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PubblicatoAlfonsina Valentino Modificato 8 anni fa
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Dalla parte degli animali? Scienza, etica e società: un approccio critico Francesca Mininni Dottoranda di Sociologia Applicata e Metodologia della Ricerca Sociale Università di Milano-Bicocca f.mininni@campus.unimib.it 1
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Premessa Cosa significa fare ricerca scientifica? Quale relazione intratteniamo con la natura e gli animali? Cosa diamo per scontato? 2
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Senso comune scientifico (SCS) Asservimento mondo naturale come strumento per giungere alla conoscenza. Uomo si costruisce in antitesi a natura; Rapporto uomo-animale e uomo-ambiente (antropocentrismo). Oggetto di studio è legato all’esperienza oggettiva, misurabile, osservabile (no riconoscimento coscienza animale); Si professa oggettivo, neutro, esperto; È amorale: no valori, no questioni morali; Influenza il SCO. 3
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Senso comune ordinario (SCO) Sapere derivante dall’esperienza quotidiana, influenzato da società; Incoerente, passivo; Attribuisce stati mentali agli animali ma ignora questioni morali derivanti da tale attribuzione; Non influenza il SCS. 4
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Contaminazione fra scienza e società Dagli anni 70 del ‘900, grazie al cambiamento del clima intellettuale, politico e sociale (movimenti verdi, femminismo, discipline olistiche, cognitivismo): Aspirazione conoscenza oggettiva fa i conti con una conoscenza situata; Lavoro/prodotto è costruito socialmente in laboratorio (coordinamento tra attività umane, tecnologiche, non umane); Limiti del progresso scientifico e tecnologico; Emerge il tema della responsabilità verso il futuro (uomini, animali, ambiente). 5 SCS e SCO devono essere complementari, latori di un nuovo paradigma. Coscienza umana e non-umana legittimo oggetto di studio.
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L’esempio della Sperimentazione Animale (SA) Nella controversia originata dalla SA, sono rilevabili tre dimensioni: Scientifica (acquisizione amorale conoscenza); Etica (utilizzo corpi animali come strumenti); Società (movimenti culturali, comunità allargata con cui fare i conti, uomo non più al centro). La SA è basata su mito progresso e ragione. 6
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Antivivisezionismo Scientifico (AVS) vs. Antivivisezionismo Etico (AVE) AVS: Non discute paradigma dominante (antropocentrismo), la SA rimane giustificabile nel suo dominio; Teoria delle 3 S, risultato inaffidabile, pratica inutile (a posteriori); Distanza dall’etica (antropomorfismo?). AVE: Riflessione pdv umano su altro-da-sé (mentalità antispecista); Sono necessari vincoli etici (risoluzione mediante interiorizzazione da parte della scienza dei valori etici suggeriti dalla società); Critica appropriazione e dominio su corpi viventi come strumenti. 7
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Conclusioni: una nuova prospettiva? Appropriazione etica sviluppa un pensiero critico che tiene conto del carattere non elitario e non antropocentrico della scienza; Apertura ai non-umani: entrano a far parte del Collettivo (società allargata), diventando portatori di diritti meritevoli di tutela, analogamente agli umani (diritti di cittadinanza); Non trattati più come oggetti, smettono di essere visti come ostacoli al controllo del mondo comune; Campo di riflessione scientifica si allarga a partecipazione ricercatori (scienza), cittadini (società), non-umani (etica). 8
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Promuove riflessività e approccio decostruttivo del dato per scontato (senso comune scientifico, agire razionale); Descrive il punto di incontro tra scienza, società ed etica associando argomenti separati (politici, sociali, scientifici e morali) e connette i domini del sapere; Orientamento sinergico che tiene conto di pluralità di modi di partecipazione entro una sequenza dialogica; Prospettiva inclusiva (uomo-animali-ambiente- tecnologia) che rende la scienza trasparente in una società aperta (no confini). 9
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Grazie per l’attenzione 10 f.mininni@campus.unimib.it
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