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LA MOBILITAZIONE DELLE RISORSE. La teoria sulla mobilitazione delle risorse La teoria sulla «mobilitazione delle risorse» nasce negli anni ‘70 negli Stati.

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1 LA MOBILITAZIONE DELLE RISORSE

2 La teoria sulla mobilitazione delle risorse La teoria sulla «mobilitazione delle risorse» nasce negli anni ‘70 negli Stati Uniti a ridosso del movement: agitazioni nei campus, movimento dei neri, mobilitazioni femministe ed ecologiste La teoria sulla «mobilitazione delle risorse» si può definire un lento processo di emancipazione rispetto agli approcci economici, di crescente attenzione rivolta alla dimensione politica, ai vissuti degli attori delle mobilitazioni

3 Denominatori comuni della teoria Riferimenti che circoscrivono l’approccio alla teoria sulla «mobilitazione delle risorse»: -È una cornice larga, ma ridefinisce le frontiere dell’azione collettiva. Vengono prese in considerazione tutte le forme di movimento sociale e quindi quelle in cui sono più esplicite le dimensioni ideologiche e politiche, ma anche i fenomeni delle sette, le crociate morali -La mobilitazione delle risorse sposta definitivamente il problema di fondazione dell’analisi dei movimenti sociali. Non si tratta più, come nel modello collective behaviour, di domandarsi perché i gruppi si mobilitano, ma piuttosto come comincia, si sviluppa, riesce o fallisce la mobilitazione. Il vero problema consiste dunque nell’individuare le determinanti dello sviluppo o del fallimento delle mobilitazioni

4 segue - Approccio dinamico dei movimenti sociali, pensati come processo di costruzione di un rapporto di forza e di significato. L’organizzazione come elemento che struttura il gruppo e raccoglie le risorse necessarie alla mobilitazione Il concetto centrale, quello di risorsa, la dice lunga sulla parentela con i concetti economici, mentre l’organizzazione diventa lo strumento di un’impresa della protesta che raccoglie mezzi – militanti, denaro, esperti, accesso ai media – da investire nel modo più razionale per conseguire gli scopi desiderati.

5 I movimenti sociali come economia e «industria» Nel modello di McCarthy e Zald il movimento sociale viene definito come un insieme di opinioni e di credenze nella popolazione, che rappresenta le preferenze per cambiare alcune componenti della struttura sociale. Il concetto di preferenza rimanda all’immagine di una struttura sfumata di domande, di attese di cambiamento sociale che richiederebbero un loro imprenditore per concretizzarsi in mobilitazioni

6 Social Movements Organisations (SMO) La SMO è un’organizzazione che identifica i suoi obiettivi con le finalità di un movimento sociale o di un contro-movimento, e tenta di soddisfare questi suoi obiettivi. L’insieme dello SMO orientate verso una causa costituisce una branca unitaria, una social movement industry (SMI). L’insieme delle SMI costituisce il social movement sector (SMS)

7 Il movimento sociale non è mai pienamente mobilitato ma è sempre un potenziale d’azione McCarthy e Zald, rifacendosi alla «scelta razionale» degli economisti, sviluppano una forma di teoria economica dell’azienda e del mercato applicato alle SMO In questa teoria vengono rilevati elementi dell’economia e del mercato quali l’immagine aziendale, concorrenza di settore, processi di professionalizzazione

8 Imprenditori e sostenitori disinteressati Distinzione fra aderenti e membri attivi Fra i membri attivi: sostenitori beneficiari e sostenitori disinteressati Il sostenitore disinteressato può incarnarsi nella figura specifica dell’imprenditore della protesta

9 Critica al modello di McCarthy e Zald Non viene detto cos’è che fa correre e militare gli aderenti al movimento. Il modello d’analisi deve risalire ad un deus ex machina svincolato dalle trivialità del calcolo di rendimento e vera antitesi dell’homo economicus, per risolvere i paradossi generati dalla logica economica

10 La cartografia sociale di Oberschall Una prima variabile riguarda i legami tra il gruppo in esame e gli altri elementi della società studiata (gruppo integrato e gruppo segmentato) Una seconda serie di variabili riguarda la natura dei legami in seno al gruppo preso in esame (modello comunitario, scarsa organizzazione, modello associativo)

11 La tipologia di Oberschall Legami in seno al gruppo Legami con i gruppi superiori e i poteri Modello comunitario Scarsa organizzazione Modello Associativo Integrato ABC Segmentato DEF

12 Struttura sociale e movimenti sociali Caso A = esistenza di connessioni con i gruppi superiori e i poteri con portavoce “naturale” Caso C = esistenza di connessioni con i gruppi superiori e i poteri e potenziale di mobilitazione Caso B = esistenza di connessioni con i gruppi superiori e i poteri e debolezza dei legami interni al gruppo

13 Struttura sociale e movimenti sociali Caso D = assenza di connessioni con i gruppi superiori e i poteri e mobilitazioni rapide ed energiche Caso E = assenza di connessioni con i gruppi superiori e i poteri ed ostacoli alla mobilitazione per la scarsa organizzazione Caso F = assenza di connessioni con i gruppi superiori e i poteri e variabilità della mobilitazione

14 Il peso delle risorse Il peso del gruppo nell’ambito di un movimento sociale dipende da un capitale di messi, di risorse Le risorse non sono altro che un potenziale che è necessario attivare, mobilitare in un’ottica di azione strategica, a disposizione di organizzazioni o di dirigenti

15 La variabile organizzativa: dalla logistica alla sociabilità La concezione logistica di McCarthy e Zald Essere organizzato vuol dire disporre di imprenditori di protesta, di una struttura (associazione, sindacato) che concentri le risorse e definisca obiettivi e strategie (concezione logistica) Tilly pone la sociabilità al centro della definizione di gruppo organizzato Le variabili dell’organizzazione: - netness (rinvia alle reti di sociabilità volontaria) -Catness (designa le identità categoriali) che si combinano nella catnet L’ipotesi di Tilly consiste nell’indicare che un gruppo è tanto meglio “organizzato” per la difesa dei propri interessi quanto più forte è la sua catnet

16 Strategie (secondo Tilly) 1)Gli agenti sociali decidono una strategia non quale effetto di una disposizione ereditaria al calcolo razionale 2)Carattere peculiare di ciascuna mobilitazione 3)Componente politica dei movimenti sociali Distinzione, all’interno dei movimenti politici, fra gruppi partecipanti, che dispongono di accesso normalizzato ai centri di decisione politica, e gli sfidanti, vicini ai “segmentati” di Oberschall

17 La dimensione di lungo periodo Le interazioni conflittuali – i registri – cambiano nel corso dei secoli: -Fino al XVII secolo predomina un registro competitivo -XVII e XVIII secolo spostano il registro dominante dei movimenti sociali verso il reattivo -XIX secolo proattivo o rivendicativo Il nuovo approccio permette di superare le ambiguità del concetto di frustrazione nonché di uscire dal cosiddetto “atomismo psicologico” del modello collective behaviour


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