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Università di Roma Tre Facoltà di Scienze della Formazione Corso di Laurea in Servizio Sociale A.A. 2015 – 2016 Tecniche e Strumenti Professionali LAVORO.

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Presentazione sul tema: "Università di Roma Tre Facoltà di Scienze della Formazione Corso di Laurea in Servizio Sociale A.A. 2015 – 2016 Tecniche e Strumenti Professionali LAVORO."— Transcript della presentazione:

1 Università di Roma Tre Facoltà di Scienze della Formazione Corso di Laurea in Servizio Sociale A.A. 2015 – 2016 Tecniche e Strumenti Professionali LAVORO DI EQUIPE Dott.ssa Elisa Noci

2 Lavoro di rete con la persona Lavoro di rete con la persona: l’operatore ricostruisce con la persona le sue reti; le analizza e le valuta con la persona; aiuta la persona nel ricucire, riannodare le reti; promuove la formazione di reti di supporto e di aiuto; lavora con le reti (anche istituzionali, in quanto parte del sistema di aiuto complesso) per la realizzazione di percorsi di aiuto; promuove gruppi di auto-aiuto

3 Lavoro di rete nel servizio e tra servizi: l’operatore favorisce il coordinamento istituzionale anche mediante opportune azioni informative e conoscitive; attiva la collaborazione tra operatori, tra professionisti, tra sevizi su progetti relativi a situazioni prese in carico (case management), a situazioni di rischio, ad aree problematiche, a bisogni non soddisfatti ecc, a nuovi servizi da attivare e gestire a livello di comunità.

4 Lavoro di rete sul territorio l’operatore stimola i legami, le connessioni tra risorse formali e informali su progetti di interesse della comunità; opera per la formalizzazione degli accordi, delle intese e per l’implementazione dei percorsi di integrazione; opera in prospettiva preventivo- promozionale sostenendo i percorsi e le esperienze in partnership tra soggetti istituzionali e non per la messa in rete delle risorse (fonte: Bartolomei e Passera: 2010)

5 Lavoro di équipe Gruppo di compito che coinvolge soggetti con competenze o conoscenze diverse, che si aggregano e si integrano per il raggiungimento di un determinato obiettivo, generalmente di carattere istituzionale. “Lavorare insieme per raggiungere un fine condiviso”: lavoro congiunto e integrato di diversi professionisti, aggregati in équipe inter e multidisciplinari, che devono integrare le differenze professionali e operative che li caratterizzano.

6 Lavoro di équipe Nel nostro paese questa metodologia si è affermata negli anni ’70, con il passaggio da una logica assistenziale basata sul controllo sociale a una logica focalizzata sui bisogni della totalità dei cittadini, centrata sui concetti di territorializzazione e sussidiarietà e sulla necessità di realizzare l’integrazione sociosanitaria (distretto socio-sanitario)

7 Lavoro di équipe Si basa su un’ottica di multifattorialità dell’origine dei bisogni sociali e di pluricompetenza della risposta, suggerendo percorsi di integrazione dei saperi e ottimizzazione delle risorse. Equipe a diversi livelli: si punta alla gestione unitaria e integrata degli interventi sociosanitari mediante concertazione e cooperazione di tutti i soggetti coinvolti, a livello istituzionale, gestionale e professionale.

8 Lavoro di équipe: obiettivi Creare collegamenti tra le diverse tecniche e metodologie di lavoro necessarie per la realizzazione di un intervento; Rendere complementari le diverse discipline e le varie figure professionali; Effettuare la lettura dei bisogni con un’ottica comune e con degli strumenti condivisi;

9 Lavoro di équipe: obiettivi Elaborare una metodologia di intervento condivisa; Valutazione (es. vga); Proposta;

10 Lavoro di équipe: obiettivi Progettazione e gestione (caso multiproblematico e complesso, servizio); Pianificazione integrata (es. équipe zonale di piano).

11 Lavoro di équipe: obiettivi Decisione (scelte operative o organizzative); Coordinamento attività semplici e complesse (es. assistenza domiciliare); Orientamento e formazione.

