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Significato esperienza di tirocinio Simulazione di una esperienza di gruppo: ulteriori riflessioni Tirocinio 1: Paola Giorgi Tirocinio 2: Mara Caporale.

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Presentazione sul tema: "Significato esperienza di tirocinio Simulazione di una esperienza di gruppo: ulteriori riflessioni Tirocinio 1: Paola Giorgi Tirocinio 2: Mara Caporale."— Transcript della presentazione:

1 Significato esperienza di tirocinio Simulazione di una esperienza di gruppo: ulteriori riflessioni Tirocinio 1: Paola Giorgi Tirocinio 2: Mara Caporale Università Roma3 1

2 La teoria non basta FarePensare Dalla teoria apprendiamo chiavi di lettura della pratica che a sua volta ci stimola verifiche e domande sulla teoria

3 ACQUISIRE COMPETENZE Conoscenze (sul campo, riconoscere dati realtà, coniugare saperi teorici, esperienze, emozioni, creatività) + Abilità Sapere posizionarsi nei vari contesti, prendere decisioni motivate, risolvere problemi concreti, capacità di agire professionalmente 3

4 VI CHIEDIAMO DI OSSERVARE ! USANDO TUTTA LA VOSTRA CASSETTA DEGLI ATTREZZI (conoscenze del vs percorso scolastico, universitario, personale……..) 4

5 Favorire le connessioni tra teoria e pratica e stimolare negli studenti l’osservazione come una mentalità esplorativa, atteggiamenti di curiosità ed interesse verso la professione e l’ambito del sociale più ampiamente inteso 5

6 Addestramento alla osservazione e al lavoro di gruppo 1.Divisione in gruppi distinguendo studenti del primo tirocinio e del secondo 2. Garantire nei limiti del possibile in ogni gruppo la presenza di studenti che svolgono tirocini nei comuni, nella asl e nel privato sociale 3. Rispondere alla griglia come “gruppo di lavoro” 4. i risultati non sono oggetto di valutazione ma di riflessione 6

7 Ruolo del facilitatore Il ruolo del facilitatore è quello di condurre la discussione, cioè ascoltare, stimolare e orientare i partecipanti, senza tuttavia esprimere la propria opinione nel merito dei contenuti. 1.Aver chiaro l’obiettivo del lavoro ed esplicitarlo al gruppo di lavoro (chiarificazione). 2.Facilitare le relazioni dentro il gruppo. 3.Aiutare a il gruppo a risolvere il problema.

8 Era chiaro il compito attribuito ai gruppi? 1. Indicazioni fornite erano sufficienti per rispondere adeguatamente alle domande? 2. Perché è stato chiesto di dare un nome al gruppo? 3. Le risposte del gruppo sono state esaustive per spiegare agli altri gruppi, con precisione, di cosa si occupava il gruppo? 4. Era stato chiarito che l’obiettivo del lavoro era quello di fornire al resto degli studenti informazioni esaustive sui tirocini del gruppo di riferimento?

9 Rivediamo insieme le schede Scheda tirocinio 1 - PRESCRIZIONI O REGOLE: Completare la scheda sintetizzando per ogni domanda la posizione del gruppo; Denominazione del gruppo (di fantasia ma motivato, quindi la motivazione della scelta andava scritta nella scheda); Griglia anagrafica ( nome e cognome – dove siamo – struttura organizzativa – area: il gruppo doveva quindi raggiungere una posizione univoca sulla interpretazione di queste tre indicazioni)

10 Rivediamo insieme le schede Con chi svolge nell’esperienza professionale (solo assistente sociale, più figure professionali, quali?) Possibili risposte: Lavoriamo con psicologi, educatori, amministrativi…..(osservazione: questa risposta vale per tutti i gruppi. Cosa differenzia il vs gruppo?) Possibile risposta: nel ns gruppo, chi lavora nei servizi della asl ( n……) (TSMREE etc ) opera con……; chi lavora con il Comune/municipio (n…..) opera con assistenti sociali e amministrativi…..chi lavora nella coop – servizi minori ( n…..) opera con…….

11 Rivediamo insieme le schede Quali sono i suoi utenti ( vale stessa osservazione della domanda precedente) Come accede al servizio l’utente: esplicitare il metodo per ciascun servizio C’è un territorio di riferimento per l’utente? Se si quale ( domanda solo per tirocinio 1)? Con chi si svolge il lavoro di rete nel tuo servizio (domanda solo per tirocinio II)?

12 RIVEDIAMO IL NOSTRO LAVORO Restituzione delle schede e loro integrazione con ulteriori informazioni e riflessioni ( 30 minuti per integrare……..)

13 SPAZIO ALLE INTEGRAZIONI E RIFLESSIONI DEI GRUPPI

14 Il «non detto» del gruppo promotore 1. Non è stato esplicitato che il lavoro di gruppo doveva essere presentato agli altri gruppi tramite l’individuazione di un referente ( prima decisione del gruppo?) 2. Il ruolo del facilitatore non è stato adeguato poichè il facilitatore è una figura presente nel gruppo, che conduce e stimola la discussione e nei vs gruppi non era presente stabilmente 3. Non è stata spiegata la funzione della denominazione del gruppo 4. Sottovalutazione degli aspetti logistici?

15 Importanza del lavoro di gruppo per l’assistente sociale Esempi:  Gruppi per analisi quantitative: raccogliere informazioni, dati (per es riunione di lavoro per elaborare una griglia necessaria per un’analisi del servizio di assistenza domiciliare)  Gruppi per analisi qualitative: valutazioni (riunione di lavoro per decidere se il minore va o no allontanato da casa, valutazione della capacità genitoriale)  Gruppi per organizzare meglio il lavoro nel servizio  ………………………

16 La teoria dei sei cappelli Edward De Bono è un grande studioso di innovazioni: il suo lavoro è quello di aiutare le aziende ad innovare i propri prodotti, servizi, processi produttivi e altro. BIANCO: ASSENZA di colore … neutralità, dati, numeri, fatti, informazioni ROSSO: come la PASSIONE!… emozioni, sensazioni, premonizioni, intuizioni NERO: come la TEMPESTA !… aspetti negativi, rischi, problemi

17 La teoria dei sei cappelli GIALLO: come il SOLE! … aspetti positivi, atteggiamenti costruttivi, opportunità VERDE: come l’ ERBA … fertilità del pensiero, nuove idee, creatività BLU: come il CIELO che tutto sovrasta … supervisione, controllo, direzione Tutti nel gruppo devono sperimentare i diversi cappelli

18 La teoria dei sei cappelli dialettica tradizionale "A" ha un punto di vista e "B" non è d'accordo. Si ritiene che il dibattito che ne deriva sia sufficiente a esaminare adeguatamente l'oggetto del contendere. Troppo spesso, però, i protagonisti si arroccano sulle rispettive posizioni e si preoccupano più di far prevalere il proprio punto di vista che di esplorare la questione in esame.

19 La teoria dei sei cappelli Il metodo dei sei cappelli ci permette di evitare le argomentazioni sterili e di intrattenere discussioni più produttive. Sia "A" sia "B" possono avere contemporaneamente in capo il cappello nero per evitare i pericoli. Entrambi possono mettersi in capo il cappello giallo per esaminare i vantaggi. Entrambi possono portare il cappello verde per esplorare e individuare nuove possibilità. L'esame congiunto prende il posto della contrapposizione intellettuale.


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