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Didattica inclusiva Individualizzazione Personalizzazione Apprendimento collaborativo Apprendimento mediato.

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Presentazione sul tema: "Didattica inclusiva Individualizzazione Personalizzazione Apprendimento collaborativo Apprendimento mediato."— Transcript della presentazione:

1 Didattica inclusiva Individualizzazione Personalizzazione Apprendimento collaborativo Apprendimento mediato

2 LE QUATTRO COORDINATE DELLA “DIDATTICA DI QUALITA’” NORD Riconoscimento delle differenze e conoscenza dei BES SUD Efficacia relazionale e cognitiva EST Progettazione individualizzata e Progetto di vita OVEST Collaborazione nella classe

3 ADATTAMENTO DEGLI OBIETTIVI DELLE STRATEGIE DI INSEGNAMENTO DEI CONTESTI IN CUI AVVIENE L’APPRENDIMENTO

4 4 QUALITA’ DELLA RELAZIONE INSEGNANTE-ALUNNO ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA DELL’ALTRO LOCUS OF CONTROL ASCOLTO ATTIVO CONOSCENZA COMPRENSIONE EMPATIA AUTOSTIMA IDENTITA’ SICUREZZA PRO-ATTIVITA’ STIMOLO AIUTO ACCOMPAGNAMENTO

5 Capacità e Performance Capacità Fattori contestuali (ambientali e /o personali) Faclitatori Barriere + - performance

6 Input AZIONE Comprensione Elaborazione Output Obiettivo curricolare standard Inizia il percorso di adattamento

7 Valorizzare le risorse per l’inclusione 1.Creare un clima inclusivo 2.Adeguare gli obiettivi dell’alunno con BES agli obiettivi della classe 3.Adeguare gli obiettivi della classe agli obiettivi dell’alunno con BES 4.Semplificare e organizzare i materiali di studio 5.Differenziare la mediazione didattica 6.Utilizzare metodi di insegnamento mediati dai pari

8 1.Creare un clima inclusivo Rimanere in classe il maggior tempo possibile Fare il più possibile le stesse cose dei compagni Lavorare con tutti gli insegnanti della classe Lavorare con compagni di altre classi Lavorare con insegnanti di altre classi Lavorare in ambienti accoglienti

9 2. Adeguare gli obiettivi a quelli della classe Sostituzione (es: Braille) Facilitazione (es: software didattici) Semplificazione (es: lessico) Scomposizione (es: unità di apprendimento brevi) Partecipazione (creare opportunità al’interno dello stesso compito di apprendimento)

10 3. Adeguare gli obiettivi della classe a quelli dell’alunno Ripasso frequente Operatività estesa a tutti gli insegnamenti Lavoro sulle abilità di studio Fare del lavoro indispensabile all’alunno con disabilità un punto di forza per le proposte didattiche

11 4. Semplificare e organizzare i materiali di studio Ricorso a materiali strutturati (schede, giochi didattici, video, programmi di videoscrittura …) Cartelloni Semplificazione dei libri di testo Ricorso a schematizzazioni

12 5. Differenziare la mediazione didattica Mediatori attivi Mediatori analogici Madiatori iconici Mediatori simbolici

13 ORIENTAMENTI TEORICI Approccio comportamentista- cognitivista Approccio costruttivista e socio- culturale

14 STIMOLORISPOSTA CONSEGUENZA RINFORZO APPROCCIO COMPORTAMENTISTA

15 successo motivazione Nuova azione successo motivazione Nuova azione insuccesso Atteggiamento dell’adulto accettazione Non accettazione Azione sulla base dell’aiuto e della facilitazione Azione, tentativi di correzione, richiesta di aiuto non soddisfatta Calo di motivazione Disturbi nell’apprendimento

16 Approccio costruttivista e socioculturale Incoraggiamento all’azione (se faccio, capisco) Incoraggiamento all’esplorazione per tentativi ed errori (se provo, capisco) Incoraggiamento alla ricerca e alla soluzione di problemi (se formulo ipotesi e le verifico, capisco) Incoraggiamento alla negoziazione (se discuto e mi confronto, capisco)

17 6. Metodi mediati dai ‘pari’ Tutoring Cooperative Peer teaching

18 L’apprendimento collaborativo “Dovremo trovare sempre nuovi modi per aiutare i bambini a imparare in modo da renderli sempre più capaci di aiutare gli altri” (Feathesrtone 1987)

19 Prendere decisioni preliminari definire gli obiettivi decidere le dimensioni dei gruppi. Decidere la composizione del gruppo assegnare i ruoli sistemare l ’ aula organizzare i materiali Spiegare il compito e l ’ approccio educativo spiegare il compito strutturare: l ’ interdipendenza positiva; la responsabilità individuale; le abilità sociali Monitorare e intervenire (solo se veramente serve) monitorare il comportamento dei partecipanti intervenire per migliorare il lavoro di gruppo Verificare e valutare verificare e valutare i risultati raggiunti

