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PubblicatoClemente Pellegrino Modificato 8 anni fa
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" FONDAMENTI DI URBANISTICA C PROF. G. DEL CONTE
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LE POLIS GRECHE E LE TEORIE DI IPPODAMO DA MILETO A partire dal secolo VIII a.C., i popoli greci, non trovando più nelle terre della madrepatria le risorse necessarie al loro sostentamento quotidiano, iniziarono a fondare colonie nelle terre dell’Asia, dell’Africa e della Magna Grecia. Le nuove polis sono caratterizzate da tracciati regolari, strade ortogonali, isolati rettangolari e dalla presenza di una o due piazze, l’Agorà politica che per motivi di sicurezza era posizionata vicino all’Acropoli e l’Agorà commerciale posizionata in genere nelle vicinanze del porto. Questa tendenza viene maggiormente evidenziata a partire dal IV secolo a. C.,quando la costruzione delle città fu influenzata dalle teorie del matematico ed architetto Ippodamo da Mileto. Il centro urbano presentò, fin dalla fondazione, un impianto costituito da una fitta griglia di strade che si incrociavano ad angolo retto determinando sia lunghi isolati rettangolari per le case dei coloni sia aree più ampie destinate ad ospitare edifici pubblici. Due erano le aree pubbliche della città: l' acropoli con funzione sacrale e il fòro sede dell'attività politica della comunità.
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" FONDAMENTI DI URBANISTICA C PROF. G. DEL CONTE LE POLIS GRECHE E LE TEORIE DI IPPODAMO DA MILETO Nascono così le cosiddette polis a schema ippodamico in cui persiste la struttura di assoluta ortogonalità, ma assumono maggiore importanza gli aspetti architettonici dell’Agorà, centro civico di particolare dignità monumentale e la gerarchia delle strade, distinte in ragione della loro importanza. Plastico della città di Mileto 200 A.C. circa – Pergamon Museum Berlin – photo by Gryffindor
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" FONDAMENTI DI URBANISTICA C PROF. G. DEL CONTE LA CITTA’ ETRUSCA Mentre le colonie greche popolano la Magna Grecia – Sicilia e coste Meridionali dell’Italia – vari popoli italici abitano la penisola nella zona centrale e settentrionale e fra di essi primeggia il popolo etrusco. Le città etrusche sorgono su territori già abitati da popoli locali e per rispondere a necessità difensive sono situate sulla sommità di colline, in luoghi protetti dalle acque e circondate da mura massicce. Le mura della città vengono interrotte dalla presenza delle porte di accesso e la città viene edificata all’interno del perimetro da esse tracciato, dividendosi in tre elementi fondamentali: l’acropoli, la necropoli e la città. Le case e i monumenti della città e dell’acropoli – situati spesso sulle vette dei monti – sono costruzioni deboli che non riuscirono a sfidare il tempo. Città di Kainua – Marzabotto (BO)
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" FONDAMENTI DI URBANISTICA C PROF. G. DEL CONTE LA CITTA’ – STATO NELL’EPOCA ROMANA La storia di Roma inizia nel 753 a.C. quando dopo essere passati dalla monarchia alla repubblica si arriva definitivamente al grande impero. Lo schematismo geometrico delle città iniziato già in epoca etrusca, viene dai romani reso ancora più rigoroso partendo dalla traduzione sul terreno del campo militare dal quale molto spesso le città traggono origine. Struttura regolare di strade ed isolati aventi circa 60/70 m di lato, assi stradali divisi in cardo ( secondo il meridiano) e in decumano (secondo il parallelo) sono le caratteristiche delle polis romane.Nel punto di incontro del cardo con il decumano viene in genere collocato il Foro, luogo di incontro e di raccolta dei cittadini per la trattazione di pubblici affari o per il culto degli idei. FANO Originariamente Fano era cinta da circa 1760 metri di mura su cui si ergevano presumibilmente 28 torri, con 2 di queste più grandi delle altre; una era situata a Nord e l'altra a Sud, entrambe dal lato mare. Le mura erano alte presumibilmente 14,25 metri (con il parapetto ed i merli), alla base misurano 1,80 metri di spessore e vanno rastremando verso l'alto.
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" FONDAMENTI DI URBANISTICA C PROF. G. DEL CONTE LA CITTA’ – STATO NELL’EPOCA ROMANA Proprio per la necessità di collegare tra loro le numerose polis romane distribuite sul territorio e per garantire gli scambi commerciali che all’epoca romana è da attribuirsi anche la costruzione della più grande maglia di reti stradali che partendo da Roma si sviluppavano su tutta la penisola. La Groma romana Le principali vie consolari romane
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" FONDAMENTI DI URBANISTICA C PROF. G. DEL CONTE LE CITTA’ MEDIEVALI La caduta dell’impero romano determinò in tutto il bacino del Mediterraneo, la perdita di quel potere centrale che aveva determinato l’immensa opera di pianificazione estesa su vastissimi territori. Le invasioni barbariche sconvolsero l’assetto che le città e territori avevano assunto, provocando impoverimento dell’economia, modificazioni nel sistema di produzione e di scambi e spostamenti delle popolazioni costrette a trasferirsi nei castelli o nei monasteri molto più adatti alla difesa da attacchi esterni. I centri che sorgono in questo periodo sono molto lontani dallo schematismo a scacchiera delle città romane e sono più legate a ragioni pratiche, topografiche, economiche e militari, diversificate da luogo a luogo.
