguono sviluppo di nuovi prodotti e miglioramento dei processi di produzione.

9 Innovazione / 3 Le fonti informative Strumenti reperimento informazioni % Sempre+spesso PrER Fornitori 47,845,1 Fonti interne all’impresa 41,440,4 Clienti (direttamente o attraverso agenti) 36,638,2 Associazioni di categoria 35,033,5 Fiere, mostre 28,428,6 Consulenti, centri di ricerca o laboratori privati 17,213,9 Formazione tecnica 13,417,2 Camere di Commercio 10,811,1 Studi di mercato, pubblicazioni, riviste scientifiche 10,314,5 Imprese concorrenti o imprese dello stesso settore 7,913,7 Conferenze, seminari e convegni 7,99,1 Università/centri di istruz. superiore/istituti di ricerca pubblici 5,43,8 Modalità di reperimento delle informazioni relative all’innovazione

10 Innovazione / 4 L’effettiva portata dell’innovazione Innovazione introdotta nell’ultimo triennio nelle imprese Tipo di innovazionePrER Innovazione di prod. di tipo incrementale 15,715,3 Innovazione di prodotto di tipo radicale 7,46,7 Innovazione di proc. di tipo incrementale 13,816,1 Innovazione di processo di tipo radicale 5,15,7 Innovazione organizzativa 11,110,7 Innovazione di marketing 3,72,4 Nessuna innovazione introdotta61,857,9 Prevale innovazione di processo e di prodotto di tipo incrementale. Innovazioni radicali introdotte da una minoranza di imprese. Maggiore innovazione di processo e/o di prodotto al crescere delle dimensioni delle imprese e del grado di specializzazione e dotazione tecnologica. Quasi il 61% delle imprese di Pr (e quasi il 58% di quelle dell’ER) dichiara di non avere introdotto alcuna innovazione in azienda negli ultimi tre anni. Entrambi i valori sono in crescita rispetto all’indagine 2009. L’innovazione è generata principalmente all’interno dell’azienda (oltre 70% per imprese Pr e 72% per quelle ER); in collaborazione con altri soggetti pubblici o privati nel 20% dei casi; interamente esternalizzata nella quota rimanente dei casi. Innovazione radicale più frequentemente esternalizzata.

11 Innovazione / 5 non Caratteristiche delle imprese che non hanno introdotto alcuna innovazione nell’ultimo triennio La quota percentuale di imprese che non ha introdotto alcuna innovazione nell’ultimo triennio è più elevata fra la piccola impresa (63,3% contro il 38,5% della media). Molto rilevante la relazione con l’indice di apertura a valle:  fra le imprese con apertura a valle nulla la percentuale che non ha introdotto alcuna innovazione nell’ultimo triennio è superiore al 66%;  fra le aziende con grado di apertura limitato, la percentuale di imprese che non hanno innovato si riduce al 59% circa;  fra quelle con grado di apertura significativo non hanno innovato il 41% delle aziende parmensi (36% a livello regionale). Pavitt: la quota di imprese che negli ultimi tre anni non hanno innovato diminuisce all’aumentare del grado di specializzazione e di dotazione tecnologica. Rispetto al settore, quota più elevata di imprese non innovative nell’agro-alimentare; maggiore capacità d’innovazione per le aziende della meccanica, dell’industria dei materiali non metalliferi (ceramica, vetro, cemento, ecc.) e, ancor più nettamente, nel legno/mobili e, soprattutto, nella chimica/farmaceutica. Fra le imprese che appartengono a un gruppo, non hanno introdotto innovazione meno del 58% dei casi, mentre fra quelle non appartengono ad alcun gruppo il 63%.

12 Innovazione / 6 Le aree di investimento: In cosa le imprese hanno effettivamente investito? % imprese che hanno investito nelle seguenti aree/ambiti. % ordine decrescente per Pr Aree di investimentoPrERDifferenza Acquisto nuovi macchinari e attrezzature26,325,3+1,0 Acquisto nuovo hardware informatico17,115,2+1,9 Acquisto servizi informatici (assistenza, consulenza, ecc.)15,715,5+0,2 Acquisto nuovo software14,713,4+1,3 Sviluppo/Design nuovi prodotti effettuato internamente12,916,9–4,0 Marketing per nuovi prodotti/servizi5,85,7+0,1 Assunzione/formaz. personale per nuovi processi/prodotti5,18,7–3,6 Sviluppo nuovi macchinari effettuato internamente6,05,5+0,5 Sviluppo di nuovo software effettuato internamente4,66,6–2,0 Sviluppo/Design nuovi prodotti commissionato all’esterno3,75,5–1,8 Assunzione/formazione personale R&S3,24,6–1,4 Acquisto di nuove tecnologie (brevetti, marchi, licenze, ecc.)2,3 0,0 Sviluppo nuovi macchinari in collaboraz. con aziende/istituz.2,3 0,0

13 Innovazione / 7 Gli ostacoli all’innovazione Ostacoli all’innovazione. % risposte Molto+Abbastanza (ordine decrescente % Pr) Molto+Abb. Ostacoli all’innovazionePrER Eccessiva pressione fiscale 74,378,7 Rischio percepito troppo elevato 46,047,8 Difficoltà reperire personale qualificato 37,439,9 Difficoltà reperire finanziamenti 34,736,1 Difficoltà strategiche di mercato 33,739,8 Difficoltà di riorganizzazione del processo produttivo 27,127,7 Difficoltà di riorganizzazione aziendale 22,525,0 Mancanza di stimoli interni 19,121,1 Difficoltà nel reperire partner 14,017,0 Mancanza informazioni su attività di centri di ricerca/università 10,713,1 Att.ricerca di univ./centri non coincidente con bisogni impresa 10,210,5 Difficoltà nel relazionarsi con centri di ricerca/università 9,59,3 2°: Rischio percepito troppo elevato, soprattutto per piccola impresa e da settore metallurgico e moda. 3°: Difficoltà reperimento personale qualificato, soprattutto per imprese di medie dimensioni e con più elevati livelli di specializzazione e dotazione tecnologica. 1°(tema nazionale) Da segnalare che tutti gli ostacoli all’innovazione sono giudicati meno rilevanti per le imprese del campione di Parma rispetto a quello complessivo regionale.

14 Innovazione / 8 I benefici dell’innovazione introdotta Benefici dell’innovazionePrER Miglioramento qualità prodotti/servizi 41,237,2 Miglioramento risultato economico 30,128,7 Conquista di quote di mercato 27,629,1 Miglior organizzazione aziendale 27,622,9 Più efficienza nell'uso di materiali e materie prime 26,220,3 Conquista di nuovi mercati 24,916,7 Riduzione energia per output di produzione 23,815,9 … Principali ricadute derivanti dall’innovazione introdotta (ordine decrescente % Pr)  1°beneficio: miglioramento della qualità dei prodotti/servizi realizzati.  2°(per campione Pr ma non per quello ER): miglioramento del risultato economico.  Rilevante anche la conquista di quote di mercato e di nuovi mercati.  Notevole attenzione dedicata al tema dell’impatto e della sostenibilità ambientale (consumi energia, maggior efficienza uso materie, ecc.).

15 Innovazione / 9 Il 34,3% delle imprese di Parma e il 30,7% di quelle ER ritiene che le innovazioni introdotte abbiano portato a benefici per collettività e territorio di riferimento. Queste ricadute sono essenzialmente: - ambientali (minor inquinamento, risparmio energetico, smaltimento rifiuti, ecc.); - economico-sociali (maggiore occupazione, assunzione personale in loco, ecc.). I benefici per la collettività:


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