20 Tutoring o ‘aiuto reciproco’ Alunni della stessa classe Alunni della stessa età Alunni di classi diverse Alunni di età diverse

21 Benefici per il tutor Benefici per la classe

22 Benefici per il tutor Crescita dell’autostima Aumento nella motivazione Responsabilizzazione Autonomia nella gestione delle attività Sviluppo della capacità di collaborare Crescita nell’apprendimento

23 Benefici per il tutee Maggiore serenità, sicurezza Socializzazione, maggior partecipazione all’attività Autonomia (imparare a chiedere aiuto) Aumento del tempo a disposizione per l’apprendimento Aumento delle possibilità di apprendere Miglior apprendimento grazie alla vicinanza di codice Migliore apprendimento grazie alla individualizzazione dell’insegnamento

24 Benefici per l’insegnante Migliora la possibilità di verificare l’apprendimento degli alunni tutor Migliora la relazione con gli alunni Migliora la capacità di osservare la classe Utilizza l’empowerment Ottiene un clima sereno e costruttivo nella classe

25 Benefici per il gruppo classe Gli alunni apprendono meglio Il clima dell’’aula’ è più sereno Il confronto favorisce un apprendimento più ricco Cresce la capacità di assumere responsabilità Cresce la partecipazione alla vita della classe Avendo differenziato l’insegnamento, i risultati dell’apprendimento sono più omogenei Aumenta la capacità di accettare e valorizzare le diversità

26 Progettazione e controllo Scelta accurata della coppia (attenzione ai bisogni cognitivi, affettivi e agli aspetti relazionali) Definizione accurata degli obiettivi Definizione attenta dei tempi (delle sedute e dell’intero progetto) Scelta di spazi idonei Comunicazione precisa degli obiettivi per gli alunni, scritti in modo chiaro e in termini operativi Training del tutor (importanza di materiali didattici) Consulenza se richiesta Monitoraggio Diario del tutor (con autovalutazione) Diario dell’alunno (con autovalutazione)

27 Riassumendo… Il tutoring è uno strumento per massimizzare i risultati cognitivi e socio-affettivi degli alunni La collaborazione tra alunni, attraverso varie forme di tutoring, crea opportunità straordinarie per tutti gli alunni, inclusi quelli con bisogni educativi speciali Il tutoring permette un’azione individualizzata e si perseguono contemporaneamente obiettivi di apprendimento e di integrazione sociale

28 L’insegnamento reciproco: suggerimenti per l’avvio Il mutuo insegnamento può essere avviato proponendo agli studenti di utilizzare le proprie competenze per insegnare ai compagni. Ognuno è invitato a elencare quello che sa e che padroneggia in modo sicuro. Poi si mette alla prova insegnandolo ai compagni. Attraverso questa esperienza si rende conto di quanto conosce o sa fare e di quanto è in grado di insegnarlo agli altri.

29 motivazione impegno successo autoefficacia Teorie Socio-cognitive Solomon: cognizione distribuita Piaget: interazione sociale Vygotskij: zona di sviluppo prossimale Teorie Motivazionali Borkowski, Bandura: Il circuito virtuoso dell’autoefficacia

30 Modeling E’ più probabile che un soggetto sia motivato ad imitare il comportamento di un altro se: attribuisce al modello una valenza positiva (valore affettivo) B) può osservare frequentemente le performances Le performances si rivelano efficaci (valore funzionale)

31 Apprendimento cooperativo (Cooperative learning) Si differenzia dall’apprendimento competitivo, in cui gli studenti lavorano gli uni contro gli altri, e da quello individualistico, in cui gli studenti lavorano da soli

32 Per apprendere, apprendono, ma …

33 R ipensare il contesto della scuola: quali sono i suoi valori? “L’insegnante è di fronte alla classe: pone domande agli allievi. Dopo ogni domanda numerose mani si alzano. Alcuni allievi allungano le mani nella speranza di essere chiamati. Altri non alzano la mano e cercano di non incrociare gli occhi dell’insegnante nella speranza di non essere chiamati. L’insegnante chiama Diane. William, che siede vicino a Diane, conosce la risposta giusta e sa che, se Diane non sa rispondere, l’insegnante può chiamare lui. In effetti, l’unico modo in cui William può ottenere un riconoscimento in questa situazione, è che Diane fallisca. E’ naturale che, in questa struttura di classe così competitiva, gli studenti comincino a provare piacere del fallimento degli altri” (Kagan S.)

