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Donne e sfera pubblica: il lungo cammino delle italiane per accedere alla cittadinanza politica Belardo Federica Casoria Federica Crispino Simona Falco.

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Presentazione sul tema: "Donne e sfera pubblica: il lungo cammino delle italiane per accedere alla cittadinanza politica Belardo Federica Casoria Federica Crispino Simona Falco."— Transcript della presentazione:

1 Donne e sfera pubblica: il lungo cammino delle italiane per accedere alla cittadinanza politica Belardo Federica Casoria Federica Crispino Simona Falco Sara Fraglio MariaTeresa Scarano Giusy

2 breve storia della conquista del diritto di voto in età liberale storia di una sconfitta storia di una sconfitta, ma la questione è presente nel dibattito politico e puntualmente registrata nelle fonti parlamentari e nella pubblicistica dell’epoca dopo la caduta del fascismo storia di una conquista, di un successo storia di una conquista, di un successo, di cui però si parla poco sia nelle fonti ufficiali che nei giornali del tempo…

3 La battaglia delle donne per il diritto di voto inizia a metà ‘800  Negli USA, con il Congresso di Seneca Falls del 1848 (voto nel 1848 nello Stato del Wiyoming; a livello federale, nel 1920)  In Inghilterra, tra il 1866 e il 1914 (voto alle trentenni nel 1918; a tutte nel 1920)  In Germania, alla fine dell’800 (voto nel 1919)  In Francia e in Italia più tardi, nel primo decennio del ‘900 (in entrambi i paesi il suffragio femminile sarà una conquista del secondo dopoguerra: nel 1946 in Francia, un anno prima in Italia)

4 Mrs. Banks

5 DISEGNI DI LEGGE SUL VOTO ALLE DONNE 1863 Peruzzi Persegue l’obiettivo di non far perdere il diritto di voto a chi già l'aveva 1865 Lanza Respinto 1867 e 1877 Morelli Abolire la schiavitù domestica accordando i diritti civili e politici 1871 Lanza Insabbiato 1876 Nicotera Insabbiato 1880 Zanardelli Non si nega il voto per principio, ma per opportunità 1881 Coppino Spetterà ad altri e ad altro tempo la concessione del voto alle donne 1884 Depretis Non si nega il voto, ma l'opportunità del suo esercizio 1887 Crispi Non si nega il voto, ma l'opportunità del suo esercizio 1907-1910 Commissione nominata da Giolitti… … sulle condizioni sociali della donna 1919 Martini-Gasparotto Proposta di legge approvata solo dalla Camera

6 art. 24 Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro titolo e grado, sono eguali dinanzi alla legge. Tutti godono egualmente i diritti civili e politici, e sono ammissibili alle cariche civili e militari, salve le eccezioni determinate dalle leggi. art. 25 Essi (i regnicoli) contribuiscono indistintamente, nella proporzione dei loro averi, ai carichi dello Stato.

7 Progetto di legge Peruzzi (1863) voto amministrativo alle vedove e alle nubili esercitato per delega o mandato per iscritto perché… “i nostri costumi non consentirebbero alla donna di frammettersi nel comizio degli elettori per recare il suo voto” (relatore Boncompagni)

8 Art. 26. Non sono né elettori, né eleggibili gli analfabeti, quando resti nel comune un numero di elettori doppio di quello dei consiglieri; le DONNE, gl’interdetti, o provvisti di consulente giudiziario; coloro che sono in istato di fallimento dichiarato, o che abbiano fatto cessione di beni, finché non abbiano pagati intieramente i creditori; quelli che furono condannati a pene criminali, se non ottennero la riabilitazione; i condannati a pene correzionali od a particolari interdizioni, mentre le scontano; finalmente i condannati per furto, frode o attentato ai costumi.

9 Anna Maria Mozzoni (1837-1920) 1877 …chiedo di considerare le donne per ciò che sono: cittadine, contribuenti, capaci! Petizione per il voto politico alle donne

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11 Michele Coppino (1822-1901) “la Commissione non discute la eguaglianza dell’uomo e della donna, ma considera questi individui esseri destinati a formare un’unità nel seno della famiglia, e riserva ad altri e ad altro tempo il vedere quali e quanti diritti politici possano essere conferiti alla parte più gentile” 1881

12 Francesco Crispi 1887 Non si nega il diritto delle donne al voto, ma l’opportunità del suo esercizio…

13 Le donne diventeranno elettrici ed eleggibili:  nei consigli di amministrazione delle congregazioni di carità e di altri istituti di beneficenza (1890)  nei collegi dei probiviri per i conflitti di lavoro (1893)  nelle Camere di Commercio (1910)  negli organi elettivi dell’istruzione elementare e popolare (1911)

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15 Art. 12 La nomina di una donna maritata a far parte della congregazione di carità o di ogni altra istituzione di beneficenza, non ha effetto, se entro 15 giorni dalla pubblicazione prescritta dall'art. 34, non viene prodotto all'autorità politica del circondario l'atto di autorizzazione maritale, preveduto nell'art. 1743 del codice civile. Legge Crispi sulle Opere Pie (l. 17 luglio 1890, n. 6972)

16 1903: a Roma nasce il Consiglio Nazionale delle Donne Italiane

17 “Petizione delle donne italiane per il voto politico e amministrativo” presentata dal Comitato nazionale pro- suffragio scritta da Anna Maria Mozzoni rivendica il diritto di voto perché - si legge - le donne sono cittadine, pagano tasse e imposte, sono produttrici di ricchezza, pagano “l’imposta del sangue nei dolori della maternità” sottoscritta da oltre 10.000 donne firmata anche da Maria Montessori Maria Montessori (1870-1952)

18 Anna Kuliscioff è decisa a fare della battaglia femminista un momento irrinunciabile del programma socialista

19 Non vedrei gravi difficoltà per il voto amministrativo […] Ritengo invece assolutamente prematura qualunque concessione di voto politico! Giovanni Giolitti

20 Intervento di Mussolini al congresso dell’Alleanza internazionale pro-suffragio, tenutosi a Roma nel 1923 …ma io ho già un’altra idea… “Voto amministrativo alle donne? Ma certamente, poiché non si tratta di dare un premio, ma di riconoscere una realtà che non è in nostro potere di ignorare e tanto meno di modificare!”

21 Diritto di voto alle donne (1946) il 2 giugno 1946 quando milioni di donne italiane, per la prima volta, andarono tutte assieme alle urne per esprimere il loro voto. Chiamate a scegliere tra Monarchia e Repubblica nel referendum, contribuirono a quei 12.718.641 voti che decretarono l’esilio di casa Savoia e l’inizio del percorso che avrebbe portato, nel 1948, alle elezioni per il primo governo di maggioranza. Una vicenda bellissima, frutto di anni di dibattiti, di lunghe battaglie politiche, sociali, culturali.

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