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PubblicatoLuciano Catalano Modificato 8 anni fa
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SCHIAVI NERI
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La tratta atlantica dei neri L' espressione “Tratta atlantica degli schiavi africani" si riferisce al commercio degli schiavi di origine africana, attraverso l' Oceano Atlantico. La deportazione degli schiavi attraverso l' Atlantico, dalla costa occidentale dell'' Africa al Nuovo Mondo, è noto nell’ambiente anglosassone come Middle passage.
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Subito dopo le grandi scoperte geografiche del XV-XVI sec., l'Africa equatoriale cominciò a diventare un vero e proprio "serbatoio" di schiavi, diretti verso le colonie europee del Nuovo Mondo, il CONTINENTE AMERICANO. Lì, era necessaria la manodopera da sfruttare nelle miniere di oro e argento e nelle grandi piantagioni di cotone, tabacco, canna da zucchero e caffè
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Come venivano presi Gli schiavi venivano o catturati nell'entroterra o comprati dai capi villaggio. Non potevano scappare perché incatenati in lunghe file, e costretti a percorrere chilometri a piedi verso la costa occidentale, diretti ai porti più vicini.
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''Pian piano si tastò il polso e la caviglia destra, stretti da un cerchio di ferro. Sanguinava. Tirò leggermente la catena, doveva essere collegata al polso e la caviglia sinistra dell' uomo con il quale poco prima aveva lottato. Alla sua sinistra era disteso un uomo incatenato a lui per le caviglie che gemeva di continuo. Stavano così stretti che al minimo movimento si urtavano a vicenda. Con la più cautela Kunta cercò allora di sollevarsi, ma non c`era nemmeno lo spazio sufficiente per stare seduto (... ) Ascoltò invece le grida ed i lamenti che gli risuonavano intorno. Dovevano esserci molti uomini lí con lui, nell' oscurità: alcuni vicini, altri un po’ più lontani ma tutti in un unica stanza, se era una stanza. Aguzzando le orecchie percepì altre voci, attutite, provenienti dal basso: da sotto il tavolino viscido sul quale era disteso “ Questo brano, tratto dal libro "Radici"di Alex Haley, rende molto bene l’idea di quali fossero le condizioni degli schiavi sulle navi negriere ''Pian piano si tastò il polso e la caviglia destra, stretti da un cerchio di ferro. Sanguinava. Tirò leggermente la catena, doveva essere collegata al polso e la caviglia sinistra dell' uomo con il quale poco prima aveva lottato. Alla sua sinistra era disteso un uomo incatenato a lui per le caviglie che gemeva di continuo. Stavano così stretti che al minimo movimento si urtavano a vicenda. Con la più cautela Kunta cercò allora di sollevarsi, ma non c`era nemmeno lo spazio sufficiente per stare seduto (... ) Ascoltò invece le grida ed i lamenti che gli risuonavano intorno. Dovevano esserci molti uomini lí con lui, nell' oscurità: alcuni vicini, altri un po’ più lontani ma tutti in un unica stanza, se era una stanza. Aguzzando le orecchie percepì altre voci, attutite, provenienti dal basso: da sotto il tavolino viscido sul quale era disteso “ Questo brano, tratto dal libro "Radici"di Alex Haley, rende molto bene l’idea di quali fossero le condizioni degli schiavi sulle navi negriere
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Il viaggio verso le Americhe durava alcuni mesi. Iniziava su vecchie carrette che si sfasciavano dopo poche ore di navigazione. Gli schiavi, nudi e incatenati a due a due, venivano ammassati in locali, non più alti di un metro e mezzo, privi di luce. La mortalitá era altissima. Molti si ammalavano a causa delle cattive condizioni igieniche e dell' alimentazione inadeguata, contraendo malattie che trasmettevano agli altri. Alcuni per disperazione si buttavano in acqua, altri, ancora vivi, venivano gettati in mare per scarsità di viveri. Il viaggio verso le Americhe durava alcuni mesi. Iniziava su vecchie carrette che si sfasciavano dopo poche ore di navigazione. Gli schiavi, nudi e incatenati a due a due, venivano ammassati in locali, non più alti di un metro e mezzo, privi di luce. La mortalitá era altissima. Molti si ammalavano a causa delle cattive condizioni igieniche e dell' alimentazione inadeguata, contraendo malattie che trasmettevano agli altri. Alcuni per disperazione si buttavano in acqua, altri, ancora vivi, venivano gettati in mare per scarsità di viveri.