34 Obiettivo comune Può essere raggiunto solo se tutti i componenti del gruppo Forniscono un apporto essenziale al suo conseguimento Se solo uno dei componenti non porta a termine il proprio compito, il traguardo finale non potrà essere conquistato Imparare ad anteporre la meta del gruppo alla propria per il raggiungimento di un obiettivo comune

35 Sentimento di benessere che nasce dalla consapevolezza che il successo di uno è strettamente collegato al successo di tutti (Baloche, 1998); attitudine a pensare il gruppo come una squadra in cui il destino di ogni membro è interconnesso (Johnson e al., 1993) Interdipendenza positiva ( Uno per tutti e tutti per uno) Ogni membro deve contribuire in modo responsabile; il gruppo svolge funzione di mediazione; crea le condizioni che consentono all ’ individuo di raggiungere obiettivi altrimenti difficilmente perseguibili. Responsabilità individuale

36 Abilità socialivalutazione Comunicare, Gestire i conflitti, incoraggiare la partecipazione altrui Discutere i progressi del gruppo, identificare le azioni positive e non svolte durante il lavoro

37 Sono generalmente gruppi eterogenei squilibrio cognitivo maggiori input maggiori conoscenze Gruppi occasionali:Gruppo permanente: gruppo costituito da persone che non si conoscono e che si incontrano in modo non ricorrente gruppo ad hoc formato da persone legate da rapporti professionali. Non è ancora gruppo di lavoro cooperativo Maggiore tempo di assestamento, esplorazione reciproca dei partecipanti incontro/scontro di affinità/interessi, grado di informazione dei partecipanti. gruppo operante da tempo e composto dalle stesse persone E ’ già, o dovrebbe essere, gruppo di lavoro cooperativo. E ’ immediatamente operativo: obiettivi, procedure, mezzi, risultati. Rischio: routine generalizzazioni a situazioni analoghe

38 Gestione del gruppo lTRASFORMARE IL GRUPPO IN UNA SQUADRA SPIRITO - senso di appartenenza (spirito di corpo) INTERDIPENDENZA - “tutti per uno ed uno per tutti” AUTOSUBORDINAZIONE - mettere da parte la convenienza personale ( rimanere oltre il normale orario di lavoro) lTRE SINTOMI DELLA SALUTE DEL GRUPPO CONSAPEVOLEZZA – usare “noi” o “il nostro gruppo” VOGLIA DI RIUNIRSI – occasioni in cui il gruppo si riunisce naturalmente ( pranzi festivi, anniversari ) COMPETITIVITA ’- siamo il gruppo migliore

39 Scelta degli osservatori: generalmente è preferibile un osservatore esterno Osservazioni strutturate: scheda di rilevazione dei comportamenti desiderati Osservazioni informali: registrare i comportamenti o gli eventi significativi sia positivi che negativi Il coordinatore coordina e facilita il lavoro del gruppo assicurando le regole di partecipazione

40 1. risultati raggiunti: grado, possibilità di migliorare; 2. Processi 1. Il risultato atteso è stato conseguito? sino 2. La differenza tra attese e risultati è: a. trascurabile; b. media; c; elevata; Partecipazione e coinvolgimento; apatia disinteresse collaborazioneconflitto comprensione incomprensione 12345

41 Vantaggi del Cooperative Learning 1.Interdipendenza positiva 2.Responsabilità individuale e di gruppo 3.Interazione faccia a faccia 4.Partecipazione convinta ed equa 5.Apprendimento e utilizzo delle abilità sociali 6.Composizione del gruppo eterogenea 7.Valutazione 8.Leadership distribuita

42 LO SFONDO INTEGRATORE FIGURA –SFONDO DIDATTICA E CONTESTO LA PROGRAMMAZIONE ‘CIRCOLARE’ IL ‘CANOVACCIO’ IL MODELLO NARRATIVO

43 OSSERVAZIONE RIFLESSIONE CO-PROGETTAZIONE DOCUMENTAZIONE

44 Matrice per la progettazione OSSERVAZIONE DEL CONTESTO (es: scuola dell’infanzia, 27 alunni, 5 stranieri) POSSIBILI TRACCE (paura e curiosità verso il diverso; difficoltà di inserimento nel gruppo classe …) OBIETTIVI (scoperta di sé e dell’altro; abilità pro- sociali..) IN PUT INIZIALE (un alieno atterra con la sua astronave sul tetto della scuola …) SVILUPPI ….

45 OPERAZIONI MENTALI DELLE Strategie di problem solving Definire il problema Produrre ipotesi di soluzione Valutare razionalmente i pro e i contro Scegliere l’ipotesi ritenuta più efficace Applicare concretamente l’ipotesi Verificarne gli esiti


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