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PubblicatoGiuliana Garofalo Modificato 8 anni fa
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© T. Luzzati Keynes e i (neo)‘Classici’
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© T. Luzzati Al fine di comprendere il dibattito in MACROECONOMIA è necessario andare indietro fino al dibattito “Keynes vs (neo)classici”, iniziato negli anni '30 e proseguito in varie forme sino ai giorni nostri “Classici”: convinzione che un’economia di mercato sia normalmente in condizioni di PIENO IMPIEGO e che gli scostamenti/disturbi siano di breve durata. Razionalità perfetta e auto-interesse (in particolare no illusione monetaria) Concorrenza perfetta (agenti sono price-takers) Conoscenza perfetta delle condizioni del mercato Aspettative stabili Scambi solo in equilibrio (banditore) IPOTESI: ESITI: Mercati normalmente in equilibrio (piena occupazione & legge di Say) Dicotomia tra settori reali e settore monetario
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© T. Luzzati Y=C+I. Se cadono i consumi, gli imprenditori accumulano scorte non programmate. Dato un certo prodotto calo dei consumi corrisponde un aumento del risparmio S>I r scende e stimola gli investimenti. (SE risparmio ed investimenti dipendono dal tasso di interesse, r). r S0S0 r1r1 r0r0 I, S S1S1 improvvisa caduta dei consumi Y-C=S S r I C I Y non varia se variaz I è suff grande (e se r non è influenzato da mercato assets!)
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© T. Luzzati D’altro lato se crollano gli investimenti desiderati (la I si sposta a sx o verso il basso) la caduta di r scoraggia il risparmio e incoraggia il consumo fino a riportare l’equilbrio tra I e S, Y = C+I r S0S0 r1r1 r0r0 I, S I0I0 improvvisa caduta degli investimenti S r C r C Y non varia! se var. C suff grande e r non è determinato mercato assets
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© T. Luzzati S(r)S(r) I r NSNS W/PN* NDND W Y * S Y D = C(r)C(r) MSPMSP P LDLD dicotomia classica! (neo)'classici' L’aggiustamento non influenza la quantità di moneta che gli agenti desiderano detenere. La moneta determina pertanto solo i prezzi e i salari nominali. L’equilibrio sul mercato del lavoro determina la produzione che “trova da sé i suoi sbocchi” (legge di Say), in quanto il tasso di interesse riporta S=I
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© T. Luzzati N’ WPWP P W 1 /P Y N Y(N) N MPN NSNS W 0 P’ Y Y0SY0S Y1DY1D W 0 /P P0P0 P0P0 N0N0 N’ Y0DY0D P1P1 disoccupazione Nello schema tradizionale di equilibrio economico generale concorrenziale. Dalla situazione di equilibrio iniziale, 0, si immagini una caduta della domanda di beni. Se si aggiusta il mercato dei beni, i prezzi scendono a P’ e il prodotto si riduce a Y’. Se il salario nominale, w, non cambia, sul mercato del lavoro il salario reale sale e si ha un eccesso di offerta di lavoro, cioè disoccupazione. Se il salario nominale scende si avrà un processo di aggiustamento di salari e prezzi che porta al nuovo equilibrio con i nuovi prezzi e salari, P 1, W 1, ma con il reddito a livello iniziale, corrispondente alla piena occupazione. Y’ Y0Y0 Y’ S P’ P1P1
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© T. Luzzati Nella slide precedente per SEMPLICITA’ ignorate moneta e ricchezza. La caduta dei prezzi aumenta il potere di acquisto della moneta e degli altri assets e provocando l’aumento dei consumi (effetto Pigou) Di conseguenza la curva di domanda del grafico precedente risponde alla caduta dei prezzi tornando nella posizione iniziale. Si ipotizza infatti che valga la teoria quantitativa della moneta: MV=PY approccio delle transazioni (I.Fisher,The Purchasing Power of Money,1911). M=k(r*)PY la teoria dei saldi monetari: determinazione dei prezzi dal punto di vista della domanda e offerta di moneta (Cambridge University, U.K., Pigou e Marshall). cioè la quantità reale di moneta che si desidera detenere è determinata dal reddito secondo una legge di proporzionalità costante, M/P=kY con k=(1/V) costante r* =: il tasso di rendimento interno del capitale è determinato dalla produttività marginale del capitale che a sua volta è indipendente da P e da M (il reddito è dato al livello di piena occupazione!)
