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Dalla teoria generale al neoliberalismo Ronny Bianchi.

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Presentazione sul tema: "Dalla teoria generale al neoliberalismo Ronny Bianchi."— Transcript della presentazione:

1 Dalla teoria generale al neoliberalismo Ronny Bianchi

2 La legge di Say o legge degli sbocchi La legge di Say (Jean Batiste Say; 1767 – 1832) esprime la convinzione che il mercato, grazie a meccanismi autogeni, si trovi sempre in equilibrio e non possa incorrere in crisi di sovrapproduzione. In particolare, afferma che l’offerta crea sempre la propria domanda il che esclude, evidentemente, la possibilità che una data quantità di prodotto – offerta - resti invenduta per carenza di domanda. Il risparmio (S) è zero perché il prodotto viene interamente impiegato in beni di consumo e in beni di investimento. Concorrenza perfetta e non intervento delle stato Contesto storico

3 La flessibilità dei prezzi La teoria neoclassica o marginalista (nata tra il 1873 e il 1875) ipotizza che il mercato sia governato da prezzi flessibili. Se il prezzo delle mele sale troppo (per vari motivi) il consumatore a un certo punto deciderà di comperare banane (che costano meno e sono sempre frutta), costringendo il produttore di mele ad abbassare il prezzo, che per adattamenti successivi, ritornerà a un prezzo di equilibrio. Lo stesso discorso vale in presenza di disoccupazione. Il salario reale tenderà a diminuire (a seguito della concorrenza tra i lavoratori) fino al punto dove l’imprenditore riterrà interessante tornare ad assumere. Progressivamente si ritornerà a una situazione di pieno impiego. Risposta anche politica alle critica marxista.

4 La crisi del 1929 e le strategie di Hoover Nell’autunno del ’29 l’indice di Wall Street crolla innescando una grave crisi economica: molte banche e società falliscono e la disoccupazione raggiunge circa 25 milioni di lavoratori. Il presidente Hoover interviene solo per cercare di slavare il sistema bancario ma non fa nulla per risollevare l’economia ed in particolare per contrastare la forte disoccupazione, convinto che il mercato sarà in grado di autoregolarsi da solo. La situazione peggiora anno dopo anno.

5 Roosevelt e Keynes Il New deal La disoccupazione secondo Keynes La funzione del consumo e l’equilibrio di sottooccupazione Il moltiplicatore (schema) Il welfare state

6 Il New Deal di Roosevelt Nel gennaio del 1933 entra in carica il presidente Franklin Delano Roosevelt e lancia un importante programma di intervento pubblico che prese il nome di New Deal. Grazie a importanti investimenti pubblici per la costruzione di dighe (es. la Tennessee Valley Authority), autostrade, scuole..., gli Usa uscirono progressivamente dalla crisi e la disoccupazione diminuì (ma la crisi fu superata definitivamente con l'entrata in guerra).

7 Il New Deal di Roosevelt (2) Ma forse il maggior contributo di Roosevelt fu l'introduzione di una rigida regolamentazione dell'attività delle banche (es. separazione tra banche d'investimento e banche commerciali, controllo statale delle attività: Emergency Bank Relief Act, separazione dei ruoli dirigenziali all'interno delle grandi aziende, obbligo di un rapporto di revisione per le società quotate in borsa) e di un sistema di tassazione fortemente progressivo. Queste riforme garantirono 40 anni di stabilità, in particolare sui mercati finanziari. Conflitti di interesse

8 La disoccupazione secondo Keynes Per i neoclassici se aumenta la disoccupazione scende il salario in termini reali (a causa della concorrenza tra lavoratori occupati e disoccupati) fino a quanto le imprese lo riterranno opportuno per tornare ad assumere. Per Keyens i salari non sono flessibili per tre motivi: la presenza dei sindacati, se scendono i salari scendono anche i prezzi e quindi il salario reale rimane invariato, le aspettative per futuro devono essere positive (vedi '29)

9 La formazione (ciclica) della sovrapproduzione Y=D C= C 0 +cY C 0 cY Y C+I I 45 o L’equilibrio è un caso particolare. Il sistema economico ha un’evoluzione ciclica. In una situazione di prospettive negative l’investimento privato è ridotto al minimo. L’equilibrio è un caso particolare. Il sistema economico ha un’evoluzione ciclica. In una situazione di prospettive negative l’investimento privato è ridotto al minimo.

