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PubblicatoGennara Romagnoli Modificato 8 anni fa
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L’imbalsamazione del cadavere non fu mai praticata in Israele. I casi di Giacobbe (cfr. Gen 50,2-3) e di Giuseppe (cfr. Gen 50,26) si spiegano come usanza egiziana.
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La cremazione dei corpi in Israele non è mai stata praticata ed era considerata un oltraggio al corpo; oppure era una pratica abominevole riservata a trasgressori e nemici per significare il loro annientamento totale (cfr. Am 2,1).
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Nel caso di sepoltura di un re il suo cadavere poteva essere cosparso di profumi e nella camera sepolcrale si potevano bruciare aromi in quantità (cfr. 2Cr 16,14; Ger 34,5). L’assenza di sepoltura era considerata una maledizione e una condizione vergognosa (cfr. Sal 79,2-3; Ger 16,4-6; 25,33) ed era la sorte disgraziata degli empi (cfr. Dt 28,26; Is 34,3).
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I sepolcri potevano essere costituiti da caverne, cavità naturali, come la grotta di Macpela, che Abramo acquistò da Efron l’Hittita, e dove furono sepolti lui e Sara (cfr. Gen 23; 25,7-10), Isacco (cfr. Gen 35,29) e Giacobbe (cfr. Gen 49,29-31) e le loro mogli.
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Oppure potevano essere appositamente scavati nella roccia e allora si trattava di tombe di famiglia normalmente riservate a persone facoltose (cfr. Gdc 8,32; 16,31; 2 Sam 2,32; Is 22,16).
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L’ESPRESSIONE “ADDORMENTARSI CON I PROPRI PADRI” (1 RE 14,31; 16,28; 2 RE 10,35; ECCETERA) FA RIFERIMENTO A TOMBE FAMILIARI.
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Le forme più antiche di sepoltura in Israele sono state cavità naturali, sepolcri in pietra sopra terra e recinti di pietre poste intorno a una collina sepolcrale.
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Nel II millennio a.C. sono attestate tombe a pozzo in cui la camera mortuaria veniva chiusa e il pozzo verticale di accesso completamente ostruito con detriti; tra il 1200 e il 6oo a.C. predominavano le tombe a nicchia scavate nella roccia.
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Il pozzo di ingresso, spesso munito di scalini, portava alla stanza mortuaria principale, rotonda o trapezoidale, oppure rettangolare o quadrata. I morti erano posti su un piano di roccia, scavato su due o tre lati. Nel caso di una sepoltura successiva le spoglie venivano raccolte in un angolo o in una fossa sotto il piano di sepoltura. Si conoscono anche a Gerusalemme siti con un massimo di quattro camere mortuarie principali. 3. Ronald Reisner, “Sepoltura e usi funebri”, in Grande enciclopedia illustrata della Bibbia III, Piemme, Casale Monferrato 1997, pp. 323-324.
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Le persone più povere erano semplicemente deposte in fosse scavate nella terra: nel Secondo libro dei Re 23,6 e in Geremia 26,23 si parla di “tomba della gente del popolo”.
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Il rispetto del cadavere, già notevole nell’Antico Testamento che è traversato da una concezione antropologica unitaria per cui il corpo riveste una valenza spirituale, si accresce alle soglie dell’era volgare con lo sviluppo della credenza nella resurrezione: non si può che trattare con ogni onore il corpo destinato alla resurrezione.
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Nel Nuovo Testamento i vangeli accordano particolare rilievo alla sepoltura di Gesù, che avvenne “com’è usanza seppellire per i giudei” (Gv 19,40).
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Una volta deposto dalla croce, il suo corpo fu avvolto da Giuseppe di Arimatea in un “candido lenzuolo (sindón)” (Mt 27,59) e posto in una tomba scavata nella roccia, una tomba di sua proprietà in cui non era mai stato messo nessuno (cfr. Lc 23,53).
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