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PubblicatoElvira Angelini Modificato 8 anni fa
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+ La manipolazione della creta La manipolazione La creta è un materiale naturale, che infonde tranquillità e stimola la creatività.
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La creta è stata proposta in questo modo:
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Ecco che arrivano i bambini, già attratti dalla novità. Spostano le sedie, con lo sguardo fisso al nuovo materiale
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I bambini sono subito pronti ad agire. Senza che nessuno gli dica niente, hanno già notato la presenza dell’acqua e di quel materiale che ricorda il fango e si tirano su le maniche.
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C’è chi si dirige subito sull’acqua Chi, invece, sulla creta
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Poi, piano piano, iniziano le esplorazioni. E ogni bambino segue un proprio percorso personale.
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La creta viene modellata, schiacciata, accumulata…
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Viene spezzettata e rimodellata esplorando la dimensione tridimensionale e verticale.
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Le mani, via via, si muovono fiduciose, si immergono. S’incuriosiscono. E creano.
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La creta, a contatto con l’acqua, si ammorbidisce e colora le mani
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Ci si ferma ad osservare: vedere il proprio corpo che si trasforma è sempre un’esperienza intensa per i bambini, che può incuriosire e disorientare allo stesso tempo
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Cecilia resta affascinata dalla scoperta e la approfondisce
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Inizia a “disegnarsi” con la creta. Lo fa a lungo, con movimenti piccoli e lenti.
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Anche Andrea s’immerge completamente nella sensazione tattile che gli dà la creta
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La Piazza diventa silenziosa. Si esaurisce quella voglia di condividere le curiosità legate al nuovo materiale. Ogni bambino si orienta sulla propria tavolozza. Vive in modo unico e personale, interiore ed esteriore, la sua relazione con la manipolazione, con le sensazioni rilasciate da un materiale piacevole e naturale come la creta.
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Francesco inizia a raccontare. Non si rivolge né alle educatrici né ai suoi compagni. La sua creta diventa azione, una storia. “Questo è ‘Il ballo del Qua Qua gigante!’ Adesso faccio la mamma che gli da un bacio! Guarda il becco, la coda!” “Uuuuh! guarda questo è l’aereo gigante! È tornato a lavoro come papà!”
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“Guarda Michela ho fatto Oh Oh Oh!!! (Babbo Natale)” Valerio da vita a un personaggio e lo mostra all’educatrice:
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Come spesso accade nelle comunità educative, l’esperienze possono essere vissute in modo personale o di gruppo. O prima in un modo e poi nell’altro.
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La creta è stata riproposta con alcuni materiali di recupero: tappi, ceci, cannucce, piccole ghiande.
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C’è chi crea delle scenografie ordinate, quasi geometriche: Sono costruzioni che seguono un progetto.
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C’è chi lega la propria esperienza ad una narrazione significativa: “Questa è la festa di mamma! Questa è tanti auguri a mamma”
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C’è chi è attratto dalla possibilità di infilare dei materiali nella creta morbida. E’ una costruzione verso l’alto.
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Ogni costruzione ha il suo stile.
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Un giorno arrivano le forbici
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La concentrazione di Nicole è completa: corpo e mente I tentativi sono molti. Lo sforzo è commovente. E quando quel pezzo di creta si stacca, è un risultato importante
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Le forbici incidono la creta e la segnano. L’esplorazione dei bambini è intensa.
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I movimenti dei bambini sono prudenti, anche se osano Gli adulti intorno sono calmi e rimandano fiducia. Le mani cercano un modo per governare le forbici
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I bambini, in modo autonomo, iniziano a provare a tagliare anche altro: l’intensità del taglio deve cambiare a seconda del materiale. Sono esperienze scontate per gli adulti, ma non per i bambini
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E’ quasi mezzogiorno. Il gioco con la creta è durato un’ora. E’ il momento del riordino e della preparazione al pranzo
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“Nel gioco il bambino è sempre al di sopra della sua età media, del proprio comportamento quotidiano; nel gioco è come se egli crescesse di un palmo” (L.S. Vygotsky)
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Cari genitori, quello che i bambini fanno tutti i giorni è costruire loro stessi. Scoprire di poter intervenire sulla realtà, di poterla modificare li aiuta a sentirsi competenti e sicuri, a crescere credendo in loro stessi. Le esperienze che vivono li arricchiscono di idee, di possibilità, di confronti, di ipotesi, di voglia di provare e di esserci. Di lasciare la loro traccia.
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Per fare questo, hanno bisogno di adulti accoglienti, non giudicanti. Adulti che diano fiducia, offrano occasioni, sostengano le scoperte, osservino e rilancino le esplorazioni dei bambini.
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