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PubblicatoBeatrice Rachele Corso Modificato 8 anni fa
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PIAZZA VECCHIA E DUOMO
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PIAZZA VECCHIA Vero e proprio gioiello dell'architettura rinascimentale, Piazza Vecchia, ancora oggi, costituisce il "salotto" di Bergamo ed è gelosamente preservata dal traffico degli autoveicoli. Fu progettata e costruita nel XV secolo e la si può considerare il primo passo verso la costituzione della Città Alta come polo artistico e culturale della città, che delega le attività più squisitamente economiche e commerciali alla Città Bassa. Anche Piazza Vecchia, come Piazza del Duomo, contiene capolavori architettonici ed artistici di prima grandezza. Sulla piazza si affacciano molti monumenti, tra cui: Palazzo del podestà, Palazzo della ragione e la Torre civica.BergamoPiazza del Duomo
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FONTANA CONTARINI Collocazione: La costruzione è situata in Città Alta, nella centralissima Piazza Vecchia, tra il Palazzo della Ragione ed il Palazzo Nuovo (dove ha sede la Biblioteca Angelo Mai). Struttura: Dettaglio della fontana: la sfinge Costruita in marmo di Zandobbio, la fontana è composta da una vasca principale con base ottagonale, al cui centro uno zampillo fa sgorgare l'acqua. Questa è circondata da statue ornamentali disposte in modo simmetrico: in primis due piccole sfingi (una che osserva in direzione del palazzo della Ragione e l'altra indirizzata verso la biblioteca civica), alla base delle quali sono poste altrettante piccole vasche che raccolgono l'acqua che sgorga dalla loro bocca, con la quale è possibile abbeverarsi. Nella piazza si trova anche la fontana Contarini, che deve il suo nome ad Alvise Contarini, podestà della Repubblica di Venezia, che la regalò alla cittadinanza nel 1780, quando lasciò il suo incarico nella città orobica. L'intento dell‘ allora rettore cittadino era sia quello di abbellire la centralissima Piazza Vecchia, che di fornire agli abitanti un prezioso strumento utilizzabile per fini domestici e contro la siccità. Nel corso del 1858 la fontana fu soggetta ad un rifacimento quasi completo, che ne modificò parzialmente le caratteristiche.
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Al fianco di ognuna delle vasche si trovano due piccole colonne, sulle quali sono scolpiti elementi zoomorfi quali serpenti e leoni. Su ognuno dei lati rimasti sguarniti, si collocano in modo equidistante due statue rappresentanti un leone, simbolo della Serenissima, che in quel tempo comandava la città. Nel 1885 la fontana fu smontata per far posto al monumento di Giuseppe Garibaldi. Qualche decennio più tardi, all'inizio del XX secolo, venne rimontata nella sua originale posizione, mentre il monumento dell'eroe dei due mondi venne collocato in Città Bassa. Un ulteriore intervento finanziato da privati permise, all'inizio del nuovo millennio, un recupero della struttura, danneggiata da inquinamento ed agenti atmosferici, riportandola all'iniziale splendore.
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DUOMO La storia della cattedrale è stata controversa ed oggetto di numerose supposizioni negli ultimi secoli a causa della mancanza di reperti archeologici e fonti scritte antecedenti l'età medievale. Soltanto durante alcuni lavori di restauro, iniziati nel corso dell'anno 2004, sono stati rinvenuti resti risalenti all'età romana, che hanno permesso di ricostruire con particolare precisione sia gli edifici che si sono susseguiti nell'area, che l'impianto urbano della zona in cui attualmente si trova il duomo. Sotto la pavimentazione,difatti, sono emersi differenti strati, ognuno dei quali corrispondente ad altrettante epoche. Il più antico ha evidenziato la presenza di un primo luogo di culto paleocristiano, risalente al V secolo, del quale si era soltanto ipotizzata l'esistenza. Questo, in stile romanico e dedicato a san Vincenzo, aveva dimensioni importanti, tanto che il perimetro dello stesso era pari a quello dell'attuale, e venne costruito al centro dell'assetto urbanistico del tempo, stravolgendone l'identità. Si consideri, difatti, che negli scavi è stato ritrovato in buono stato un tratto del cardo cittadino, muri appartenenti a ville patrizie e mosaici risalenti al I secolo. Questo sta ad indicare la notevole importanza che la comunità cristiana aveva già in quel periodo. Inoltre, sono affiorate tombe di età longobarda ed affreschi attribuibili al Maestro della Rocca di Angera, autore anche di altre opere in chiese della città nella seconda metà del XIII secolo.
