Gli studi di stratificazione Gabriele Ballarino La sociologia economica, del lavoro e dell’organizzazione in Italia: stato dell’arte e tendenze recenti.

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Presentazione sul tema: "Gli studi di stratificazione Gabriele Ballarino La sociologia economica, del lavoro e dell’organizzazione in Italia: stato dell’arte e tendenze recenti."— Transcript della presentazione:

1 Gli studi di stratificazione Gabriele Ballarino La sociologia economica, del lavoro e dell’organizzazione in Italia: stato dell’arte e tendenze recenti – Roma 6 maggio 2016

2 una domanda di partenza Gli studi di stratificazione (SS) sono parte della sociologia economica (SE)? In questa presentazione darò una risposta positiva a questa domanda, cercando di superare l’obiezione che a molti di voi verrà spontanea: «A livello internazionale non è così!» Questo è in parte vero. Ci sono un po’ di studiosi che frequentano sia la SASE che RC28, ma la traiettoria intrapresa dai due settori negli ultimi anni negli USA, per esempio, è divergente: la SE mostra una tendenza culturalista (Flistein 2015), mentre gli SS sono sempre più vicini all’economia e alla demografia nei metodi e negli approcci (analisi causale, disegni quasi-sperimentali ecc.)

3 una domanda di partenza La situazione italiana è però diversa. La «svolta culturale» della SE qui non si vede (ancora?), e la vicinanza sostantiva e metodologica alla ricerca economica (vicinanza spesso critica, ovviamente, ma per criticare bisogna comprendere…), forse il marchio di fabbrica della SE italiana, continua ad essere importante. Anzi: la deriva anti-quantitativa e ideologica di molta sociologia italiana, una delle ragioni che ci porta qui, rende il contributo degli SS particolarmente utile per lo sviluppo della SE italiana. Non considero gli studi sulla povertà, un sotto-settore degli SS con caratteristiche proprie, di cui si occupa la relazione di Enrica Morlicchio. Oltre a questa, si veda Negri 2006.

4 una domanda di partenza Una rassegna di qualche anno fa (Ballarino e Regini 2008) indicava nella mancanza di un paradigma teorico condiviso e in un forte orientamento empirico una debolezza della SE italiana. Ma questa debolezza, scrivevamo, è spesso diventata una forza, perché lascia la SE in grado di sprofondarsi nel fenomeno, e di collaborare ampiamente con altre discipline e sub-discipline. Gli SS erano uno dei terreni su cui ci sembrava la SE italiana si stesse cimentando in modo più produttivo (gli altri erano i consumi e le migrazioni). Quindi diamo per superata l’obiezione iniziale? Io direi di sì…

5 gli studi di stratificazione in Italia Si possono distinguere 3 grandi filoni di ricerca italiana sulla stratificazione sociale (Ballarino 2009): -il filone neomarxista, poi neoschumpeteriano (Paci, Carboni) -il filone della Terza Italia, e dello sviluppo locale (Bagnasco, Trigilia) -il filone neoweberiano e goldthorpiano (Cobalti, Schizzerotto) I rappresentanti dei primi due filoni sono ab ovo sociologi economici, mentre il terzo è stato fatto proprio dai sociologi economici a partire dagli anni 90 (Ballarino e Regini 2008). Molto in breve, e con una selezione inevitabilmente soggettiva, passerò in rassegna i 3 filoni.

6 il filone neomarxista-neoschumpeteriano Nato dai lavori sulla struttura di classe in Italia di M. Paci (1973; 1982), ha poi preso diverse direzioni, con un comune «marchio di fabbrica»: -una forte attenzione al nostro paese, collocato però nel contesto internazionale -l’utilizzo di dati prevalentemente quantitativi -un’attenzione teorica alla stratificazione sociale, vista soprattutto dal lato dei conflitti distributivi e del ruolo della politica in questi.

7 il filone neomarxista-neoschumpeteriano Si tratta, per molti versi, del marchio di fabbrica della SE italiana classica (Ballarino e Regini 2008), di cui questo filone rappresenta tuttora uno dei nuclei portanti. «Neoschumpeteriano» perché esce dal crollo politico e scientifico del marxismo mettendo l’accento sul ruolo dello stato e delle élite, seguendo le teorie dell’«autonomia del politico» dei tardi anni 70. Il lavoro recente di Paci (2013) contiene ampie riflessioni (spesso critiche) sugli SS, sulla SE italiana e sul metodo delle scienze sociali. Il tempo non consente di approfondire, ma si tratta di un lavoro che risponde bene alle critiche di «ateoreticismo» avanzate alla SE italiana in generale (Ballarino e Regini 2008).

8 il filone neomarxista-neoschumpeteriano Collaboratori e allievi di Paci sono il nucleo di questo filone. -I lavori di Ugo Ascoli si sono orientati verso lo studio del welfare state, in particolare della sanità (v. relazione Morlicchio). Lo stesso vale per Emmanuele Pavolini e altri più giovani. Ma lo studio del welfare state rimane sempre, per loro, collegato a quello della stratificazione sociale e della povertà. -Giovanna Vicarelli ha studiato le professioni mediche e della sanità. -Carlo Carboni (2007; 2008; 2015) ha seguito una strada più vicina alle origini, studiando le élite in Italia (e la loro crisi). -Ugo Ascoli ed Emmanuele Pavolini di recente hanno coordinato uno studio sul welfare italiano in prospettiva comparata, uscito in inglese nel 2015.