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© T. Luzzati Non necessariamente un’economia di mercato si trova in pieno impiego. La disoccupazione involontaria potrebbe essere un fenomeno persistente. In questi casi K. auspica politiche di sostegno della domanda aggregata (in particolare aumenti di spesa pubblica) NON c’è dicotomia tra settore reale e monetario Prezzi flessibili Salari nominali rigidi verso il basso (i lavoratori sono interessati non solo al salario in termini reali, ma anche al loro salario in relazione a quello delle altre categorie di lavoratori) La domanda aggregata determina, in prima istanza, quanto le imprese decidono di produrre. La domanda di moneta dipende anche dal tasso di interesse (elevata sostituibilità tra titoli e moneta) (Domanda di moneta anche per scopi speculativi!) Ruolo chiave dell’incertezza e degli “animal spirits”sia sulla profittabilita attesa degli investimenti che sulla domanda di moneta IPOTESI: ESITI: J.M. Keynes la Teoria Generale (1936)
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© T. Luzzati N=N D L D i W/P S N NDND P W attese ? wealth S ? C I r S effetto Keynes: UWP(M S /P)iI Y W/P=MPL N D =Y D-1 (N) Y D se Y D <Y* MPL P=W/MPL cioè U effetto Pigou: UWPricchezza C Y Agisce finchè non si torna in pieno impiego! Keynes e la disoccupazione involontaria (II parte: dalla preferenza per la liquidità alla domanda effettiva) i= +r
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© T. Luzzati In caso di cadute della domanda aggregata, salari nominali flessibili consentirebbero un ritorno alla piena occupazione? N D U MPL ? W P*MPL=W P M S P L D L D (Y,i)=k()Y + i I Y D Y D ??? ATTESE di ulteriori ribassi dei prezzi ??? ATTESE al ribasso sull'efficienza mg K ? L D Keynes: Neoclassici: irI: I=S Se L D ’ < M S ’/P ? ESEMPIO: riduzione esogena del consumo (s) S I r NSNS W/PN* NDND P MSPMSP W Y * S= Y D C(r) LDLD In Keynes la caduta di prezzi e salari potrebbe essere destabilizzanti ed impedire alla domanda di tornare a livelli compatibili con la piena occupazione
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© T. Luzzati 1) Rimedio di Lungo Periodo 2) a) le autorità manovrano il tasso a breve, I funzione di i a lungo: piccolo M potrebbe non essere sufficiente per i lungo (TRAPPOLA LIQUIDITA’), grande M potrebbe provocare instabilità o b) In depressione l’ “efficienza mg K” (profittabilità attesa da I) così bassa da rendere gli investimenti non sufficientemente sensibili a variazioni tasso di interesse 1) Redistribuzione redditi (riforma fiscale) per stimolare la propensione al consumo, c 2) Politica Monetaria espansiva per stimolare I: M i I 2bis) politiche per riduzione salari monetari (W) 2bis) come (e peggio) della pol monet.: prezzi sia valore reale debiti, sia (possono) peggiorare attese 3) Stimolo diretto tramite spesa pubblica, G 3) NO crowding OUT: GYEMKI EMK= efficienza marginale del capitale, cioè attese sulla redditività degli investimenti Come stimolare la domanda effettiva?
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© T. Luzzati autorità manovrano il tasso a breve, I funzione di i a lungo: - piccola M potrebbe non essere sufficiente per grande i (TRAPPOLA LIQUIDITA’), - grande M potrebbe provocare instabilità o in depressione l’ “efficienza mg K” (profittabilità attesa da I) così bassa da rendere INVESTIMENTI non sufficientemente sensibili a variazioni tasso di interesse 2) Politica Monetaria espansiva per stimolare I: M i I 2bis) politiche per riduzione salari monetari (W) come (e peggio) della pol monet.: prezzi sia valore reale debiti, sia (possono) peggiorare attese 3) Stimolo diretto tramite spesa pubblica, G 3) NO crowding OUT: GYEMKI EMK= efficienza marginale del capitale, cioè attese sulla redditività degli investimenti Come stimolare la domanda effettiva? BIS
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