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" FONDAMENTI DI URBANISTICA C PROF. G. DEL CONTE LE CITTA’ MEDIEVALI La maggior parte delle innumerevoli città sorte in tutto il Medioevo – dal X al XIV secolo – seguono uno schema radiocentrico che partendo dal palazzo Comunale o dalla Cattedrale si adatta alla conformazione del suolo e alla posizione dei corsi d’acqua. Si perde completamente la rigorosa geometria della città romana per dare maggiore importanza ai rapporti di scala tra edifici e esseri umani, di armonia di materiali e di colori fino al punto che le piazze – fondamentale elemento urbano di queste città – diventano uno degli elementi più affascinanti di tutta l’arte del Medioevo.
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" FONDAMENTI DI URBANISTICA C PROF. G. DEL CONTE L’URBANISTICA NEL RINASCIMENTO Durante il Rinascimento la pianificazione urbana tornò a ispirarsi ai modelli classici greco- romani. In netto contrasto con l'irregolarità degli insediamenti medievali, l'impianto urbano rinascimentale prevedeva ampie strade che si sviluppavano in cerchi concentrici intorno a un punto centrale, la piazza: da questa si dipartivano poi radialmente altre strade, che collegavano tra loro le arterie circolari.
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" FONDAMENTI DI URBANISTICA C PROF. G. DEL CONTE Fra le numerose città italiane costruite o trasformate secondo questo schema si segnalano Palmanova, in provincia di Udine, e Ferrara, dove dal 1475 al 1505 l'architetto Biagio Rossetti organizzò i lavori per il raddoppio dell'area urbana, su incarico del duca Ercole I d'Este L’URBANISTICA NEL RINASCIMENTO
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" FONDAMENTI DI URBANISTICA C PROF. G. DEL CONTE L’URBANISTICA NELL’ OTTOCENTO La rivoluzione industriale porta ad uno stravolgimento della struttura sociale e, di conseguenza, della forma della città. L’Inghilterra svolge il ruolo di paese guida in Europa, delineando, ancora prima delle altre nazioni europee, quelle trasformazioni che caratterizzeranno tutto il XIX e il XX secolo: aumento della popolazione, incremento delle produzioni industriali, meccanizzazione dei sistemi produttivi. L’Inghilterra alla metà del ‘700 conta circa 6.500.000 abitanti, all’inizio del 1800 ha già quasi 9.000.000 di abitanti che nel 1830 diventano quasi 14.000.000. La crescita è dovuta in gran parte ad un repentino allungamento della vita media della popolazione. La produzione industriale cresce in forma esponenziale: l’industria metallurgica passa, in meno di un secolo, da 20.000 a 700.000 tonnellate di ferro; l’estrazione del carbone, nello stesso periodo, passa da poco più di 4.000.000 a circa 115.000.000 di tonnellate. Agli sviluppi tecnologici fanno anche riscontro uno sviluppo delle scienze mediche e delle discipline economiche: nel 1776 Adam Smith formalizza la sua teoria economica che segnerà fortemente il mondo industriale. L’architettura risentirà della rivoluzione industriale attraverso l’uso di nuove tecniche costruttive e di nuovi materiali, quali ad esempio il ferro. La mutata struttura sociale impone nuove regole di governo che si esplicitano con l’emanazione di nuove leggi elettorali, nuove strutture amministrative (nascono le amministrazioni municipali elette dal popolo). E’ in questo contesto in profondo mutamento che si sviluppa l’urbanistica moderna: questa ha il compito di trovare risposte alle nuove esigenze della popolazione e delle città. Londra alla fine del 1700 ha già oltre un milione di abitanti. Manchester, che alla metà del 1700 conta solo 12.000, appena un secolo dopo ha oltre 400.000 abitanti.
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO II" FONDAMENTI DI URBANISTICA C PROF. G. DEL CONTE La nuova popolazione è prevalentemente costituita da operai addetti all’industria. I loro livelli di reddito sono particolarmente bassi e, di conseguenza, le loro condizioni di vita sono al livello più basso compatibile appena con la sopravvivenza. Gruppi di speculatori edilizi, i jerry builders, danno vita a costruzioni di bassissima qualità, costruiti man mano che se ne presenta la necessità, preoccupandosi esclusivamente a massimizzare il guadagno. Nel 1845 Engels pubblica una inchiesta sulla condizione operaia nel Regno Unito, La situazione della classe operaia in Inghilterra. In questa inchiesta descrive, accuratamente, la condizione di degrado delle nuove parti della città e della totale assenza di regole nello sfruttamento dei suoli. Nel brano che segue viene riportata la descrizione della città sia nella parte vecchia che delle nuove costruzioni. Come si potrà leggere vi sono descrizioni che ci figurano un uso degli spazi urbani caratterizzato da forti spinte speculative; tale fenomeno, per la rilevanza con cui si presenta, rappresenta un fenomeno assolutamente nuovo che accompagnerà l’urbanistica moderna dalla sua nascita sino ai tempi nostri.
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