9 il filone neomarxista

10 il filone della Terza Italia Si tratta forse del filone della SE italiana che ha avuto più successo all’estero (cfr. Piore e Sabel 1984) Il legame con gli SS è forte nell’originaria teoria della Terza Italia, basata sulla variazione della struttura di classe in agricoltura (mezzadria vs. bracciantato). Col tempo, anche per effetto dell’importante lavoro di Putnam (1993), l’attenzione si è spostata da una parte verso la politica e il suo ruolo nello sviluppo locale, e dall’altra parte verso l’innovazione economica: rinvio quindi alla presentazione di Francesco Ramella. Ma il recente lavoro di Bagnasco (2009; 2015) e collaboratori (Ranci 2012; Sassatelli Santoro e Semi 2015) sui ceti medi rappresenta un importante ritorno alle origini.

11 il filone neoweberiano E’ il filone più vicino all’«ortodossia» degli SS internazionali, che associativamente fa riferimento all’ISA- RC28 e in Europa all’ECSR (il cui chair attuale è italiano). Sviluppatosi negli anni 80 e 90 tra Bologna e Trento (Barbagli et al. 1988; Cobalti e Schizzerotto 1994; Schizzerotto 2002), alla fine degli anni 90, con il progetto Equalsoc, si è installato anche a Torino e a Milano, prima in Bicocca (al seguito di Schizzerotto) e poi in Statale (con forte collaborazione con gli economisti del lavoro). Molto quantitativi e attenti ai metodi, gli studiosi di questo filone hanno fatto molto per inserire l’Italia nel circuito delle grandi survey internazionali, con buoni risultati. L’incontro con la SE parte dallo studio del mercato del lavoro (Reyneri era in Equalsoc) e si estende poi all’analisi delle disuguaglianze in generale.

12 il filone neoweberiano In Equalsoc, il gruppo di Reyneri ha lavorato sulle carriere occupazionali dei migranti, altro punto di incontro tra SE e SS (Reyneri e Fullin 2009; 2011), mentre quello di Schizzerotto ha coordinato uno studio delle carriere occupazionali (European Societies, 3/2011). In entrambi i casi, la prospettiva comparata ha consentito di fare emergere le specificità italiane: un MdL relativamente aperto agli immigrati (per via del lavoro in nero), che però rimangono più intrappolati che altrove nei segmenti bassi; e carriere occupazionali relativamente limitate, il che aumenta l’importanza della posizione di partenza. La combinazione di ultra-flessibilità (per gli outsider) e ultra-rigidità (per gli insider) che caratterizza il MdL italiano.

13 il filone neoweberiano Gli stratificazionisti rimasti in Bicocca dopo il ritorno di Schizzerotto a TN e la scomparsa di de Lillo (Pisati, Lucchini e collaboratrici) si sono avvicinati alla sociobiologia. Rientrato a TN, Schizzerotto si è inserito nell’ondata «controfattualista» dominante in economia, con la creazione di un istituto di ricerca (IRRVAP) basato sull’approccio sperimentale alle politiche pubbliche. Il PRIN 2011 da lui coordinato (con Trento-Bologna-Milano Statale-Salerno) ha svolto il primo esperimento su grande scala della sociologia italiana, studiando gli effetti sui diplomandi della diffusione di informazioni su costi-benefici e realizzabilità di varie scelte occupazionali e universitarie post-diploma. I primi paper sono in sottomissione.

14 il filone neoweberiano Nel dipartimento di TN, dopo il pensionamento di Schizzerotto, Barbieri e Scherer hanno creato un gruppo molto internazionale che fonde SE (in particolare varieties of capitalism e welfare regimes) e SS. Una serie di paper recenti (ESR 2015; ES 2015; SER 2015; JESP 2016) conferma le specificità del modello socio- economico mediterraneo, e italiano in particolare: flessibilità del MdL a carico dei giovani, con forte rischio di intrappolamento nei segmenti bassi; poco welfare per le famiglie, soprattutto giovani, con forte disincentivo alla fertilità.

15 il filone neoweberiano A Milano Statale, infine, il sottoscritto sta creando un gruppo (StratStat) a cavallo tra SE e SS, focalizzato su istruzione (in particolare disuguaglianze educative; formazione professionale; rapporti tra economia e sistemi universitari) e migrazioni (in particolare migrazioni interne e percorsi occupazionali degli immigrati internazionali). Due volumi di uscita recente rappresentano bene questo lavoro: Bernardi e Ballarino (a cura di, 2016) per il primo filone e Panichella (2014) per il secondo.

16 http://users.unimi.it/gballarino/eoso/ cfr. Ballarino, Barone e Panichella, RIS 1/2016

17 Overview

18 Research questions 1.Is there a direct effect of social origins (DESO) on labour market achievement, over and above the effect of own education? 2.Has DESO changed (declined) over time? 3.Does DESO vary depending on the level of education achieved? Is it weaker among those with higher education (compensation effect)? 4.Has the direct effect of own education on the labour market success changed over time?

19 Research questions social origin education LM outcomes inequality of educational opportunities by social origin returns to education DESO (class, ISEI, income....) changing DESO by education

20 il libro di Panichella riprende, con gli strumenti degli SS, uno temi temi che storicamente hanno fondato la SE italiana: le migrazioni interne


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