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GLI STRUMENTI DI TORTURA
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Una volta sbarcati nel nuovo mondo, erano venduti in aste e "scramble" (una specie di gara). Li costringevano a stare su una sorta di pedana, visibili a tutti coloro che erano interessati ad acquistarli “L’uomo che gridava passò in rassegna, dalla testa ai piedi, Kunta e i suoi compagni (……). Quindi spinse rudemente Kunta verso la piattaforma. -Primissima qualità… giovane e scattante!- esclamò il taubob. Kunta era terrorizzato e si rendeva conto sì e no di quello che avveniva intorno a lui. La folla si accalcava, gli facevano aprire la bocca per esaminargli i denti, lo palpavano per tutto il corpo …… “ (tratto da "Radici“ di Alex Haley) Una volta sbarcati nel nuovo mondo, erano venduti in aste e "scramble" (una specie di gara). Li costringevano a stare su una sorta di pedana, visibili a tutti coloro che erano interessati ad acquistarli “L’uomo che gridava passò in rassegna, dalla testa ai piedi, Kunta e i suoi compagni (……). Quindi spinse rudemente Kunta verso la piattaforma. -Primissima qualità… giovane e scattante!- esclamò il taubob. Kunta era terrorizzato e si rendeva conto sì e no di quello che avveniva intorno a lui. La folla si accalcava, gli facevano aprire la bocca per esaminargli i denti, lo palpavano per tutto il corpo …… “ (tratto da "Radici“ di Alex Haley)
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LA VITA NELLE PIANTAGIONI Non potevano essere istruiti neanche da un uomo bianco. Erano destinati a una vita di duro lavoro soprattutto nei campi, dalla mattina alla sera. Dormivano sul pavimento in capannoni o capanne di piccole dimensioni, sopra misere coperte, fianco a fianco. Gli schiavi non avevano diritti, pertanto il proprietario poteva farne ciò che voleva. Non potevano lasciare la piantagione senza permesso, né riunirsi in grandi gruppi per cantare danzare o soltanto chiacchierare, pena la prigione o persino la morte. Venivano frustati anche per la più piccola delle offese e rischiavano il taglio di un orecchio per altre infrazioni.
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L’AFRICA OGGI La tratta degli schiavi fu considerata un’enorme catastrofe per l’Africa: interi villaggi furono distrutti, intere regioni si spopolarono. Lo sviluppo del Paese fu interrotto, tanto che le conseguenze pesano ancora oggi sull'economia del continente. Al contrario, gli europei ebbero grandi vantaggi economici dal commercio e dalla colonizzazione del mondo, in seguito dal neocolonialismo. Oggi, purtroppo, la situazione in molti Paesi africani è critica, martoriati dalle guerre e dalla fame L’AFRICA OGGI La tratta degli schiavi fu considerata un’enorme catastrofe per l’Africa: interi villaggi furono distrutti, intere regioni si spopolarono. Lo sviluppo del Paese fu interrotto, tanto che le conseguenze pesano ancora oggi sull'economia del continente. Al contrario, gli europei ebbero grandi vantaggi economici dal commercio e dalla colonizzazione del mondo, in seguito dal neocolonialismo. Oggi, purtroppo, la situazione in molti Paesi africani è critica, martoriati dalle guerre e dalla fame
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Musica tradizionale degli schiavi neri americani “WORK SONG”
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