12 Presupposti per buona operatività Necessario atteggiamento collaborativo e non conflittuale, disponibilità al confronto e alla auto-critica, nonché al riconoscimento del valore delle esperienze altrui; Riconoscimento e socializzazione del ruolo di ciascuno;

13 Presupposti per buona operatività Sviluppo di un’area di linguaggio e operatività comune; Scambio di informazione e di conoscenze articolate e integrate; Individuazione dell’apporto di ciascun membro.

14 Presupposti per buona operatività Confronto su opinioni differenziate che, partendo da singole punteggiature della realtà, danno luogo a valutazioni condivise; Negoziazione volta alla selezione di strategie possibili e percorribili ;

15 Presupposti per buona operatività Trattative per raggiungere un accordo e definire un percorso rispetto a soluzioni alternative; Sviluppo e formazione di abilità collaborative e cooperative tra gli operatori e le organizzazioni coinvolte.

16 Tipi di équipe équipe monoprofessionale équipe multiprofessionale équipe mista - interistituzionale (professionisti di organismi diversi)

17 Tipi di équipe di base/specialistica sul caso/per fasce di età/per aree di bisogno permanente/su progetto obbligatoria/facoltativa

18 Coordinatore dell’équipe Primo inter pares, in grado di supportare e valorizzare gli apporti di ciascun membro… …e di dirimere eventuali conflitti

19 Rischi nel lavoro di équipe Soggetti che tendono a far prevalere sentimenti identitari con il proprio gruppo professionale di appartenenza, o con i servizi da cui dipendono, o con gli enti di provenienza; Mancata circolazione delle informazioni; Scarsa chiarezza su rispettive competenze e responsabilità;

20 Rischi nel lavoro di équipe Un soggetto non condivide modalità di lavoro équipe; Coordinamento insufficiente o controverso; Sovrapposizione ruoli/duplicazioni/sovraccarico di ruoli. Fonti: Perino: 2010, Bartolomei e Passera: 2010

21 Riunione Incontro di più persone finalizzato a promuovere azioni comunicative e scambio di informazioni. Può essere svolta periodicamente con varie cadenze (settimanale, quindicinale…) oppure al bisogno. Non si intendono in questo caso riunioni svolte da équipe che lavorano insieme su uno specifico caso, ma attività che coinvolgono in generale i componenti di uno o più servizi con finalità organizzative e di confronto generale.

22 Riunione: finalità Informativa; Di consultazione; Di progettazione; Di decisione; Di verifica.

23 Riunione: tipi Riunioni monoprofessionali: ad es. riunioni di servizio, utilizzate per scambio di informazioni sull’organizzazione del servizio, per confrontarsi sulla gestione quotidiana dei casi, per programmare attività e servizi, per affrontare problemi specifici… Riunioni pluriprofessionali o pluridisciplinari: riunioni di specifiche equipe di lavoro usate per scambio di informazioni, per la segnalazione di nuovi casi che necessitano di presa in carico comune, per concordare modalità lavorative e organizzative, per la verifica, per confrontarsi su problemi specifici…

24 Per il successo di una riunione… Avere ben chiari gli obiettivi; Motivazione e puntualità dei partecipanti; Autorevolezza del coordinatore; Caratteristiche del setting e durata; Redazione del verbale.

25 Verbale di riunione Il verbale consiste nella registrazione delle riunioni e contiene i nomi dei presenti e quelli degli assenti (eventualmente con motivazione assenza), di eventuali ritardi/uscite anticipate, data, luogo, orario, ordine del giorno, (nome di chi presiede/modera/conduce), nome di chi redige il verbale (dovrebbe essere a turno). Si configura come atto amministrativo e potrebbe servire da strumento di controllo.

26 Verbale di riunione E’ un testo a carattere prevalentemente descrittivo. Può essere redatto in forma molto fedele oppure sintetica. In tutti i casi, dovrebbe riportare i vari interventi, i punti in discussione, eventuali decisioni assunte e conclusioni a cui si è pervenuti.

27 Verbale di riunione Dovrebbe riportare in modo chiaro eventuali compiti/adempimenti da realizzare prima della successiva riunione (chi deve farlo, entro quando). Costituisce memoria di lavoro, documenta andamento del lavoro stesso e può fornire informazioni sulle dinamiche del gruppo.


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