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L'edificio attuale: A metà del Quattrocento il vescovo Giovanni Barozzi decise la costruzione di un nuovo edificio religioso in luogo del precedente, affidando il progetto all'architetto fiorentino Filarete, che stabilì per la nuova cattedrale, sempre intitolata a san Vincenzo, una pianta a croce latina con un'unica navata con affiancate tre piccole cappelle semicircolari per parte e con una cupola a padiglione ottagonale. Nel Medioevo Bergamo ebbe quindi due cattedrali: Sant'Alessandro e San Vincenzo. Quest'anomala situazione, attestata già nel IX secolo, produsse per secoli dissidi tra i due capitoli, finché nel 1561 i veneziani distrussero l'antica cattedrale di Sant'Alessandro nell'ambito della costruzione delle mura venete. Nel 1459 venne posata la prima pietra e già nel 1467 venne completata la prima cappella sul lato sinistro, dedicata a Santa Caterina e San Girolamo. Tuttavia,dopo un paio di anni i lavori subirono una brusca interruzione a causa della morte del Filarete ed alla contestuale elezione del vescovo Barozzi a patriarca di Venezia. Per circa trent'anni i lavori rimasero fermi, dopodiché proseguirono a rilento. Nel 1611 venne nominato a dirigere i lavori l'architetto Scamozzi. Il cantiere riprese vigore sul finire del secolo quando, nel 1689, l'edificio subì una ristrutturazione ad opera di Carlo Fontana, il quale innalzò la cupola, allungò l'abside e terminò finalmente i lavori nel 1693. Nel frattempo, all'inizio del XVII secolo, il vescovo Giovanni Emo aveva riunito i canonici e il 18 agosto 1697, il vescovo san Gregorio Barbarigo ottenne da papa Innocenzo XI la bolla Exponi nobis che stabiliva un'unica cattedrale, dedicando a sant'Alessandro quella che era stata San Vincenzo, e un unico capitolo. A san Vincenzo rimase una cappella sulla destra ed il transetto con una pala dipinta da Carlo Ceresa. L'edificio subì altri rimaneggiamenti che interessarono sia il campanile che la cupola e l'interno nel corso del XIX secolo, epoca a cui risale anche la facciata, che venne inaugurata il 26 agosto 1889, giorno della festa di sant'Alessandro. Il 26 agosto 2008 il vescovo Roberto Amadei ha inaugurato l'altare, dopo le ristrutturazioni iniziate nel 2004 che hanno permesso il ritrovamento dei reperti precedentemente descritti.
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Esterno della cattedrale, con il Palazzo della Ragione sulla sinistra L'esterno della cattedrale di Sant'Alessandro è caratterizzato dalla facciata. Questa dà su piazza del Duomo ed è posta perpendicolarmente rispetto a quella posteriore del Palazzo della Ragione. La facciata del duomo venne iniziata nel 1866 e terminata soltanto nel 1889, seppur priva di alcuni elementi decorativi previsti dal progetto originario di completamento, realizzato tra il 1878 e il 1879 da Angelo Bonicelli. Il prospetto è preceduto da una scalinata e presenta, nella parte inferiore, un portico a tre fornici, ciascuno dei quali è costituito da un arco a tutto sesto sorretto da pilastri. Ognuna delle due campate laterali del portico è decorata con una cupoletta internamente affrescata ed esternamente sormontata da una statua bronzea; al di sopra del fornice centrale vi è una statua più grande, raffigurante Sant'Alessandro. La parte superiore della facciata è a capanna, con una grande finestra rettangolare inquadrata fra due colonne corinzie; il coronamento è costituito da un timpano triangolare. In corrispondenza della crociera si eleva la cupola, terminata nel 1829, ma oggetto di un importante restauro strutturale già nel 1853. Questa presenta un alto tamburo con finestre quadrangolari ed una copertura in rame sormontata da una statua di Carlo Broggi raffigurante Sant'Alessandro vessillifero (1851). Alla sinistra dell'abside sorge la torre campanaria, costruita nel 1690 e sopraelevata nel 1850. La cella campanaria si apre su ciascuno dei quattro lati del campanile con un'ampia monofora a tutto sesto ed ospita un concerto di 6 campane in Mi ♭ maggiore.
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