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PubblicatoMattia Cortese Modificato 8 anni fa
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Caratteri delle politiche sociali A partire dalla fine degli anni ottanta periodo di grandi mutamenti nei sistemi sociali dei paesi occidentali. Ulteriori effetti suscitati dalla crisi economica e finanziaria esplosa nel 2008 e dalle conseguenti politiche di austerità
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Caso italiano Il sistema sociale italiano presenta differenze: nel percorso di formazione (ritardo nel completamento e adeguamento), e più recentemente nel processo di modifica e contenimento della spesa pubblica; Presenza di divergenze territoriali, economiche e sociali; Ruolo di organismi intermedi collegati al mondo cattolico e alla Chiesa.
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I pilastri del sistema italiano Cinque settori fondamentali: Il sistema pensionistico Il sistema sanitario Le politiche del lavoro Il sistema dell’istruzione le politiche socio-assistenziali
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Aspetti del percorso italiano Fino agli anni sessanta tutte le componenti del modello italiano apparivano fortemente legate alla posizione occupazionale. Tra gli anni sessanta e settanta il modello diviene più complesso con l’introduzione del sistema tendenzialmente universalistico nei settori della scuola e della sanità.
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Il periodo delle riforme Dagli inizi anni novanta ondate di riforme nel campo sociale in Europa lungo due linee principali di intervento: il contenimento del grado di copertura pubblica (retrenchment) e la ricalibratura al fine di adattare i sistemi sociali al mutare delle esigenze e ai nuovi rischi sociali (conciliazione tra lavoro e cura). In materia esiste un’ampia letteratura economica ( vedi Il sistema di Welfare…)
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In Italia il cambiamento delle politiche sociali ha assunto la forma prevalente di contenimento del grado di copertura pubblica (i tagli degli anni novanta). Importanti riforme nel sistema pensionistico, nelle politiche del lavoro, nella sanità, nel campo dell’istruzione, nell’assistenza sociale e servizi sociali, per i quali si è innovato sul piano normativo, lasciando incompiuta in gran parte la realizzazione
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La Sanità In Italia adozione del Sistema Sanitario Nazionale nel 1978 sul modello sanitario inglese del 1947. Caratteristiche essenziali: modello universalistico che riguarda la totalità della popolazione; Sistema uniforme che garantisce le stesse prestazioni a tutti i soggetti ; Finanziamento tramite fiscalità generale (costituzione del Fondo Sanitario Nazionale)
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“ La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Art.32 della Costituzione italiana del 1948.
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Fondo Sanitario Nazionale Ammontare del finanziamento stabilito con la legge di approvazione del bilancio al livello di governo centrale e ripartizione tra le regioni; Finanziamento delle Unità sanitarie locali da parte delle rispettive regioni.
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Compiti e livelli di governo La costituzione all’articolo 117 affida alle Regioni la competenza per l’assistenza sanitaria e ospedaliera. In particolare i compiti delle regioni riguardano: la programmazione e l’organizzazione del tipo di servizio da erogare, il finanziamento delle Unità sanitarie locali. Le Unità sanitarie locali gestiscono le risorse attraverso le proprie strutture che comprendono anche gli ospedali.
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Problemi Crescita della spesa sanitaria e del Deficit Aspetti negativi: distorsioni per influenza dei politici; assenza di incentivi economici; finanziamento commisurato all’entità dei costi sostenuti, anziché alla prestazione erogata; separazione tra le decisioni di finanziamento (centralizzate) e le decisioni di spesa (decentrate) e conseguente indebitamento a livello regionale.
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Riforme Anni novanta: avvio del processo di riforma del sistema sanitario nell’ambito di misure di risanamento generale della finanza pubblica lungo due linee: 1. Contenimento della spesa pubblica e quindi del deficit sanitario; 2. Definizione di un diverso modello organizzativo nelle linee di un sistema misto di tipo contrattuale.
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principali innovazioni Aumento dell’autonomia delle Regioni: scelta del tipo di modello di erogazione dei propri servizi sanitari (dal modello organizzato intorno alla centralità delle strutture pubbliche di Toscana e Emilia Romagna al modello che lascia libera scelta tra struttura pubblica e privata della Lombardia). Garanzia di un Livello Essenziale di Assistenza, LEA, in particolare nei settori di assistenza ospedaliera e di assistenza nei luoghi di lavoro, definito e finanziato dallo Stato (rispetto dell’obbligo costituzionale
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Trasformazioni delle USL in Aziende Sanitarie Locali, ASL, alle quali sono affidati la fornitura diretta dei servizi diagnostici e ospedalieri e l’acquisto degli stessi presso strutture sia pubbliche che private (per stimolare la concorrenza e aumentare l’efficienza). Trasformazione Enti ospedalieri in Aziende Ospedaliere.
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finanziamento Materia in evoluzione legata al processo di decentramento. 1998-2000: fonti tributarie regionali, per il 90% dal gettito IRAP (imposta regionale sulle attività produttive) + l’addizionale IRPEF (nella misura del 0,5%); Fondo Sanitario Nazionale ripartito in base a quote pro-capite (calcolate in base a: popolazione residente, struttura per età, mobilità sanitaria, altro). Decreto n°56 2000: abolizione formale del FSN. Contemporaneamente aumento addizionale IRPEF, introduzione compartecipazione al gettito IVA (ripartita a livello regionale). 2001 : modifica titolo V della costituzione. 2002 : aumenti addizionale IRPEF, incrementi IRAP per determinati settori, ticket sui farmaci.
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