10 Il moltiplicatore keynesiano In una situazione di crisi la sola soluzione è una politica fiscale attiva con un aumento della spesa pubblica [Y= C + I + G + (X-M)] che avrà un effetto moltiplicativo sul Y. k= 1/1-c Se c (propensione al consumo) è 0.8, k = 5. Quindi se si aumenta la spesa pubblica (G) di 10 mld, il Y aumenterà di 50 mld PROBLEMA 1 : L'aumento della spesa pubblica ha un effetto positivo solo se si è in una fase negativa del ciclo (e non per scopi politici). PROBLEMA 2: Se introduciamo le importazione k diminuisce: k= 1/1-c+m. Se c=0.8 e m=0.4 k= 1,66 e quindi Y aumenterà di 16,6 miliardi se gli altri paesi non adottano un strategia simile.

11 Il Walfare state o Stato sociale Grazie all'elevata crescita economica registrata dopo la seconda guerra mondiale (boom economico), e a aliquote sul reddito fortemente progressive (fino all'85-90% per i redditi più alti) i paesi industrializzati hanno potuto sviluppare uno Stato sociale che ha garantito un netto miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Sistema pensionistico, sistema sanitario, riduzione dell'orario di lavoro, vacanze pagate, aumento dell'istruzione,... Nel dopo guerra lo Stato diventa anche un attore economico diretto e acquisisce il controllo di settori importanti: elettricità, telecomunicazioni, auto, siderurgia, sanità... Lo Stato può essere un imprenditore importante.

12 La rivoluzione neo liberista Da Hayek a Friedman La teoria dell’offerta di Laffer (schema) Reagan e la Thatcher La liberalizzazione e la deregolamentazione Le crisi (2008)

13 Da Hayek a Friedman All'inizio degli anni '70 i paesi industrializzati sono confrontati con la stagflazione: stagnazione e inflazione (crisi del petrolio) e aumento della disoccupazione. La teoria keynesiana sembra non avere strumenti adeguati per affrontare la nuova situazione di crisi. Milton Friedman (allievo a Chicago di Hayek) afferma che l'economia deve essere “controllata” attraverso la politica monetaria (tasso di sconto e quantità di moneta) all'interno di mercati deregolamentati e in presenza di concorrenza perfetta. 1971: abbandono della copertura aurea da parte degli Usa

14 La teoria dell'offerta (Laffer) Anno 1 Y 1000 Tasse 30% Lo stato incassa 300 Tasse 20% Anno n Y 1800 Lo stato incassa 360 Problema? Lo stato incassa 300 200 100 fr. che vanno in C

15 Margaret Thatcher e Ronald Reagan Nel 1979 Thatcher diventa primo ministro inglese e nel 1981 Reagan diventa presidente degli Stati Uniti. Nasce il neoliberismo. Convinti sostenitori delle idee economiche di Friedman e Laffer entrambi iniziano una politica di deregolamentazione e di liberalizzazione del mercato (reale e finanziario). REALE: sconfitta dei sindacati, privatizzazioni, riduzione dello stato sociale, riduzione delle aliquote fiscali FINANZIARIO: progressiva eliminazione dei vincoli che erano stati introdotti negli anni '30 (separazione tra banche commerciali e banche d'investimento, separazione dei ruoli all'interno delle società quotate, innovazioni finanziarie, nuovi prodotti speculativi)

16 I risultati della liberilizzazione e della deregolamentazione L'inflazione (anni '90) torna sotto controllo e l'economia riparte ma a livelli inferiori a quelli del boom economico. Le condizioni dei lavoratori peggiorano (anche a causa della globalizzazione). Il salario reale medio Usa all'inizio degli anni 2000 è praticamente allo stesso livello della metà degli anni '70) Il sistema sociale peggiora soprattutto in Gran Bretagna In Europa il modello renano (o nordico) resiste fino alla fine degli anni '90, ma poi subisce importanti ridimensionamento a seguito delle politiche di Clinton, Blair e Schröder

17 Crisi dopo crisi (soprattutto finanziarie) 1971: Inizia un grave crisi dei cambi 1974: crisi della banca Hersatt e della Franklin National bank 1982: Inizio della crisi del debito dei paesi del Sud 1984: Fallimento della Continental Illinois e altre 43 banche Usa 1986: Crisi delle Saving&Loans Usa 1987: Crisi bancaria in Norvegia, seguita da altre nel Nord Europa 1989: Scoppia la bolla speculativa giapponese 1991: Fallimento della BCCI 1992: Crisi dei cambi in Eu che obbliga la lira sterlina a uscire dal SME 1993: Nuova crisi dei cambi in Eu 1994: Forte aumento dei tassi al lungo termine 1995: fallisce la banca Baring 1997: Crisi finanziaria in Asia 1998: Quasi fallimento del LTCM 2000: Scoppia la bolla speculativa di internet 2000: Crisi finanziaria in Turchia 2001: Crisi Argentina 2001: Fallimento di Enron e altre società (swissair, Parmalat) 2002: Crisi finanziaria in Brasile 2007: Crisi dei Subprime 2007: Crisi dei mercati finanziari


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