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Dai sistemi alle reti di welfare Le sfide dell’inclusione sociale CISL - LOMBARDIA LA SOSTENIBILITÀ DEI SISTEMI DI WELFARE Gianfranco Cerea Università.

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Presentazione sul tema: "Dai sistemi alle reti di welfare Le sfide dell’inclusione sociale CISL - LOMBARDIA LA SOSTENIBILITÀ DEI SISTEMI DI WELFARE Gianfranco Cerea Università."— Transcript della presentazione:

1 Dai sistemi alle reti di welfare Le sfide dell’inclusione sociale CISL - LOMBARDIA LA SOSTENIBILITÀ DEI SISTEMI DI WELFARE Gianfranco Cerea Università degli Studi - Trento

2 L’intervento pubblico: il quadro attuale e le prospettive future

3 SanitàIstruzione Protezione sociale VecchiaiaSuperstiti Pensioni totale Famiglia e figli Edilizia sociale Esclusione sociale Danimarca8,67,024,98,20,08,25,00,71,8 Germania7,14,318,89,11,911,01,50,40,3 Grecia5,14,619,614,71,516,20,70,10,0 Spagna6,14,117,98,92,411,30,60,10,3 Francia8,15,524,413,51,615,12,50,91,0 Italia7,24,121,014,02,716,71,00,00,2 Paesi Bassi8,25,417,06,80,16,91,00,42,0 Austria7,85,021,413,01,514,52,40,10,9 IL WELFARE ITALIANO NEL CONTESTO EUROPEO

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6 Nota: nella classe di età dai 75 anni in poi si concentra circa l’11,1% della popolazione contro il 65% delle prestazioni Da 0 a 65 anni si concentra 78% della popolazione e il 24,7% delle prestazioni

7 La sostenibilità della spesa sociale

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10 LE IPOTESI ALLA BASE DELLA SIMULAZIONE

11 Anni1970198019902000201520302060 TOTALE >65TOTALE>65TOTALE>65 PENSIONI7,99,313,313,815,8 15,7 13,8 LCT* ………… 1,91,32,11,63,02,5 SANITA'**4,74,84,96,0 2,86,23,26,84,1 TOTALE12,614,118,219,823,719,924,020,523,620,4 Pressione fiscale 28,029,037,041,644,2 EVOLUZIONE DELLA SPESA SOCIALE PER LE PERSONE “ANZIANE” Rapporto con il PIL *compresa sanità **Acute care

12 Un processo profondo di riforma della LCT in Italia dovrebbe affrontare le seguenti questioni: a. fornire maggiori servizi domiciliari attingendo a quelle risorse liberate da un riordino dei permessi ex L. 104 istituendo un fondo nazionale perequativo; b. ripensare agli interventi di sostegno in favore dei disabili differenziando per livello di gravità: ad esempio, utilizzando una definizione oggettiva come quella adottata dal governo nel D.M. 14 maggio 2015; c. introdurre la prova dei mezzi, uscendo dal principio risarcitorio della disabilità, nella concessione dell’indennità di accompagnamento in modo da graduarla in proporzione inversa rispetto al bisogno economico e rafforzandola direttamente rispetto al grado di disabilità; d. introdurre una adeguata governance statale, ancorché i servizi di cura nel loro espletamento siano affidati alle Regioni, per garantire: equità nella distribuzione delle risorse; unicità dei criteri di certificazione della non autosufficienza; 3-verifica del livello minimo dei servizi essenziali; monitoraggio del livello del servizio attraverso la rilevazione della loro qualità presso i cittadini sostegno alla formazione infrastrutturale per le regioni arretrate. e. introduzione di incentivi all’utilizzo di strutture residenziali sanitarie per contenere i costi sanitari rafforzando il valore della prestazione economica alternativa rispetto a quella garantita dall’indennità di accompagnamento (voucher come nel caso della Germania); f. avvio di un modello orizzontale di presa in carico territoriale.

13 Situazioni economiche e personali molto diverse non possono avere risposte rigide e uniformi 1.Le politiche di welfare, insieme alla tassazione progressiva, hanno storicamente rappresentato lo strumento per creare e rafforzare i “ceti medi”; 2.Il ridimensionamento degli strumenti, unito alle evoluzioni economiche in atto, rischia di alimentare processi di diffusa esclusione sociale – in molti casi temporanea -, unita all’indebolimento della classe media e del suo ruolo di “stabilizzatore”; 3.Il welfare pubblico italiano, impostato sul ruolo centrale della famiglia, del marito lavoratore e della donna “angelo del focolare” non può più reggere; 4.La frammentazione delle famiglie richiede necessariamente una individualizzazione delle risposte al bisogno, tendenzialmente più costose; 5.A chi oggi lavora non possiamo chiedere di sostenere ulteriormente gli attuali anziani; 6.I futuri anziani non saranno ricchi come gli attuali;

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16 Quale ruolo per il “non pubblico” nel rafforzamento del welfare 1.Garantire la flessibilità e la personalizzazione degli interventi che il pubblico non può dare; 2.Fornire i servizi di welfare, sostituendo progressivamente il pubblico secondo una logica di “soft competition” e di libertà di scelta; 3.Sviluppare il “secondo pilastro” per le risorse: fondi sanitari, fondi pensione e welfare aziendale; 4.Strumenti di “terzo pilastro” per rispondere ad esigenze particolari delle persone e dei contesti

17 LA SITUAZIONE TERRITORIALE

18 < 1.0001.000-2.000> 2.000Media mensile Piemonte 33%45%22% 1.522 Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste 32%44%24% 1.531 Liguria 34%39%27% 1.577 Lombardia 32%45%24% 1.561 Trentino Alto Adige / Südtirol 37%41%22% 1.468 Veneto 37%44%19% 1.434 Friuli-Venezia Giulia 33%44%23% 1.536 Emilia-Romagna 32%46%22% 1.512 Centro 37%39%24% 1.548 Sud 49%34%17% 1.275 Isole 49%33%18% 1.297 IMPORTI MEDI DELLE PRESTAZIONI PENSIONISTICHE

19 Valori pro capite (euro) Retribuzioni interne lorde per occupato dipendente 1995200020082012 Territorio Piemonte 17.471 20.803 25.665 26.055 Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste 18.521 21.040 26.707 26.618 Liguria 17.591 20.582 26.034 26.175 Lombardia 18.213 21.701 26.926 28.392 Trentino Alto Adige / Südtirol 18.098 21.195 26.824 27.828 Veneto 16.465 19.654 24.737 25.598 Friuli-Venezia Giulia 17.367 20.266 25.606 26.135 Emilia-Romagna 17.114 20.275 25.494 26.402 Centro 17.578 20.408 25.335 25.597 Mezzogiorno 14.813 17.620 22.330 22.351

20 Incidenza di povertà relativa familiare Territorio Italia 10,3 Piemonte 6 Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste 6,4 Liguria 7,8 Lombardia 4 Trentino Alto Adige / Südtirol 3,8 Veneto 4,5 Friuli-Venezia Giulia 7,9 Emilia-Romagna 4,2 Toscana 5,1 Umbria 8 Marche 9,9 Lazio 5,8

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